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intelligenza in rete
- Subject: intelligenza in rete
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Fri, 9 May 2003 06:45:04 +0200
Formiche globali, invadenti FRANCO CARLINI Emergente, nel senso di emersione F. C. Emergente, nel senso di emersione Fenomeni di intelligenza «in rete», tra matematica, movimenti e processori F. C. La parola chiave è «emergente». Non nel senso di un individuo che si fa strada a gomitate tra i concorrenti, ma in quello più letterale, di qualcosa che spunta fuori, che viene a galla: la Venere che esce dalle acque, la punta dell'iceberg, ma anche le idee che scaturiscano dal grande e caotico lavorìo delle cellule cerebrali, le forme generate da poche regole di interazione tra oggetti astratti, il comportamento collettivo degli insetti sociali, la mobilitazione delle masse del mondo nello stesso giorno per la pace, le tendenze della borsa estraibili da un andamento apparentemente confuso di alti e bassi, la gestione decentrata dell'Internet che non è affidata a nessun controllo centrale, ma distribuita in una moltitudine di computer (server) che si passano i dati l'un l'altro. Questi ed altri fenomeni, pur in apparenza così diversi, sono ormai unificabili in un unico paradigma, che si fonda insieme nella matematica (i cosiddetti automi cellulari) e nella sociologia. Il santuario di queste ricerche è Santa Fé nel New Mexico, ma i suoi adepti si trovano ormai dappertutto. Alla base di questa inter-disciplina, che potremmo forse chiamare scienza dei sistemi decentrati e interagenti ci sono poche idee, ma molto feconde. La principale è questa: per ottenere comportamenti globali (collettivi) macroscopici non è necessario descrivere nei dettagli un gigantesco programma unico (si pensi al programma di un computer) che contenga tutte le traiettorie. Anche se lo si volesse fare, quasi sempre non sarebbe possibile. Al contrario si possono ottenere comportamenti interessanti e sorprendenti (nel senso che quasi sempre sono imprevedibili) stabilendo poche regole di interazione che dettino il comportamento di una moltitudine di soggetti attivi, ognuno dei quali agisce a corto raggio e interagisce solo con pochi vicini. Per esempio i più moderni supercomputer operano così: non si costruiscono quasi più delle enormi macchine specializzate, ma si prendono centinaia di normali processori in commercio e li si connette in una rete tridimensionale, dove ognuno ha rapporti di scambio informativo solo con i sei vertici di un cubo vicino; ma si muovono in tale maniera anche gli stormi di uccelli migratori, ognuno regolandosi sui più prossimi; e lo stesso fanno i neuroni del cervello, che, attraverso le sinapsi, sparano eccitazione elettrica dall'uno all'altro, senza bisogno di un «omino del cervello» che faccia da supervisore (nota bene: l'espressione «omino del cervello» è stata coniata di recente dalla Gialappa's Band, all'interno della caricatura di uno dei personaggi del Grande Fratello, ma corrisponde a una discussione scientifica di lunga data nelle discipline del cervello: l'Homunculus è stato proposto come l'osservatore interno che tira le fila della attività cerebrale e che genera la coscienza). Gli effetti globali generati dalle interazioni locali hanno bisogno di due cose per prodursi: intanto deve esserci un gran numero di soggetti semplici (automi, agenti, li si chiami come si vuole) perché ci siano degli effetti statistici significativi e poi ci vuole del tempo. In altre parole non basta prendere centomila agenti, dettare le regole e produrre una prima interazione: facilmente in questo caso di otterrà un sistema senza ordine né tendenze dominanti. Bisogna invece iterare, iterare e iterare, ovvero lasciare che il sistema corra per molti volte (centinaia, migliaia) finché cominciano a comparire delle configurazioni significative. Sembra un processo spontaneo e magico, ma in realtà è assolutamente deterministico, nel senso che ogni interazione locale ha regole fisse da cui non si scappa; non ci sono estrazioni a sorte, ma anche così è impossibile teoricamente prevedere come sarà quel micromondo dopo N passi. Si può solo sperimentare e osservare, prendendo nota di come una configurazione iniziale e certe regole abbiano prodotto un certo risultato e di come altre configurazioni e/o altre regole ne producono uno diverso. In altre parole stiamo introducendo nelle scienze esatte un fattore temporale e storico, ovvero stiamo esaminando un fenomeno evolutivo, in qualche modo parente di quanto è avvenuto nell'evoluzione della vita sulla Terra: anche in quel caso infatti si parte da popolazioni numerosi, si introducono delle varianti (qualche cambiamento nei geni dei singoli individui) e si lascia che i batteri, i moscerini della frutta, i ragni, i cavalli e gli umani, interagiscano tra di loro e con l'ambiente. Al di là dei dettagli, che sono molto complicati anche dal punto di vista matematico, la cosa significativa è come questo approccio si stia rivelando fecondo (ed efficiente) in una molteplicità di campi, dalle scienze alla società, dalla gestione dei clienti di un'azienda alla formazione delle deliberazioni politiche. Basti pensare al «miracolo» costituito dalle relazioni «da pari a pari» in rete (in sigla P2P): cominciano per scambiare file musicali, senza passare per un computer-magazzino centralizzato e finiscono generando invisibili rapporti da molti a molti. Non sarà rivoluzionario, ma certamente è un fattore di destabilizzazione dell'ordine costituito. I commentatori e i politici se ne accorgono solo quando il passa parola P2P diventa Girotondo, materializzandosi nelle piazze e allora scattano le stupide ironie di chi, ignorante, cerca di mettere in burletta quanto non capisce. Lo facevano anche i saggi che processavano Galileo, ma che in effetti erano solo preoccupati di non perdere il loro ruolo (l'hanno perso). Girotondi e convocazioni mondiali per la pace sono solo uno stadio dell'evoluzione del sistema complesso costituito dalle civili formiche connesse in rete e il processo sembra inarrestabile. Non è semplice «basismo» (grassroot democracy), è invece una scienza nuova delle interazioni complesse e anche, contemporaneamente, scienza applicata alla società.
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