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le città contro l'effetto serra
- Subject: le città contro l'effetto serra
- From: "ANDREA AGOSTINI" <lonanoda at tin.it>
- Date: Wed, 11 Jan 2006 06:52:24 +0100
da reteambiente.it
giovedi 27 ottobre 2005
estratti dal volume "Le città contro l’effetto serra" Introduzione L’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto costringe finalmente i governi nazionali a uscire dall’inerzia per attuare misure efficaci che contrastino l’effetto serra, nel rispetto degli impegni sottoscritti. Finora pochi sono stati i paesi che hanno intrapreso con coerenza la strada della riduzione delle emissioni dei gas serra, ma se si allarga lo sguardo al di fuori delle politiche centrali il quadro risulta molto diverso. In Italia, come in Europa, sono stati infatti soprattutto i Comuni ad aver preso l’iniziativa, sperimentando con coraggio misure concrete a favore della sostenibilità. In molte città sono già stati realizzati efficaci progetti che vanno in questa direzione, il che dimostra che “si può fare”, che questi progetti non sono frutto di poetiche utopie, e che per iniziare un cammino virtuoso nel campo della difesa dell’ambiente non è sempre necessario partire da zero. Iniziative promettenti sono state assunte anche da Amministrazioni regionali e provinciali, definendo così un quadro decisamente dinamico. Le città contro l’effetto serra si propone di descrivere e discutere questi progetti sotto forma di 100 schede dettagliate “pronte all’uso”, a formare una sorta di ricettario di buone pratiche che hanno già dimostrato la loro efficacia. Per tutte le principali tematiche vengono illustrate le soluzioni sperimentate con successo in Italia e in Europa: dalla mobilità sostenibile al risparmio d’acqua, dall’uso delle fonti rinnovabili alla certificazione energetica, alla pianificazione urbanistica, alle politiche per gli “acquisti verdi” nell’amministrazione pubblica, alla gestione dei rifiuti, all’efficienza energetica, fino all’educazione ambientale. Soluzioni che vengono analizzate sotto tutti gli aspetti – tecnici, finanziari e di costruzione del consenso – evidenziando tanto i risultati positivi quanto i problemi riscontrati. Karl-Ludwig Schibel, sociologo, coordina dal 1989 la realizzazione della “Fiera delle utopie concrete”. Dal 1992 è membro del CdA dell’“Alleanza per il clima delle città europee” di cui coordina le iniziative in Italia. Silvia Zamboni, giornalista, è stata redattrice del mensile La Nuova Ecologia per il quale nel ’97 ha pubblicato il manuale di ecologia domestica Ecogalateo. Nel ’98 è stata nominata membro del "Consultive Forum on Environment and Sustainable Development" della Commissione europea. Le città contro l’effetto serra Perché questo libro? L’effetto serra minaccia la sopravvivenza del genere umano sul nostro pianeta. Per contrastarlo sono necessarie politiche locali che invertano la tendenza all’aumento delle emissioni dei gas climalteranti (anidride carbonica e metano in primo luogo). In varie cittadine e città europee sono già stati realizzati efficaci progetti che vanno in questa direzione, il che dimostra che “si può fare”, ovvero che questi progetti non sono frutto di poetiche utopie e che per iniziare un cammino virtuoso nel campo della difesa dell’ambiente, dal momento che esistono già esempi collaudati in materia, non è sempre necessario partire da zero. Abbiamo quindi pensato fosse utile raccogliere e documentare questi progetti sotto forma di schede dettagliate, per realizzare una sorta di “ricettario di buone pratiche” pronte all’uso a fine di “nobile imitazione”. Si tratta del primo strumento del genere in Italia, pensato soprattutto per gli amministratori dei Comuni medi e medio-grandi in prima linea sulle questioni trattate nel volume, ma anche per essere utile a chi, da ambientalista o da cittadino attivo, voglia stimolare i propri amministratori a fare qualcosa in difesa del clima. Per consentirne la lettura ai non addetti ai lavori, il testo è corredato da un sintetico ma esauriente glossario ragionato. I criteri di base che abbiamo adottato nel selezionare i progetti sono stati la rilevanza delle ricadute positive in termini di riduzione delle emissioni; la continuità e il radicamento del progetto; l’ampiezza e la varietà tipologica dei soggetti e partner coinvolti; l’originalità; la trasferibilità; la trasparente e accurata documentazione anche sui problemi affrontati nella realizzazione e, infine, l’economicità. Le sezioni che compongono il manuale sono dieci: - Uso e gestione razionale dell’energia - Energie rinnovabili - Mobilità sostenibile - Risparmio idrico - Pianificazione integrata, ecourbanistica - Bilanci, benchmarking, certificazione - Collaborazione pubblico-privato - Acquisti verdi - Gestione integrata dei rifiuti - Comunicazione ed educazione ambientale alla sostenibilità. Le conseguenze dell’effetto