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genova erzelli molte luci ma anche tante ombre
- Subject: genova erzelli molte luci ma anche tante ombre
- From: "ANDREA AGOSTINI" <lonanoda at tin.it>
- Date: Wed, 16 Nov 2005 06:54:44 +0100
Erzelli molte luci ma anche tante
ombre La vicenda degli Erzelli, il progetto Leonardo così
coerentemente portato avanti dal professor Castellano ha fatto un'altro passo in
avanti verso la sua realizzazzione.
L'idea di concentrare in una sola area cittadina
tutto il comparto industriale e della ricerca della new economy ha un che di
suggestivo e certamente delle ragioni di base che nel pensiero più volte
espresso dal professor Castellano ha una sua dignità e una sua ragione
d'essere.
Ma come in tutti i disegni "alti" , e proprio
perchè sono alti, in basso si muovono pensieri ed azioni non altrettanto degne ,
men che meno condivisibili.
Il progetto nasce da lontano, qualche decennio,
sulla falsariga di una politica economica di grande successo, quella dei
distretti industriali che molto hanno fatto per lo sviluppo economico e la
crescita del nostro paese. Se ben ricordiamo il professor Castellano ha
collegato la sua idea ad un'esperienza molto importante sviluppatasi in altri
momenti e con ben altra determinazione nel sud della Francia a
Nizza.
Un distretto della ricerca e dell'alta tecnologia
da fare invidia alla silicon valley californiana.
Questa idea è stata accolta dalla nostra
Amministrazione Comunale che ha deciso di sostenerla facendone un fiore
all'occhiello del recupero , della "restituzione" al ponente cittadino, così
vessato nei decenni da interventi massicci e demolitori, di una identità
territoriale. Proprio al vertice di uno di queste ferite , la collina degli
Erzelli, si pensava e si cerca di attuare un progetto di recupero territoriale e
di innestare un volano di crescita e di sviluppo.
La scelta politicamente legittima è stata portata
avanti in sede di Piano Regolatore dall'Amministrazione che ha fatto uno strappo
importante a tutta la politica urbanistica che ne ha ispirato l'attività
acconsentendo alla trasformazione di un'area collinare verde in zona
residenziale e industriale.
Dopo è arrivato Renzo Piano, illustre figlio della
nostra città e più specificamente del ponente cittadino che ha presentato in più
riprese un progetto di forte impatto architettonico e urbanistico volto alla
massimizzazzione economico - urbanistico - ambientale di tutta
l'operazione.
Due sono stati gli elementi decisivi sempre
presentati in sede istituzionale e comunicativa : un forte volano occupazionale
per la città, occupazione di qualità, un luogo attrattivo dal resto d'Italia e
dall'estero di personalità scientifiche di primo piano e di lavoratori ad alto
livello di qualificazione ( e reddito ), la salvaguardia , anzi la
riqualificazione di un'area verde attualmente pesantemente degradata , in
sostanza la creazione di un polmone verde per il ponente cittadino.
Non solo, alle nostre orecchie è stato più
volte dato di ascoltare la parolina magica ( soprattutto a Genova ): costo zero.
Cioè i costi dell'acquisto dell'area, della costruzione degli edifici, della
gestione ( si suppone anche del parco ) tutta a carico dei privati. Una volta
tanto una persona di alto livello come il professor Castellano l'abbiamo trovata
anche noi , ce l'abbiamo in casa. Che bello! Nessun costo per il pubblico e
per i cittadini.
Ma ecco che arrivano le ombre, a latere di una
mangiata ben reclamizzata fatta a slow fish con invitati di primordine a
cominciare dal presidente della Regione, dell' architetto Piano, del Prof
Castellano e di altri illustri commensali ci vengono dette alcune
cose:
Primo, che il consorzio di banche di primaria
importanza mondiale , di aziende di primaria importanza internazionale non ce la
fanno, cioè i soldi ce li mettono, ma ne hanno solo 480 milioni dei 600 che
occorrerebbero. Gli altri 120 ce li deve mettere il pubblico. Detto così suona
male. Ma come banche importanti del mondo, imprese di primaria importanza
internazionale che credono nel progetto e poi si fermano a 480 e non fanno 600?
Ma vogliamo scherzare ? Ebbene si, siamo tornati per terra, come avviene sempre
fuori dalle fiabe: gli imprenditori privati, le banche, senza i soldi pubblici
col piffero che fanno qualcosa. Il dato grave è che il pubblico ben lontano dal
pensare a una trappola, questi soldi li sgancia , la regione, l'università, i
soldi per l'Itt e pace per Morego, Quarto, Hennebique a ponte Parodi. Tutti
progetti già varati, già finanziati, tutti accordi già presi con tanto di
contratti e impegni scritti.
