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energie rinnovabili perche' l'idrogeno?
- Subject: energie rinnovabili perche' l'idrogeno?
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Fri, 07 Feb 2003 06:47:00 +0100
Boiler giornale di scienza, innovazione e ambiente 122 31.01.2003 ---------------------------------------------------------------------------- ---- • Energia alternativa e rinnovabile • Il futuro dell'"idro-economia" ---------------------------------------------------------------------------- ---- CI SONO DUE FONTI PRIMARIE di energia con un potenziale di sfruttamento. La prima è paragonabile a un deposito di risparmio in cui l'energia capitale viene immagazzinata, la seconda a un conto corrente in cui si deposita il reddito energetico. I combustibili fossili hanno richiesto una riduzione ed una conservazione complessa, durata molti milioni di anni, per passare dalla cattura delle radiazioni solari da parte della vegetazione, tramite fotosintesi, allo stoccaggio di energia concentrata sotto il livello della superficie terrestre. Esiste una grande sovrabbondanza di energia da conto corrente disponibile in molte zone del mondo e in qualsiasi momento, capace di produrre miliardi di volte l'energia ora impiegata dall'uomo, se solo questi riuscisse a conservarla quando è disponibile per poterla poi usare quando non lo è più. Vi è un numero enorme di "fonti di reddito energetico" che non seguono il processo di conservazione proprio della natura entro la crosta terrestre disponibili "per i tempi duri"; fonti reperibili nell'acqua, nelle maree, nel vento e nel vigore delle radiazioni solari che colpiscono il deserto. Coloro che sfruttano i combustibili fossili, il carbone e il petrolio affermano che è meno costoso produrre e bruciare le fonti dal deposito di risparmio, il che è come dire che derubare una banca richiede uno sforzo inferiore a quello di trovarsi un lavoro, che rappresenta appunto i soldi depositati in banca. Ma il punto è: a chi costa? Ai nostri pronipoti che non avranno più combustibili fossili per far funzionare i macchinari? Trovo che l'accettazione acritica da parte dei leader mondiali, delle soluzioni tecnologiche attuali e della mancanza di una logica costruttiva e lungimirante, senza una visione complessiva, renda incerto il futuro degli esseri umani sulla Terra a meno che non si riconoscano le tendenze plausibili di primaria importanza. R. Buckminster Fuller, 1969 Le grandi potenze stanno seriamente adoperandosi per trovare delle alternative al petrolio nell'utilizzo dell'energia del sole o dell'acqua. Speriamo in Dio che non ci riescano velocemente, altrimenti la nostra posizione diventerà assai dolorosa. Lo sceicco Ahmad Zaki Yamani, ministro del petrolio dell'Arabia Saudita, 1976 Secondo uno studio riferito ieri dal senatore Edward Kennedy, democratico del Massachusetts, una riconversione verso l'energia solare porterebbe nel 1990 a 2,9 milioni di posti di lavoro e ad un taglio della spesa per combustibili convenzionali di 11,8 milioni di dollari. United Press International, 22 aprile 1979 Ballard Power e United Technologies sono all'avanguardia nello sviluppo delle celle a combustibile, tecnologie molto pulite. Il loro unico scarico è acqua distillata. In questi giorni Ballard sta lavorando con la Chrysler, la MercedesBenz e la Toyota per usare le celle a combustibile nelle automobili di nuova generazione. Il presidente Bill Clinton, 1997 Nel XXI secolo l'idrogeno potrebbe diventare una forma di energia di importanza paragonabile a quella dell'elettricità. Questa è un'area di ricerca, a medio e lungo termine, di estrema importanza. Il Comitato di consulenza per la scienza e la tecnica del Presidente degli Stati Uniti, 1997 Riteniamo che per il 2005, le autovetture alimentate con celle a combustibile a idrogeno faranno il loro ingresso soprattutto nei mercati automobilistici europei e statunitensi. Inoltre, con incentivi governativi verso alternative più pulite rispetto alla alimentazione convenzionale, riteniamo vi siano enormi potenzialità di apertura dei mercati per il