serra Il fenomeno di surriscaldamento del pianeta non viene negato (quasi) più da nessuno e non è più solo un soggetto adatto a film del genere “catastrofismo fantascientifico”. Negli ultimi trent’anni le temperature della calotta polare artica sono infatti aumentate di oltre 2 gradi centigradi, mentre dagli anni 70 lo spessore del ghiaccio è diminuito del 40%; il che vuol dire che a questo ritmo di scioglimento il ghiaccio estivo andrà perduto entro il 2040. Per parte sua, la calotta polare antartica negli ultimi cinquant’anni ha visto salire la temperatura di 2,5 gradi, e fra il 1973 e il 1993 il ghiaccio marino al Polo sud è diminuito del 20%. I ghiacciai del pianeta stanno riducendosi letteralmente a vista d’occhio: secondo gli scienziati dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) attivato dall’Onu, entro il 2050 sparirà un quarto dei ghiacciai montani. Nel frattempo aumenta la temperatura degli oceani. Tra le conseguenze prevedibili dell’effetto serra balzano in primo piano i cambiamenti climatici su scala mondiale, con incremento delle precipitazioni, primavere anticipate, aumento delle ondate di calore e della siccità; l’innalzamento del livello degli oceani con allagamento delle aree costiere, che verrebbero sommerse, e sparizione di arcipelaghi (le Maldive, per fare un esempio); l’incremento del fenomeno della desertificazione e degli incendi nelle foreste; la diffusione di malattie tropicali; l’aumento dei disastri collegati al clima. Già tra 1990 e 1998 le compagnie di assicurazione e riassicurazione hanno versato 91,8 miliardi di dollari per risarcimenti dovuti a disastri naturali collegati ai cambiamenti climatici. Perché sono necessarie politiche efficaci a livello locale Nel dicembre 1997 a Kyoto è stato firmato un protocollo che impegna i paesi sottoscrittori a diminuire le emissioni di anidride carbonica (principale gas serra) del 5,2% entro il 2012 rispetto ai livelli di emissione del 1990. Un obiettivo di gran lunga al di sotto delle richieste degli scienziati che si occupano del fenomeno. Tuttavia – a cominciare dagli Stati Uniti, che non hanno firmato il protocollo – nemmeno questo obiettivo viene condiviso e perseguito con politiche efficaci. Poche le eccezioni, tra cui Inghilterra e Germania. Quest’ultima, in particolare, si è data un obiettivo di riduzione molto più marcato. Il 17 febbraio 2005, con la sottoscrizione degli accordi anche da parte della Russia, il protocollo è entrato in vigore. Per l’Italia, che non ha ancora messo in campo misure adeguate a raggiungere gli obiettivi di riduzione per i quali si è impegnata, si prefigura il rischio certo di ingenti “multe” da pagare sotto forma di diritti di emissione di anidride carbonica da acquistare dai paesi che emettono quantitativi di CO2 inferiori al tetto massimo a loro disposizione. Se i gas serra (anidride carbonica e metano in primis) sono riconducibili ai luoghi dove si coltiva e si produce, dove c’è alta mobilità motorizzata, dove si riscaldano e illuminano abitazioni e uffici, dove si consuma e si producono i rifiuti solidi urbani; se un terzo dei consumi energetici è legato agli usi domestici; se il trasporto è responsabile per un quinto delle emissioni di gas serra con una tendenza di forte crescita e la metà degli spostamenti avviene nelle aree urbane, allora è proprio lì, a livello locale, che si può e si deve agire per ottenere una consistente mitigazione dell’effetto serra. A partire dalle politiche di gestione dell’offerta e della domanda di energia, dei trasporti, dell’urbanistica e dell’uso del suolo. E senza trascurare il comportamento dell’ente locale come consumatore (di riscaldamento, elettricità, di beni di consumo, parco auto…), come proprietario e/o azionista di riferimento delle aziende che gestiscono lo smaltimento dei rifiuti, la produzione di energia e i trasporti locali, come promotore di campagne di educazione ambientale all’uso efficiente dell’energia nella vita quotidiana e, infine, come consulente energetico. Il funzionamento del nostro apparato produttivo – delle abitazioni, del sistema dei trasporti e del terziario – si basa oggi sull’uso di fonti energetiche fossili, ovvero sulla combustione di petrolio, carbone e metano per ottenere elettricità o carburanti da trazione. Mitigare l’effetto serra significa, dunque, uscire dall’epoca del fossile. Si tratta certamente di una scelta complessa, che coinvolge l’economia internazionale, nazionale, locale, domestica e le abitudini quotidiane consolidate, ma che apre anche interessanti scenari all’innovazione tecnologica, agli investimenti, alla partecipazione civica nelle scelte per il governo del territorio. D’altra parte, con il petrolio ormai stabilmente e abbondantemente oltre i 60 dollari al barile, un’inversione di tendenza in direzione della riconversione dell’industria energetica dovrebbe diventare una necessità economica e non solo