energia - legambiente e le fonti rinnovabili



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 mercoledi 2 giugno 2004

Legambiente per le fonti energetiche rinnovabili

Obiettivo di Legambiente è nei prossimi anni di mettere al centro della
propria iniziativa il tema dell'energia e di contribuire a realizzare un
forte rilancio delle fonti rinnovabili per rafforzare la produzione
energetica sostenibile in Italia.
Il tema dell'energia riguarda l'ambiente per più di una ragione: per
l'aumento dell'effetto serra e i mutamenti climatici, che trovano alimento
in primo luogo nelle emissioni di anidride carbonica prodotte dalle centrali
termoelettriche, dal traffico automobilistico e dai consumi civili; per
l'inquinamento atmosferico e le piogge acide causati dagli impianti.
Il terzo rapporto sul clima dell'Ipcc (organizzazione promossa dalle Nazioni
Unite e dall'Organizzazione Meteorologica mondiale) stima che tra il 1990 e
il 2100 vi sarà un aumento della temperatura media terrestre compresa tra
1,4 e 5,8 gradi. Questo processo di riscaldamento è provocato soprattutto
dai consumi crescenti di petrolio e di altre fonti fossili; ma soprattutto
produrrà effetti catastrofici nelle diverse aree del Pianeta. Se non si
interverrà per ridurre le emissioni di anidride carbonica gli effetti già
nel 2025 saranno rilevanti secondo le stime dell'IPCC, con processi di
desertificazione e abbandono di colture, di mancanza di acqua, di aumento
dei fenomeni climatici estremi con conseguenze evidenti proprio nelle aree
più povere del Pianeta.
Negli ultimi dieci anni in Italia è avvenuto un rilevante aumento sia dei
consumi di energia (+11%) che delle emissioni climalteranti (CO2 +8,7%) in
controtendenza rispetto agli obiettivi, sottoscritti con il Protocollo di
Kyoto, di ridurre i gravi danni provocati dai cambiamenti climatici globali.
Il nostro Paese per l'approvvigionamento energetico continua a fare
affidamento in larghissima parte sul petrolio e i suoi derivati, mentre
sconta notevoli ritardi nello sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili
rispetto agli altri Paesi europei.
Per Legambiente il rilancio delle fonti energetiche rinnovabili e la
definizione di un nuovo modello energetico sostenibile svolge un ruolo
centrale nel contribuire a costruire un Paese più moderno, efficiente e
attento alle ragioni dell'ambiente.
La prospettiva che perseguiamo è quella di un modello energetico
alternativo, diffuso e rinnovabile, capace di innescare un processo virtuoso
che riduca le emissioni climalternati e porti a chiudere vecchie centrali e
ad evitare nuovi grandi elettrodotti. Un processo di riconversione
energetico che può svolgere un contributo fondamentale nella riduzione delle
emissioni di gas serra nella direzione del protocollo di Kyoto.