Cambio di giro, cambio di giostra.
Ma l'occupazione voi direte e l'occupazione ? I
numeri ( qui mi rifaccio a Renzo Piano ) parlavano di un villaggio di diecimila
persone ( bambini e nonni compresi si suppone ), diciamo 5000 nuovi posti di
lavoro ad alto valore aggiunto per la città ? Eh , no, ci siamo sbagliati,
perchè la facoltà di Ingegneria i posti di lavoro ce li ha , li trasferisce solo
da Albaro a Cornigliano ( sai che gioia ), l'Itt pure anche il piano
occupazionale è già definito, e le industrie: Be', l'Esaote presieduta dal
prof Castellano occupa alcune centinaia di persone e potrebbe trasferirsi al
villaggio degli Erzelli ( ma niente nuovi occupati ) se non la vendono alla
multinazionale di turno con annesso spezzatino e abbattimento occupazionale a
Genova , ma no ci sono altre industrie...quali? La Marconi se la sono appena
venduta agli svedesi e li i tagli ci saranno e dolorosi, le aziende di
finmeccanica ? Ma perchè alcuno hanno sedi belle e funzionali, altre hanno sedi
proprie perchè dovrebbero vendere i loro terreni di proprietà e comprare ( a
caro seppur giusto prezzo ) agli Erzelli? Altre aziende non se ne vedono, le
grandi multinazionali del settore o investono in aziende di nicchia o
trasferiscono occupazione in India e in Cina, non pagano certo gli ingegneri
italiani quando possono pagare un decimo ( quando va bene ) quelli
cinesi.
Ma allora direte chi ci guadagna ?
Ma al solito chi ci guadagna sempre e comunque è la
rendita fondiaria e immobiliare, il ciclo del cemento e l'immancabile mega
centro commerciale ( stavolta in collina ) e, of course gli
architetti.
E si perchè i terreni sono di Spinelli , comprati a
coso irrilevante ai tempi in cui era consigliere comunale della maggioranza di
centro-sinistra senza che l'amministrazione o le banche pubbliche abbiano
pensato di investire sulla città, poi ci sono le banche. Una vasta porzione di
quelle aree sono in mano a una importante realtà bancaria ligure, anche li
aree agricole comperate a prezzi irrisori e rivendute rivalutate eccome. Li
vicino ci sono tantissime case di proprietà pubblica in affitto controllato che
con la rivalutazione dell'area diventeranno molto appetibili alla speculazione e
sacrificabili per far cassa dal comune. E i palazzi in Albaro, be certo,
sicuramente vendibili, ma a prezzi contenuti e poi, previa ristrutturazione
rivenduti a costo "oro", Morego ? Be quello lo lasciamo li a marcire, meglio gli
Erzelli, e quarto? Quarto stava per diventare un centro d'eccellenza per la
ricerca Italiana , poi stava per diventare una foresteria per i ricercatori, e
adesso ? Be adesso ci facciamo una bella ristrutturazione, dei bei ufficietti,
degli appartamenti vista mare, una cosa che piace da matti!! E l'Hennebique? Be
li la faccenda è più complessa , ma siamo alle solite. L'azienda privata che
avrebbe vinto e gestirebbe tutta l'area di Ponte Parodi, c'ha dei problemi,
anche qui i soldi non ci sono. Tutto fermo? Ma no, mettiamoci il carico da 90 al
posto della facoltà di ingegneria che fa tanto scic ma che non rende
economicamente un'altra bella area giochi, ristoranti, cinema, negozi,
negozietti e magari un supermarket.
Tutti i signori che si occuperanno di questi
progetti faranno affari d'oro, i soldi, i finanziamenti, le aree, gli immobili
ce li mette il pubblico ( a volte li regala ).
E il villaggio tecnologico?
Be intanto si comincia dal grasso, magari qualche
ufficetto per qualche azienda del settore dell'alta tecnologia sbucherà
fuori.
E l'ambiente? l'ambiente , il parco? Avete presente
il parco di Nervi, quello di Villa Pallavicini a Pegli, Villa Galliera a Voltri
? L'Acquasola? Avete in mente un solo parco genovese sposorizzato e curato da
un'industra, una banca, una fondazione? Be non comiceranno certo dagli Erzelli (
la banca ligure volesse lo potrebbe già risanare da sola il suo latfondo in
zona , e non lo ha fatto, non lo fa, non lo farà ).
Insomma un patto del pesce Serra benedetto da un
officiante di rango come Carlo Petrini di slow food che rischia di diventare un
patto del pesce cefalo , o del'alga, o del germano reale, brutta fine e mal di
pancia per tutti.
andrea agostini
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