ambientale, un’opportunità. “Dovrebbe”, perché è incredibile constatare la velocità con la quale è stato metabolizzato l’aumento del costo del greggio (che finora non si può certo dire abbia funzionato da stimolo per lo sviluppo delle energie del futuro). Alla fine di giugno 2005 il superamento della barriera dei 50 dollari aveva allarmato i mercati mondiali, occupando le prime pagine dei quotidiani; poi, in soli due mesi, a inizio settembre, quando si sono superati i 70 dollari e New Orleans sprofondava in un mare di acqua e fango a causa della disastrosa violenza dell’uragano Katrina, le proteste da noi si sono concentrate… sulla mancata diminuzione del prezzo della benzina alla pompa pur in presenza degli aumentati introiti da parte dello Stato attraverso le accise sul carburante! Per tacere dell’Enel, il colosso energetico italiano, che ha in programma la costruzione di nuove centrali a… carbone “pulito”! Uscire dal fossile per salvare il clima deve diventare l’asse attorno al quale far ruotare il funzionamento quotidiano delle cose. Una seria politica del clima a livello locale cercherà dunque di fare in modo diverso le cose che da sempre sono compito istituzionale degli enti locali, con ricadute positive anche a livello territoriale. Se nella politica per la salvaguardia del clima l’obiettivo globale trova una sua espressione concreta con le azioni locali, il contributo locale alla soluzione del problema globale implica un approccio coerente con lo sviluppo sostenibile a livello territoriale. Per cui ridurre il traffico motorizzato individuale e il consumo energetico, aumentare l’impiego delle fonti di energia rinnovabili, adottare una gestione intelligente di una sempre minore produzione di rifiuti, pianificare un uso dei suoli il più vicino possibile ai cicli naturali, sono azioni che migliorano anche la vivibilità e l’economia locali. Dalle buone idee alle buone pratiche Dalla padella al serbatoio: i Comuni di Graz (Austria) e di Valencia (Spagna) riciclano gli oli di frittura dei ristoranti per produrre il biodiesel con cui fanno marciare gli autobus. Sempre Graz, nell’ambito del programma “Ecoprofit” diffuso oggi in molti altri comuni europei, promuove interventi win-win (ovvero in cui tutte le parti coinvolte traggono solo benefici) che sostengono l’economia locale e migliorano la vivibilità: sono oltre cento le imprese della città austriaca che collaborano con il Comune sottoponendosi a una certificazione ambientale biennale. A Berlino lo standard energetico degli edifici pubblici supera quello nazionale del 30%, e il 15% dell’energia proviene da fonti rinnovabili. I Comuni di Barcellona e di Carugate (Milano) sostengono l’installazione di pannelli solari termici per la produzione di acqua calda con regolamenti edilizi e incentivi. Risultato di Barcellona: 19.593 metri quadrati di collettori installati, più che in tutti i capoluoghi di provincia italiani messi insieme. A Heidelberg (Germania) il 25% del fabbisogno elettrico è coperto da fonti rinnovabili (solare, biomassa, idroelettrico). Il sovrapprezzo termico incassato dalla municipalizzata che produce l’eco-elettricità viene reinvestito in impianti che utilizzano fonti rinnovabili per alimentare scuole e strutture sportive pubbliche. A Brescia più di un quarto delle case sono riscaldate tramite teleriscaldamento. Grazie alla bioarchitettura, nel quartiere Kronsberg di Hannover (tremila appartamenti) le emissioni di CO2 sono state ridotte del 75%. La cittadina tedesca di Engelskirchen soddisfa l’intero fabbisogno di energia elettrica del ginnasio Aggertal con il sole, grazie a una centrale fotovoltaica progettata in collaborazione con l’ente elettrico locale e con il Comune, finanziata – e qui sta la novità civica del progetto – da insegnanti e genitori degli allievi. Il rendimento dell’impianto ammortizza il capitale investito. Molti enti locali dimostrano inoltre che nuove forme di collaborazione tra pubblico e privato riescono a rafforzare il tessuto economico del territorio. A partire dalla certificazione delle prestazioni energetiche per l’edilizia privata offerta dalla Provincia autonoma di Bolzano, che – oltre a essere economicamente conveniente – rende gli immobili meglio vendibili e affittabili, riduce l’inquinamento atmosferico e fa bene al clima. I proprietari di immobili a uso abitativo possono richiedere alla Provincia il certificato “CasaClima” che fornisce informazioni sul profilo energetico dello stabile. Nel documento vengono descritti in modo trasparente i costi energetici, il che produce un impulso concreto a investire nell’efficienza energetica. Di tutti questi, e di molti altri progetti, il manuale offre una sintetica descrizione, insieme ai riferimenti telefonici e/o di posta elettronica per approfondirne la conoscenza direttamente con gli attuatori. Il comune denominatore delle buone pratiche qui selezionate è la quotidianità, il