parco di autovetture nazionale, degli autobus e dei tassì. Questa tendenza pone una sfida reale ad aziende quali la Shell nello sviluppo di nuovi prodotti e nuove tecnologie e nella preparazione e sensibilizzazione della nostra clientela sui cambiamenti che ci attendono in futuro... vi posso assicurare la nostra partecipazione fino in fondo. Chris Fay, direttore generale della Shell UK, Londra, 1998 La nostra meta a lungo termine è molto semplice: azzeramento delle emissioni atmosferiche. Per raggiungerla lo stato della California sta collaborando con alcuni fra i maggiori fornitori di energia e alcune fra le migliori case automobilistiche al fine di sviluppare una nuova entusiasmante tecnologia che sia sicura dal punto di vista ambientale e commercialmente valida. Il governatore della California, Gary Davis, 1999 Le citazioni riportate qui sopra danno qualche idea sull'argomento di questo libro: l'idrogeno quale forma d'energia rinnovabile e non inquinante. L'idrogeno, un gas invisibile, incolore e inodore, è l'elemento più abbondante del nostro universo. È il combustibile delle stelle e delle galassie. Essendo estremamente reattivo è essenziale in innumerevoli processi chimici e biologici. È un combustibile energetico ma per definizione, non inquinante. Energia alternativa e rinnovabile Ben prima delle osservazioni di Buckminster Fuller, in molti avevano già fatto richiesta di utilizzare il "conto corrente energetico" della natura (ovvero dell'energia solare nelle sue diverse manifestazioni) come alternativa al furto dal "deposito di risparmio" dell'energia mondiale (carbone, petrolio e gas). Come ha sottolineato Fuller, il problema riguarda in larga misura non solo il metodo di accumulo di questa energia praticamente gratuita ma anche della sua possibile conservazione. Attingere all'energia solare per scopi diversi dal riscaldamento significa di solito produrre elettricità. Ma l'elettricità deve essere consumata nel momento stesso in cui viene prodotta perché è difficile stoccarla in grandi quantitativi. Usare l'elettricità per produrre l'idrogeno, quale gas immagazzinabile, risolve il problema. Nei decenni passati gli sforzi per utilizzare le fonti rinnovabili sono stati guidati in parte dall'idealismo, ma soprattutto dalla preoccupazione sulla "sicurezza energetica", ovvero dal timore di un possibile prosciugamento delle riserve mondiali di petrolio e dall'aumento della vulnerabilità del loro trasporto a causa dell'instabilità politica del Medio Oriente. Ma alla fine del XX secolo, le preoccupazioni ambientali hanno creato un impeto molto più forte che ha condotto il mondo verso forme di energia alternativa e rinnovabile. Limitare ed infine arrivare ad eliminare l'inquinamento è oggi una preoccupazione generale. La morìa delle foreste europee e le piogge acide sono stati ovunque fra i primi campanelli d'allarme rispetto alla necessità di limitare gli ossidi di zolfo e d'azoto, il particolato e gli altri agenti inquinanti. Infine, ha iniziato a far presa sui politici e su gran parte del pubblico - negli Stati Uniti in minor misura e più lentamente che in altri paesi - la certezza che proprio il processo di combustione dei combustibili fossili, ovvero l'interazione del carbonio presente negli idrocarburi con l'ossigeno atmosferico e i conseguenti processi di emissione e accumulo, ben superiori ai livelli preindustriali, di anidride carbonica, di monossido di carbonio e di altri gas che influiscono sulle variazioni climatiche nell'atmosfera, stia portando all'aumento della temperatura terrestre, creando il famoso effetto serra, e stia minacciando di distruggere il clima mondiale. "Azzeramento delle emissioni" da automobili e autobus, dalle industrie, dalle navi e dalle caldaie domestiche è diventato il nuovo obiettivo mondiale, a cui aspirano con diversi gradi di intensità e zelo sia paesi industrializzati sia le economie emergenti. Nella mente di molti, eliminare il carbonio dagli idrocarburi mantenendo la parte "idro", cioè l'idrogeno, quale carburante chimico senza alcuna emissione, è un modo ovvio, seppur