manovra fiscale eredità scomoda per i governi futuri



da lastampa.it
Lunedi' 29 Novembre 2004

MANOVRA ELETTORALE CON CONTI PUBBLICI MOLTO PEGGIORI DEL 2000

ROMA. Si prospetta un'eredità difficile per i governi che verranno dopo le
elezioni politiche. Non è la prima volta che succede. Basti pensare
all'ultimo governo Amato. L'aggravante in questo caso è che arriviamo ad una
manovra elettorale con conti pubblici molto peggiori che nel 2000». È quanto
scrive oggi, nel giorno in cui al Senato prende il via il dibattito sulla
legge di bilancio 2005, l'economista Tito Boeri in un'editoriale sul nostro
quotidiano dopo aver ricostruito il quadro d'insieme della politica
economica del governo per l'esercizio di cui sarà ancora interamente
responsabile.
Nel 2005, scrive Boeri, non ci sarà una riduzione delle tasse, ma solo un
cambiamento nella struttura del prelievo dato che ai 4,3 miliardi degli
sgravi Irpef occorre dedurre circa 2 miliardi di gettito di nuove imposte
indirette e i 2 miliardi derivanti dalla proroga del condono edilizio.
«Avremo un pò meno tasse sui redditi e più imposizione indiretta, a parità
di gettito, ma nessuna riduzione delle tasse. E, aggiungendo la cosiddetta
'manutenzione della base imponibile', addirittura un aumento
della pressione fiscale».
A vantaggio di chi andranno questi cambiamenti nella struttura della
tassazione? Non certo dei redditi bassi, scrive Boeri. Per il 30% più povero
dei contribuenti il risparmio sarà tra i 70 e i 100 euro all'anno. Questi 7
euro al mese rischiano di essere rimangiati dagli altri balzelli, dato che
sono soprattutto le famiglie coi redditi più bassi a pagare le nuove tasse
indirette (sul gioco del Lotto e sulle sigarette).
Berlusconi, scrive nell'editoriale Boeri, ha dichiarato che la riforma
fiscale non avrà effetti sulla crescita perché, per colpa dell'Europa, non
ha potuto tagliare le imposte in disavanzo. La realtà è che la manovra non
stimolerà l'economia proprio perché una esigua riduzione dell'Irpef è
inserita in una manovra complessiva che ci porterà a sforare e, non di poco,
il vincolo del 3% nel 2005.
Per Boeri molte delle coperture previste sembrano destinate a slittare
(studi di settore e rivalutazioni estimi catastali) o a offrire entrare
inferiori alle aspettative (condono edilizio e autocopertura della riforma
fiscale) mentre il blocco del turnover nel pubblico impiego è «irrealistico»
anche perché contestuale a incrementi degli stipendi dei dipendenti pubblici
pari alla metà (+4,2%) di quelli richiesti dai sindacati.
Boeri si augura che «chi lavora ai programmi per le prossime elezioni metta
nel cassetto piani ambiziosi di spesa. Se non si vorranno aumentare le tasse
nel 2006, oltre a quanto già previsto da questa Finanziaria, dovranno essere
trovati modi più realistici per contenere la spesa corrente e, soprattutto,
strategie per farci uscire dalla stagnazione»
«La vera svolta è che, forse, da qui alle elezioni, potremo finalmente
tornare a discutere di politica economica anziché di saldi», conclude
l'economista.