riferimento all’andamento ordinario delle cose. Molte si sono diffuse anche al di fuori della città che le ha viste nascere. Dalla scuola di Engelskirchen, per esempio, è nato un movimento (“Solarsave”) che ha dato vita a numerosi progetti nel Land Nord Reno-Westfalia e in altre parti d’Europa; la certificazione energetica degli edifici si sta estendendo rapidamente a partire da “CasaClima” (Bolzano) e parecchi sono ormai i regolamenti edilizi in elaborazione che prevedono l’obbligo di usare il termosolare per la produzione di acqua calda sanitaria. In altre parole, sono passati i tempi delle singole azioni spettacolari a favore di un modello generalizzato di produrre, distribuire, consumare e smaltire in modo sostenibile. In questo contesto assumono una particolare rilevanza i metodi di monitoraggio, dei bilanci ambientali e sociali preventivi e consuntivi, come CLEAR – City and Local Environmental Accounting and Reporting, per guidare i processi in atto e controllarne i risultati. Italia: che fare? Non ci sfugge il quadro di difficoltà in cui si muovono le amministrazioni locali oggi in Italia: finanziarie in primo luogo, ma anche legislative. Ci preme tuttavia sottolineare che molti dei progetti qui illustrati si riferiscono a città italiane, e dunque dimostrano che anche da noi è possibile fare qualcosa; parecchi di essi, inoltre, sono contengono le premesse per autoripagarsi. Quindi, in molti casi basta volere… Starà comunque anche ai cittadini premere perché le amministrazioni locali intraprendano la strada dello sviluppo locale sostenibile in difesa del clima. Dal ministero dell’Ambiente, infine, ci aspettiamo che metta a disposizione finanziamenti per la ricerca e normative adeguate per promuovere la sostenibilità locale. Non meno essenziale è però lo sviluppo di una altrettanto adeguata sensibilità ad affrontare nelle varie sedi e istituzioni il problema intersettoriale e culturale del raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto, in termini che siano all’altezza del quinto paese industrializzato al mondo quale si fregia di essere l’Italia. Con la speranza – scevra da ogni sia pur minima presunzione – che anche questo nostro lavoro possa portare il suo piccolo contributo al comune sforzo e impegno in difesa del clima. Lo sforzo nostro e di quei figli, nipoti e pronipoti dai quali abbiamo avuto in prestito la Terra. Karl -Ludwig Schibel e Silvia Zamboni Ökodrive: dalla padella al serbatoio Città Graz (Austria), 240.000. Obiettivi - raccolta differenziata nei ristoranti e riciclo dell’olio da cucina usato per ricavarne biodiesel; - riduzione delle emissioni di CO2 e di altri inquinanti atmosferici attraverso l’utilizzo del biodiesel ricavato dall’olio riciclato sugli autobus di Graz. Tempistica Progetto avviato nel 1999 e tuttora in corso. Descrizione All’insegna dello slogan “Dalla padella al serbatoio”, l’Ufficio per l’ambiente di Graz ha sviluppato un sistema gratuito di raccolta differenziata dell’olio da cucina usato nei ristoranti della città per trasformarlo in biodiesel da trazione. Sono oltre 1200 i locali pubblici che hanno aderito all’iniziativa. La raccolta viene fatta dalla Öko-Service GmbH, una srl che svolge attività di formazione e crea posti di lavoro socialmente utili nel campo dei servizi ecologici destinandoli a persone disoccupate e disabili. La trasformazione dell’olio usato in biodiesel avviene a Mureck, a sud di Graz, presso l’impianto (Biodiesel International BDI) di proprietà dell’azienda per l’energia Südsteirischen Energie und Eiweissgenossenschaft (SEEG), che gode di fama mondiale nel campo della produzione di biodiesel da materie prime oleose, in particolare da olio e grassi usati. Il biodiesel così ottenuto viene utilizzato come carburante sugli autobus in circolazione a Graz. L’obiettivo è quello di convertire a biodiesel l’intera flotta cittadina. Per questo sono stati acquistati 41 nuovi bus dotati di aria condizionata e accessibili anche alle sedie a rotelle. I motori dei bus convenzionali che rimarranno in servizio verranno trasformati per poter funzionare a biodiesel. In questo modo si evita che l’olio usato finisca nella catena alimentare sotto forma di mangime per animali da allevamento, o negli impianti di canalizzazione o di depurazione delle acque di scarico; questi ultimi vengono così preservati dai danni prodotti dallo smaltimento incontrollato delle materie oleose di scarto, con conseguenti notevoli benefici anche di ordine economico per i mancati costi di manutenzione e riparazione. Si è quindi risolto un problema ambientale ottenendone una prziosa risorsa, che fa risparmiare sui costi di acquisto del carburante per la rete degli autobus. Sono stati anche creati nuovi posti di lavoro, e si sono sviluppati un know-how e una tecnologia esportabili. Le emissioni annuali in atmosfera risparmiate sono stimate nell’ordine di 2500 tonnellate di anidride