Le fonti rinnovabili sono oggi una prospettiva reale, grazie alla ricerca
tecnologica e ad una crescente sviluppo e diffusione a livello
internazionale, svolgendo un peso sempre più influente sulla bilancia
energetica internazionale. Per questo siamo impegnati a realizzare un vero
salto di qualità in Italia, contribuire alle scelte che riguardano le
prospettive energetiche, far capire come dalle fonti rinnovabili possa
venire uno sviluppo attento agli equilibri ambientali, capace di creare
occupazione e opportunità economiche locali.
Una sfida così importante deve necessariamente essere accompagnata da una
più diffusa conoscenza nei cittadini delle opportunità e dei vantaggi delle
fonti rinnovabili, da un più forte ruolo imprenditoriale del settore
produttivo, da un maggiore impegno e consapevolezza da parte del Governo,
delle Regioni, dei Comuni, rispetto ai nodi ed alle potenzialità di
sviluppo.
In questa direzione occorre valorizzare le potenzialità delle differenti
fonti (solare termico, solare fotovoltaico, eolico, idroelettrico, biomasse,
legno, ecc.) puntando proprio sulle diverse vocazioni dei territori.
E' proprio l'integrazione delle diverse fonti pulite la prospettiva capace
di creare in poco tempo una reale alternativa alle fonti fossili. La
riconversione energetica passa in Italia per una vasta diffusione di impiant
i solari termici sui tetti delle case e delle città (in Italia tre quarti
degli edifici esistenti sono stati costruiti nel dopoguerra nelle periferie
urbane), di impianti fotovoltaici nelle aziende, negli uffici pubblici, in
complessi residenziali, di parchi eolici in tutte le aree compatibili, di
minieolico nelle aree agricole e produttive per una domanda diffusa nel
territorio; sviluppando la produzione di energia da geotermia, da biomasse,
dal legno in tutte le aree adatte.
In questa prospettiva le fonti rinnovabili possono innescare processi
virtuosi, capaci di legarsi alle risorse locali e di contribuire ad uno
sviluppo equilibrato proprio nelle aree interne, nei territori agricola,
attento ai valori del paesaggio. Serve per questo una chiave di attenzione
"locale" capace di ragionare sui territori e le prospettive di
riqualificazione, ma anche una forte attenzione al consenso, alla diffusione
di informazioni e di partecipazione attiva alle scelte.
In questo processo sono indispensabili in parallelo interventi che
riguardano l'uso razionale dell'energia e l'efficienza energetica. Un
insieme di interventi sulle centrali, sugli impianti industriali e sul
patrimonio edilizio capaci di dare risultati significativi di riduzione dei
consumi energetici attraverso un miglioramento dell'efficienza e della
capacità di recupero e risparmio. Interventi che riguardano:
-il sistema elettrico convenzionale con la diffusione di centrali di
cogenerazione di dimensioni contenute e distribuite sul territorio, in modo
da limitare l'impatto sull'ambiente locale e favorire le opportunità di
allacciamento a reti di teleriscaldamento, in modo da mantenere elevati i
rendimenti complessivi.
-gli impianti industriali, con interventi di razionalizzazione, integrazione
e recuperi energetici nei processi produttivi, di cogenerazione e servizi
energetici.
-il patrimonio edilizio, per ridurre sprechi e consumi energetici delle
abitazioni, migliorando la coibentazione e aumentando l'utilizzo del solare
passivo, delle fonti rinnovabili e di elettrodomestici ad alta efficienza,
di impianti di microcogenerazione nei complessi residenziali.
Chiediamo per dare forza a questa prospettiva regole chiare di indirizzo del
mercato, che tengano conto dei costi ambientali delle varie scelte
energetiche. Nuove regole che incoraggino il recupero di risorse
energetiche, l'uso delle fonti rinnovabili, rendendole convenienti per il
cittadino e per le imprese.
Affinché prenda corpo una politica di uso razionale dell'energia serve una
struttura tariffaria che valorizzi comportamenti virtuosi e uso delle fonti
rinnovabili. Remunerando in maniera differenziata le fonti a seconda delle
emissioni prodotte e introducendo così certezze di mercato per le aziende e
i cittadini che investono sulle energie pulite. Un sistema di questo tipo ha
permesso in Germania di creare in pochi anni un fortissimo sviluppo della
produzione e del mercato, con 40.000 occupati. E' essenziale in questa
prospettiva consentire alle aziende distributrici di realizzare guadagni,
oltre che dalla vendita dell'energia anche dall'uso razionale offrendo al
consumatore servizi di uso razionale dell'energia ed efficienza energetica.
Per realizzare questa prospettiva serve un forte ruolo da parte delle
Regioni e dei Comuni, che debbono aiutare attraverso incentivi e regole più
semplici la diffusione delle fonti rinnovabili.
Un ruolo importante spetta ai regolamenti edilizi comunali che (come già
succede in molte realtà italiane ed europee) possono fungere da volano di un
nuovo scenario che riguarda le città e gli edifici, definiscano regole per
la realizzazione di pannelli solari termici e fotovoltaici, il risparmio e
la certificazione energetica degli edifici.

