edifici sostenibili: l'isolamento ecoefficiente



    
da ambienteitalia

 
L’isolamento ecoefficiente
Guida all’uso dei materiali naturali
Alessandro Fassi e Laura Maina

 2006 - pagine 208 - euro 40,00 - ISBN 88-89014-31-8

Migliorare l’efficienza energetica degli edifici è un compito non più rinviabile a fronte degli impegni assunti dal nostro paese nel contesto del Protocollo di Kyoto. Isolare bene l’involucro edilizio è senza dubbio la prima misura da attuare, praticabile sia sul nuovo edificato sia sull’esistente, e quindi con la potenzialità di incidere effettivamente sulle prestazioni energetiche di un parco immobiliare che da questo punto di vista risulta decisamente scarso.
Partendo dalla classificazione dei vari materiali isolanti, dallo studio del loro comportamento prestazionale e, soprattutto, dall’analisi del loro ciclo di vita, L’isolamento ecoefficiente mette in evidenza le qualità dei materiali bioecologici, caratterizzati da un minor impatto sull’ambiente e sulla salute.
Su questi il testo si concentra per mezzo di schede tecniche approfondite, per favorirne la conoscenza, il corretto utilizzo e la facile reperibilità.
Per ogni materiale vengono forniti:
• informazioni sul ciclo di vita;
• dati tecnico-prestazionali;
• repertorio dettagliato di tutti i prodotti presenti attualmente sul mercato italiano, con tipologie, formati, spessori e dimensioni;
• schede applicative con indicazione degli usi consigliati;
• indirizzario completo delle aziende ed elenco prezzi;
• schede di confronto per favorire la scelta dell’isolante più appropriato.

