SARS la gara dei brevetti



da boiler.it
                 08.05.2003



EPIDEMIE

È partita la gara dei brevetti attorno alla Sars
da Lanci

 IL GRANDE SFORZO dei laboratori di tutto il mondo che ha condotto alla
scoperta del virus (le cui prime sequenze del genoma vengono pubblicate in
questi giorni su Science) che causa la polmonite atipica e al sequenziamento
del genoma si sta trasformando in una competizione per ottenere dei brevetti
e sfruttare commercialmente le scoperte. A dirlo è un articolo pubblicato
sul Wall Street Journal (che sottolinea come il team canadese che per primo
ha mappato parte del genoma del coronavirus abbia richiesto un brevetto
negli Usa che ne copra tutti i geni. Gli scienziati di Hong Kong, invece,
che per primi hanno individuato il virus al microscopio, stanno cercando di
ottenere un brevetto sul virus in sé, mentre i Centers for Disease Control
and Prevention di Atlanta hanno chiesto un brevetto per tutto quello che
hanno scoperto sulla malattia. Si tratta di patenti abbastanza generiche da
permettere ai possessori di avanzare pretese su tutti i test diagnostici,
farmaci e vaccini che saranno sviluppati per fronteggiare l'epidemia.

 Gli scienziati sono divisi sul fatto che sia appropriato ottenere dei
vantaggi commerciali da scoperte di questo tipo, ma molte compagnie si sono
già lanciate in questo mercato nascente. Alcuni test, per quanto imprecisi,
sono già disponibili e alcune grandi aziende, come Abbott Laboratories e
Roche, stanno cercando di sviluppare nuove versioni. Altre, come Merck e
Aventis, stanno esplorando la possibilità di realizzare un vaccino. Secondo
Klaus Stohr, un funzionario dell'Oms, non ci saranno problemi per la ricerca
da queste attività "commerciali". Marco Marra, il ricercatore italiano a
capo del team che ha sequenziato il genoma del virus, ha già fatto sapere di
non volere il proprio nome su un eventuale brevetto. Secondo Marra, i geni
non possono essere brevettati perché non sono invenzioni. Anche Bernhard
Nocht, dell'Institute for Tropical Medicine, che ha pubblicato un metodo per
identificare il virus sul New England Journal of Medicine, ha deciso di non
ricorrere al brevetto. Invece la Acacia Research ha avanzato una richiesta
di brevetto per sessanta farmaci che potrebbero essere usati per fermare la
replicazione del virus. A diventare preziosi in questo caso sono i pazienti,
che sono veramente pochi ma che sono necessari per valutare l'efficacia dei
farmaci.

«Il coronavirus non proviene dagli animali»

Intanto, dalla Fao arriva una smentita alla teoria dell'origine animale
della Sars. «L'impronta genetica del coronavirus associato con la Sars è
molto diversa da quella di ogni altro coronavirus conosciuto, sia animale
che umano: non vi è alcuna prova, dunque, che il nuovo virus provenga dagli
animali e abbia fatto il salto di specie. Anzi, questo è altamente
improbabile». È quanto sostiene Peter Roeder, responsabile della Divisione
Salute e Prodotti Animali della Fao. Secondo l'esperto non sono stati gli
animali (pollame, ovini o suini) a trasmettere l'agente patogeno all'uomo,
«anche se», ammette, «la stretta convivenza fra gli allevamenti intensivi e
le popolazioni umane può essere un buon terreno di coltura per le infezioni.
Tuttavia, l'origine del virus è ancora oggi un mistero».