Le energie rinnovabili in Italia e nel mondo

Lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili rappresenta la risposta più
efficace all'esigenza di ridurre sensibilmente l'uso del petrolio e degli
altri combustibili fossili, responsabili dell'aumento dell'effetto serra e
di gran parte dei fenomeni di inquinamento dell'aria.
Sono fonti rinnovabili l'energia solare, idrica, eolica, geotermica e quella
derivante dalle biomasse. Negli ultimi anni la ricerca e lo sviluppo delle
fonti rinnovabili nel Mondo ha realizzato passi avanti rilevanti, con un
aumento esponenziale della produzione e della innovazione tecnologica che ha
riguardato soprattutto eolico e solare. In pochi anni la Germania ha
installato 14mila MW eolici, la Spagna 6mila, la Danimarca 3mila; il
Giappone ha invece installato oltre 450 MW di impianti fotovoltaici e la
Germania circa 280. Se consideriamo la tecnologia più semplice, il solare
termico per il riscaldamento dell'acqua, la diffusione comincia ad essere
rilevante non solo nei Paesi del Nord Europa ma anche nel Mediterraneo, con
una media ogni mille abitanti di 260 mq in Grecia, 200 mq in Austria, 50 in
Germania ma solo 6 in Italia.


In Italia puntare sulle fonti energetiche rinnovabili e in particolare su
quella solare e eolica può rappresentare una straordinaria occasione per
creare nuova occupazione - in particolare al Sud - e ridurre la dipendenza
dalle importazioni di greggio stimolare la ricerca e l'innovazione
tecnologica. Può rappresentare anche una opportunità per ripensare le nostre
città, per rinnovare e recuperare edifici che consumano troppa energia,
caldi d'estate e freddi d'inverno.


Le potenzialità nel territorio italiano


Mappa complessiva della irradiazione solare globale italiana Mappa
complessiva della velocità media del vento a 50 metri sul livello del mare.

L'Italia sconta ritardi nella diffusione delle fonti rinnovabili che si
legano alle difficoltà di rispettare gli obiettivi del protocollo di Kyoto
con una tendenza di emissioni climalteranti in crescita. Proprio gli
sviluppi che riguardano le tecnologie e i progressi nella ricerca possono
però permettere dei notevoli risultati e di recuperare in breve tempo il gap
nei confronti degli altri Paesi europei. Serve per questo una politica
integrata di tipo fiscale e industriale che punti - oltre che sulle
rinnovabili - a ridurre i consumi e a promuovere gli usi razionali
dell'energia.


Le fonti rinnovabili nei Paesi Europei

 EolicoMW installati(2003) Solare FotovoltaicoMW installati(2002) Solare
TermicoPannelli operativi mq(2002)
Germania 14.609 278 3.634.000
Olanda 873 28 203.877
Danimarca 3.110 2 271.120
Austria 415 10 1.651.814
Gran Bretagna 649 4 119.420
Francia 239 16 230.750
Spagna 6.202 19 224.666
Grecia 375 3 2.790.200
Italia 904 22 335.212

Le energie rinnovabili in Italia e nel mondo

Le tecnologie

SOLARE TERMICO
Sono gli impianti diffusi sui tetti degli edifici, che utilizzano la
radiazione solare per riscaldare l'acqua per usi sanitari ma anche per il
condizionamento attraverso un collettore (pannello) solare e un serbatoio di
accumulo dell'acqua. La tecnologia è matura ed affidabile, con impianti che
hanno una vita media di 20 anni, e tempi di ritorno dell'investimento che
possono essere molto brevi.
Una famiglia di 4 persone che consuma 50 litri di acqua calda a persona ogni
giorno, integrando la caldaia al 70% con un impianto solare (3-5 m2 di
pannelli ed un serbatoio di 300 litri), può ammortizzare l'investimento (di
circa 2-3.000 Euro) in 5 anni, considerando anche che vi sono incentivi che
consentono di detrarre dalle tasse parte delle spese di acquisto e di
installazione.
In Italia sono installati 335mila m2 di pannelli solari termici, meno di un
decimo di quelli installati in Germania e ma anche dei 2.790 della Grecia.

