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rimedi ambientalisti al grande caldo
- Subject: rimedi ambientalisti al grande caldo
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Sat, 12 Jun 2004 06:50:27 +0200
da ecodalle città 11 giugno 2004 Rimedi ambientalisti al grande caldo Alternative all'aria condizionata. Da un dibattito del 10 giugno con Cianciullo e Mercalli. E a Bologa spuntano i tetti verdi di Tokyo di Alessandra Mazzotta L'era glaciale che congela l'intero emisfero boreale, con migliaia di chilometri quadrati di coste sepolte dal mare: scenari apocalittici da "L' alba del giorno dopo". Fantaclimatica alla Emmerich? Vero è che persino "Hollywood ha scommesso sulla 'popolarità' dei cambiamenti climatici", sorride Antonio Cianciullo, giornalista ambientalista de La Repubblica, durante la presentazione del suo nuovo libro "Il grande caldo". (Incontro organizzato dai Verdi e avvenuto al Centro Sereno Regis di Torino, giovedì 10) Dal grande freddo cinematografico al grande caldo di queste estati (e di questi giorni, con la colonnina di mercurio che già tocca i 37° in alcune città italiane). "Il clima è più o meno stabile da 10mila anni - continua -, con una variazione di circa un grado, ma bruciando petrolio abbiamo immesso nell'aria così tanta anidride carbonica come mai da 4mila anni a questa parte". Risultato? L'alluvione del 2002, i 27mila morti per il caldo del 2003. "E secondo gli scienziati questi fenomeni aumenteranno ancora". Come affrontare allora il problema del caldo, soprattutto nelle città? "Il caldo è un problema che si può risolvere con accorgimenti come la costruzione intelligente degli edifici (muri spessi, giardini sui tetti), l'uso intelligente dei trasporti. Costruire le città sull'aria condizionata non è invece una soluzione saggia", è convinto Cianciullo. "Anche perché l'aria fredda - che è quella dei ricchi, che possono permettersela - non fa che peggiorare quella calda - dei poveri -, diventando sempre più un bisogno indotto". Pessimista il meteorologo Luca Mercalli: "Finché i condizionatori ci sono e costano così poco, la situazione non migliora. Bisognerebbe abbattere le città costruite negli ultimi 50 anni e rifarle come quelle di 200 anni fa, ma è ovviamente impossibile. E ci vorrebbe più verde: nelle città per colpa dell'asfalto ci sono 3° in più rispetto alle campagne". Mentre il "clan della betoniera" avanza. "E' grazie a persone come Mercalli e Cianciullo se oggi chi si occupa di risparmio energetico non è più visto come un eccentrico", commenta Roberto Tricarico, assessore al Comune di Torino. "Noi siamo riusciti a ridurre di un terzo le richieste di condizionatori negli uffici di rappresentanza del Comune. E le nuove costruzioni dei Villaggi Olimpici sembrano tenere conto delle questioni ambientali. Io sono accalorato, ma non pessimista". Sì, ma non basta: "Bisogna martellare le persone per far capire quello che sta succedendo, l'Italia è ancora troppo arretrata sia dal punto di vista della consapevolezza, sia da quello tecnico", aggiunge Massimo Serafini, presidente di Legambiente nazionale. Una rivoluzione, culturale innanzitutto: "Per far cambiare le abitudini alle persone non si devono sottolineare i 'sacrifici' di certe scelte, ma occorre puntare sul piacere, sul presente e sul vantaggio individuale che se ne trae, mostrando soluzioni concrete ed accessibili. Consapevoli che queste ricadute non sono solo edonistiche ma anche politico-energetiche, perché riguardano la difesa di sistemi energetici alternativi", conclude Cianciullo. da repubblica.it VENERDÌ, 07 MAGGIO 2004 Pagina III - Bologna Un bioarchitetto e alcuni urbanisti propongono una tecnica diffusa in Germania e Giappone! Idee per la città: un giardino sul tetto! FRANCESCA PARISINI! METTETE alberi e fiori sui tetti delle vostre case. L´invito è arrivato ieri, da un terrazzo in cima ad un vecchio fabbricato a Porta San Mamolo. Da quei pochi metri quadrati, il cui pezzo forte è una veduta a trecentosessanta gradi che dalla collina si perde sfiorando i tetti e le cupole del centro, Bologna sembra bellissima; figuriamoci se buona parte di quei tetti fossero coperti da giardini pensili. Sebbene l´idea arrivi da un architetto (anzi un bioarchitetto), Maurizio Corrado, non è solo prodotto utopico di una mente creativa. La pratica, infatti, è alquanto consolidata a Tokyo, dove l´amministrazione ha stabilito che almeno il 20% delle sue costruzioni siano ricoperte di verde, e in Germania, dove lo scorso anno sono stati realizzati 14 milioni di metri quadrati di verde pensile. A prescindere da quelli estetici, i vantaggi - dice