albero artificiale per pulire l'aria?



dal corriere della sera  ventisette aprile duemilatre

Ecco l'albero artificiale che pulisce l'aria

Progetto della Columbia University: piante sintetiche per assorbire l'
anidride carbonica


Le foreste non ce la fanno da sole. Ecco allora che spunta l'idea di un
albero artificiale per ridurre l'anidride carbonica e l'inquinamento
presente nell'atmosfera. In pratica, un albero sintetico per svolgere le
funzioni delle piante. Ci sta lavorando un gruppo di ricercatori americani,
coordinato dal fisico Klaus Lackner, della Columbia University. Per il
momento siamo ancora nelle fasi iniziali di un progetto che mira a rimuovere
attraverso lo sviluppo della tecnologia il gas più abbondante prodotto dalle
attività umane e implicato nel riscaldamento climatico. I ricercatori
americani hanno constatato che la speranza di utilizzare l'incremento della
foreste per incamerare l'eccesso di anidride carbonica pare essere poco
realistica. E' pur vero che le piante sono il «lavandino» naturale dell'
aria, e crescono sottraendo a essa l'anidride, ma la loro abilità è
condizionata da fattori limitanti.
Un esperimento condotto in una piantagione di pini appartenente alla Duke
University del North Carolina, ha dimostrato che la crescita degli alberi in
aria arricchita di anidride carbonica fino a contenerne circa lo 0,06%,
contro l'attuale 0,036%, aumenta sì il loro tasso di crescita, ma solo per
tre anni. Poi gli alberi tornano alla loro crescita normale. Ci vorrebbero
altri nutrienti per sostenerla, soprattutto l'azoto, ma a quel punto a
soffrirne potrebbe essere la qualità delle acque. Senza considerare che,
come hanno rilevato gli esperimenti di un altro gruppo di ricercatori, quasi
la metà del carbonio assimilato dall'atmosfera va a finire nelle parti della
pianta a vita più breve, soprattutto nelle foglie, che però quando cadono a
terra incrementano la lettiera. Così che il carbonio organico, originatosi
da quello sottratto all'atmosfera, con il suo rapido turnover nel suolo,
tornerebbe a incrementerebbe le concentrazioni di anidride vanificando il
risultato.
Ecco allora l'idea dell'albero sintetico, che però non assomiglia per nulla
alle specie viventi. Sembra piuttosto una persiana alla veneziana. Fa solo
una parte del lavoro di un vero albero perché pur trattenendo l'anidride
carbonica facendo ricorso ad un rivestimento assorbente sulle sue «foglie
artificiali» formato da acqua di calce (quello progettato potrebbe
rimuoverne 90 mila tonnellate in un anno, l'equivalente di quanto emesso
dagli scarichi di l5 mila automobili) non rilascia però l'ossigeno. Lackner
stima che 250 mila alberi sintetici diffusi in tutto il mondo sarebbero
necessari per aspirare i 22 miliardi di tonnellate di anidride carbonica
prodotti annualmente.
I costi maggiori, secondo il fisico, sarebbero quelli del riciclaggio del
materiale assorbito. C'è una serie di problemi ingegneristici che va
approfondita. Le superfici assorbenti vanno rinnovate, perché si saturano
rapidamente di anidride e lo strato di calcare risultante deve essere
rimosso. Lackner sta considerando altre soluzioni meno alcaline dell'acqua
di calce, per prevenire la precipitazione del carbonato. Inoltre si studia
lo stoccaggio dell'anidride carbonica basato su un processo chimico naturale
conosciuto come rock wethering : quando il gas si lega al magnesio forma
infatti rocce carbonatiche che trattengono il carbonio in modo permanente e
sicuro, anche se attualmente è un processo troppo costoso. Ma non tutti sono
convinti dell'idea. Howard Herzog del Massachusetts Institute of Technology,
la ritiene seducente, ma contrappone il fatto che si spenderebbe più energia
nel catturare l'anidride carbonica di quella che si vorrebbe risparmiare.

Massimo Spampani