Global Week of Action: Dietro le quinte della crisi tessile, le iniziative di ROBA



Sulla strada verso Hong Kong si è messa in moto la Global Week of Action
(10-16 aprile 2005)
Dietro le quinte della crisi tessile: ROBA per la GWA

Per info: da Strasburgo Monica Di Sisto + 39 3358426752

dall'Italia Alberto Zoratti +39 3496766540 materiale stampa Stefania
Lattanzio <mailto:steflat at tiscalinet.it>steflat at tiscalinet.it

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Cari amici,
la crisi del tessile, aldilà delle questioni contingenti del nostro paese
(che comunque mettono in gioco decine di migliaia di posto di lavoro, che
significa la tranquillità e le sicurezze di migliaia di famiglie), è
un'ottima cartina al tornasole rispetto alle conseguenze delle
liberalizzazioni, del mercato "innanzi a tutto". Le stesse contraddizioni
che sono state esportate nella grande maggioranza dei paesi del mondo
stanno cominciando a lambire le coste dell'occidente industrializzato, che
aveva cogestito la Wto più che come tavolo multilaterale, come spazio
discrezionale.

Con il numero di TradeNews che pubblichiamo in coda a quetso messaggio, la
Newsletter di Tradewatch (<http://www.tradewatch.it>www.tradewatch.it,
l'Osservatorio sul commercio internazionale promosso da Campagna per la
Riforma della Banca Mondiale, Centro Internazionale Crocevia, Gruppo di
Appoggio al Movimento Contadino Africano, Mani Tese, ReteLilliput, ROBA
dell'Altro Mondo e Fondazione Responsabilità Etica) diretta da Roberto
Meregalli di Beati i Costruttori di Pace/Rete Lilliput, siamo entrati nel
vivo della Global Week of Action (Gwa).

Dopo il lancio da Terra Futura, la tre giorni fiorentina della
sostenibilità dove più di venti esponenti della società civile hanno
dichiarato al "tavolo delle trattative" le motivazioni per cui bisogna
cambiare registro in ambito Wto, più di quaranta città italiane e migliaia
di organizzazioni in tutto il mondo si stanno mobilitiando per chiedere
giustizia sociale nel commercio.

Vi ricordiamo che la Gwa è un grande contenitore all'interno del quale è
possibile riporre iniziative, eventi, manifestazioni.
Su <http://www.gwa2005.org>www.gwa2005.org trovate tutti gli aggiornamenti
e le iniziative che mano a mano si vanno aggiungendo.

ROBA co-promuove direttamente alcune iniziative a Strasburgo, Roma, Genova.
Sarà ospite di Roba in Italia, Rahian Ali, direttore di Swallows (le
rondini), progetto di commercio equo del Bangladesh che ha saputo
ricostruire una comunità locale a partire da piccole produzioni eco e
socio-sostenibili dopo i sanguinosi conflitti con il Pakistan. E le rondini
sono tornate a casa...
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Global Week of Action 10_16 aprile 2005

Strasburgo
Parlamento Europeo - Sala S1.2
mercoledì 13 aprile ore 17.00_19.00

Seminario al Parlamento Europeo "L'échec du Commerce libre, les
alternatives, l'example du commerce equitable"
Interventi introduttivi di:
Andrea Baranes, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale/Tradewatch
Kim Bizzarri, Friends of the earth
Stephan Werver, Both ends/Stop EPAs Campaign
Monica Di Sisto, ROBA dell'Altro Mondo/Tradewatch

altri interventi da organizzazioni del Commercio Equo europee.
Mostra-evento permanente delle Campagne europee con seminario per i
parlamentari e degustazione dei prodotti equosolidali

Roma
Sala consiliare Municipio XI
martedì 12 aprile ore 20.30

Economie Locali, Diritti Globali

Seminario con la partecipazione di
Rahian Alì (direttore progetto Thanapara, Bangladesh), Nuiahan Begun
(direttrice del training and international program della Grameen Bank,
Bangladesh), Carlo Testini (Arci), Andrea Ferrante (Aiab), Antonio
Tricarico (Campagna per la Riforma della Banca Mondiale), Maurizio
Gubbiotti (Legambiente), Alberto Zoratti (ROBA)


Genova
Palazzo Ducale Sala Gradinata Informagiovani
martedì 12 aprile ore 20.30

Petrolio in cambio di tazzine

Seminario con la partecipazione di
Paolo Crecchi (giornalista de Il Secolo XIX), un/una portavoce comunità
ecuadoriana di Genova, Francesco Martone (senatore), Marta Vincenzi
(europarlamentare), Laura Testoni (Arci), Roberto Caristi (Progetto
Sviluppo CGIL), Fabio Marraffa (Mani Tese), Marco Rolandi (La Bottega
Solidale), Santo Grammatico (Legambiente), Deborah Lucchetti (ROBA). E'
stato invitato un dirigente dell'Agip.


