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manovra fiscale eredità scomoda per i governi futuri
- Subject: manovra fiscale eredità scomoda per i governi futuri
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Wed, 1 Dec 2004 07:04:15 +0100
da lastampa.it Lunedi' 29 Novembre 2004 MANOVRA ELETTORALE CON CONTI PUBBLICI MOLTO PEGGIORI DEL 2000 ROMA. Si prospetta un'eredità difficile per i governi che verranno dopo le elezioni politiche. Non è la prima volta che succede. Basti pensare all'ultimo governo Amato. L'aggravante in questo caso è che arriviamo ad una manovra elettorale con conti pubblici molto peggiori che nel 2000». È quanto scrive oggi, nel giorno in cui al Senato prende il via il dibattito sulla legge di bilancio 2005, l'economista Tito Boeri in un'editoriale sul nostro quotidiano dopo aver ricostruito il quadro d'insieme della politica economica del governo per l'esercizio di cui sarà ancora interamente responsabile. Nel 2005, scrive Boeri, non ci sarà una riduzione delle tasse, ma solo un cambiamento nella struttura del prelievo dato che ai 4,3 miliardi degli sgravi Irpef occorre dedurre circa 2 miliardi di gettito di nuove imposte indirette e i 2 miliardi derivanti dalla proroga del condono edilizio. «Avremo un pò meno tasse sui redditi e più imposizione indiretta, a parità di gettito, ma nessuna riduzione delle tasse. E, aggiungendo la cosiddetta 'manutenzione della base imponibile', addirittura un aumento della pressione fiscale». A vantaggio di chi andranno questi cambiamenti nella struttura della tassazione? Non certo dei redditi bassi, scrive Boeri. Per il 30% più povero dei contribuenti il risparmio sarà tra i 70 e i 100 euro all'anno. Questi 7 euro al mese rischiano di essere rimangiati dagli altri balzelli, dato che sono soprattutto le famiglie coi redditi più bassi a pagare le nuove tasse indirette (sul gioco del Lotto e sulle sigarette). Berlusconi, scrive nell'editoriale Boeri, ha dichiarato che la riforma fiscale non avrà effetti sulla crescita perché, per colpa dell'Europa, non ha potuto tagliare le imposte in disavanzo. La realtà è che la manovra non stimolerà l'economia proprio perché una esigua riduzione dell'Irpef è inserita in una manovra complessiva che ci porterà a sforare e, non di poco, il vincolo del 3% nel 2005. Per Boeri molte delle coperture previste sembrano destinate a slittare (studi di settore e rivalutazioni estimi catastali) o a offrire entrare inferiori alle aspettative (condono edilizio e autocopertura della riforma fiscale) mentre il blocco del turnover nel pubblico impiego è «irrealistico» anche perché contestuale a incrementi degli stipendi dei dipendenti pubblici pari alla metà (+4,2%) di quelli richiesti dai sindacati. Boeri si augura che «chi lavora ai programmi per le prossime elezioni metta nel cassetto piani ambiziosi di spesa. Se non si vorranno aumentare le tasse nel 2006, oltre a quanto già previsto da questa Finanziaria, dovranno essere trovati modi più realistici per contenere la spesa corrente e, soprattutto, strategie per farci uscire dalla stagnazione» «La vera svolta è che, forse, da qui alle elezioni, potremo finalmente tornare a discutere di politica economica anziché di saldi», conclude l'economista.
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