analisi del servizio idrico



da federconsumatori. it

maggio 2003

SINTESI   della   IVA    INDAGINE   NAZIONALE   sul    SERVIZIO      IDRICO

  L'Osservatorio Nazionale sulle Tariffe e Servizi della Federconsumatori ha
realizzato la IVa  Indagine Nazionale sul servizio idrico (uso domestico),
prendendo in esame il costo dell'acqua, le tariffe, le  fasce di consumo, il
numero delle utenze, i costi e i ricavi, l'adozione della Carta del
Servizio, gli aumenti intercorsi dall'01/07/1999 all'01/10/200, la
situazione idrica nazionale e, in collaborazione con l'ARPA E.R., sono stati
analizzati anche i parametri di qualità.
Quarantanove le città campionate,tra cui i grandi capoluoghi come Milano,
Roma, Firenze, Torino, Venezia, Bologna, Napoli, Palermo.
La spesa: prendendo a riferimento un consumo di 200 m3 all'anno, che
rappresenta la media nazionale di consumo per famiglia, nel 2001 la spesa
annua più elevata (£.549.780) si è registrata a Forlì, cui seguono Livorno
(£.537.959) e Cesena (£.504.530) e); quella più economica spetta a Milano (£
201.136), seguita da Piacenza (£.227.046) e Venezia (£.241.492). La spesa
media nazionale ha raggiunto lire 374.087 (euro193,2),pari ad un costo medio
proporzionale di 1.870 £/m3 (euro 0,97). Delle quarantanove città campionate
ben 22 si collocano al di sopra della media nazionale. ( cfr. Tab. A, C).
Gli aumenti 2001:  Rispetto al 2000 la media nazionale degli aumenti è stata
del + 1,57% (pari a £. 5.612 = euro 2,89), con la punta massima di Livorno
che arriva al +10 %; l'aumento più contenuto è stato registrato Varese, di
0,17%, corrispondente a £.513. In  diciotto città (Bari, Bolzano, Cosenza,
Firenze, Milano,Palermo ecc.) non si sono verificati aumenti. (cfr. Tab.A)
Diversi sono i fattori che hanno inciso ed incidono sulle tariffe: l'assetto
idrogeologico, il numero di utenti serviti, i chilometri di rete, il volume
di acqua distribuita ed eventualmente acquistata, la sua qualità, le perdite
di acqua nella rete, gli investimenti effettuati per migliorare il servizio,
i costi di gestione e la tipologia di gestione, ecc.

TABELLA  RIASSUNTIVA  E COMPARATIVA TRA IL TASSO D'INFLAZIONE  E GLI AUMENTI
% SUL SERVIZIO IDRICO    dal 1996 al 2001
Anni199619971998199920002001TotaleMedia annua
Tasso inflazione nazionale  ISTAT*3,9%1,7%1,8%1,7%2,6%2,7%14,4%2,4%
Aumento medio nazion. del servizio idrico riferito ad una spesa annua di una
famiglia per un consumo di 200m3 annui di
acqua**8,0%11,2%1,69%5,61%1,5%1,57%29,6%4,9%

*    fonte ISTAT nazionale
**  sulla base delle nostre precedenti Indagini Nazionali

