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analisi del servizio idrico
- Subject: analisi del servizio idrico
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Sat, 31 May 2003 06:51:13 +0200
da federconsumatori. it maggio 2003 SINTESI della IVA INDAGINE NAZIONALE sul SERVIZIO IDRICO L'Osservatorio Nazionale sulle Tariffe e Servizi della Federconsumatori ha realizzato la IVa Indagine Nazionale sul servizio idrico (uso domestico), prendendo in esame il costo dell'acqua, le tariffe, le fasce di consumo, il numero delle utenze, i costi e i ricavi, l'adozione della Carta del Servizio, gli aumenti intercorsi dall'01/07/1999 all'01/10/200, la situazione idrica nazionale e, in collaborazione con l'ARPA E.R., sono stati analizzati anche i parametri di qualità. Quarantanove le città campionate,tra cui i grandi capoluoghi come Milano, Roma, Firenze, Torino, Venezia, Bologna, Napoli, Palermo. La spesa: prendendo a riferimento un consumo di 200 m3 all'anno, che rappresenta la media nazionale di consumo per famiglia, nel 2001 la spesa annua più elevata (£.549.780) si è registrata a Forlì, cui seguono Livorno (£.537.959) e Cesena (£.504.530) e); quella più economica spetta a Milano (£ 201.136), seguita da Piacenza (£.227.046) e Venezia (£.241.492). La spesa media nazionale ha raggiunto lire 374.087 (euro193,2),pari ad un costo medio proporzionale di 1.870 £/m3 (euro 0,97). Delle quarantanove città campionate ben 22 si collocano al di sopra della media nazionale. ( cfr. Tab. A, C). Gli aumenti 2001: Rispetto al 2000 la media nazionale degli aumenti è stata del + 1,57% (pari a £. 5.612 = euro 2,89), con la punta massima di Livorno che arriva al +10 %; l'aumento più contenuto è stato registrato Varese, di 0,17%, corrispondente a £.513. In diciotto città (Bari, Bolzano, Cosenza, Firenze, Milano,Palermo ecc.) non si sono verificati aumenti. (cfr. Tab.A) Diversi sono i fattori che hanno inciso ed incidono sulle tariffe: l'assetto idrogeologico, il numero di utenti serviti, i chilometri di rete, il volume di acqua distribuita ed eventualmente acquistata, la sua qualità, le perdite di acqua nella rete, gli investimenti effettuati per migliorare il servizio, i costi di gestione e la tipologia di gestione, ecc. TABELLA RIASSUNTIVA E COMPARATIVA TRA IL TASSO D'INFLAZIONE E GLI AUMENTI % SUL SERVIZIO IDRICO dal 1996 al 2001 Anni199619971998199920002001TotaleMedia annua Tasso inflazione nazionale ISTAT*3,9%1,7%1,8%1,7%2,6%2,7%14,4%2,4% Aumento medio nazion. del servizio idrico riferito ad una spesa annua di una famiglia per un consumo di 200m3 annui di acqua**8,0%11,2%1,69%5,61%1,5%1,57%29,6%4,9% * fonte ISTAT nazionale ** sulla base delle nostre precedenti Indagini Nazionali Le fasce di consumo e le tariffe Le "fasce di consumo" previste per legge sono cinque e risultano molto articolate : la Ia, quella che prevede il consumo di acqua fatturato al prezzo più economico, va dai 48 m3 annui di Ferrara alle punte massime di 150 m3 di Campobasso e 127 di Milano, cioè un milanese può pagare alla tariffa più bassa il consumo di circa 80 metri cubi in più di un ferrarese; le altre città oscillano in una media di 84 m3 . Nella IIa fascia il quantitativo di acqua fatturata secondo i regolamenti aziendali va da un minimo di 44 m3 di Ravenna ad un massimo di 227 mc3 di Cesena; il consumo che rientra nella terza fascia ha un costo più elevato ed è previsto in tutti i Comuni; 31 città prevedono anche la quarta fascia e solo 15 sulle 49 campionate arrivano anche alla quinta . Poiché le tariffe sono definite sulla base delle fasce di consumo, ne deriva una grande variabilità tariffaria fra i diversi Comuni: nella prima fascia la tariffa più economica è registrata a Bolzano dove un metro cubo di acqua costa solo £.165,a Piacenza e Venezia £167; la più cara è a Ferrara con £.1.200, rispetto ad una media nazionale di £/m3 523 (euro 0,27). Nella