Genova
La Bottega Solidale via Caffa 1r
venerdì 15 aprile ore 17.30

Da mille colori si intreccia un tessuto...
da un tessuto nascono scuole, microcredito, formazione e recupero ambientale
Incontro con:
Rahian Alì (direttore progetto Thanapara, Bangladesh), Deborah Lucchetti
(ROBA), Marco Rolandi (La Bottega Solidale)

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THE SWALLOWS - BANGLADESH
Il villaggio di Thanapara è situato nel Nord Ovest del Bangladesh sulle
rive del Gange che in questo stato assume il nome di Padma. Durante la
guerra di indipendenza il villaggio fu teatro di un cruento massacro quando
le truppe pakistane uccisero più di cento uomini che costituivano la
principale forza lavoro di Thanapara.
Dalla fine della guerra, nel 1972, l'organizzazione svedese "The Swallows"
(Le rondini) iniziò a mandare qui i suoi volontari per costituire un
progetto di sviluppo che legasse il lavoro artigianale delle donne rese
vedove dalla guerra all'educazione dei propri figli. Il terreno dove ora
sorgono le costruzioni del progetto fu da subito donato dai locali che in
seguito al reddito del progetto furono ripagati.
Nel 1974 iniziò l'attività della scuola primaria e quella dei laboratori di
produzione artigianale, di tessitura, di cucito, di ricamo e la sezione
della lavorazione della juta.
Nel 1985 si venne a creare un vero e proprio villaggio dove i più poveri
furono organizzati e incoraggiati a formare dei gruppi, venne introdotto il
concetto di risparmio, di educazione sanitaria e di pianificazione
famigliare.
Dal 1972 al 1982 i volontari svedesi hanno lavorato a stretto contatto con
lo staff bengalese nel villaggio di Thanapara e nell'82 The Swallows ha
aperto un suo ufficio a Dhaka.
Oggi il progetto dell'artigianato basato sulla tessitura e il ricamo
coinvolge 160 donne e  tre uomini che lavorano in maniera stabile. La
scuola primaria ha cinque classi e fornisce istruzione gratuita a 303
bambini e il programma di sviluppo è esteso su 10.000 persone.
Il Thanapara Project ha trovato la propria indipendenza finanziaria basata
sulle risorse locali e sulla propria capacità imprenditoriale e sociale. Un
esempio di commercio internazionale ma giusto, sostenuto dalle reti del
commercio equo e solidale, che funziona come volano per uno sviluppo locale
sostenibile ed ecocompatibile.
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TRADENEWS APRILE 2005

L'UE rende utilizzabili le misure di salvaguardia verso la Cina;
gli USA iniziano ad applicarle

Pochi giorni fa, il 6 aprile 2005, Bruxelles ha pubblicato le linee guida
che descrivono  le condizioni per rendere operative le misure di
salvaguardia nei confronti della Cina, per limitare le importazioni tessili.
Va subito chiarito che questo non significa che saranno automaticamente
attivate ma solo che ora sono utilizzabili mentre sinora mancava loro un
regolamento attuativo.
Il commissario al Commercio, Peter Mandelson, ha spiegato che queste misure
di salvaguardia "scatteranno solo come ultima risorsa" e che comunque non
significherà "ritornare al sistema delle quote verso i prodotti tessili
cinesi".
Francia, Italia, Spagna e Repubblica Ceca sono i paesi più interessati, il
timore è che la quota di mercato detenuta dalla Cina sul mercato europeo,
pari al 20%, aumenti sino a raggiungere e superare il 50%. Mandelson ha
pure fatto cenno alla preoccupazione dei paesi del Mediterraneo come la
Turchia, il Marocco e la Tunisia, principali fornitori dell'Unione Europea
ed ha confermato che i dati sull'import raccolti da gennaio sono
preoccupanti (i dati sono pubblicati su
<http://sigl.cec.eu.int>http://sigl.cec.eu.int) ma ha avvertito che l'UE
deve aspettare altri mesi per verificare l'andamento del mercato.
In realtà Mandelson vuole rispettare le regole stabilite dall'accordo di
annessione della Cina al WTO, il quale nello stabilire il limite che si può
imporre all'import dalla Cina fa riferimento ai primi 12 mesi degli ultimi
14 monitorati.
Se i paesi citati manifestano la loro soddisfazione per la mossa europea,
altri non ne sono lieti. Ieri il Financial Times ha riportato alcune
dichiarazioni del ministro svedese Thomas Ostros che ha bollato come
"preoccupanti e protezionistiche" le iniziative europee.
Secondo Ostros "C'è un incremento di protezionismo che ritengo sia
preoccupante, non ultimo alla luce della strategia di Lisbona (sulla
competitività ndr) alla fine avremo meno crescita economica e meno posti di
lavoro se useremo questo tipo di strategia".
Per evitare fratture il commissario europeo è stato molto prudente ed ha
anche specificato che nelle investigazioni che saranno necessarie per
applicare le misure, si terrà anche conto degli eventuali effetti positivi
che la diminuzione dei prezzi delle esportazioni cinesi potrebbe avere sui
consumatori.
Il nostro viceministro alle Attività produttive con delega al Commercio
estero, Adolfo Urso spera invece che si passi al più presto dalla teoria
alla pratica ed ha dichiarato che  "ove non vi fosse una reazione del
governo cinese per un efficace controllo dell'export, la Commissione
europea deve attivare tutte le procedure per far sì che a giugno ci siano
misure di salvaguardia". Secondo Urso non si può superare la metà dell'anno
"perché le imprese sono già vicine al collasso. Tra un anno ne troveremmo
la metà".
Brevemente le linee guida stabiliscono che l'avvio delle necessarie
investigazioni potrà essere preso autonomamente dalla Commissione o su
richiesta di uno stato membro.
Ovviamente dovranno essere rispettati dei requisiti minimi: l'aumento delle
importazioni nella categoria esaminata dovrà essere almeno del 10% (per
prodotti di cui l'UE importava nel 2004 grandi quantitativi) sino al 100%
per quelli importati in minore quantità.  Le imprese danneggiate avranno 21
giorni per mandare  la documentazione relativa; dopodiché vi saranno 60
giorni per effettuare consultazioni informali con la Cina e consultare i 25
governi dell'Unione, al termine si avvieranno le consultazioni ufficiali
con la Cina. Entro i quindici giorni successivi questa dovrà limitare le
sue esportazioni ad una quantità pari a quella esportata in UE all'inizio
delle investigazioni, aumentata del 7,5%. Nel caso non lo facesse sarà l'UE
a mettere in atto tale limitazione che sarà in vigore per la durata di un
anno (rinnovabile).