tecnicamente difficile, di minimizzare e infine, si spera, di eliminare il riscaldamento globale. (…) Il futuro dell'"idro-economia" In parole semplici e in linea di massima, il futuro dell'"economia all'idrogeno" potrebbe essere spiegato come segue: energia primaria pulita, probabilmente energia solare nelle sue molte manifestazioni, e se possibile una forma avanzata e più innocua dal punto di vista ambientale, dell'energia nucleare, produce l'elettricità usata per la scissione dell'acqua in idrogeno, quale combustibile, e come sottoprodotto di valore, l'ossigeno. In alternativa, il calore prodotto dalle centrali elettriche o nucleari è usato per scindere termochimicamente le molecole dell'acqua in processi che sono ora in via di sviluppo. Metodi più originali, in cui l'idrogeno è prodotto da microbi o alghe modificati geneticamente o da altri processi biologici, sono opzioni ipotizzabili in un prossimo futuro. L'idrogeno potrebbe essere usato come mezzo di stoccaggio di energia, non solo in forma di gas sotto pressione o in leghe che assorbono idrogeno (i sopra menzionati idruri), come liquido criogenico, o in materiali attivati al carbonio oppure in nanostrutture di carbonio, ma anche sotto forma di combustibili relativamente convenzionali quali il metanolo. L'idrogeno potrebbe soddisfare l'indispensabile funzione di stoccaggio per far fronte alle fluttuazioni giornaliere o stagionali dell'energia solare. L'idrogeno potrebbe essere bruciato in motori modificati a combustione interna, in motori a reazione, a due tempi, a quattro tempi, motori Wankel e a ciclo diesel. Era questa la visione, e queste le convinzioni e anche il messaggio dei sostenitori dell'idrogeno dagli anni '70 fino a metà dei '90. Da allora, l'enfasi della ricerca si è spostata drasticamente verso le celle a combustibile, grazie ai rapidi ed improvvisi progressi nella tecnologia di questo settore, come opzione privilegiata per i trasporti del futuro, ma anche quali fonti pulite, efficienti e decentralizzate di elettricità per gli edifici. Le celle a combustibile alimentate da benzina riformulata o metanolo, non produrrebbero che un insensibile quantitativo di emissioni di carbonio, di molto inferiore a quelle dei motori a combustione interna di pari potenza, oltre, forse, a piccoli quantitativi di ossidi di azoto derivati dai fuel processor (dispositivi di trattamento del combustibile) che generano idrogeno da questo combustibile carbonioso. In definitiva le celle a combustibile funzionanti a idrogeno puro potrebbero essere la quintessenza dell'energia pulita, senza alcuna emissione di idrocarburi o di ossidi di azoto. Dal tubo di scappamento uscirebbe solo vapor acqueo, che ritornerebbe immediatamente nel ciclo naturale di nebbia, nuvole, pioggia, neve, acque freatiche, fiumi, laghi e oceani. E poi l'acqua verrebbe nuovamente scissa per produrre altro combustibile. In forma gassosa, l'idrogeno può essere trasportato attraverso i gasdotti - con gli stessi bassi costi dell'elettricità, e forse in certi casi anche in modo più efficiente - arrivando fino al consumatore, dove metterebbe in funzione le celle a combustibile o altri macchinari e produrrebbe elettricità e acqua. Come combustibile chimico, l'idrogeno, in confronto all'elettricità, può essere usato in una gamma ben più vasta di applicazioni: difficile immaginare, per esempio, la flotta di una compagnia aerea azionata da motori elettrici. L'idrogeno infine, ha un ulteriore aspetto significativo: come materiale grezzo può essere usato in un'infinità di usi. E a differenza degli altri combustibili chimici non è inquinante. ---------------------------------------------------------------------------- ---- PETER HOFFMAN, esperto internazionale, ha contribuito allo sviluppo dell'applicazione dell'idrogeno, collaborando con università americane ed europee. Scrive per Business Week, Financial Times European Energy Report e The Washington Post. È autore di The Forever Fuel - The Story of Hydrogen (Westview Press) e The Hydrogen & Fuel Cell Letter.
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