seconda fascia si va da un minimo di 290£/m3 (a Milano) ad un massimo di 1.853 £/m3 (a Cesena), a fronte di una media nazionale di £ 895m3 (euro 0,46). Nella terza fascia, Cesena riconferma la tariffa più cara con £.3.355, mentre la più economica è di nuovo a Bolzano £384, rispetto ad una media nazionale di £.1.398 (euro 0,72). Il costo del nolo contatore, che si chiamerà in futuro quota fissa e che si aggiunge alla spesa dovuta per il consumo di acqua, varia anch'esso da città a città: la media nazionale si attesta sulle £.558 mensili (euro0,29), ma a Firenze costa £ 2.166, a Mantova £1.110 e in molte città è rimasto a £.450. La media nazionale del canone fognature è stata nel 2001 di £. 184 (euro 0,10) mensili, che però diventano £.256 a Bolzano e restano £. 120 a Firenze. La media nazionale per il canone di depurazione raggiunge le £.516 mensili (euro 0,27), ma per lo stesso servizio si pagano £.793 a Bolzano e £. 700 a Firenze. Ricordiamo che si aggiunge il 10% di Iva su ciascuna voce, cioè sul costo dell'acqua, sul nolo contatore, sulla tariffa di depurazione e sulla tariffa fognature. Di fronte agli aumenti e valori molto diversi da un Comune all'altro non si intende esprimere un giudizio di merito perché queste diversità trovano spiegazione anche nei comportamenti adottati dai gestori nel dare applicazione alla miriade di provvedimenti deliberati dal CIPE, dai governi, dalle amministrazioni comunali, tuttavia come Federconsumatori riteniamo necessario che si metta ordine nel sistema tariffario,come previsto dalla legge Galli, la n°36/94. Le forme gestionali e la Carta del Servizio Idrico Il servizio idrico in 32 casi sui 49 esaminati è gestito da S.p.A. a totale capitale pubblico locale e in 8 città ci sono S.p.A. a prevalente capitale pubblico locale. Si registra, così, una crescente tendenza al superamento delle gestioni in economia diretta o delle forme consortili, ma ancora rimane da fare per vincere resistenze in alcune realtà regionali e per favorire lo sviluppo di aziende pluriservizi che puntino all'innovazione, all'aziendalizzazione, alla sensibilità e al rispetto dei diritti degli utenti, sotto il controllo delle Conferenze provinciali dei sindaci e delle costituite Agenzie di Ambito Territoriale Ottimale (ATO), già insediate in più della metà del nostro Paese. La Carta del Servizio Idrico è presente in 43 città su 49; le prime a dotarsene sono state in ordine di tempo Bologna, Carpi, Ferrara e Roma nel 1994; le ultime, nel 2001, Milano, Napoli, Palermo, Rovigo e le città servite dall'Acquedotto Pugliese. Non tutti i gestori si sono confrontati con le Associazioni dei Consumatori nel redigerla e approvarla: in 29 città c'è stato tale confronto, in 14 no. La Carta del Servizio manca ancora a Bolzano, Campobasso, Cosenza, Crotone, e Firenze; è in corso di adozione ad Asti. Ricordiamo che tale Carta va annualmente monitorata ed aggiornata, deve essere oggetto di confronto con le Associazioni dei consumatori, non deve rimanere un documento a sé, come parvenza di efficienza e trasparenza, ma deve essere rispettata ed attuata in tutte le sue voci. A questo strumento si possono collegare studi, inchieste,monitoraggi, ecc. Bollettazione e letture contatore In sei città gli utenti pagano ogni due mesi, in ventiquattro la bolletta è trimestrale, in altri quattro città è quadrimestrale, in dodici è semestrale; a Campobasso, Cosenza e Ravenna, infine, è annuale. In diciotto città si pagano anche gli acconti, che vanno da uno solo ad Alessandria, Ferrara, Novara, Teramo e Verona , ai cinque di Parma e Trieste. Per quanto riguarda le letture del contatore la media nazionale è di due letture all' anno, ma anche in questo caso le diversità non mancano: si va dalle quattro effettuate a Firenze,Napoli, Rimini, Roma e Torino,all'unica annuale in sette città. Le città gestite dall'Acquedotto Pugliese usufruiscono di un