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R: x Andrea Agostini
- Subject: R: x Andrea Agostini
- From: "T.Bonotto" <bonotto at clopd.univr.it>
- Date: Wed, 15 Dec 2004 09:45:11 +0100
- Importance: Normal
Salve,
Sono
dell'avviso che i piccoli-medi progetti di tipo produttivo agricolo,
industriale, artigianale e commerciale, servizi siano la spina dorsale di
una eventuale alternativa socio-economica. Dovremmo aumentarne il
numero.
Nel
mondo vi sono 26.000 ONG e se ognuna si prendesse la briga di stabilire qualche
progetto a favore della popolazione vi sarebbe una attenzione maggiore.
Cito
tra tutti, in questo momento, la necessità di creare dei 'gruppi di acquisto'
calmierati rispetto alle condizioni della grande distribuzione (che favorisce la
concentrazione di ricchezza in mano a pochi, il monopolio, la fluttuazione
dei prezzi etc.) per tutti i generi di prima necessità: alimenti, vestiario,
matreriale scolastico, edilizia etc.
I
gruppi di acquisto, se incentivati potrebbero essere una alternativa per una
buona parte della popolazione:
Gli
agricoltori hanno difficoltà a sopravvivere per gli alti costi di gestione
e i prezzi di vendita troppo bassi dei propri prodotti. Anche qui
l'intermediario spesso specula.
Se si
acquista direttamente dai produttori si hanno dei benefici.
Quella
'organizzazione della società civile' di cui parlava anche Zanotelli, sembra
sempre più necessaria.
2.
Altro punto importante. Non sarà sufficiente la attivazione dei soli progetti
alternativi. La società dovrebbe avere un assetto socio-economico-politico non
di tipo capitalistico o liberista. Per questo serve anche un impianto
teorico. Il nostro governo segue la strada liberista, la Grande alleanza
Democratica non si sa quale modello adotterà.
Comunqe quale visione si avvicina di più all'espressione degli interessi
di tutti i cittadini e non di una minoranza elitaria di essi? A dire il
vero quella dell'internazionale socialista di Willy Brandt nata nel 1951 a
Francoforte, mi sembra in linea con le esigenze di questo momento. Una visione
che vede il comunismo non come una soluzione e l'attenzione agli aspetti
individuali e collettivi sullo stesso piano da apprezzare.
Un'economia socializzata, attraverso la responsabilità diretta di tutti i
cittadini nel processo economico, sembra un'alternativa.
In
questo senso vi suggerisco di andare al sito www.prout.it e vedere se trovate qualche spunto
utile in questa direzione.
Saluti
Tarcisio Bonotto
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Proutist UNiversal
Istituto di Ricerca PROUT
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