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italia il paese che spreca il sole
- Subject: italia il paese che spreca il sole
- From: "ANDREA AGOSTINI" <lonanoda at tin.it>
- Date: Sat, 15 Jul 2006 06:31:54 +0200
da
repubblica.it DOMENICA 2 LUGLIO
2006 Italia, il Paese che spreca il sole Ha le migliori risorse d´Europa, ma meno impianti che gli stati del Nord Da qui al 2010 la Spagna ha in programma di costruire venti centrali solari Noi solo due Il governo di Pechino ha sollecitato l´Enea a costruire un impianto in Cina entro il 2008 Il lungimirante progetto di Rubbia venne fermato da una congiura di palazzo GIOVANNI VALENTINI Quel genio di Archimede l´aveva già capito più di duemila anni fa, un paio di secoli prima di Cristo. Ma il soldato romano che - non avendolo riconosciuto - lo uccise nell´assedio di Siracusa, durante la seconda Guerra punica, non poteva immaginare che la morte del grande matematico avrebbe segnato una svolta nella storia dell´umanità. Fu poi Marco Tullio Cicerone a scoprire molto tempo dopo la sua tomba, abbandonata fra pietre e cespugli, riconoscendola dal monumento funebre con il cilindro e la sfera che lo stesso Archimede aveva chiesto. E così s´è tramandata fino a noi la memoria di congegni e macchinari da lui inventati per difendere a oltranza la città, tra cui i leggendari «specchi ustori»: quelle lamiere concave che concentravano e riflettevano i raggi del sole sugli avversari, incendiando le vele delle navi e le tende degli accampamenti. Pensava evidentemente a questo precedente Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica ed ex presidente dell´Enea (l´ente nazionale per le Nuove tecnologie, l´Energia e l´Ambiente), quando denominò «Progetto Archimede» il suo piano per la prima applicazione a livello mondiale di un impianto solare, destinato a produrre energia elettrica. C´era già l´intesa con l´Enel e c´era il via libera del governo precedente, per un investimento di 50 milioni di euro. Tutto era pronto nella centrale di Priolo, vicino Siracusa, scelta come sede di una sperimentazione che avrebbe consentito di risparmiare 12.500 tonnellate di petrolio all´anno. «Questo progetto - dichiarò con una punta d´orgoglio il professore alla presentazione - agevolerà la produzione di grandi quantità di energia pulita, permettendo di contribuire in modo determinante a una maggiore indipendenza energetica del nostro Paese e alla riduzione del gas serra». Ma all´improvviso, dopo la congiura di palazzo che al posto di Rubbia portò il commissario straordinario Luigi Paganetto, l´ente statale decise di fare dietrofront, bloccando inopinatamente il maxi-accordo con l´Enel. E c´era da temere che il «Progetto Archimede» finisse per essere abbandonato, come il monumento del celebre matematico. Nel marzo scorso, però, è toccato allo stesso Paganetto accogliere una delegazione di scienziati cinesi in visita ai laboratori Enea della Casaccia, alle porte di Roma, interessati a studiare in particolare il piano di Rubbia sul solare termodinamico. Alla fine dell´incontro è stato siglato un accordo per realizzare progetti in Cina. Il vice-ministro Yong ha sollecitato l´Enea a costruire almeno un impianto dimostrativo nel suo Paese, in occasione dei Giochi olimpici nel 2008. E mentre Rubbia viene invitato a tenere una lecture in Spagna, dove hanno programmato di installare 20 centrali a energia solare da qui al 2010 per un investimento di 4 miliardi di euro e una produzione di 1.300 megawattora all´anno, da noi l´Enel ne progetta una da 5 megawatt a Priolo e si annuncia la costruzione di un impianto in Puglia che costerà 500 milioni e avrà una potenza di 11 megawatt. Da un capo all´altro dello Stivale, l´Italia ha invece a disposizione una miniera di energia solare che non riesce a sfruttare adeguatamente. Con una graduazione che da nord a sud varia di circa il 40%, la Penisola è più che favorita dalle condizioni climatiche rispetto agli altri Paesi europei. L´insolazione varia infatti da 1.200 a 1.750 kilowattora per metro quadrato all´anno, con le punte più alte nelle regioni meridionali e in particolare nelle isole maggiori. Ma al colmo del paradosso, anche se negli ultimi anni il nostro mercato registra uno dei tassi di crescita più alti in Europa, a tutt´oggi abbiamo installato meno collettori solari di quanti non ne abbiano Paesi più freddi e più bui come la Germania o l´Austria. Eppure, questa è la fonte di tutte le fonti. L´energia di tutte le energie: quelle pulite e quelle «sporche», tradizionali e alternative, rinnovabili e non rinnovabili. Il motore primo dell´universo. Senza il benevolo influsso del dio Sole - la più potente centrale energetica che illumina e riscalda la faccia del nostro pianeta - nelle viscere della terra non germoglierebbe neppure il petrolio, il gas o il carbone. Non esisterebbero i combustibili fossili che hanno alimentato finora lo sviluppo dell´umanità, ma che inquinano l´atmosfera, provocano l´effetto serra, sono in via di esaurimento e perciò vanno progressivamente sostituiti con altre fonti, a cominciare magari da quelle già prodigate generosamente da madre natura. La ricchezza del sole, come spiegano tecnici ed esperti, si può sfruttare sia per produrre calore (solare termico) sia per produrre energia elettrica (fotovoltaico). Nel primo caso, si tratta per lo più di applicazioni a bassa temperatura: impianti per la preparazione di acqua calda per gli ospedali, le abitazioni private o le piscine. E questi sono i pannelli inclinati o le tegole di ultima generazione che sempre più spesso compaiono sui tetti dei palazzi, soprattutto quelli di nuova costruzione, nelle periferie urbane, nelle case dei paesi o di campagna. Nel secondo caso, si tratta dei campi fotovoltaici che catturano i raggi attraverso i loro specchi parabolici puntati verso il cielo, composti da celle al silicio o altri materiali fotosensibili con la capacità di convertire la radiazione solare in corrente elettrica, senza bisogno di utilizzare parti meccaniche in movimento. Allo stato dell´arte, la produzione di questa energia è ancora costosa. Ma la sua disponibilità diffusa, insieme all´evoluzione tecnologica e alle possibilità di sviluppo che promette, stimola l´interesse sia delle amministrazioni pubbliche sia degli imprenditori privati: alle opportunità di business, si aggiunge la prospettiva di sostenere la ricerca sull´idrogeno e combattere l´inquinamento ambientale. Fuori o dentro l´Enea, il professor Rubbia insegna a tutti che il futuro dell´umanità - dopo l´era del petrolio - non dipenderà più da una fonte principale, ma da un mix di fonti più pulite e rinnovabili. |
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