Bolkestein



BOLKESTEIN : UN VOTO CONTRO L´EUROPA SOCIALE

Con 393 voti a favore e 220 contro, la direttiva Bolkestein è stata
approvata in prima lettura dal Parlamento Europeo.
Il "compromesso" costruito dalle grandi famiglie europee PPE/PSE supera
l´opzione del rigetto della direttiva - che pure ha ottenuto 150 importanti
voti- e dà una nuova accelerazione al disegno liberista di un´Europa come
libero mercato dei servizi, in cui i diritti del lavoro e i diritti sociali
diventano variabili
dipendenti dell´ossessione competitiva.
Perché di questo si tratta, anche nel nuovo testo modificato non c´è più il
principio del paese d´origine, ma la libera prestazione dei servizi fra i
paesi dell´Unione potrà essere esercitata senza nessun vincolo; vengono
infatti mutuate "sic et simpliciter" le normative Gats dell´Organizzazione
Mondiale del Commercio e nella stesura definitiva sono stati eliminati
perfino i deboli richiami alla difesa dei consumatori.
Permane la deregolamentazione totale del lavoro autonomo, ovvero la spinta
ad un´ulteriore accelerazione della precarizzazione dei contratti di lavoro.
Risulta confermata la messa sul mercato di moltissimi settori di servizi
pubblici -la cui estensione e portata sarà più chiara una volta visto
l´effettivo testo uscito dalla votazione di 404 emendamenti, spesso
contraddittori fra loro- e si relegano le assemblee elettive, dai municipi
ai governi nazionali a meri osservatori del libero fluire della
circolazione dei servizi.
Con il voto di oggi, si conferma la distanza fra l´Europa delle elites
politico-economiche e l´ Europa dei popoli, che anche in questi giorni, con
le due mobilitazioni dell´11 e del 14 a Strasburgo, avevano dimostrato il
loro netto rifiuto delle politiche liberiste e il loro desiderio di
un´Europa sociale e di pace.
Di fronte a questo quadro, risultano francamente incomprensibili le grida
di vittoria della dirigenza europea della CES, il cui segretario Monks
sembra non accorgersi delle differenti posizioni assunte da forti e
importanti categorie europee, Funzione Pubblica in primis. E anche le
esultanze in casa riformista, sembrano non vedere né i dissensi interni -i
socialisti francesi e belgi- né calibrare gli abbracci mortali in cui hanno
finito per ritrovarsi.
Come faranno gli spasimanti nostrani - Ds e Margherita- del futuro partito
democratico a spiegare ai loro elettori che hanno votato in totale sintonia
con Forza Italia?
Il voto del Parlamento Europeo, pur essendo ancora solo un passaggio e non
la conclusione dell´iter, è un voto politicamente pesante.
Dice a chiare lettere come le elites politico-economiche dell´UE intendano
superare l´evidente crisi del modello di integrazione europea, spingendo
l´acceleratore sull´approfondimento delle politiche liberiste, anziché sul
loro abbandono come chiedono le popolazioni, che hanno bocciato il Trattato
Costituzionale, che hanno punito i governi liberisti nelle elezioni
politiche, che si sono mobilitate a livello europeo contro la direttiva
Bolkestein. Ai movimenti sociali e sindacali, alla società civile più
generale il compito e la responsabilità di un salto di qualità nei prossimi
mesi - e nel FSE di Atene a maggio- affinché la mobilitazione, nei singoli
paesi e a livello europeo si allarghi e si approfondisca. Perché se Europa
sarà, potrà esserlo solo dalla rottura con le politiche liberiste e dal
riconoscimento fondativo di uno spazio pubblico dei diritti sociali, del
lavoro e di cittadinanza.
Che altro significa altrimenti la democrazia?

ATTAC ITALIA

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DIRETTIVA BOLKESTEIN, AGNOLETTO:
SI PREPARA UN FUTURO PER «POVERI E IGNORANTI»
Gravissima la posizione del gruppo socialista ma, per fortuna, la strada
per l'approvazione finale è ancora molto lunga!

«Poveri e ignoranti», questa è la prospettiva che la maggioranza del
parlamento vorrebbe riservare a gran parte della popolazione  europea».
Con queste parole, Vittorio Agnoletto, europarlamentare della Sinistra
unitaria europea, commenta il voto di oggi sulla direttiva Bolkestein.

«Il voto odierno apre le porte dell'Unione Europea al liberismo sfrenato.
Qualora la direttiva venga, nel futuro prossimo, approvata definitivamente
nella sua versione odierna, molti servizi fino ad ora considerati
universali come i servizi sociali o, ad esempio, i servizi postali,
potranno essere privatizzati.
La furia privatizzatrice non si è fermata nemmeno davanti ai servizi
culturali che diventeranno sempre più esclusiva delle fasce privilegiate
della popolazione.
Gravissima - continua Agnoletto - è la responsabilità del gruppo socialista
europeo e dei DS e della Margherita italiani che hanno attivamente
contribuito a tale risultato. Emerge una visione miope dei movimenti: prima
si cerca di usarli per fare pressione sugli equilibri politici e poi ci si
precipita a ricercare una mediazione con la destra.
La cultura «usa e getta» non appartiene ai movimenti che sapranno difendere
la propria autonomia ed infatti uno dei temi centrali del prossimo Forum
Sociale di Atene sarà proprio il rilancio della lotta contro la direttiva
Bolkestein; la strada per l'approvazione finale della direttiva è ancora
molto lunga e può riservare delle sorprese!
Non sarebbe la prima volta: la vicenda della Costituzione Europea docet!
Dentro la coalizione di centro sinistra è oggi più che mai è aperto un
confronto tra posizioni differenti, ed è bene che tale confronto non sia
oscurato dalla necessaria alleanza contro la destra. Da un lato vi è una
posizione antiliberista, riassumibile simbolicamente nei Forum Sociali nati
a Porto Alegre e dall'altra chi accetta invece il liberismo con l'illusione
di poterne frenare gli aspetti
più feroci.
Un'illusione appunto, come dimostra il voto odierno!».

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