Le fasce  di  consumo  e  le tariffe
Le "fasce di consumo" previste per legge sono cinque e risultano molto
articolate : la Ia, quella che prevede il consumo di acqua fatturato al
prezzo più economico, va dai 48 m3  annui di Ferrara alle punte massime di
150 m3  di Campobasso e 127 di Milano, cioè un milanese può pagare alla
tariffa più bassa il consumo di circa 80 metri cubi in più di un ferrarese;
le altre città oscillano in una media di  84 m3 . Nella  IIa  fascia il
quantitativo di acqua fatturata secondo i regolamenti aziendali va da un
minimo di 44 m3 di  Ravenna ad un massimo di 227 mc3 di Cesena; il consumo
che rientra nella terza fascia ha un costo più elevato ed è previsto in
tutti i Comuni; 31 città prevedono anche la quarta fascia e solo 15 sulle 49
campionate arrivano anche alla quinta .
Poiché le tariffe sono definite sulla base delle fasce di consumo, ne deriva
una grande variabilità tariffaria fra i diversi Comuni: nella prima fascia
la tariffa più economica è registrata a Bolzano dove un metro cubo di acqua
costa solo £.165,a Piacenza e Venezia £167; la più cara è a Ferrara con
£.1.200, rispetto ad una media nazionale di £/m3 523 (euro 0,27).  Nella
seconda fascia  si va da un minimo di 290£/m3 (a Milano) ad un massimo di
1.853 £/m3 (a Cesena), a fronte di una  media nazionale di £ 895m3 (euro
0,46). Nella terza fascia, Cesena  riconferma la tariffa più cara con
£.3.355, mentre la più economica è di nuovo a Bolzano £384, rispetto ad una
media nazionale di £.1.398 (euro 0,72).
Il costo del nolo contatore, che si chiamerà in futuro quota fissa e che si
aggiunge alla spesa dovuta per il consumo di acqua, varia anch'esso da città
a città: la media nazionale si attesta sulle £.558 mensili (euro0,29), ma a
Firenze costa £ 2.166, a Mantova £1.110 e in molte città è rimasto a £.450.
La media nazionale  del canone fognature è stata nel 2001 di £. 184 (euro
0,10) mensili, che però  diventano £.256 a Bolzano e restano £. 120 a
Firenze. La media nazionale per il canone di depurazione raggiunge le £.516
mensili (euro 0,27), ma per lo stesso servizio si pagano £.793 a Bolzano e
£. 700 a Firenze.
Ricordiamo che si aggiunge il 10% di Iva su ciascuna voce, cioè sul costo
dell'acqua, sul nolo contatore, sulla tariffa di depurazione e sulla tariffa
fognature.
Di fronte agli aumenti e valori molto diversi da un Comune all'altro non si
intende esprimere un giudizio di merito perché queste diversità trovano
spiegazione anche nei comportamenti adottati dai gestori nel dare
applicazione alla miriade di provvedimenti deliberati dal CIPE, dai governi,
dalle amministrazioni comunali, tuttavia come Federconsumatori riteniamo
necessario che si metta ordine nel sistema tariffario,come previsto dalla
legge Galli, la n°36/94.
Le forme gestionali  e la Carta del Servizio Idrico
Il servizio idrico in 32 casi sui 49 esaminati è gestito da S.p.A. a totale
capitale pubblico locale e in 8 città ci sono S.p.A. a prevalente capitale
pubblico locale. Si registra, così, una crescente tendenza al superamento
delle gestioni in economia diretta  o delle forme consortili, ma ancora
rimane da fare per vincere  resistenze in alcune realtà regionali e per
favorire lo sviluppo di aziende pluriservizi che puntino all'innovazione,
all'aziendalizzazione, alla sensibilità e al rispetto dei diritti degli
utenti, sotto il controllo delle Conferenze provinciali dei sindaci e delle
costituite Agenzie di Ambito Territoriale Ottimale (ATO), già insediate in
più della metà del nostro Paese.
La Carta del Servizio Idrico è presente in 43 città su 49; le prime a
dotarsene sono state in ordine di tempo Bologna, Carpi, Ferrara e Roma   nel
1994; le ultime, nel 2001, Milano, Napoli, Palermo, Rovigo e le città
servite dall'Acquedotto Pugliese. Non tutti i gestori si sono confrontati
con le Associazioni dei Consumatori nel redigerla e approvarla: in 29 città
c'è stato tale confronto, in 14 no. La Carta del Servizio manca ancora a
Bolzano, Campobasso, Cosenza, Crotone, e Firenze; è in corso di adozione ad
Asti.
Ricordiamo che tale Carta va annualmente monitorata ed aggiornata, deve
essere oggetto di confronto con le Associazioni dei consumatori, non deve
rimanere un documento a sé, come parvenza di efficienza e trasparenza, ma
deve essere rispettata ed attuata in tutte le sue voci. A questo strumento
si possono collegare studi, inchieste,monitoraggi, ecc.
Bollettazione e letture contatore
 In sei città gli utenti pagano ogni due mesi, in ventiquattro la bolletta è
trimestrale, in altri quattro città è quadrimestrale, in dodici è
semestrale; a Campobasso, Cosenza e Ravenna, infine, è annuale. In diciotto
città si pagano anche gli acconti, che vanno da uno solo ad Alessandria,
Ferrara, Novara, Teramo e Verona , ai cinque di Parma e Trieste. Per quanto
riguarda le letture del contatore la media nazionale è di due letture all'