SOLARE FOTOVOLTAICO
E' la tecnologia che converte direttamente l'irradiazione solare in energia
elettrica. I pannelli sono composti da celle di silicio, quando i raggi
solari colpiscono gli elettroni questi cominciano a "muoversi" generando
energia elettrica.
Il materiale usato per le celle fotovoltaiche commerciali è il silicio:
poiché si tratta di un materiale tuttora costoso, sebbene con costi in
costante diminuzione, questa tecnologia non è ancora molto conveniente in
assenza di incentivi.
La durata media di un impianto è di circa 20-25 anni, la ricerca
sperimentale sta rendendo sempre più efficiente il rendimento degli impianti
che vengono utilizzati da aziende, edifici pubblici, da una domanda
energetica diffusa.
In Italia sono installati 22 MW, rispetto ai 452 del Giappone e i 278 del
Germania. Il costo di un impianto per usi residenziali di 2-3 kW è pari a
15.000-20.000 Euro. Ma a breve l'evoluzione del quadro normativo in Italia
prevede un passaggio dall'incentivazione in conto capitale (attraverso bandi
nazionali e regionali) a quella in conto energia: è allo studio un
provvedimento per riconoscere all'elettricità prodotta mediante impianti
fotovoltaici un prezzo incentivante.

L'EOLICO
Gli impianti eolici sfruttano l'energia del vento per produrre elettricità.
Sono costituiti da aerogeneratori che raccolgono il vento, trasformando
l'energia cinetica in energia meccanica. Possono essere realizzati impianti
eolici di varie dimensioni organizzate in "parchi", con aerogeneratori di
altezza e potenza differente.
L'eolico è la fonte rinnovabile in maggiore espansione a livello
internazionale. In Italia sono installati circa 900MW, ma nei Paesi che
hanno puntato con maggiore forza sull'eolico la produzione ha raggiunto
risultati considerevoli, come in Spagna dove sono installati 6mila MW o in
Germania con oltre 14mila.

Il MINIEOLICO
La produzione di energia elettrica dal vento può essere realizzata
attraverso aerogeneratori di altezza e potenza ridotte (10-20 metri, a
partire da 20 kW), in grado di servire utenze diffuse (aziende agricole,
imprese artigianali, utenze domestiche, ecc.) e risultare integrati in
paesaggi agricoli. In Italia questo modello eolico diffuso sta compiendo
oggi i primi passi ma ha importanti potenzialità proprio per le
caratteristiche del territorio italiano e del vento presenti

LE BIOMASSE
La biomassa, utilizzabile ai fini energetici, consiste in tutti quei
materiali organici che possono essere utilizzati direttamente come
combustibili o trasformati in altre sostanze di più facile utilizzo negli
impianti di conversione. Biomassa è un termine che riunisce materiali di
natura eterogenea, dai residui forestali agli scarti dell'industria di
trasformazione del legno o delle aziende zootecniche. In generale si può
definire biomasse i materiali di origine organica provenienti da reazioni
fotosintetiche attraverso l'accumulo di energia solare (il processo che
permette alle piante di convertire l'anidride carbonica in materia
organica).
In Italia coprono circa il 2,5% del fabbisogno energetico, con un apporto di
anidride carbonica che si può considerare virtualmente nullo poiché la
quantità rilasciata durante la decomposizione è equivalente a quella
assorbita durante la crescita in tempi non troppo dissimili. Le biomasse
possono essere utilizzate in impianti di produzione termica di diverse
dimensioni che sono strettamente legati alle caratteristiche del territorio
e alla reperibilità.

