efficienza edilizia e trasparenza di mercato



da  QUALENERGIA nov 2006

Trasparenza di mercato

 Il mercato legato all'efficienza nel settore edilizio ha dei grandi potenziali. Dopo un primo scetticismo i costruttori si stanno convincendo che la casa efficiente possiede un mercato in crescita. di Gianni Silvestrini
La trasparenza del mercato e un’informazione chiara possono rappresentare strumenti molto utili per la diffusione di tecnologie energeticamente efficienti.
E’ ciò che è avvenuto con la trasformazione delle vendite degli elettrodomestici ed è quello che potrebbe succedere nel campo dell’edilizia.
Ma vediamo la storia recente dei cambiamenti introdotti dalla certificazione energetica di alcuni apparecchi domestici in Italia, un esempio di successo ambientale e industriale. Solo 6-7 anni fa la percentuale dei frigoriferi di classe A (i migliori, secondo la etichettatura della UE che seleziona i prodotti in relazione alla loro efficienza energetica) era assolutamente marginale in Italia.
I produttori di elettrodomestici erano molto scettici rispetto alla possibilità di vendere prodotti efficienti nel nostro Paese, sostenendo che non avrebbero potuto affermarsi.
Una clamorosa smentita è però venuta dal mercato. La presenza di un’informazione chiara sui vantaggi economici di questi elettrodomestici è riuscita a orientare in modo incredibilmente rapido i consumatori verso i prodotti più efficienti. La maggiore diffusione, d’altra parte, ha consentito di ridurre i costi dei modelli più efficienti. Risultato, nel 2005 le vendite totali di frigoriferi di classe A o A+ hanno raggiunto il 63% del totale.
Questa trasformazione del mercato non ha solo avvantaggiato i bilanci familiari, ma è stata anche positiva per l’economia del Paese, grazie alle riduzione delle importazioni di gas e alla minor necessità di costruire centrali elettriche.
L’innalzamento della qualità energetica dei frigoriferi nel periodo 2000-2006 ha comportato infatti una riduzione dei consumi elettrici di 3 miliardi di kWh/a, corrispondenti alla produzione di una centrale da 500 MW.
Nel campo dell’edilizia, il meccanismo di certificazione non ha fatto molti passi in avanti, pur essendo stato inserito già 15 anni fa nell’ambito della legge 10/91. L’art. 30 prevedeva infatti che nei primi novanta giorni dopo la sua pubblicazione si sarebbero dovute emanare le norme per la certificazione energetica degli edifici.
La riproposizione di un meccanismo che favorisse la realizzazione di edifici a basso consumo energetico è avvenuta istituzionalmente dal basso (Enti locali) e geograficamente dall’alto (considerando la contiguità degli attivi altoatesini con il mondo tedesco).
Come è noto, a Bolzano non si possono costruire nuovi edifici con un fabbisogno termico superiore a 70 kWh/m2 anno, cioè un 40-50% in meno rispetto alle richieste di energia per riscaldamento degli edifici del nord Italia.
Ma la cosa più interessante è stata la risposta del mercato e dei costruttori alla novità dell’introduzione della certificazione energetica che prevedeva tre classi, A, B, C con fabbisogno rispettivamente di 30, 50, 70 kWh/ m2 anno.
Chi si aspettava un posizionamento delle vendite sulla fascia C è rimasto sorpreso. Proprio come è successo con i frigoriferi, la domanda si è infatti spostata sulla fascia A e B, con poche richieste di edifici con maggior consumo (ma sempre, ricordiamolo, inferiori del 40% rispetto alle case dell’Italia settentrionale!).
L’altra reazione interessante è stata quella dei costruttori. A un’iniziale preoccupazione per la possibile risposta del mercato è subentrato un vero entusiasmo. La casa di qualità energetica si vende bene e il giro d’affari è aumentato. Il successo è stato tale che le imprese altoatesine si sono organizzate e hanno intenzione di esportare la competenza acquisita. Alla manifestazione Next Energy organizzata lo scorso marzo alla Fiera di Milano, una casa a bassissimo consumo di energia ricostruita in loco dalle imprese di Bolzano è stata una delle attrazioni maggiori ed è stata visitata da migliaia di visitatori.
Più recentemente un ruolo attivo è stato svolto dalla Provincia di Milano, anche sulla base del successo delle esperienze pionieristiche di alcuni Comuni lombardi. Sono state redatte delle linee guida e si è creata una struttura per accreditare i verificatori. Anche il mondo dei costruttori sta cambiando e prendendo coscienza delle opportunità che un sistema di certificazione energetica potrebbe offrire. L’atteggiamento di chiusura che ha finora prevalso potrebbe quindi mutare. Diverse realtà imprenditoriali hanno deciso di fare dell’efficienza energetica e del solare le caratteristiche dei loro prodotti. Ci si sta rendendo conto che un’offerta di prodotti in cui l’alta efficienza energetica è resa trasparente attraverso un meccanismo di certificazione può rappresentare un importante strumento di competitività. Gli alti prezzi dell’energia, ma soprattutto l’emergenza climatica spingono infatti per un impegno più serio in questa direzione. L’introduzione della certificazione favorirà la trasformazione in atto.
Il mercato dell’edilizia è all’inizio di una profonda trasformazione che riguarderà sia le nuove costruzioni che la riqualificazione energetica dell’esistente. Ricordiamo che gli alti consumi specifici di questo comparto rappresentano il buco nero dell’efficienza energetica nel nostro Paese. Per evitare di pagare miliardi di Euro per l’acquisto di crediti di carbonio all’estero nei prossimi anni - alla luce degli impegni di Kyoto Club - si devono adottare immediatamente misure incisive nel settore dell’edilizia.
Del resto, il quadro nazionale e internazionale sta rapidamente mutando. Il recepimento in Italia della Direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici, pur nella sua timidezza e con i suoi enormi limiti, segnala che questo mondo è destinato a cambiare. Più recentemente nel mese di giugno il disegno di legge sull’energia, significativamente il primo atto del Governo Prodi, ha introdotto indirizzi chiari sulla necessità di imprimere un’accelerazione sul lato dell’efficienza.
Ancora una volta, le imprese che si attrezzeranno per prime rispetto ai cambiamenti in arrivo avranno un vantaggio competitivo. Insomma, si è aperta la corsa verso l’edilizia ad alta, altissima efficienza.


Gianni Silvestrini