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centrali elettriche il carbone ci costerà caro
- Subject: centrali elettriche il carbone ci costerà caro
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Wed, 19 Jan 2005 07:00:40 +0100
dalla Repubblica 20-11-04, La riconversione di Civitavecchia e Montalto di Castro riaccende le proteste degli ambientalisti La battaglia delle centrali Il carbone ci costerà caro ANTONIO CIANCIULLO ROMA - Il fabbisogno energetico aumenta e i vincoli ecologici si fanno più severi: servono centrali efficienti e a basso impatto ambientale. Ma le risse locali paralizzano la costruzione di nuovi impianti e l' inquinamento cresce. Colpa, sostiene Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente, di una politica energetica che «insegue una strategia vecchia, non investe in tecnologia avanzata ed è incapace di scelte di largo respiro». A scatenare le polemiche è il progetto di rilanciare il carbone, un combustibile fossile ad alto contenuto di carbonio, proprio l' elemento che esaspera l' effetto serra rischiando di modificare in maniera drammatica il clima. La riconversione a carbone delle centrali Enel di Civitavecchia e di Montalto di Castro ha scatenato un' ondata di proteste da parte dei comitati locali e del fronte ambientalista anche perché, come ha denunciato Giuseppe Fioroni, dell' esecutivo della Margherita, la situazione sanitaria dell' area interessata è già critica per l' alta percentuale di tumori, leucemie e patologie infantili come l' asma. L' Enel risponde alle accuse sostenendo che i valori delle emissioni saranno ben al di sotto di quelli previsti dalle normative che entreranno in vigore nel 2008: «Le nuove tecnologie adottate e la riduzione della taglia (da 2640 a 1980 megawatt) consentiranno di abbattere tutte le emissioni. Il nuovo impianto ridurrà tra il 60 e l' 80 per cento la produzione di polveri sottili, di anidride solforosa e di ossidi di azoto. Anche la produzione di anidride carbonica, nonostante il cambio di combustibile, sarà ridotta di circa il 18 per cento». Questi dati vengono contestati dagli ambientalisti e dall' opposizione. «Il punto è che l' Enel ottiene vantaggi economici dalla riconversione a carbone», obiettano Realacci e Fioroni. «Ma il meccanismo funziona solo perché i costi vengono scaricati sui cittadini. Da una parte l' ente elettrico risparmia mantenendo in vita centrali obsolete, dall' altra i mancati investimenti in innovazione impediscono di raggiungere gli obiettivi di Kyoto, cioè la riduzione delle emissioni serra. Questo giochetto costerà molto caro al paese». Sulla stessa linea Gianni Silvestrini, direttore del Kyoto Club: «L' Italia sarà costretta a comprare all' estero i crediti di carbonio che non riesce a ottenere in casa. Ci troveremo costretti a pagare una tassa valutabile attorno ai 5 miliardi di euro». Il paradosso è che l' accelerazione sul carbone fa finire in secondo piano una tecnologia matura come le centrali a metano a ciclo combinato. Dai calcoli di Pippo Onufrio, presidente dell' Issi (Istituto sviluppo sostenibile Italia) risulta che costruendo una centrale a ciclo combinato si ottiene il 55 per cento di anidride carbonica in meno rispetto a quella emessa da un' analoga centrale a carbone. Poiché in base al protocollo di Kyoto le emissioni di anidride carbonica costano, si avrà dunque una spesa pubblica supplementare dello stesso ordine di grandezza del vantaggio ricavato dall' Enel. A completare il quadro dell' accusa è arrivato un verdetto autorevole. Un comitato formato da esperti del Cnr, del Politecnico di Milano e dell' Arpa Lombardia ha analizzato le emissioni di polveri sottili di tre centrali a gas a ciclo combinato: due in Lombardia (Cassano d' Adda e Turbigo) e una in Emilia Romagna (Porto Corsini). Le emissioni di polveri primarie sono risultate pari a 15 microgrammi per metro cubo in Lombardia e a 63 microgrammi per metro cubo nella centrale di Ravenna (l' areosol marino fa la differenza): un livello di emissioni cento volte più basso di quello al quale sono osservabili effetti sanitari. Non basta: nella pianura padana le polveri sottili viaggiano attorno ai 40 - 80 microgrammi per metro cubo, con punte molto superiori. Dunque l' aria che esce dalle centrali a ciclo combinato è più pulita dell' aria che entra.
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