Re: traffico rifiuti 27 denunce container pronti a partire per la cina



sono coperti da segreto istruttorio, commetterei un reato penale
----- Original Message ----- From: <gianluca.vernole at tin.it>
To: <economia at peacelink.it>
Sent: Wednesday, September 28, 2005 5:02 PM
Subject: R: traffico rifiuti 27 denunce container pronti a partire per la cina



CHIEDO SCUSA, MA PERCHè NON PUBBLICATE ANCHE I NOMI DELLE AZIENDE
CRIMINALI IMPLICATE?
GRAZIE.
----Messaggio originale----
Da:
lonanoda at tin.it
Data: 27-set-2005 6.28 PM
A: <forumgenova@inventati.
org>
Ogg: traffico rifiuti 27 denunce container pronti a partire per la
cina

da lanuovaecologia.it

Martedì 27 Settembre 2005



L'INCHIESTA

Container pronti a partire per la Cina

Traffico di rifiuti, 27 denunce

Si chiama "Marco Polo" l'indagine della procura di Napoli che ha
scoperto un'organizzazione che operava in tutta Italia e aveva
declassificato 27mila tonnellate di rifiuti speciali per un giro
d'affari da un milione di euro
«Inserire il reato ambientale nel Codice
penale»

PRODUCEVANO PIATTI CON I RIFIUTI

Avevano declassificato
illecitamente 27mila tonnellate di rifiuti speciali. Una quantità
enorme, per un giro d’affari quantificabile in un milione di euro. Ne
sono convinti gli uomini del Reparto operativo - Sezione operativa
centrale del comando carabinieri per la Tutela dell'ambiente che hanno
condotto l’inchiesta “Marco Polo”, coordinata dal
sostituto
procuratore della Repubblica di Napoli, Maria Cristina Ribera, nei
confronti di una presunta organizzazione criminale che si occupa di
traffico internazionale di rifiuti. Alla fine sono state 27 le persone
denunciate.
Le enormi quantità di rifiuti, reperite presso piattaforme
di raccolta del Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Umbria,
Molise, Puglia e Campania, venivano destinati a impianti di recupero,
passaggio necessario per effettuare la declassificazione documentale
degli stessi: simulando un trattamento che nella realtà non avveniva, i
rifiuti divenivano, come per incanto, materia prima e,
conseguentemente, venivano accompagnati non più da formulario
identificativo del rifiuto, ma da documento di trasporto. Ne derivava,
così, la sottrazione alla normativa dei rifiuti e, soprattutto, alla
rigida normativa dei trasporti transfrontalieri.
Con questo escamotage
venivano spedite all’estero anche le balle provenienti dalla raccolta
differenziata, contenenti - tra l’altro - rifiuti ospedalieri, film in
polietilene, taniche e fusti contaminati da sostanze chimiche e
vernici. Significativi, in proposito, alcuni episodi in cui, a seguito
dell’apertura dei container, gli operai manifestavano sintomi di
intossicazione dovuti a queste sostanze. Durante le indagini sono stati
sequestrati, in collaborazione con l’Agenzia delle dogane, 20 container
già pronti a partire dai porti di Napoli, Ancona e Genova alla volta
della Cina e Hong Kong.
I successivi riscontri, fatti anche con l’
ausilio di consulenti tecnici nominati dalla procura, hanno permesso di
ricostruire l’intero ciclo produttivo dei rifiuti sequestrati ed è
stata verificata la idoneità degli impianti per il trattamento dei
rifiuti ad effettuare le operazioni previste per il recupero della
plastica. Inoltre, per accertare la commissione di ulteriori illeciti,
è stata esaminata la documentazione fiscale necessaria per la
commercializzazione della plastica. Nel complesso l'operazione ha
portato alla denuncia, in stato di libertà, di 27 persone, delle quali:
18 gestori di impianti per il recupero dei rifiuti in plastica operanti
nelle province di Ancona, Rimini, Napoli, Caserta, Bari, Perugia,
Bologna, Novara, Isernia e Varese; quattro titolari di società di
trasporto nazionale e internazionale operanti nelle province di Milano,
Ancona e Bari; tre persone a vario titolo coinvolte nella gestione dei
rifiuti; due persone straniere, aventi funzione di intermediari per
conto di società cinesi. Le indagini sono tuttora in corso, soprattutto
a seguito delle ispezioni effettuate nei numerosi siti di stoccaggio,
recupero e trattamento rifiuti, che hanno consentito l’acquisizione di
copiosa documentazione ancora al vaglio dei carabinieri.




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