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Articolo su La Cronaca di Mantova
- Subject: Articolo su La Cronaca di Mantova
- From: "Max" <max at ocdbgroup.net>
- Date: 15 Apr 2005 10:23:55 -0000
Inviato da CSM http://www.centrostudimonetari.org ----------------------------------- LA CRONACA DI MANTOVA - 14.04.05 L’EURO DEGLI INGANNI: COSI’ LO STATO CI INDEBITA Acuta e amara analisi dell’avvocato e saggista Marco Della Luna: “La politica come arte di legittimarsi coll’illegalità e di restare sempre ricchi, innocenti e democratici” Marco Della Luna, enigmatico ma non troppo. Avvocato per professione, scrittore e saggista per realizzazione, conferenziere in vari campi, questo mantovano senza radici e scapolo vive in viaggio, non va a votare, scrive da destra a sinistra come Leonardo. Nel 1987 ha conseguito, dopo Giurisprudenza, anche una laurea in Psicologia, seguendo, come dice lui, “la famosa esortazione dell’Apollo Delfico: Conosci te stesso”. Intervistato dalla “Cronaca di Mantova”, con pacatezza e ironia, ha rotto gli argini. Parla di politica, del prossimo sindaco, del treppiedi di Berlusconi ma anche dello sgretolamento della famiglia nella nostra società, del matrimonio mantovano del Millennio tra Matteo Colaninno e Giovanna Ballabeni. E, per lui, centrodestra e centrosinistra non sono altro che “le due mani di un unico padrone”. Un fiume di scoperte, da leggere tutto d’un fiato. Ha avuto il battesimo con un saggio sulla famiglia nel Diritto romano, ha scritto “Storie di bimbi magici”, una raccolta di fiabe per adulti, ha pubblicato diversi articoli e, un anno fa, “Le chiavi del potere - Ovvero l’arte di legittimarsi con l’illegalità e di restare per sempre ricchi, innocenti e democratici”, che è stato presentato a Montecitorio. Partiamo da quest’ultima opera: lei come la definirebbe? “Semplicemente una ricerca ed esposizione dei meccanismi occulti del potere e della produzione del consenso su larga scala”. In un Paese in perenne campagna elettorale, questi “meccanismi occulti” stanno più a destra o più a sinistra? “Hanno un carattere tecnico e apolitico. Sono di tre tipi: informatici, psicologici e finanziari. Le ideologie, la destra, la sinistra, sono loro applicazioni. In Italia, chi recita la parte della sinistra ha sempre usato la chiave propagandistica dell’accusa di tendenze totalitarie e antidemocratiche nei confronti della destra, e viceversa. Da entrambe le parti è un modo per impedire il pensiero razionale nella popolazione, per far votare in modo irrazionale, disattento e inconsapevole degli interessi e dei moventi reali della politica e dell’amministrazione pubblica, allo scopo di poter governare a proprio interesse, sacrificando quello della Nazione, ma senza che la stessa popolazione lo capisca”. In che cosa si distinguono, allora la “destra” e la “sinistra”? “Destra e sinistra sono solo due tipi di mistificazioni, dietro cui si fanno le medesime cose. La destra adotta la maschera di valori trascendenti (Patria, Onore, Dio, Razza); la sinistra quella di valori immanenti (eguaglianza, socialità, giustizia). Questa è la differenza tra le due”. E quale sarebbe il pensiero razionale in politica? “Quello che innanzitutto va a controllare come e per chi vengono spesi i soldi del contribuente e le risorse nazionali; ossia il pensiero liberale, che in Italia, praticamente, non ha mai attecchito ed è sempre stato osteggiato da tutti: fascisti, socialisti e cattolici, perchè rende più difficile arricchirsi a spese del cittadino”. Un concetto smaliziato e decisamente pessimista della politica… “Mio padre era ingegnere nella pubblica amministrazione, ad alti livelli, e fin da quando avevo quattro o cinque anni mi spiegava ciò che stava dietro le posizioni ideologiche dei vari partiti e dei loro candidati, e anche delle istituzioni: l’affarismo. Nella mia ormai ultraventennale esperienza di avvocato, ho trovato conferme di ciò in tutti i settori pubblici. La cosiddetta corruzione non è una deviazione, bensì la sostanza del governare e mezzo indispensabile per ottenere il consenso. Crociate risanatrici come Mani Pulite sono una chimera”. È il denaro che muove tutto? “Il denaro trasmette il potere, lo guida, ne seleziona le forme e gli obiettivi. Le organizzazioni stabili (le società commerciali, i partiti politici, i sindacati) tendono al profitto e competono tra loro in questo. Le organizzazioni meno competitive vengono emarginate e perdono il potere. Per raggiungere il loro obiettivo, i partiti politici e le istituzioni, diversamente dalle imprese, devono far credere di avere fini diversi dal profitto, come ad esempio il bene collettivo, in modo di ottenere il consenso, l’obbedienza, la compliance della popolazione generale, a spese della quale quel profitto viene realizzato”. Possibile che in politica non ci sia sentimento? Il premier Berlusconi ha perdonato Del Bosco, l’esaltato che gli aveva lanciato in testa un cavalletto… “La politica usa i sentimenti per creare consenso: speranza, paura e invidia... Del Bosco era un esaltato troppo modesto per non essere perdonato. Non perdonarlo sarebbe stato ridicolo”. Può fare un esempio concreto di quanto ha affermato, a livello nazionale? “Prenda la Legge finanziaria per il 2005. Dietro una minima riduzione di imposte dirette, porta