anno, ma anche in questo caso le diversità non mancano: si va dalle quattro
effettuate a Firenze,Napoli, Rimini, Roma e Torino,all'unica annuale in
sette città. Le città gestite dall'Acquedotto Pugliese usufruiscono di un
servizio di autolettura tramite numero verde o sito Internet. Anche su
questo versante è giusto cercare un'omogeneità di comportamenti a livello
regionale e nazionale.
Mora e Interessi
Molto articolata si presenta la situazione rilevata dalla nostra Indagine:
in tutti i Comuni si paga la mora dal 1° giorno successivo alla scadenza (ad
eccezione di Livorno dove si applica la mora dal 6° giorno), con interessi
che variano da un 2% ad un 5%, più il TUS (tasso ufficiale di sconto) che in
dicembre 2001 è stato del 3,25%, che da gennaio 2002 è ridenominato Tasso di
Riferimento BCE ed è del 3%.
Anche in questo campo i gestori dovranno modificare qualcosa, perseguire una
graduale omogeneità e prevedere, come avviene ad esempio ad Imola, delle
eccezioni nei confronti di chi ha sempre pagato la bolletta con puntualità e
potrebbe  una volta ritardare il pagamento per cause di forza maggiore
(lutti, malattie, eventi familiari) che possono generare una dimenticanza o
un vero e proprio impedimento.
Utenze e  Minimo forfetizzato
Dall'indagine emerge che dal 1999 al 2000 sono aumentate le utenze,
domestiche e non domestiche, tranne che a Campobasso, Cosenza e Palermo dove
sono diminuite e a Genova che vede il numero invariato.
Purtroppo sono ancora la maggioranza nel nostro campione, 34 su 49, le città
che prevedono il pagamento di un minimo di  metri cubi di acqua
forfetizzato, perciò pagato anche se non consumato o, anzi, consumato senza
risparmio perché comunque è da pagare. La media nazionale risulta di  92
metri cubi annui. Abbattere il minimo forfetizzato è già da tempo una nostra
richiesta ed è  una delle strade da percorrere per diffondere una mentalità
basata sul risparmio dell'acqua, invece che sullo spreco.
Novità per il 2002
La delibera CIPE del 2001, la n° 52/2001, pubblicata sulla G.U. del
18/07/2001, prevede alcune importanti novità per le politiche tariffarie con
decorrenza 01/07/2001:
1) E' previsto  per tutte le gestioni acquedottistiche che si trovano in
gravi sbilanci di gestione (rapporti entrate/costi) l'obbligo di copertura
dei costi del servizio in misura non inferiore all'80%.
2) E' previsto il superamento in un tempo di quattro anni del minimo
impegnato con decorrenza 01/07/2001. Per la realizzazione di questa manovra
il CIPE ha previsto (a fronte di un calo prevedibile di entrate) una manovra
compensativa a carico della quota fissa (ex nolo-contatore) che,
eventualmente rivalutata, sarà estesa ad ogni singola unità abitativa (o
unità di utenza finale), indipendentemente dall'esistenza del contatore
contrattuale.
Ciò implica nei condomini dotati di un unico contatore contrattuale, la
sostituzione della singola quota di nolo-contatore con un numero di quote
fisse pari al numero di utenze finali. La delibera Cipe del 2001 prevede,
inoltre, di  rivalutare la quota fissa fino ad un massimo di tre volte per
coprire la differenza di ricavo derivante dalla riduzione del minimo
impegnato e, ove ciò non bastasse, il proporzionale adeguamento della parte
variabile delle tariffe (N.B. per tutti gli usi, non solo per quelli
domestici).
3) Sono consentiti, inoltre, per i gestori non in economia diretta (che
effettuano investimenti) aumenti tariffari graduati al grado di
avvicinamento e attuazione della legge 36/94.
4) Per il servizio di depurazione/fognatura viene richiamato l'obbligo di
portare il CANONE DI DEPURAZIONE a £.500/m3. Nel nostro campione quasi tutti
i Comuni (cfr. TAB.2) l'hanno adeguato a £.500/m3  già da diversi anni; anzi
alcuni l'hanno anche superato. Per il CANONE DI FOGNATURA i gestori hanno la
facoltà di incrementare le tariffe fino a £.178/m3. Nel nostro campione la
media nazionale  è  già di £.184.
La qualità
Cinque sono le classi previste, dalla prima (ottima) alla quinta:  la
valutazione complessiva dei dati presi in esame (conducibilità, cloruri,
manganese, ferro, nitrati, solfati, ione ammonio, durezza) posiziona quasi
tutte le città in seconda classe; soltanto Bolzano, Bergamo, Cosenza e
Gorizia rientrano in prima classe, mentre Imola, Piacenza e Lecce finiscono
in terza classe (valore di sufficienza). La causa dello scadimento
qualitativo è l'elevata concentrazione di nitrati e, per il comune di Lecce,
anche dei cloruri.
La maggioranza dei Comuni esaminati presentano acque di media durezza, ma
Cesena, Bologna, Roma, Piacenza, Modena e Reggio Emilia hanno acque "dure",
mentre Lecce, Livorno, Imola, Padova e Carpi "molto dure".  Solo in otto
città l'acqua può essere giudicata "dolce".
In sintesi solo quattro città, Bergamo, Bolzano, Cosenza e Gorizia
evidenziano sia ottime caratteristiche chimiche, sia ridotti valori di
durezza.

