messina:sesto san giovanni azzoppa il ponte



da lanuovaecologia.it

     
 
Venerdì 28 Febbraio 2003  
 
PONTE SULLO STRETTO|Il no del Comune al ministero dell'Ambiente 
 
Villa San Giovanni "azzoppa" il Ponte 
 

Simulazione fotografica del ponte Il territorio che dovrebbe ospitare il
pilone calabrese ha fatto proprie le osservazioni delle associazioni
ambientaliste e chiede formalmente la sospensione della procedura di
Valutazione di impatto ambientale 
 
 
Mentre l'opera resta un "esperimento" da ingegneri sulla pelle di siciliani
e calabresi il Comune di Villa San Giovanni, che dovrebbe ospitare una
"gamba" del ponte, chiede formalmente l'interruzione e la sospensione della
procedura di Valutazione d'impatto ambientale sul Ponte di Messina. Pochi
giorni fa, infatti, il Consiglio Comunale ha fatto proprie le osservazioni
già presentate da Italia Nostra, Wwf e Legambiente e, all'unanimità, ne ha
deliberato la formalizzazione al ministero dell'Ambiente.

Gli elementi di preoccupazione contenuti nelle osservazioni del comune
calabrese ricalcano le stesse presentate dalle tre associazioni: l'impatto
ambientale della struttura che al momento non è adeguatamente studiato per
quanto riguarda gli aspetti paesistici, idrici, ecc; l'impatto
socioeconomico sulla realta locale; gli aspetti economici, finanziari e
trasportistici. «Villa San Giovanni, infatti, sarebbe letteralmente
devastata dai lavori per il Ponte e la superficialità del progetto
presentato dalla società Stretto di Messina moltiplica i timori degli
amministratori locali e degli abitanti del comune calabrese» hanno
dichiarato i presidenti di Legambiente, Italia Nostra e Wwf.

Ma l'allarme di Villa San Giovanni rischia di non fare notizia - spiegano
le associazioni - travolto dalla propaganda che macina convegni sull'opera,
tutti rigorosamente pagati dal contribuente e inneggianti all'alto
simbolismo dell'audace opera. Una tappa della marcia trionfale sullo
Stretto di Messina si celebra oggi, alla presenza del ministro Lunardi,
chiamato dagli ingegneri dell'Universita di Roma La Sapienza ad esprimersi
sui "Materiali per i grandi ponti del ventunesimo secolo".

«Il Ponte sullo Stretto purtroppo resta un faraonico esperimento da
ingegneri fatto sulla pelle di siciliani e calabresi - hanno continuato le
associazioni - Infatti il ministro delle Infrastrutture non potrà dire con
quali materiali il ponte di 3.300 metri resterà sicuramente in piedi, visto
che non esiste al mondo ponte a campata unica superiore a 1.600 metri e i
ponti con doppio impalcato (strada e ferrovia) raggiungono al massimo i 400
metri. E non potrà rassicurare gli investitori potenziali che la faglia 53,
sulla quale poggerebbe il ponte, non darà problemi sismici fino a quando
non avranno recuperato fino all'ultimo euro. Né che l'eventuale sisma si
limiterà a magnitudo inferiori ai 7,2 gradi Richter, il massimo garantito
dal progetto, non essendo rari gli episodi piu violenti».

Gli ambientalisti concordano ne dire che quello strutturale rimane comunque
solo uno dei problemi di quest'opera. Seppure il progetto cambiasse dal
punto di vista strutturale, lascerebbe irrisolti i problemi di impatto
ambientale, di penetrazione criminale e di spreco economico, aggravando le
condizioni di milioni di persone in Calabria e Sicilia.