nanotecnologie in attesa di verita'



    
il manifesto - 26 Maggio 2002 
 
Nanotecnologie in attesa di verità 
L'ombra della falsificazione su un articolo pubblicato da «Science» 
Molecole usate come interruttori al posto dei transistor. Il business del
futuro. Ma c'è qualcosa di sospetto nelle pubblicazioni di Schön,
ricercatore dei Bell Labs
SARAH TOBIAS
Titolo: «Field-Effect Modulation of the Conductance of Single Molecules»,
ovvero: modulazione a effetto campo nella conduttanza di singole molecole.
Traduzione: si tratta di uno dei lavori scientifici più acclamati nel campo
delle cosiddette nanotecnologie. In pratica fare agire le molecole come
interruttori, al posto dei vecchi transistor, ulteriormente miniaturizzando
gli apparati e velocizzando il trattamento dei segnali. E' un settore di
ricerca in rapidissimo e interessante sviluppo, che produrrà certamente,
nei prossimi anni, grandi progressi e prodotti industriali. L'articolo in
questione venne pubblicato sulla rivista Science, la più importante testata
scientifica al mondo, in gara con l'inglese Nature, nel volume 294, il 7
dicembre dell'anno scorso. La firma principale è quella di Jan Hendrik
Schön, ricercatore 31enne di origine tedesca, che opera nei laboratori di
ricerca della casa di telecomunicazioni Lucent (ex ramo manifatturiero di
At&t). Sono i famosissimi Bell Labs, sulla Murray Hill, nel New Jersey,
vero tempio dell'alta tecnologia dove operano sette premi Nobel e dove a
suo tempo fu inventato il transistor e scoperta la radiazione cosmica
dell'universo, il segno del primordiale Big Bang. Schön, oltre che essere
un fascinoso ragazzo, è soprattutto una delle star di questo settore, con
un centinaio di pubblicazioni scientifiche; qualcuno azzarda per lui un
futuro da premio Nobel. O meglio azzardava, perché ora egli è in piena
bufera. Come chiunque può facilmente constatare, rileggendo gli articoli
pubblicati da Schön, i grafici che illustrano i risultati sperimentali
presentano strane anomalie: in articoli diversi, pubblicati su riviste
diverse e relativi a esperimenti diversi, i grafici sono curiosamente
simili, anzi praticamente identici. Ciò è tanto più strano quando queste
curve rappresentano del rumore elettrico (noise) che per definizione è
casuale, erratico e mai uguale a se stesso.

La stranezza fu notata da alcuni colleghi-rivali di Schön e segnalata alla
direzione dei laboratori che hanno immediatamente aperto un'inchiesta - ne
va il loro buon nome, che finora non era mai stato macchiato. Due giorni fa
lo stesso Schön ha annunciato pubblicamente di avere fermato la
pubblicazione di altri lavori, che stavano andando in stampa, nell'attesa
che tutto si chiarisca.

I più benevoli pensano che si sia trattato di errori materiali o nella
produzione dei grafici o nell'utilizzo dei file che contengono i risultati
degli esperimenti, ma anche in questo caso la figuraccia sarebbe pessima
per un ricercatore di quel livello, nonché per i «revisori» esperti che ne
hanno autorizzato la pubblicazione. I più critici immaginano invece che si
tratti di un caso di falsificazione almeno parziale dei risultati,
realizzato per di più con una certa ingenuità. Altri studiosi del ramo nel
passato si erano detti delusi per il fatto di non essere riusciti a
replicare gli esperimenti di Schön, pur avendo seguito rigorosamente tutti
i protocolli sperimentali indicati. E' una vicenda in attesa di verità,
cosa di cui la scienza e la tecnologia di questi tempi hanno assolutamente
bisogno.