acqua e sicurezza alimentare ricette



da lanuovaecologia.it    
 
Mercoledì 16 Ottobre 2002 
Acqua e sicurezza alimentare:
ricette a confronto 
 

donne al pozzo a Homa Bay (Kenia) Nel Sud del mondo si impiega il 70% del
tempo dedicato alla produzione del cibo per la ricerca dell’"oro blu"  
 
 
Cinquantasette anni fa nasceva la Fao, Organizzazione delle Nazioni Unite
per l'agricoltura e l'alimentazione. Da allora ogni 16 di ottobre si
celebra la fondazione del più alto organo deputato alla lotta contro la
fame con una giornata tematica di approfondimento e confronto. Il tema
scelto quest’anno è l’acqua come fattore critico per la sicurezza alimentare, 
In oltre cento paesi di tutto il mondo si svolgono oggi dibatti,
manifestazioni e conferenze sul ruolo chiave che le risorse idriche
svolgono nel garantire l’accesso ad un’agricoltura produttiva e sostenibile. 

Dai paesi più colpiti dalla desertificazione fino a diverse aree nel cuore
stesso del mondo industrializzato, la scarsità d’acqua causata dalla
insufficienza delle precipitazioni o da un cattivo uso delle risorse
idriche, è oggi uno dei problemi principali sia sul piano ambientale che
sociale, fonte di tensioni e di guerre (il 40% della popolazione mondiale
dipende per l’approvvigionamento idrico da sistemi fluviali comuni a due o
più Paesi), di povertà, di degrado degli ecosistemi.

L’acqua disponibile per il consumo umano è appena l’1% di tutte le risorse
d’acqua dolce e lo 0,01% di tutta l’acqua presente sulla Terra, concentrata
in un numero relativamente piccolo di immensi bacini. Per questo, sebbene
la disponibilità complessiva di risorse idriche basterebbe largamente a
soddisfare i bisogni globali, circa il 40% della popolazione mondiale vive
in paesi con seri problemi di scarsità idrica, e nei prossimi 25 anni
questa percentuale rischia di crescere fino al 65%. Drammaticamente
squilibrati sono anche i livelli di consumo d’acqua nelle varie aree del
mondo: si va dai 500 litri/abitante/giorno dei Paesi più ricchi, ai circa 5
litri del Madagascar.

In gran parte dei casi la soluzione - spiega Reto Florin, capo del Servizio
risorse, sviluppo e gestione delle acque della Fao - sarebbe produrre «più
raccolti per ogni goccia».
Ma la stessa FAO riconosce che talvolta può avere più senso per gli
agricoltori indirizzarsi verso «più dollari per raccolto» - scegliendo
colture con alto ritorno economico che portano maggiori entrate a parità di
consumo idrico. 
«I governi nazionali potrebbero preferire - continua Florin - la creazione
di più posti di lavoro per ogni goccia piuttosto che sostenere o innalzare
la produttività agricola». 

Quello che spesso si dimentica è che le colture ad alta redditività sono
essenzialmente quelle per l’esportazione, come caffè, tè, ananas e
zucchero. Tutte colture a forte impatto ambientale e che richiedono un alta
concentrazione tecnologica, naturalmente fuori dalla portata dei piccoli
coltivatori. La sicurezza alimentare non si assicura quindi con la
filosofia del «più dollari per raccolto» ma con investimenti e
infrastrutture che assicurino acqua pulita e sufficiente ai piccoli
agricoltori. Nelle zone aride del Sud del mondo si impiega infatti circa il
70% del tempo dedicato alla produzione del cibo per la ricerca dell’acqua.
Un tempo che naturalmente impoverisce ulteriormente i gruppi familiari e in
particolare le donne. 
Correlazione, quella tra acqua e sicurezza alimentare dei piccoli
coltivatori, che spesso si perde nei corridoi dell’elefantiaca agenzia
delle Nazioni Unite.

16 ottobre 2002
(Lucio Pisacane)