Re: le cittą dietro la speculazione



L'urbanistica non è fai-da-te, ma è pilotata dalle
giunte, che nel caso delle grandi città sono gestite
dai diesse, compresa Roma. Ed ecco che si chiude il
cerchio Riccucci-Fiorani-Consorte con spiegazione
delle misteriose consulenze!
--- ANDREA AGOSTINI <lonanoda at tin.it> ha scritto: 

> da Eddyburg 
> 
> Ricucci style. La città dietro la speculazione 
> Data di pubblicazione: 09.02.2006
> 
> Autore: Berdini, Paolo 
> 
> Intrecci tra vicende finanziarie e speculazione
> sulla città, in un articolo sul n. 2 (febbraio 2006)
> del mensile Carta 
> 
> Il coinvolgimento del vertice Unipol nella
> speculazione finanziaria del 2005 sta provocando un
> salutare ragionamento sul mantenimento di un profilo
> etico da parte della sinistra nei suoi rapporti con
> il mondo economico e dell’impresa. Speriamo che in
> tempi brevi anche l’atteggiamento culturale sui
> problemi delle nostre città sia analogamente
> sottoposto ad un severo giudizio critico al fine di
> ritrovare un profilo pubblico nelle trasformazioni
> delle città non condizionato dalla rendita fondiaria
> e ricostruire così una cultura riformatrice nuova. 
> Sono due le motivazioni che impongono questa
> revisione critica. La prima è di carattere
> strutturale, poiché la grande saga dell’estate
> finita in questi giorni sotto il vaglio della
> magistratura vede protagonisti e alleati
> spregiudicati finanzieri e operatori del mercato
> edilizio. Una volta sarebbero stati chiamati
> speculatori; oggi si chiamano immobiliaristi. Non
> deve essere un caso che in quest’ultimo periodo si
> siano crete enormi plusvalenze economiche nel
> comparto edilizio. Il sistema Italia è come noto
> caratterizzato da gravi segni di perdita di
> competitività dei comparti produttivi mentre si
> riduce la quota di mercato delle aziende incapaci
> per dimensione e caratteristiche a collocarsi nel
> segmento dell’innovazione tecnologica. 
> In questo quadro sconfortante, il comparto del
> mattone non solo resiste, ma ha fatto incamerare
> ricchezze così gigantesche da consentire ad alcuni
> di questi speculatori di ambire a delineare una
> nuova classe dirigente del paese. E, ricordiamo, è
> stato solo per un caso che non è riuscita nella
> scalata al cielo. Chiediamoci dunque quali siano i
> motivi che hanno consentito alla speculazione
> edilizia di guadagnare somme vertiginose. 
> Il primo gruppo di cause risiede nei sistematici
> provvedimenti legislativi varati dal governo
> Berlusconi cu cui Carta si è più volte occupata.
> Riprendiamone solo i titoli, rinviando ai precedenti
> articoli per gli approfondimenti. Con il
> provvedimento a favore del rientro dei capitali
> illegalmente esportati sono stati fatti rientrare
> oltre 70.000 milioni di euro, un quinto del prodotto
> interno lordo del sistema italia! Il successivo
> provvedimento di vendita del patrimonio immobiliare
> pubblico ha creato una linea di investimento
> privilegiato a quegli ingenti capitali. Il condono
> edilizio ha ulteriormente dirottato verso il
> comparto edilizio le attenzioni degli investitori.
> Il taglio della finanza locale ha infine
> irreversibilmente spinto le attenzioni delle
> amministrazioni locali verso la valorizzazione
> immobiliare. E’ infatti noto che la legge sulla
> cartolarizzazione degli immobili pubblici prevedeva
> espressamente che una parte delle plusvalenze
> realizzate nel comparto urbano tornassero nelle
> esangui casse dei comuni. 
> Ma è il secondo gruppo di cause a preoccupare
> ulteriormente e a rendere indispensabile l’apertura
> di una fase di riflessione critica. Insieme al
> disegno d’insieme delineato dal governo Berlusconi,
> a livello locale –e la maggior parte dei comuni sono
> governati dalla sinistra- nel campo del governo del
> territorio è andata avanti la sostanziale
> cancellazione dell’urbanistica lasciando spazio al
> trionfo della iniziativa privata. A parte alcune
> regioni più rigorose, sono sempre meno i comuni che
> disegnano il futuro urbano attraverso lo strumento
> del piano regolatore. La maggior parte ha dato il
> via ad una vertiginosa fase di contrattazione
> urbanistica che si basa su una millantata e
> inesistente impresa privata. 
> Di quali ingredienti fosse costituita questa impresa
> ce lo dicono i verbali della Guardia di Finanza che
> ha indagato sui rapporti tra “l’immobiliarista”
> Ricucci e il presidente della potentissima
> Confcommercio Sergio Billè. 
> La Guardia di Finanza scopre che l’edificio di via
> Lima a Roma viene valutato il 29 dicembre 2004 12,4
> milioni di euro, quando passa dall’Immobiliare Il
> Corso di proprietà di Fiorani alla Magiste Real
> Estate di Ricucci. Il valore è basso per la zona,
> una dei quartieri più signorili della capitale, e
> viene motivato con il fatto che l’edificio è abitato
> da inquilini e per averne piena disponibilità
> bisogna liberarlo. Niente paura, la liberalizzazione
> selvaggia del mercato dell’affitto ha spianato la
> strada alla proprietà immobiliare e tempo qualche
> mese e l’intraprendente e ben introdotto Ricucci
> riesce a liberare l’immobile. Gli inquilini vengono
> allontanati il 26 gennaio 2005. Appena due mesi dopo
> la Magiste R.E vende l’intero edificio alla Magiste
> Real Estate Property per un valore di 35 milioni. A
> suggello della spericolata conduzione sempre nel
> 2005 la Confcommercio firma un contratto di acquisto
> dell’immobile per un importo (comprensivo del costo
> di ristrutturazione) di 60 milioni di euro. 
> Con l’urbanistica fai-da-te la proprietà immobiliare
> decide la migliore destinazione d’uso a prescindere
> dai piani regolatori; può cacciare di casa famiglie
> di residenti in pochi mesi. E in questo modo i
> trafficanti di immobili possono dunque realizzare in
> pochi mesi plusvalenze pari a 50 milioni di euro.
> Plusvalenze di importo simile a quelle guadagnate
> con la speculazione finanziaria e –come essa- non
> producono un posto di lavoro aggiuntivo. Durante i
> cinque anni del governo delle destre l’Italia si è
> affermata come il paradiso della speculazione. Tocca
> al fronte progressista dimostrare che c’è un altro
> futuro. 



	

	
		
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