carbonica, 2,9 tonnellate di ossido di carbonio, 1 tonnellata di particolato, 2,7 tonnellate di anidride solforosa, 3 tonnellate di idrocarburi incombusti. Promotore L’Ufficio ambiente del Comune di Graz (das Grazer Umweltamt). Partnership I ristoratori, l’azienda di trasporto pubblico Grazer Verkehrsbetriebe (GVB), l’azienda Südsteirischen Energie und Eiweissgenossenschaft. Costi e provenienza dei fondi L’importo dell’investimento finalizzato all’acquisto di beni durevoli ammonta a 590.000 euro, spesi rispettivamente per: – la realizzazione di una stazione di rifornimento per biodiesel a disposizione dei bus municipali e di altre vetture di servizio; – l’adattamento al biodiesel dei motori di 56 bus; – l’acquisto di 41 nuovi mezzi accessibili anche ai disabili. A ciò va aggiunto il costo delle campagne informative e promozionali. Per lo sviluppo e la valutazione del progetto, Comune e GVB hanno messo a disposizione 11 mesi-uomo. Target Ristoratori, aziende per la raccolta e il trattamento dei rifiuti, aziende di trasporto pubblico, aziende per la depurazione e la potabilizzazione dell’acqua. Note aggiuntive A determinare il successo del progetto sono stati la positiva collaborazione tra l’amministrazione pubblica e l’imprenditoria privata, l’alto livello di sensibilità per l’ambiente, il buon rapporto costo/benefici. Un altro progetto mira adesso a convertire al biodiesel il 60% della flotta di taxi dell’azienda Taxi 878. Per risolvere i problemi tecnici – maggiori nel caso della conversione delle auto rispetto ai bus – è stata coinvolta anche l’Università di Graz. Contatti Peter Gspalt, Grazer Umweltamt, Kaiserfeldgasse 1, A – 8010 Graz (Austria) tel. 0043-(0)316-8724303 (fax -4309) agenda21 at stadt.graz.at Per informazioni sul progetto relativo ai taxi: Gerhard Ablasser, Stadt Graz, 0043-316-8724203 gerhard.ablasser at stadt.graz.at Pedibus Città Losanna (Svizzera), 120.000 abitanti. Obiettivi - garantire la sicurezza dei bambini nel percorso casa/scuola; - migliorare la qualità dell’area intorno alle scuole; - ridurre il traffico motorizzato individuale; - creare un’atmosfera conviviale; - promuovere la salute e l’autonomia dei bambini; - insegnare ai bambini la sicurezza stradale. Tempistica
Inizio del progetto 1998; tuttora in corso. Descrizione Il Pedibus offre un’alternativa sicura e divertente al trasporto in auto dei bambini a scuola: i bambini e i loro accompagnatori si incontrano in punti prestabiliti (delle vere e proprie fermate) e poi percorrono insieme a piedi il percorso casa/scuola. Il Pedibus quindi è, come dice il nome, un autobus che cammina o in altre parole un sistema per accompagnare i ragazzi nei loro spostamenti tra casa e scuola. Il modello è quello del trasporto pubblico: i ragazzi aspettano il Pedibus alle“fermate”, contrassegnate da apposita segnaletica e dove sono anche riportatigli orari e le indicazioni su chi sono i genitori volontari nelle determinate fasce orarie. I bambini vengono accompagnati da genitori volontari che portano un segno identificativo. Il Pedibus funziona quindi grazie all’impegno dei genitori. A Losanna infatti l’iniziativa è partita da genitori degli allievi del quartiere Sous-Gare nel 1998 e in seguito ha ricevuto il sostegno dell’Ufficio all’Infanzia del Comune. Il comune di Losanna ha una politica molto attiva nel campo dell’organizzazione del trasporto dei cittadini: esiste un piano del traffico che incoraggia gli spostamenti a piedi, in bicicletta e con i mezzi pubblici. L’iniziativa del Pedibus è stata inserita nell’Agenda 21 Locale. Oggi le “linee” del Pedibus sono 16 con una lunghezza media di 450 mt; quella più breve misura 160 metri, quella più lunga 880. Promotore Il Comune di Losanna - Ufficio all’Infanzia. Partnership Gruppi di genitori. Target group I bambini in età scolare e la cittadinanza in generale. Costi I costi (per la segnaletica e una segretaria part-time, in particolare all’inizio dell’anno scolastico) sono estremamente limitati. Contatto Catherine Zaccaria, Comune di Losanna, via Beau-Séjour 8 CH-1002 Losanna, Svizzera catherine.zaccaria at lausanne.ch www.lausanne.ch Mobiility manager d’area industriale Città Prato (180.000 abitanti). Obiettivi - riduzione dell’uso individuale dell’auto nei percorsi casa-lavoro e del traffico di merci tramite la promozione di servizi centralizzati; - riduzione dell’inquinamento atmosferico e delle emissioni di gas climalteranti; - riduzione dei costi di trasporto per lavoratori e imprese. Tempistica Progetto nato nel 2002 e attualmente in fase di sviluppo. Descrizione Con i suoi 150 ettari di superficie (con oltre 300 piccole e medie aziende presenti, per un totale di 3.000 addetti) il Macrolotto 1 di Prato è la più grande lottizzazione industriale realizzata in Europa da privati. Già all’avanguardia per l’impianto di riciclo dell’acqua (riutilizzata per le attività produttive, per l’antincendio, per