un buon numero di studi in materia - sono quelli di diminuire l´inquinamento dell´aria e quello provocato dalle onde elettromagnetiche dei telefonini, di far risparmiare calore agli edifici, di cui viene migliorata la coibentazione, ed aiutare le amministrazioni nello smaltimento delle acque piovane. La storia è vecchia come il mondo: l´avevano infatti già capito a Babilionia dove, racconta Erodoto, c´erano splendidi giardini sui tetti delle case, ne hanno ripreso la tradizione trent´anni fa i paesi dell´area tedesca dove ad oggi 3600 amministrazioni comunali incentivano, anche economicamente, i cittadini a scegliere questo tipo di copertura al posto di lastroni di calcestruzzo o della ghiaia (il sistema è applicabile anche ai tetti in pendenza). A rappresentare ieri, tra i coppi bolognesi, la città di Bolzano, il comune che per primo (e forse unico) in Italia, ha incentivato l´uso dei tetti verdi, è un forestale, Paolo Abram, il quale spiega che il sistema non è più costoso rispetto ad un tetto tradizionale (si parla di 35 euro al mq. per la versione più semplice), che la manutenzione non è più gravoso, basta coprire il tetto di una copertura impermeabilizzante, poi una guaina che impedisce alle radici delle piante di provocare danni all´edificio, e di una miscela di materiali vulcanici in cui piantare la vegetazione. «La realizzazione è impensabile sui palazzi storici», ammette Eugenio Riccomini, chiamato a tenere a battesimo la proposta in qualità di storico dell´arte e quindi esperto del ?bello´. Ma sarebbe perfetta per le periferie o per le costruzioni realizzate dopo l´ultima guerra. Il suggerimento, ovviamente, è per l´amministrazione che uscirà dalle prossime elezioni, a cui Riccomini, con il gusto del paradosso, ricorda: «vedete il monumento alle mie spalle? - dice indicando la collina - E´ una realizzazione urbanistica delle giunte social-comuniste che hanno governato la città. Nessuno si accorge che quello è un monumento perché lì non c´è niente, neanche un muro, solo verde». Per chi fosse curioso, due appuntamenti per saperne di più: il 9 giugno in un incontro alla Palazzina Liberty dei Giardini Margherita (ore 21) e il 28 dello stesso mese nel chiostro di San Martino, all´interno della manifestazione «Ukulele Festival 2004». francesca parisini Le alternative ai condizionatori: case e supermercati come bio comanda Intervista a Massimo Serafini, presidente di Legambiente nazionale Aria condizionata? No, grazie. Ecco una serie di bio-accorgimenti che ci faranno sopportare il caldo anche senza condizionatori. "La prima idea è quella di rimettere a posto il patrimonio abitativo e gli uffici dal punto di vista della resa climatica (penso alla sostituzione degli infissi con vetri selettivi, alle cappottature) per restituire agli edifici la capacità di far circolare l'aria. Insomma: meno attici, più controsoffitti". I vantaggi? "Più fresco, ovviamente, e un taglio alle bollette delle famiglie. Inoltre si può usufruire di incentivi, c'è la detrazione del 36% dalla dichiarazione dei redditi. Certo, costruire abitazioni secondo i dettami della bioedilizia costa un po' di più, ma ci si ripaga in 4-5 anni. Uno stato saggio che consideri la questione climatico-ambientale deve spostare fisco e risorse su questi interventi. La classe politica deve saper guardare oltre il proprio naso. E bisogna martellare i cittadini per attivare una svolta culturale, facendo capire che ritornare a certi accorgimenti è modernità". Ma non solo i cittadini: prendiamo ad esempio i supermercati. Anche loro possono diventare ambientalmente corretti, con le microturbine. Come funzionano? "I supermercati sono strutture che necessitano di caldo, di fresco, di freddo e di elettricità. Invece di ricorrere allora al metano e a macchine che hanno bisogno di elettricità, con una singola microturbina (trigenerazione) si risponde a tutte queste esigenze, senza ricorrere a barili di petrolio o al gas, passando oltretutto da un rendimento del 40% a rendimenti dell'85-90%, perché con questi micromotori si utilizza tutto". Cioè? "Sono banalmente come dei motori di aerei i cui gas di scarico sono usati per produrre riscaldamento o raffrescamento. E inoltre non creano problemi di inquinamento elettromagnetico perché non c'è trasporto. Sistemi simili sarebbero utili anche per grandi strutture come ospedali o hotel. Ma in Italia non ci sono ancora applicazioni, perché mancano incentivi e perché non c'è la rottura del circuito del privilegio, per cui l'Enel per esempio ci obbliga a consumare solo - e male - la sua energia".
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