servizio di autolettura tramite numero verde o sito Internet. Anche su questo versante è giusto cercare un'omogeneità di comportamenti a livello regionale e nazionale. Mora e Interessi Molto articolata si presenta la situazione rilevata dalla nostra Indagine: in tutti i Comuni si paga la mora dal 1° giorno successivo alla scadenza (ad eccezione di Livorno dove si applica la mora dal 6° giorno), con interessi che variano da un 2% ad un 5%, più il TUS (tasso ufficiale di sconto) che in dicembre 2001 è stato del 3,25%, che da gennaio 2002 è ridenominato Tasso di Riferimento BCE ed è del 3%. Anche in questo campo i gestori dovranno modificare qualcosa, perseguire una graduale omogeneità e prevedere, come avviene ad esempio ad Imola, delle eccezioni nei confronti di chi ha sempre pagato la bolletta con puntualità e potrebbe una volta ritardare il pagamento per cause di forza maggiore (lutti, malattie, eventi familiari) che possono generare una dimenticanza o un vero e proprio impedimento. Utenze e Minimo forfetizzato Dall'indagine emerge che dal 1999 al 2000 sono aumentate le utenze, domestiche e non domestiche, tranne che a Campobasso, Cosenza e Palermo dove sono diminuite e a Genova che vede il numero invariato. Purtroppo sono ancora la maggioranza nel nostro campione, 34 su 49, le città che prevedono il pagamento di un minimo di metri cubi di acqua forfetizzato, perciò pagato anche se non consumato o, anzi, consumato senza risparmio perché comunque è da pagare. La media nazionale risulta di 92 metri cubi annui. Abbattere il minimo forfetizzato è già da tempo una nostra richiesta ed è una delle strade da percorrere per diffondere una mentalità basata sul risparmio dell'acqua, invece che sullo spreco. Novità per il 2002 La delibera CIPE del 2001, la n° 52/2001, pubblicata sulla G.U. del 18/07/2001, prevede alcune importanti novità per le politiche tariffarie con decorrenza 01/07/2001: 1) E' previsto per tutte le gestioni acquedottistiche che si trovano in gravi sbilanci di gestione (rapporti entrate/costi) l'obbligo di copertura dei costi del servizio in misura non inferiore all'80%. 2) E' previsto il superamento in un tempo di quattro anni del minimo impegnato con decorrenza 01/07/2001. Per la realizzazione di questa manovra il CIPE ha previsto (a fronte di un calo prevedibile di entrate) una manovra compensativa a carico della quota fissa (ex nolo-contatore) che, eventualmente rivalutata, sarà estesa ad ogni singola unità abitativa (o unità di utenza finale), indipendentemente dall'esistenza del contatore contrattuale. Ciò implica nei condomini dotati di un unico contatore contrattuale, la sostituzione della singola quota di nolo-contatore con un numero di quote fisse pari al numero di utenze finali. La delibera Cipe del 2001 prevede, inoltre, di rivalutare la quota fissa fino ad un massimo di tre volte per coprire la differenza di ricavo derivante dalla riduzione del minimo impegnato e, ove ciò non bastasse, il proporzionale adeguamento della parte variabile delle tariffe (N.B. per tutti gli usi, non solo per quelli domestici). 3) Sono consentiti, inoltre, per i gestori non in economia diretta (che effettuano investimenti) aumenti tariffari graduati al grado di avvicinamento e attuazione della legge 36/94. 4) Per il servizio di depurazione/fognatura viene richiamato l'obbligo di portare il CANONE DI DEPURAZIONE a £.500/m3. Nel nostro campione quasi tutti i Comuni (cfr. TAB.2) l'hanno adeguato a £.500/m3 già da diversi anni; anzi alcuni l'hanno anche superato. Per il CANONE DI FOGNATURA i gestori hanno la facoltà di incrementare le tariffe fino a £.178/m3. Nel nostro campione la media nazionale è già di £.184. La qualità Cinque sono le classi previste, dalla prima (ottima) alla quinta: la valutazione complessiva dei dati presi in esame (conducibilità, cloruri, manganese, ferro, nitrati, solfati, ione ammonio, durezza) posiziona