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zucchine no oil
- Subject: zucchine no oil
- From: "ANDREA AGOSTINI" <lonanoda at tin.it>
- Date: Thu, 20 Jul 2006 06:21:02 +0200
da carta.org n.25
ZUCCHINE NO OIL IILMONDO AGRICOLO a volte è accusato di essere
luogo di conservazione. Non sempre è vero. Il movimento del biologico mette in discussione il modello di sviluppo dell'agricoltura mercantile e agroindustriale basata sulla massimizzazione dello sfruttamento delle risorse non rinnovabili, che espelle il lavoro di qualità e riduce il contadino a elemento di un modello tecnologico deciso da altri. Consumare meno risorse per produrre meglio è l'assunto di partenza: il principio base, su cui si fonda il metodo è l'aumento della sostanza organica nel terreno, non la massimizzazione della produzione per ettaro. Non solo: il principale motivo per cui sono vietati i concimi azotati è l’eccessivo consumo di energia necessario per produrli, tre tonnellate di petrolio per una tonnellata di concime azotato. Oggi viene riconosciuta validità alle nostre teorie perché si produce troppo, e il biologico è diventato anche, per alcuni, una moda di consumo. Ma non ci interessa il «biologico a residuo zero», che invece di far lavorare la natura e aumentare la sostanza organica, semplicemente sostituisce un fertilizzante chimico con uno naturale. A interessarci è il rapporto fra uomo e natura. Siamo felici del nostro lavoro perché lavoriamo con la terra. Spesso è lei che lavora per noi. Valorizziamo le specificità di ogni contesto e, udite udite, riduciamo il Pil nazionale, poiché consumiamo molti meno prodotti: concimi, diserbanti, pesticidi, carburanti. Così aumenta l’impiego del fattore lavoro, ma ciò garantisce la possibilità di creare più occupazione stabile. In agricoltura biologica non ci sono costi occulti: si abbattono alcune spese che l’agricoltura convenzionale determina e scarica sulla collettività. Un esempio? La zootecnia biologica: non costruiamo orribili capannoni che si trasformano in lager per animali, e non dobbiamo smaltire quantità infinite di liquami. Per noi un elemento essenziale è la difesa della biodiversità. Per quella agricola sono fondamentali le varietà che si sono più adattate al singolo territorio e sono in grado di «sfruttare » al meglio il complesso di relazioni fra suolo, microclima e tradizioni culturali, che sono espressioni uniche dei territori. Così scopriamo che la biodiversità non è una preoccupazione dei conservazionisti, ma è la base di un modello di produzione irripetibile che ridà dignità culturale a chi coltiva. Regalarci il letame, passarci le sementi, non dare un valore monetario agli scambi sono elementi della tradizione rurale ripresi dal nostro movimento. Chi produce e chi consuma è parte di un tutto. E allora dobbiamo iniziare a capire che se vogliamo le zucchine in inverno non possiamo pretendere che il consumo di energia per produrlo sia sostenibile. Dare importanza alla stagionalità delle produzione, al luogo di produzione, a quante mani hanno manipolato quel prodotto, sono fattori essenziali per scegliere quale modello di produzione ci deve essere a monte. A volte si sottovaluta che l’altra economia è una realtà che trova applicazione nelle nostre campagne. La decrescita per noi è il metodo di interpretare un modello di produzione e consumo che sia sostenibile ecologicamente, economicamente e socialmente. E le migliaia di aziende bio sono lì a dimostrarlo. MOBILITÀ DOLCE
La comodità a due ruote LO SAPETE CHE IN ITALIA esistono più di 5 mila chilometri ferroviari in abbondono o sottoutilizzati? Se a questi si aggiungono migliaia di chilometri di strade arginali, sentieri storici, strade dismesse tutti destinati al degrado risulta chiaro che il patrimonio da recuperare e destinare con poca spesa a piste ciclopedonali per disporre di una rete di «mobilità dolce» adatta a cicloturisti, anziani, persone con disabilità e bambini, è davvero rilevante. Per queste ragioni, Comodo [la Confederazione per la mobilità dolce, cui aderiscono alcune associazioni ambientaliste] ha preparato una petizione da presentare a i presidenti di camera e senato. tel. 320 0313836, stampa at fiab-onlus.it AUTOPRODUZIONI
Biscotti felici IN «LA DECRESCITA FELICE» [Editori riuniti] Maurizio Pallante ricorda come nell’arco di una sola generazione alcune gustosi beni di uso comune come le marmellate, lo yogurt, la passata di pomodoro, ma anche la pasta, il pane e le verdure sott’olio non si sono più fatte in casa, per la gioia dei gestori dei supermercati. Vallo a spiegare, di questi tempi, a un bambino come si fa la passata di pomodoro o una marmellata. Torna utile allora una semplice ricetta per fare in casa una ventina di biscotti senza uova diffusa dall’annuario Tutto bio: fate ammorbidire 50 grammi di burro a temperatura ambiente, intiepidite mezzo bicchiere di latte con 60 grammi di zucchero di canna, impastate tutto. In metà dell’impasto aggiungete 50 grammi di cacao. Tirate con il mattarello due sfoglie e tagliate i biscotti con piccoli stampini. Cuoceteli in forno per venti minuti a 160 gradi. Toglieteli quando saranno appena dorati, sentirete il sapore della decrescita felice. la decrescita felice di Andrea Ferrante, presidente di Aiab La colazione dei soldati PASTA CONDITA CON UN SUGO DI PESTO, pollo e barrette energetiche al
mango
e alla pesca. Se ci fossero anche i cavoli a merenda, il menu ideale dei militari statunitensi in Iraq sarebbe ottimo per la Cavia. Dal fronte, i soldati fanno sapere di non gradire l’orribile carne al sugo di funghi, che doveva essere troppo schifosa persino per loro: infatti ai tempi della prima guerra del Golfo provocò valanghe di lettere di protesta. Scottato dalle rimostranze, il Pentagono da tempo ha scelto di organizzare degustazioni per i militari prima di lanciare i nuovi «Mre» [«Meals Ready to Eat», i pasti pronti da tenere nello zaino: si sa che ai militari piacciono gli acronimi]. Il test culinario è avvenuto qualche giorno fa nel quartier generale della difesa americana a Washington. Dall’anno prossimo saranno pronti anche i «dumplings», gnocchetti di pasta bollita al pollo, che hanno ricevuto buoni voti dai gourmet in tuta mimetica. Ai pasti tradizionali si aggiungeranno le barrette energetiche «HooAH!» [ispirate al grido di battaglia dei soldati] accompagnate da bevande come «Soldier Fuel» [«la benzina del milite»] e gomma da masticare «Wrigley’s Stay Alert» [ogni barretta contiene l’equivalente di caffeina di una tazza di caffè americano]. Tra gli Mre attualmente utilizzati nel Golfo e in Afghanistan, il gradimento maggiore è per i bocconcini di maiale alla giamaicana. Su un punto, infine, i soldati statunitensi sono più o meno concordi: quale che sia il rancio da combattimento, l’importante è che non manchi la salsa piccante di Tabasco. |
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