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messina,un ponte nel vuoto
- Subject: messina,un ponte nel vuoto
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Wed, 30 Apr 2003 06:50:55 +0200
il manifesto - 27 Aprile 2003 MEGALOMANIE BERLUSCONIANE Un ponte sospeso su un pericoloso vuoto ANNA DONATI Il progetto per l'attraversamento stabile dello Stretto di Messina con il più lungo ponte sospeso (stradale e ferroviario) mai realizzato al mondo, è la prima opera a cui viene applicata la procedura accelerata e la Valutazione di Impatto ambientale (Via) semplificata, prevista dalla legge Obiettivo. La procedura è in corso: la speciale Commissione Via dovrà esprimersi entro il 20 maggio 2003. Verdi, Wwf, Legambiente ed Italia nostra hanno presentato consistenti osservazioni contestando la procedura semplificata e accelerata, inaccettabile per un ponte sospeso lungo 3.300 metri, localizzato in un'area ad elevato rischio sismico, con notevoli emergenze ambientali e paesaggistiche: per questo gli ecologisti hanno presentato ricorsi in sede europea per la violazione delle direttive in materia di Via, della Valutazione ambientale strategica (Vas), e per il mancato adeguamento in materia di concessioni. Il ponte sullo Stretto, è stato inserito tra le opere strategiche dal governo Berlusconi, nonostante che l'analisi degli advisor, l'esplorazione del mercato e la relazione conclusiva (ottobre 2001) del Ministero delle Infrastrutture avesse documentato i rischi insiti nell'opera, gli elevati costi e l'incerta redditività, giudicandola non prioritaria. Gli elenchi di opere strategiche costituiscono automatica integrazione del Piano generale dei trasporti e della logistica (Pgtl), e devono necessariamente superare positivamente la Valutazione ambientale strategica. che dovrà essere effettuata per ponderare tra l'alternativa cabotaggio e l'alternativa ponte: ma non è mai stata predisposta dal ministero dell'Ambiente, violando in questo modo la normativa italiana. Il Ponte, inoltre, costituisce un freno allo sviluppo delle autostrade del mare per i traffici Nord-Sud. In netto contrasto con gli obiettivi del Pgtl, del Libro Bianco della Commissione europea, ma anche con le richieste delle Regioni Sicilia e Calabria che chiedono comunque di sviluppare la portualità. Del resto gli stessi studi della Societa' Stretto di Messina richiedono un forte ridimensionamento del traghettamento, cosi' come le valutazioni degli advisor che avevano indicato nel contenimento del cabotaggio una condizione essenziale per rendere utile e redditizio il Ponte. Per di più il progetto di attraversamento stabile dello Stretto di Messina registra un'assenza di strategia e pianificazione territoriale, viene sovrapposto alla pianificazione esistente, grazie alla procedura semplificata in cui all'approvazione al Cipe costituirà automatica variante dei Pgr e della pianificazione vigente. Non a caso anche il sindaco di Villa S.Giovanni fortemente preoccupato, ha chiesto la sospensione della procedura di Via. Gli ambientalisti puntano il dito anche sulle stime gonfiate dei flussi di traffico attesi. Mario Zambrini (AmbienteItalia) ha dimostrato che le stime della crescita dei flussi di traffico presentati dalla società Stretto di Messina oscillano tra il 30-60% in piu' rispetto ai dati certificati dagli advisor internazionali. Stime di crescita che non sono supportate da una coerente valutazione delle tendenze in atto, dove nell'ultimo decennio è cresciuto prevalentemente il trasporto via mare ed il traffico aereo, e nel «caso fossero fondate sarebbero davvero preoccupanti perché l'intero paese e le nostre città sarebbero completamente congestionate dal trasporto stradale, ben peggio di oggi», ha sostenuto Mariarosa Vittadini, ex direttore del Servizio Via del ministero per l'Ambiente che ha elaborato una parte delle Osservazioni critiche degli ecologisti al progetto. Le stime gonfiate di crescita allegate alla Sia servono a far quadrare i conti per la fattibilità economica e finanziaria del Ponte sullo Stretto. Resta ovviamente irrisolta la questione finanziaria del Ponte, nonostante che l'amministratore della Stretto di Messina spa continui a ribadire che il costo non graverà sul bilancio dello stato. Il costo complessivo del progetto è stimato in 6 miliardi di euro (inclusi oneri e debito) e dovrebbe essere finanziato per il 41% da Fintecna e il restante 59% con ub project finance. E' previsto che al termine della concessione (30 anni) lo stato riscatti l'opera al 50% del suo valore, rimettendo a gara la gestione e recuperando così le risorse per remunerare il debito. Ma le risorse «proprie» di Fintecna derivano dalla liquidazione dell'ex Iri e quindi si tratta di risorse pubbliche, che i ricavi dai flussi di traffico attesi non solo sono gonfiati, ma in nessun caso potrebbero ripagare la quota del 59% di capitale privato, come ha dimostrato il caso dell'Alta Velocità ferroviaria in Italia. E ben difficilmente i costi di gestione e manutenzione di un progetto