quasi tutte le città in seconda classe; soltanto Bolzano, Bergamo, Cosenza e Gorizia rientrano in prima classe, mentre Imola, Piacenza e Lecce finiscono in terza classe (valore di sufficienza). La causa dello scadimento qualitativo è l'elevata concentrazione di nitrati e, per il comune di Lecce, anche dei cloruri. La maggioranza dei Comuni esaminati presentano acque di media durezza, ma Cesena, Bologna, Roma, Piacenza, Modena e Reggio Emilia hanno acque "dure", mentre Lecce, Livorno, Imola, Padova e Carpi "molto dure". Solo in otto città l'acqua può essere giudicata "dolce". In sintesi solo quattro città, Bergamo, Bolzano, Cosenza e Gorizia evidenziano sia ottime caratteristiche chimiche, sia ridotti valori di durezza. Le nostre proposte e considerazioni Dal quadro nazionale emergono ancora differenze notevoli nella spesa per le famiglie e ritardi gestionali. E' più che mai urgente attuare: · un processo di piena applicazione della legge Galli e delle leggi regionali con la costituzione delle Agenzie di ambito Territoriale Ottimale (ATO) · un sistema tariffario e di gestione capace di equilibrare i costi e assicurare nel contempo i necessari investimenti per l'ottimizzazione e industrializzazione del servizio · il superamento dell'attuale giungla tariffaria e la graduale perequazione tariffaria e delle fasce di consumo nell'ambito degli ATO e contratti definiti dalle Agenzie d'ambito che devono tener conto di: 1)la promozione fra gli utenti di una cultura del risparmio attraverso campagne informative per un corretto utilizzo a seconda degli usi e che veda la valorizzazione del consumo dell'acqua potabile da parte dei cittadini; a tal proposito sarebbe auspicabile che nella costruzione di nuove case ed edifici si cominciassero a creare impianti di acqua non potabile per gli usi non strettamente correlati all'alimentazione e all'igiene personale e si tenesse conto di ciò nei regolamenti delle Commissioni edilizie; così come sarebbe quanto mai opportuno l'uso di acqua non potabile per i lavaggi delle strade, per irrigazione di giardini, per usi industriali e che le acque reflue depurate fossero utilizzate per l'irrigazione agricola; 2)il superamento del "minimo impegnato" in tempi certi e brevi nelle città (la maggior parte) che ancora lo prevedono, modificando il contratto o il regolamento di fornitura del servizio idrico ed introducendo agevolazioni per la messa in opera dei contatori per singola unità abitativa laddove non ci sono; 3)lo sviluppo di "nuove relazioni" con gli utenti e con le loro rappresentanze riconosciute per il miglioramento quantitativo e qualitativo del servizio fornito ai cittadini; 4) costituzione dei Comitati Consultivi degli utenti una volta insediati gli A.T.O. nelle diverse realtà territoriali laddove le leggi regionali li prevedono; 5) gli aggiornamenti delle leggi regionali per prevedere la costituzione dei Comitati Consultivi degli utenti( come strumento di partecipazione da parte dei cittadini) e gli Organi di Vigilanza e Tutela laddove non sono ancora contemplati; 6) l'adozione della Carta dei Servizi dove ancora non esistono e aggiornamento con monitoraggio continuo dove sono state adottate Su queste proposte che possono rappresentare l'asse portante di una nuova politica qualificata dei servizi a domanda individuale, al Governo, al Parlamento e alle Regioni chiediamo: · un forte impegno per aggiornare la legge Galli alla luce dei cambiamenti intervenuti dal suo varo ad oggi e dei ritardi accumulati nel processo attuativo · l'istituzione di Autorithy nel settore, come elemento di garanzia nel processo attuativo della legge 36/94 e a tutela dei consumatori, riconvertendo l'attuale Comitato Nazionale di Vigilanza Idrica istituito ai sensi dell'art. 21 della legge 36/94. FEDERCONSUMATORI OSSERVATORIO NAZIONALE TARIFFE E SERVIZI
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