LA GEOTERMIA
L'energia geotermica è una forma di energia che utilizza le sorgenti di
calore nel sottosuolo, che provengono dalle zone più interne della Terra. E'
naturalmente legata a quei territori dove vi sono fenomeni geotermici (in
Italia si evidenziano come "zone calde" la Toscana, il Lazio, la Sardegna,
la Sicilia e alcune zone del Veneto, dell'Emilia Romagna e della Lombardia)
dove il calore che si propaga fino alle rocce prossime alla superficie può
essere sfruttato per produrre energia elettrica attraverso una turbina a
vapore, oppure utilizzato per il riscaldamento per gli usi residenziali ed
industriali.
In Italia lo sfruttamento della risorsa geotermica è per il momento limitato
alla Toscana ed all'alto Lazio con una capacità totale installata nel 2002
di 863 MW, ed una produzione di elettricità di 4,7 miliardi di kWh pari
all'1,5% della produzione elettrica nazionale.


IL MINI-IDROELETTRICO
Con mini-idroelettrico ci si riferisce abitualmente ad impianti
idroelettrici di potenza inferiore ad 1 MW, di ridotta dimensione e con un
basso impatto ambientale. L'energia viene ottenuta attraverso impianti
idraulici che sfruttano la portata dell'acqua per muovere le turbine. Il
mini-idroelettrico può rappresentare una importante risorsa in molti
territori agricoli e montani, sfruttabile sia recuperando strutture
esistenti lungo i fiumi (condotte, depuratori, acquedotti), sia, laddove ci
siano portate interessanti, realizzando salti e interventi di limitato
impatto nei confronti dei bacini idrografici. In Italia la produzione di
elettricità mediante impianti mini-idroelettrici nel 2002 è stata di 1,6
miliardi di kWh.

Le energie rinnovabili in Italia e nel mondo

Il nuovo scenario delle fonti rinnovabili

La politica energetica dell'Unione Europea
La promozione delle fonti energetiche rinnovabili è divenuta da tempo una
delle priorità della politica dell'Unione Europea (Libro Bianco del 1997,
Direttiva 2001/77/CE).
Le motivazioni che spingono le rinnovabili sono molteplici: riduzione
dell'utilizzo dei combustibili fossili e quindi tutela dell'ambiente su
scala locale e globale, nella direzione del Protocollo di Kyoto, parziale
affrancamento dalle importazioni di energia per ottenere maggior
flessibilità, economicità e sicurezza dell'approvvigionamento energetico
(Libro Verde Europeo sulla Sicurezza dell'approvvigionamento energetico),
sviluppo della generazione distribuita, creazione di un comparto produttivo
consono alle piccole e medie imprese, generazione di nuova occupazione.

Il Libro Bianco dell'Unione Europea "Energia per il futuro: le fonti
energetiche rinnovabili" del 1997, stabiliva l'obiettivo del raddoppio del
contributo delle fonti rinnovabili al fabbisogno energetico dell'Unione
entro il 2010 (dal 6% del 1997 al 12% del 2010).
Al Libro Bianco europeo ha fatto seguito in Italia nel 1999 il "Libro Bianco
per la valorizzazione energetica delle fonti rinnovabili" approvato con la
Delibera CIPE 126/99, con il quale sono stati individuati per ciascuna fonte
gli obiettivi di diffusione al 2008-2012, sia nel settore della generazione
di elettricità (Tabella 1) sia nel settore della produzione di calore
(Tabella 2).

Tabella 1 : - Situazione della produzione di energia elettrica da fonti
rinnovabili nel 1997
ed obiettivi di sviluppo secondo il Libro Bianco italiano.