così complesso ed innovativo, unitamente alle stime gonfiate degli introiti, potranno remunerare il debito. Non a caso il presidente di Infrastrutture spa, il prof. Monorchio, ha escluso che l'opera possa essere realizzata senza adeguate garanzie dello Stato, per dimostrare che il costo del progetto sarà a carico di risorse pubbliche che graveranno sui futuri bilanci dello Stato. Le opere stradali e ferroviarie per collegare il Ponte, escluse dallo Studio di Impatto Ambientale, sono non finanziate e nonostante ciò vengono definite contestuali ed irrinunciabili. Stupisce che per il Ponte il governo sembra voler mettere in campo il massimo sforzo economico, mentre per l'Alta Capacità Salerno Reggio Calabria (15,2 mld di euro) il tutto è rimandato a dopo il 2005, così come per il completamento del raddoppio dei binari Messina-Palermo. Infine per l'autostrada Salerno-Reggio Calabria: solo 1/3 dei lavori è finanziato ed appaltato. Il rischio sismico dell'area è stato ampiamente sottovalutato. La stessa Relazione relativa allo Studio di pericolosità sismica ammette che per fattori come rotture di faglia in superficie e pericolo di liquefazione lo studio presentato non è nelle condizioni di valutare ed approfondire i fenomeni a riprova del fatto che il progetto preliminare non consente un'attenta valutazione del rischio sismico. Nonostante che il progetto sia localizzato in un'area che già in passato, durante gli eventi del 1894 e del 1908, ha presentato valori elevati di intensità macrosismica. Del resto è nota la presenza della faglia 50 che risulta chiaramente attiva lungo la sponda calabra, zona interessata dalla torre del manufatto. Questi fenomeni hanno un accertato impatto su strutture estese, in particolare i viadotti, come quelli previsti dal progetto di attraversamento stabile e costituiscono questioni irrisolte di pericolosità sismica, «rinviate» al progetto definitivo e non affrontate dal Sia mentre dovrebbero costituire secondo l'arch. Giancarlo Presicci, docente di valutazione ambientale dei progetti, che ha elaborato Osservazioni critiche per i Verdi , una «precondizione per la fattibilità dell'opera». Allo stesso modo lo Studio di impatto ambientale e l'Analisi multicriteria allegati al progetto contengono clamorosi e certificati errori metodologici: non viene valutato l'impatto su 11 siti naturalistici di interesse comunitario e 2 Zone di protezione speciale, si omettono Riserve naturali Regionali, la valutazione sul dissesto idrogeologico e l'indagine geologica sono carenti e generiche. Lo denuncia una accurata valutazione critica del Sia, contenuta nelle 250 pagine di Osservazioni presentate da WWF, Legambiente ed Italia Nostra, coordinate dal Prof.Alberto Ziparo, docente di Analisi e Valutazione Ambientale all'Università di Architettura di Firenze, ed elaborate insieme ad oltre 30 docenti ed esperti. Interessante nello stesso studio la valutazione sugli effetti occupazionali dell'opera, dove si dimostra che gli Advisor del Governo avevano indicato in 14.000 unità occupate per 9 anni, mentre la Società Stretto di Messina nel Sia stima in ben 40.000 unità per 7 anni indispensabili per la realizzazione dell'opera. Uno scostamento che supera il 50% delle stime degli Advisor. Per queste ragioni abbaimo richiesto alla Commissione Via e al ministro per l'Ambiente Matteoli di esprimere una valutazione ambientale negativa sul progetto preliminare presentato. E comunque il ministro dovrebbe effettuare la Vas sulle infrastrutture nel Mezzogiorno: ne risulterebbe che il Ponte non è un progetto utile e prioritario. scheda Già fissate le tariffe per i vari automezzi Ancora non è stata posata la prima pietra, ma già viene annunciato il prezzo del pedaggio. Il ponte sullo stretto di Messina resta così un'opera virtuale a tutto tondo. Il giorno che verrà aperto, infatti, le moto potranno attraversarlo pagando 5 euro, le auto 9, ma solo se ci si trattiene al massimo tre giorni. Altrimenti la tariffa arriva a 15,25. Per i tir il costo sarà di 47,75 euro (con una permanenza massima di sei giorni) oppure di 60,25. I pulmann sono quelli che pagheranno di più (70,75 euro). Tutti questi numeri sono stati resi noti dalla società «Stretto di Messina», concessionaria per la realizzazione del ponte. L'amministratore delegato, Pietro Ciucci, si è detto sicuro che i lavori inizieranno a metà del 2005, per concludersi entro il 2011. Le tariffe ricalcano il costo attuale dei traghetti, ma «includono anche il valore del tempo risparmiato» per passare tra le due sponde. Saranno sufficienti a reintegrare il capitale investito per la costruzione? Secondo Ciucci sì, anche se l'andamento del Pil del mezzogiorno - qualora crescesse meno delle aspettative - dovesse creare qualche scompenso. Nel frattempo, si vanno mettendo a punto tutti gli assetti societari (entro la fine dell'anno verrà indetta la gara per la scelta del «general contractor» e si deve anche procedere a un aumento di capitale).
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