usi igienici e per torri di raffreddamento in sostituzione di quella potabilizzata), per l’impianto di cogenerazione finalizzato alla produzione centralizzata di energia termica ed elettrica e per la progettazione di un asilo-nido interaziendale energeticamente autosufficiente, il macrolotto si è anche dotato di un ufficio di “mobility manager d’area industriale”. In mancanza di imprese con più di 300 dipendenti, e tenute per questo a dotarsi di mobility manager, si è considerata l’area del macrolotto alla stregua di un’unica azienda. La prima fase di attività dell’ufficio ha prodotto un’indagine finalizzata a conoscere il numero degli spostamenti giornalieri di merci e persone indotti da ciascuna azienda, le destinazioni, i mezzi di trasporto impiegati, le lacune dei servizi di trasporto pubblico che costringono all’uso del mezzo privato. Si è così evidenziato che quasi tutti i dipendenti abitano in un raggio massimo di 50 chilometri di distanza, che l’89% (circa 2.500 persone) raggiungevano il Macrolotto con la propria auto e che durante il tragitto casa-lavoro-casa effettuavano commissioni per sé o per l’azienda. Verificata la scarsa probabilità di un miglioramento del servizio di trasporto pubblico verso l’area industriale, il Conser ha stipulato una convenzione con il Comune di Prato in base alla quale ha ricevuto in comodato gratuito una flotta di mezzi per diffondere l’abitudine del car pooling e il ricorso al car sharing. Della flotta – 15 veicoli in tutto – fanno parte 10 veicoli elettrici in grado di trasportare 6 persone ognuno; 2 automezzi elettrici per il trasporto di merci; 3 a metano per il trasporto di 7 persone ognuno. Il servizio è gratuito. Il servizio – anch’esso gratuito – di car sharing è offerto alle aziende per lo svolgimento di commissioni nelle ore di lavoro, quando questi mezzi non sono utilizzati dai pendolari, con il vantaggio di poter accedere alle Ztl, percorrere le corsie preferenziali e parcheggiare gratuitamente. Sul fronte delle merci, a seguito di una seconda rilevazione effettuata nel 2004 Conser ha organizzato un servizio centralizzato di raccolta e distribuzione delle merci per le case di spedizione presenti nel macrolotto per ridurre il relativo traffico indotto e per sostituire con mezzi elettrici e a metano quelli attualmente utilizzati. Dall’indagine è emersa anche la richiesta di servizi di spesa e lavanderia centralizzata e di asili nido. Dal primo giugno 2004 al 31 dicembre 2004 l’uso della flotta di veicoli a impatto zero ha evitato emissioni in atmosfera pari a 1,7 tonnellate di CO2 (per l’esattezza 1.719.564,22 grammi) e 386,57 grammi diPM10, con un risparmio sul fronte economico di 18.283,19 euro. Per il 2005 si prevedono 7,2 tonnellate in meno di emissioni di CO2 e 1618,93 grammi in meno di PM10, con un risparmio di 76.568,80 euro (pro capite sono 1417, 94 euro/anno). Promotore Conser, il consorzio di servizi senza fini di lucro che rappresenta e coordina le aziende presenti nel macrolotto. Partnership Comune di Prato, Regione Toscana. Costi e provenienza dei fondi Costo complessivo 201.934,65 euro, dei quali la metà circa (102.268 euro) a carico di Conser e l’altra metà (99.676,2 euro) a carico della Regione Toscana sul fondo ex Lr 41/98 tramite un finanziamento a fondo perduto dalla Cassa Depositi e Prestiti. Target Dipendenti e aziende del macrolotto. Note aggiuntive Nel 2004 l’Unione europea ha inserito Conser tra i 24 progetti eccellenti di sistemi ambientali rivolti alle piccole e medie imprese. Nel settembre 2004 è stato firmato un accordo tra Comune di Prato, Conser, Cgil-Cisl-Uil, Legambiente, Wwf, Unione commercianti, Confartigianato, Unione industriali, Cna e Confersercenti, a cui l’Amministrazione comunale ha deciso di aderire con iniziative e progetti diretti a decongestionare il traffico, aumentare l’offerta del trasporto pubblico locale e ridurre l’inquinamento indotto dai macrolotti industriali 1 e 2, ai quali afferiscono oltre 4500 dipendenti. Le soluzioni a cui si lavora, già in parte sperimentate al macrolotto 1, sono un più efficiente servizio di bus, servizi a chiamata, car pooling e car sharing gratuito per i dipendenti. Contatto Lorenzo Chiappini, Conser, via di Baciacavallo 44, 59100 Prato tel. 0574.730305, fax 667094 servizialleimprese at ui.prato.it www.conser-prato.com BedZED, quartiere a zero emissioni Città Londra (7.000.000 di abitanti). Obiettivo Realizzare il primo insediamento abitativo e commerciale su larga scala a “zeroemissioni” di CO2. Descrizione L’insediamento-pilota noto come BedZED (Beddington Zero Energy Development), realizzato nel quartiere londinese di Sutton, è energeticamente autosufficiente e rappresenta il primo insediamento a bilancio zero di emissioni di anidride carbonica (carbon neutral) su larga scala sorto nel Regno Unito. È costituito da un centinaio di alloggi, in affitto o in proprietà, da 1600 