Tabella 2 : Situazione della produzione di energia termica da fonti
rinnovabili nel 1997
ed obiettivi di sviluppo secondo il Libro Bianco italiano.

Nell'ottobre 2001 è stata emanata la Direttiva Europea 2001/77/CE per la
promozione dell'elettricità prodotta dalle fonti rinnovabili. Essa
stabilisce che i singoli stati membri debbano individuare i propri obiettivi
di incremento della quota dei consumi elettrici interni da soddisfare con le
rinnovabili, con una progressione che consenta di giungere al 2010 ai valori
indicativi assegnati dalla stessa direttiva a ciascuno Stato. La direttiva
stabilisce che gli Stati decidano autonomamente i regimi di sostegno e che
si adoperino per rimuovere le barriere di tipo autorizzativo e di
collegamento alla rete elettrica.

Gli obiettivi dell'Italia
La Direttiva Europea 2001/77/CE fissa un obiettivo indicativo al 2010 per le
fonti rinnovabili in Italia pari al 25% dei consumi elettrici. L' obiettivo
da raggiungere risulta dunque molto ambizioso, più di quanto lo fosse quello
individuato nel Libro Bianco italiano. Considerando i limitati margini di
crescita della geotermia e del grande idroelettrico, le tecnologie che in
modo diverso dovranno subire i più elevati tassi di crescita saranno quindi
biomasse, solare ed eolico.

Una novità importante è stata introdotta dal Decreto Legislativo 387 del
29/12/2003 con cui è stata recepita la Direttiva Europea 2001/77/CE. In
particolare sono importanti le nuove misure per l'incentivazione delle
rinnovabili in Italia:
. Per gli impianti di potenza inferiore a 20 kW, verrà introdotto il
meccanismo della tariffa di scambio sul posto dell'energia elettrica
prodotta: l'incentivo consiste nel poter "vendere" elettricità alla rete
alla stessa tariffa di acquisto (sistema attualmente in vigore solo per il
fotovoltaico).
. Per l'elettricità prodotta mediante fotovoltaico verrà introdotta una
specifica tariffa incentivante, di importo decrescente e di durata tali da
garantire una equa remunerazione dei costi di investimento e di esercizio
(conto energia).
. Per quanto riguarda le biomasse, è previsto l'incremento del periodo di
riconoscimento dei certificati verdi.
. Per quanto riguarda i rifiuti si stabilisce che: a) la frazione non
biodegradabile dei rifiuti non è una fonte rinnovabile; b) taluni rifiuti
non biodegradabili (solo taluni) sono ammessi al regime delle rinnovabili;
c) in ogni caso, deve essere rispettata la gerarchia di trattamento dei
rifiuti stessi; d) sono esplicitamente esclusi dal regime delle rinnovabili:
le fonti assimilate, i prodotti provenienti da processi energetici e i
prodotti energetici che non rispettano le caratteristiche del DPCM 8/3/2002.
. Per quanto riguarda la quota minima di elettricità prodotta da impianti
alimentati da fonti rinnovabili è stabilito un limitato incremento. Malgrado
le proteste l'incremento annuale a partire dal 2004 che deve essere immessa
nel sistema elettrico nazionale è di solo lo 0,35 punti percentuali (a
partire dall'attuale 2%).
. Per quanto riguarda le questioni amministrative viene stabilito quanto
segue:
- Le opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti
rinnovabili, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili
alla costruzione e all'esercizio degli stessi impianti, sono di pubblica
utilità ed indifferibili ed urgenti (viene ribadito il concetto espresso
nella Legge 10/91).
- La costruzione e l'esercizio degli impianti di produzione di energia
elettrica alimentati da fonti rinnovabili, gli interventi di modifica,
potenziamento, rifacimento totale o parziale e riattivazione, nonché le
opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e
all'esercizio degli impianti stessi, sono soggetti ad una autorizzazione
unica.
- L'autorizzazione unica è rilasciata a seguito di un procedimento unico,
della durata massima di 180 giorni, al quale partecipano tutte le
Amministrazioni interessate. Il rilascio dell'autorizzazione costituisce
titolo a costruire ed esercire l'impianto in conformità al progetto
approvato e deve contenere, in ogni caso, l'obbligo alla rimessa in
ripristino dello stato dei luoghi a carico del soggetto esercente a seguito
della dismissione dell'impianto.
- In Conferenza unificata, su proposta del Ministro delle Attività
Produttive, di concerto con il Ministro dell'Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, vengono
approvate le linee guida per lo svolgimento del suddetto procedimento unico
di autorizzazione. Tali linee guida sono volte, in particolare, ad
assicurare un corretto inserimento degli impianti nel paesaggio, con
specifico riguardo agli impianti eolici. In attuazione di tali linee guida,
le regioni possono procedere alla indicazione di aree e siti non idonei alla
installazione di specifiche tipologie di impianti.