Le nostre proposte e considerazioni
Dal quadro nazionale emergono ancora differenze notevoli nella spesa per le
famiglie e ritardi gestionali.
E' più che mai urgente attuare:
·  un processo di piena applicazione della legge Galli e delle leggi
regionali con la costituzione delle Agenzie di ambito Territoriale Ottimale
(ATO)
·  un sistema tariffario e di gestione capace di equilibrare i costi e
assicurare nel contempo i necessari investimenti per l'ottimizzazione e
industrializzazione del servizio
·  il superamento dell'attuale giungla tariffaria e la graduale perequazione
tariffaria e delle fasce di consumo nell'ambito degli ATO e contratti
definiti dalle Agenzie d'ambito che devono tener conto di:
1)la promozione fra gli utenti di una cultura del risparmio attraverso
campagne informative per un corretto utilizzo a seconda degli usi e che veda
la valorizzazione del consumo dell'acqua  potabile da parte dei cittadini; a
tal proposito sarebbe auspicabile che nella costruzione di nuove case ed
edifici si cominciassero a creare impianti di acqua non potabile per gli usi
non strettamente correlati all'alimentazione e all'igiene personale e si
tenesse conto di ciò nei regolamenti delle Commissioni edilizie; così come
sarebbe quanto mai opportuno l'uso di acqua non potabile per i lavaggi delle
strade, per irrigazione di giardini, per usi industriali e che le acque
reflue depurate fossero  utilizzate per l'irrigazione agricola;
2)il superamento del "minimo impegnato" in tempi certi e brevi nelle città
(la maggior parte) che ancora lo prevedono, modificando il contratto o il
regolamento di fornitura del servizio idrico ed introducendo agevolazioni
per la messa in opera dei contatori per singola unità abitativa laddove non
ci sono;
3)lo sviluppo di "nuove relazioni" con gli utenti e con le loro
rappresentanze riconosciute per il miglioramento quantitativo e qualitativo
del servizio fornito ai cittadini;
4) costituzione dei Comitati Consultivi degli utenti  una volta insediati
gli  A.T.O. nelle diverse realtà territoriali laddove le leggi regionali li
prevedono;
5) gli aggiornamenti delle leggi regionali per prevedere la costituzione dei
Comitati Consultivi degli utenti( come strumento di partecipazione da parte
dei cittadini) e gli Organi di Vigilanza e Tutela laddove non sono ancora
contemplati;
6) l'adozione della Carta dei Servizi dove ancora non esistono e
aggiornamento con monitoraggio continuo dove sono state adottate
Su queste proposte che  possono  rappresentare l'asse portante di una nuova
politica qualificata dei servizi a domanda individuale,
al Governo, al Parlamento e alle Regioni chiediamo:
·         un forte impegno per aggiornare la legge Galli alla luce dei
cambiamenti intervenuti dal suo varo ad oggi e dei ritardi accumulati nel
processo attuativo
·         l'istituzione di Autorithy nel settore, come elemento di garanzia
nel processo attuativo della legge 36/94 e a tutela dei consumatori,
riconvertendo l'attuale Comitato Nazionale di Vigilanza Idrica  istituito ai
sensi dell'art. 21 della legge 36/94.
FEDERCONSUMATORI
OSSERVATORIO NAZIONALE  TARIFFE E SERVIZI