metri quadrati di uffici, vari negozi, impianti sportivi, una caffetteria, un centro medico-sociale e un asilo nido. Il sito è servito anche da un ufficio postale. L’insediamento è stato realizzato adottando gli accorgimenti più avanzati nel campo dello sviluppo ambientalmente sostenibile. BedZED utilizza esclusivamente energia prodotta in loco da fonti rinnovabili. Il fabbisogno termico per il riscaldamento e quello elettrico sono assicurati da un impianto di cogenerazione alimentato da cippato che viene trasformato in gas da un apparecchio per la gassificazione a corrente d’aria invertita. L’orientamento degli edifici a sud, ispirato ai criteri della bioclimatica, permette di sfruttare al massimo il calore solare; l’installazione di pannelli fotovoltaici, gli altissimi livelli di isolamento termico, i tripli vetri e l’adozione delle più avanzate apparecchiature elettriche a basso consumo contribuiscono a mantenere bassa la domanda energetica. I materiali da costruzione sono stati scelti tra quelli di origine naturale, riciclati o ottenuti da fonti rinnovabili, tutti prodotti a una distanza non superiore ai 35 chilometri dal sito. In tema di risparmio idrico, il sistema di recupero dell’acqua piovana e di riciclaggio di quella di scarico riduce di un terzo il consumo dell’acqua potabile di rete. Per quanto riguarda la mobilità, si è puntato innanzitutto a ridurre la necessità di spostamento (per esempio promuovendo lo shopping via internet e realizzando in loco strutture di interesse commerciale, sociale e ricreativo) e si sono rese disponibili alternative all’uso privato dell’automobile, come un parco di auto gestite in car sharing. Infine, ogni appartamento è dotato di speciali contenitori per la raccolta differenziata dei rifiuti. Promotore Il Peabody Trust (la più grande e antica fondazione per l’edilizia abitativa) e l’Amministrazione comunale di Sutton. Partnership Il BioRegional Development Group e l’architetto Bill Dunster per l’elaborazione del progetto “zero emissioni di CO2”. Target group Cittadini, esercizi commerciali, istituzioni pubbliche. Contatti contact.thecouncil at croydon.gov.uk ww.bedzed.org.uk www.peabody.org.uk Proklima Città Hannover (Germania), 518.000 abitanti. Obiettivi Diffusione delle possibili misure per la protezione del clima nell’ambito del costruito esistente e delle nuove costruzioni, costruire una rete tra i progetti territoriali per la protezione del clima, formazione dell’artigianato e diffusione di standard ambiziosi di qualità nelle misure. Tempistica Il progetto è nato nel 1998 ed è tuttora in corso. Descrizione Proklima è nato nel 1998 da un accordo tra sei città e l’azienda municipalizzata di Hannover, Stadtwerke Hannover Spa. I partner hanno istituito un fondo di circa 5 milioni di euro annui per sostenere la protezione del clima presso i privati, nelle aziende e negli enti pubblici, finora il primo e unico fondo per la protezione del clima in Germania e in Europa. Un altro campo d’attività è la diffusione di standard elevati di qualità nel riscaldamento termico degli edifici, l’installazione e la regolazione di caldaie ad alto rendimento, di impianti di aerazione e di impianti solari. Il sostegno finanziario per le misure finalizzate al contenimento dei consumi di energia per il riscaldamento nelle nuove costruzioni è rivolto a edifici che rispettino gli standard “basso consumo energetico plus” e “casa passiva”. Per quanto riguarda l’esistente, i contributi sono finalizzati alla certificazione energetica, al raggiungimento di standard elevati di isolamento termico, all’isolamento termico del sottotetto per la creazione di ulteriore spazio abitativo (e quindi incrementare la densità abitativa), all’istallazione di finestre con tripli vetri, alla modernizzazione dell’impianto di riscaldamento con il controllo di qualità e, più in generale, al controllo di qualità nell’ambito dell’isolamento termico e dell’impiantistica per riscaldamento e di aerazione. Negli edifici pubblici viene incentivata l’adozione di impianti termici solari e fotovoltaici con pannelli informativi sul funzionamento in tempo reale. Per il solare termico, in aggiunta al programma di incentivazione del Governo Federale, Proklima incentiva gli installatori in modo da riuscire ad avere sul mercato – a prezzi più economici – collettori piani, collettori sottovuoto e i pacchetti di controllo qualità per impianti solari. Promotore Proklima con le città di Hannover, Laatzen, Langenhagen, Seelze, Ronnenberge Hemmingen, nonché l’azienda municipalizzata Stadtwerke Hannover Spa. Partner La Confederazione dell’artigianato di Hannover, l’Associazione federale dei consumatori di energia, la Centrale dei consumatori della Bassa Sassonia, l’iniziativa civica “Protezione dell’Ambiente”, E.ON Ruhrgas Spae Thüga Spa. Target I proprietari di edifici residenziali, di edifici pubblici o sedi di associazioni, i costruttori, le