avanti la strategia di espropriazioni del reddito, del risparmio, della libertà dei cittadini, tipica dei governi di centrosinistra. Contiene inasprimenti fiscali, introdotti con gli strumenti tipici degli Stati autoritari, e contrari alla Costituzione, come le presunzioni sistematiche di reddito imponibile a carico dei lavoratori autonomi e dei i titolari di conti correnti. Al contempo, gli enti pubblici continuano a rincarare le tariffe. Si fa una politica fiscale e creditizia deflativa mentre l’economia è in recessione. Soldi a profusione, invece, ai boiardi di partito, messi a dirigere enti pubblici spesso senza alcuna competenza”. Il 30 gennaio lei ha tenuto a Roma una relazione in un convegno in materia monetaria e di economia politica. Si è parlato dell’Euro, di Maastricht, di recessione. Può fare un sunto? “Il potere monetario, ossia di creare denaro, stabilire il tasso di interesse e la quantità di credito offerta ai governi e ai privati, è un potere sovrano. è il potere che, da un lato, tiene i cordoni della borsa di tutti, anche di governi, parlamenti e statisti, dirigendone la politica; e dall’altro lato realizza guadagni enormi, pari al valore di tutto il denaro emesso, perché chi lo emette lo presta a interesse allo Stato e alla banche di credito, restandone proprietario. E poiché chi emette denaro non crea ricchezza, cioè beni, ma solo potere di acquisto per sè stesso, in realtà si arricchisce a spese di tutti. Questo potere sovrano è stato gradualmente donato dagli Stati a banche private, come la Banca d’Italia S.p.A. e, recentemente, la Banca Centrale Europea. In questo modo, le banche private, azioniste delle banche centrali, hanno il potere di dettare le scelte politiche dei vari Stati, vanificando la possibilità della democrazia. Altroché Europa dei popoli e Costituzione Europea!”. Chi è il reale beneficiario di questa politica tributaria? Chi si arricchisce grazie al debito pubblico? “La società si divide in due gruppi: un’oligarchia che si arricchisce attraverso l’indebitamento pubblico e le tasse, perché si rende creditrice dello Stato, da una parte; dall’altra, la quasi totalità dei cittadini, che si ritrova sempre più indebitata e deve perciò pagare sempre più tasse e tariffe. Il debito pubblico è stato creato donando il potere sovrano monetario a questa oligarchia ed è finalizzato a giustificare un elevato prelievo fiscale; quindi, per la classe dirigente, non è un male, ma uno strumento di stabilità del proprio potere e di profitto. La funzione principale dello Stato, del governo, del parlamento, è quella di indebitare la nazione verso quella oligarchia, i cui membri sono effettivamente i proprietari dello Stato. Essi lo usano come un imprenditore usa la propria azienda, ossia per arricchirsi. Così, nel ’92, si arricchirono con una facile speculazione quando le istituzioni incomprensibilmente bruciarono 70.000 miliardi di lire per ritardare di due settimane l’ormai certo e inevitabile crollo della lira. A loro regaliamo valide imprese pubbliche per pochi soldi; poi essi le vendono agli stranieri annientando il patrimonio industriale e tecnologico italiano. Negli anni ’90 fecero fortune con gli appalti del Treno ad Alta Velocità, poi furono bloccati magistrati che indagavano sullo scandalo. Parmalat e Cirio segnano altri loro successi. E’ a questi proprietari privati della Repubblica Italiana che noi paghiamo le tasse”. Chi sarebbero questi super-banchieri? “Niente nomi. Banchieri che controllano le banche centrali dei vari Paesi e la BCE. Il Trattato di Maastricht e lo statuto della Banca Centrale Europea ufficializzano il loro potere sulle istituzioni “democratiche” degli Stati aderenti all’Euro, in quanto rendono (articolo 107 del Trattato) la BCE, che è controllata da privati, indipendente da ogni istituzione pubblica nella fissazione del tasso ufficiale di sconto e nell’emissione di nuova moneta: cioè dominatrice dell’economia e della finanza pubblica e privata. Così l’euro è, legalmente, una moneta creata da uno Stato estero, appunto la BCE. La BCE non offre copertura né conversione aurea per la sua valuta, ma nondimeno la presta a interesse agli Stati “sudditi” come l’Italia, la Franca, la Germania. In sostanza, la BCE non dà nulla, solo impulsi elettronici di accredito e pezzi di carta; in cambio di questo nulla, riceve dagli Stati promesse di pagamento da farsi con le tasse dei cittadini. Per queste e altre ragioni, la BCE e il Trattato di Maastricht sono contrari alla Costituzione italiana, soprattutto all’articolo 1, 2° Comma, che stabilisce che la sovranità appartiene al popolo: quindi non può appartenere a banche private, come sono la Banca d’Italia S.p.A. e la Banca Centrale Europea, della quale non si riesce nemmeno ad esaminare i bilanci”. Torniamo alla politica pura. Lei vota? Come vede il voto delle ultime elezioni regionali? “Non voto da diversi anni. Votare è sostanzialmente inutile. Nelle elezioni locali come nella generalità delle elezioni, vince chi meglio sa convincere i gruppi di interesse organizzati che farà un’amministrazione più disonesta in loro favore; è meglio imbonire la popolazione generale, convincendola che farà un’amministrazione più onesta per tutti”. Matteo Bernardelli
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