Le iniziative americane
Oltreoceano le iniziative di limitazione alle esportazioni cinesi sono già
state avviate.
Venerdì 1 aprile il Dipartimento del commercio degli Stati Uniti ha diffuso
il suo primo documento con  i dati preliminari sulle importazioni di
prodotti tessili e dell'abbigliamento sotto il nuovo sistema di controllo
annunciato il 21 marzo. Anche i dati dell'amministrazione americana
convalidano le previsioni.
In alcune categorie l'aumento è particolarmente rilevante, ad esempio del
1.566% per i pantaloni e del 1.487% per prodotti di maglieria,
confrontando i dati del primo trimestre 2004 con quello 2005.
Dai dati diffusi dalla stessa Cina emerge che mediamente i prezzi dei loro
prodotti sono scesi del 31%, con picchi in alcune categorie, come quella
della biancheria intima, pari al 50%.
Il 4 aprile l'Amministrazione Bush ha quindi deciso di procedere
all'applicazione delle misure di salvaguardia previste dal protocollo di
adesione della Cina alla WTO (valide sino al 2008). La NCTO ha naturalmente
applaudito a questa iniziativa che prevede il blocco dell'import di sei fra
le principali categorie di prodotti di abbigliamento, compresi pantaloni,
magliette, camicette e biancheria intima.

Le reazioni del governo cinese
Il governo cinese ha criticato la decisione americana; Qin Gang, portavoce
del ministero degli esteri ha dichiarato che:  "I maggiori ostacoli nel
commercio dei prodotti tessili sono dovuti ai paesi importatori, compresi
gli USA, che agiscono in modo protezionistico".
Secondo Cao Xinyu, vice-presidente della Camera di Commercio cinese, "Il
governo americano dovrebbe dare maggior tempo al mercato  per assorbire la
distorsione attuale".
I produttori di Hong Kong hanno manifestato la loro costernazione per la
decisione USA sulle pagine del Financial Times del 5 aprile. A loro parere
la reintroduzione di quote non aiuterà le imprese americane poiché ad
avvantaggiarsi saranno altri paesi, non certo gli USA. Gli imprenditori
temono cattive notizie anche dall'UE.
La Cina teme che l'Unione Europea metta in atto misure restrittive
nell'ambito del suo nuovo sistema di preferenze tariffarie, strumento
con cui la comunità favorisce le importazioni dai paesi in via di sviluppo.
Tale sistema doveva entrare in vigore dal 1 aprile ma sinora i ministri
europei non si sono trovati d'accordo sul testo.
Molti non sanno che questo sistema di "sconti" e azzeramenti dei dazi
doganali che l'Unione ha offerto a partire dal 1971 ai PVS è stato
utilizzato in primis proprio dalla Cina; praticamente metà delle
importazioni che beneficiano del GSP sono provenienti da Cina (35,8%) ed
India (11,8%).
Fonti del ministero del commercio cinese fanno annunciato la possibilità
che la Cina citi in giudizio l'UE presso il WTO su questo tema.

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 A Terra Futura è stato presentato il libro di Roberto Bosio, Monica Di
Sisto e Alberto Zoratti ed introduzione di Antonio Tricarico
"Wto: dalla dittatura del mercato alla democrazia mondiale" edito da Emi.
Per maggiori informazioni e copie-saggio:
<mailto:magazzino at roba.coop>magazzino at roba.coop.



Arrivederci ai prossimi aggiornamenti e buona lettura.