associazioni di categoria nell’impiantistica per caldaie, collettori solari termici e fotovoltaici e impianti di aerazione. Costi Il programma è dotato di un fondo di 5 milioni di euro l’anno circa. Note aggiuntive Proklima è frutto di una collaborazione innovativa tra enti locali, l’azienda municipalizzata e i produttori di energia per promuovere standard elevati nelle misure per la protezione del clima. Mentre molte delle misure sono economicamente valide (come l’installazione di caldaie ad alto rendimento o di impiantsolari termici) e la consapevolezza dell’esistenza di queste tecnologie e della loro convenienza economica è diffusa, manca in larga misura un processo continuo di controllo e verifica della qualità, come è stato sperimentato ampiamente nel nuovo quartiere Am Kronsberg (…). I finanziamenti vengono utilizzati in modo mirato per rendere un controllo continuo della qualità parte normale del processo di installazione di impianti di riscaldamento, di collettori solari e di impianti di aerazione. Proklima si è dimostrato anche un valido partner per l’industria nel concordare gli standard di rendimento dei prodotti, promuovendoli quindi in appositi tavoli di concertazione. Sono stati anche sviluppati programmi di formazione e consulenza per gli operatori nel settore, al fine di garantire la qualità del loro lavoro. In base a un’esperienza ormai ampia si può affermare che Proklima è un esempio avanzato di collaborazione pubblico/privato finalizzata a garantire la qualità delle misure di protezione del clima. Contatto Proklima, c/o Stadtwerke Hannover Spa Glockseestraße 33, D-30169 Hannover Casella Postale 5747, D-30057 Hannover tel. +49-511-4301970, fax +49-511-4302170 proklima at enercity.de www.proklima-hannover.de www.proklima-projekte.de www.klimaschutz-hannover.de Green Public Procurement network Provincia Provincia di Cremona (346.000 abitanti). Obiettivi - ridurre il consumo di risorse energetiche e la produzione di rifiuti; - utilizzare materiali e tecnologie ambientalmente compatibili; - incrementare l’uso delle fonti di energia rinnovabili; - incentivare il risparmio energetico. Tempistica Il progetto è iniziato alla fine del 2003 e durerà 24 mesi. Descrizione La rete degli acquisti pubblici verdi è un progetto della Provincia di Cremona che viene attuato in collaborazione con 13 amministrazioni comunali. Questa rete svolge un’attività di istruzione e informazione sulle possibilità e le procedure amministrative per il Green Public Procurement (GPP), in modo da giungere alla stesura di bandi di gara che comprendano requisiti ambientali. La sostituzione degli acquisti attuali con prodotti e servizi a “impatto ambientale ridotto” richiede una conoscenza approfondita del peso ambientale dei prodotti e servizi che gli enti pubblici comprano, ma soprattutto richiede conoscenze su come impostare i bandi in modo corretto in vista della legislazione europea a favore di un mercato libero. Promotore Provincia di Cremona. Partnership Comuni di Casalmaggiore, Castelleone, Crema, Gerre De Caprioli, Pescarolo, Piadena, Pizzighettone, Soresina, Spineda, Stagno Lombardo, Vescovato, Motta Baluffi, San Bassano. Costi e provenienza dei fondi Il progetto ha un volume di 852.000 euro ed è cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Life Ambiente. Target Amministrazioni pubbliche e, in un secondo momento, le imprese che dovranno essere incentivate verso una riconversione su posizioni più compatibili. Note aggiuntive Gli acquisti “verdi” degli enti pubblici si limitano finora a voci relativamente marginali del bilancio. Di solito si tratta di carta riciclata, detersivi per le pulizie biodegradabili, di caffè e tè provenienti dal commercio equosolidale e simili. La vera sfida dei prossimi anni – e qui il GPPNET, la rete degli acquisti pubblici verdi, assume una grande importanza in Italia – sarà di estendere i requisiti ambientali (e il più possibile anche sociali) ai beni e servizi sostanziali che i comuni e altri enti pubblici acquistano. Ciò richiede una considerevole competenza nella valutazione del bilancio ecologico o sociale dei prodotti e servizi e una buona conoscenza relativamente a come inserire i criteri nei bandi, che diventano tanto più importanti quando si tratta di opere rilevanti nei settori dei lavori pubblici, delle misure infrastrutturali, delle spese sostanziali dell’ente. Qui le esperienze sono solo all’inizio e la vera sfida sarà di promuovere una riconversione ecologica e sociale delle imprese anche attraverso una domanda degli enti pubblici per prodotti e servizi a impatto ambientale ridotto e socialmente accettabile. Contatto Mara Pesaro, Dirigente Settore Ambiente della Provincia di Cremona via Dante 134, 26100 Cremona, tel. 0372-406672, fax 0372- 406461 ambiente.provincia at rccr.cremona.it agenda21 at provincia.cremona.it |
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