da lanuovaecologia.it


Lunedì 7 Giugno 2004


ENERGIA|Legambiente: l'ennesimo regalo agli Usa

Rinnovabili ma non troppo

Fotovoltaico, pannelli Sono sempre di più i paesi che scelgono le fonti
pulite. Ma da Renewables 2004, la conferenza internazionale che si è appena
conclusa a Bonn, arrivano solo generiche dichiarazioni a favore di una
politica energetica globale centrata sulla sostenibilità
«Nella dichiarazione finale è stato modificato il passaggio che definiva le
rinnovabili la più importante energia per il futuro trasformato in un
generico "una più importante" risorsa. Un ennesimo regalo agli Usa, che
cercano di mettere i bastoni tra le ruote, e purtroppo con successo, a
qualsiasi ipotesi di sviluppo importante delle energie pulite e di
contenimento delle emissioni di gas serra».
Così Legambiente commenta i risultati di "Renewables 2004", la conferenza in

ternazionale sulle energie rinnovabili che si è chiusa oggi a Bonn dopo
quattro giorni di lavori. Legambiente sottolinea però anche molti aspetti
positivi. «Si sta rinsaldando il fronte dei Paesi che vogliono che le
rinnovabili diventino il motore trainante di un nuovo sviluppo energetico,
più sostenibile dal punto di vista ambientale e anche da quello sociale -
commenta Francesco Ferrante, direttore generale Legambiente - si sente forte
la necessità di assicurare a tutti l'energia (oggi ancora due miliardi di
persone ancora non hanno accesso a questo servizio) e c'è la consapevolezza
che la strade delle fonti fossili tradizionali è perdente. I semi per far
crescere l'energia pulita sono stati piantati. Bisogna fare di tutto perché
spuntino il più in fretta possibile. L'azione deve sostituire la retorica
politica».
Tornando alle critiche Legambiente lamenta la mancanza di target precisi per
gli anni a venire e il fatto che tra le rinnovabili non compaiano solo
eolico, solare, biomasse e geotermico, ma anche il grande idroelettrico. E'
diviso a metà invece il giudizio sui 165 progetti "locali" presentati a
Bonn. Si tratta di interventi in molti casi avviati, ma anche di programmi
in cerca di finanziamento oppure di iniziative davvero innovative pronte a
partire grazie alla partnership di governi, imprese, associazioni non
governative. Tra i più significativi ci sono i piani per il deciso
incremento delle rinnovabili in Cina e per il raddoppio delle fonti pulite
nelle Filippine, nonché molti progetti per assicurare energia pulita e
sostenibile in diversi stati africani.
«L'Italia invece anche in questo caso - conclude Ferrante - spicca per l'
inconsistenza dei progetti presentati. Si tratta, come nel caso ad esempio
dei tetti solari, di minestre riscaldate o di azioni di basso profilo».