Per la prima volta nella storia dell’abitare l’edificio sta per compiere un salto evolutivo, paragonabile a quello che vide il passaggio dagli animali a sangue freddo, i rettili, a quelli a sangue caldo, gli uccelli e i mammiferi. Per millenni, infatti, l’ambiente termico all’interno delle case seguiva l’andamento dell’ambiente termico esterno; nelle case faceva freddo d’inverno, tranne che nella stanza in cui si permaneva più a lungo – grazie alla presenza della cucina o di un camino o di una stufa – e caldo d’estate, anche se spesso meno che all’esterno. Come nei rettili, la temperatura interna seguiva sostanzialmente l’andamento di quella esterna.
Poi, nella seconda metà dell’Ottocento, vide la luce l’impianto di riscaldamento centralizzato, e la temperatura interna divenne costante durante il periodo invernale in tutto l’edificio. L’introduzione degli impianti di condizionamento estivo permise poi di controllare la temperatura interna anche in estate, e così l’ambiente termico interno si sganciò completamente da quello esterno. L’edificio divenne quindi omeotermo, come gli uccelli e i mammiferi.
È noto che questa strategia evolutiva, nei sistemi biologici, si accompagnò all’esigenza di incrementare l’input energetico. La stessa cosa avvenne per gli edifici, con una differenza fondamentale: l’ambiente naturale offriva risorse energetiche limitate, e quindi l’evoluzione biologica favorì solo quelle specie nelle quali l’uso dell’energia era più efficiente (da qui le piume e le pellicce per limitare le dispersioni termiche). La stessa cosa non avvenne per gli edifici, perché l’ambiente (economico) fu in grado di offrire grandi quantità di energia facilmente disponibile: le fonti fossili. Di conseguenza non fu necessario alcun adattamento selettivo, e la nuova specie omeoterma mantenne la stessa struttura e lo stesso involucro che aveva sempre avuto: rettili a sangue caldo.
Le cose non stanno più così: l’ambiente in cui la specie edificio deve adattarsi è cambiato a causa delle forti limitazioni della risorsa energia fossile; limitazioni sia di ordine ambientale (il cambiamento climatico) sia economiche (il crescente costo del petrolio). E la “specie” edificio deve subire una mutazione, deve cambiare.
Il primo, più elementare ed efficace cambiamento si sta manifestando nell’involucro, che deve essere capace di ridurre le perdite di calore verso l’esterno, di sfruttare i guadagni di energia solare in inverno e di proteggersi contro di essi in estate: sono le regole base dell’architettura bioclimatica. Ma non basta: la mutazione deve includere un uso più efficace dell’illuminazione naturale, l’impiego di sistemi per la captazione e lo sfruttamento dell’energia solare e l’integrazione di tecnologie avanzate per l’uso efficiente dell’energia. Il punto di arrivo del processo evolutivo è l’edificio (o il quartiere) che consuma meno energia di quanta è in grado di produrne mediante fonti energetiche rinnovabili. E nel consumo va inclusa l’energia che occorre per realizzarlo: l’energia incorporata nei materiali e quella occorrente per la costruzione. Dunque, la nuova specie edificio dovrà essere longeva e riciclabile.
A questa nuova specie è stato dato il nome di “edificio sostenibile”.
Questo processo evolutivo è in corso di accelerazione, grazie sia al diffondersi della coscienza ambientale sia alla imposizione di nuove regole, quali quelle derivanti dalla direttiva europea sulle prestazioni energetiche degli edifici.
Coscienza ambientale e nuove regole impongono una modifica del processo progettuale che, a causa dell’introduzione di un nuovo parametro – l’energia – diventa più difficile e complesso; si rende necessario l’impiego di nuove competenze e di nuovi strumenti di valutazione e calcolo.
Si tratta di un bagaglio di conoscenze che si è sviluppato negli ultimi anni ed è abbastanza maturo, ma presenta il problema di essere disperso e difficilmente utilizzabile da chi non sia addetto ai lavori. Le informazioni di carattere generale, infatti, sono state trattate in modo organico in numerosi testi, ma quando un architetto voglia introdurre nel suo progetto i principi di cui ha letto, quando voglia cioè passare dalla teoria alla pratica, si trova spesso la strada sbarrata da un eccesso di informazione specifica alla quale può accedere solo a costo di grandi difficoltà. Il risultato è che anche le migliori intenzioni finiscono per essere frustrate e la progettazione segue il suo corso usuale. Oppure, peggio, si attribuisce un’etichetta di sostenibilità a edifici che di sostenibile hanno ben poco; fenomeno questo sempre più frequente, purtroppo, a causa dell’affermarsi della sostenibilità come moda, come marchio che fa vendere di più.
Da tutte queste considerazioni nasce l’iniziativa di creare una nuova collana di manuali, ciascuno dei quali organizza e condensa tutta l’informazione di base e gli strumenti che occorrono al professionista per operare concretamente e passare dall’intenzione alla pratica progettuale.
Il primo di questi manuali riguarda uno fra i più importanti elementi della progettazione energeticamente consapevole: l’isolamento termico.
La struttura di questo manuale riflette quella che caratterizzerà tutti gli altri che seguiranno: informazioni generali, tipi di materiali disponibili e loro caratteristiche, metodi ed esempi di applicazione, informazioni commerciali, costi, riferimenti normativi, riferimenti bibliografici per ulteriori approfondimenti. In una parola, tutto ciò di cui un progettista ha bisogno per entrare nel (per lui) nuovo mondo dell’isolamento termico per gli edifici.
Gli altri manuali spazieranno dall’impiego dell’energia solare per la produzione di acqua calda all’utilizzazione della luce naturale e la sua integrazione con quella artificiale, dalle tecnologie per la formazione del comfort termico a quelle, ad alta efficienza, per la loro alimentazione energetica, con fonti fossili o rinnovabili.
I manuali saranno il supporto operativo su cui si appoggerà un testo generale che li integrerà nei principi della progettazione sostenibile, completando così l’opera.
Federico M. Butera
Professore di Fisica Tecnica Ambientale presso il Politecnico di Milano
Direttore della collana “Manuali di progettazione sostenibile”