[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]
CLIMAIL- Newsletter dell'Alleanza per il Clima Italia
- Subject: CLIMAIL- Newsletter dell'Alleanza per il Clima Italia
- From: segreteria climatealliance <segreteria at climatealliance.it>
- Date: Mon, 13 Dec 2004 17:35:40 +0100
AlleanzaperilClima at CLIMAIL .Italia
dicembre 2004
In questo numero
Bilanci comunali di CO2
"Today and not the day after tomorrow!"
Il Gender Mainstreaming per la protezione del clima
Prossimi eventi
Climate Star 2004
La decima sessione della conferenza delle parti a Buenos Aires
Mitigazione e adattamento. Assemblea annuale dell'Alleanza per il Clima Italia
Bilanci comunali di CO2
L'obiettivo ambizioso dell'Alleanza per il Clima è di convincere tutti i
suoi Membri di redigere nel 2006 un bilancio comunale di CO2 sulla base dei
dati del 2005. Chiediamo ai Comuni membri in Italia di cominciare con
l'Anno Nuovo a raccogliere i dati necessari per l'elaborazione di questo
strumento prezioso. Proponiamo una metodologia semplice ed efficace. Basta
la volontà e un minimo di impegno.
I membri dell'Alleanza per il Clima assumono l'impegno di dimezzare le
emissioni di CO2 sul territorio comunale. Questo impegno, riferito al 1989
come anno base, è stato rielaborato nella dichiarazione del 2000, prendendo
atto che sarebbero stati pochi i membri che avrebbero raggiunto
quest'obiettivo. La formula trovata è che ogni comune definisca il suo
obiettivo a breve/medio termine, rimanendo valida, come obiettivo a
medio/lungo termine, la riduzione del 50%. La verifica della propria
politica, il confronto con altri enti locali e territoriali, presuppone un
bilancio di CO2, ma sono anche e soprattutto strumenti di comunicazione a
stimolare dibattiti sugli obiettivi, strategie e misure locali.
Rendiamoci subito conto di che cosa non si può fare con un bilancio
comunale di CO2: il bilancio non è utile per verificare il successo di
misure specifiche o la riduzione di emissioni da un anno all'altro
semplicemente perché stiamo parlando di variazioni che sono troppo piccole
per essere misurate con questo strumento. Per singole misure i Comuni
dovranno utilizzare forme di monitoraggio del progetto medesimo e stabilire
"benchmarks", ad esempio capacità fotovoltaica istallata per abitante, kwh
da cogenerazione per abitante, ecc. Il bilancio comunale di CO2 è un
elemento nella definizione di una strategia comunale di salvaguardia del
clima. Altri criteri e priorità risultano dalle condizioni specifiche di
risorse naturali ed economiche, attività passate e disponibilità dei vari
stakeholders. Per definire la strategia locale e territoriale di
salvaguardia del clima l'Alleanza per il Clima offre un catalogo
comprensivo di misure dal quale ogni ente può scegliere le proprie priorità.
I bilanci di CO2 possono essere suddivisi in due grandi gruppi: top down o
bottom-up. La procedura di quelli bottom up è di creare un inventario
basato sui consumi energetici di un grande numero di consumatori di
energia. Si tratta di un approccio piuttosto complesso che in pratica si
rivela poco fattibile. Noi proponiamo per questo una strategia top-down. Le
emissioni di CO2 vengono calcolate in primo luogo sulla base del consumo
delle "importazioni" di fonti energetiche.
Sono pochi i dati che servono per redigere il bilancio: le consegne di
metano, gasolio per riscaldamento, energia elettrica, legno sul territorio
comunale. Una ulteriore conversione di queste fonti energetiche non viene
presa in considerazione a questo livello. L'inventario di emissioni di CO2
viene elaborato sulla base dei fattori di emissioni delle varie fonti
energetiche. I fattori vengono forniti dall'Alleanza per il Clima; per il
metano e il gasolio sono in uso fattori europei senza considerare la
provenienza o specifici valori calorici, mentre per l'energia elettrica si
applicano valori nazionali. I fattori di CO2 prendono in considerazione la
produzione a monte e la catena di conversione utilizzando il metodo del
software GEMIS. Sulla base di questi pochi dati si arriva senza procedure
complesse a un inventario di emissioni di CO2 facilmente aggiornabile e
volendo anche estendibile al passato.
Rimane il settore doloroso del trasporto. Finora non esiste una metodologia
semplice e generalmente applicabile. Per questa ragione proponiamo il
seguente approccio basilare:
emissioni di CO2 trasporto = emissioni di CO2 trasporto/popolazione totale
* popolazione comunale. Otteniamo un valore per il proprio Comune basato
sulla media nazionale.
Per una differenziazione locale e per obiettivi di benchmarking tutti
questi valori possono essere localmente differenziati per capire la
performance di misure attuate o impianti costruiti e possono essere
suddivisi per settori di consumo (case private, industria e artigianato,
commercio). Per ragioni di comparabilità a livello europeo e di facile
fattibilità il bilancio vero e proprio dovrebbe seguire il metodo
descritto. La scommessa è che tutti i Comuni dell'Alleanza per il Clima in
Italia si attiveranno per un bilancio di CO2 2005!
Per ulteriori informazioni: Alleanza per il Clima Italia onlus
"Today, and not the day after tomorrow!"
Comuni, Province e Regioni attivi per la protezione del Clima
L'assemblea annuale europea dell'Alleanza per il Clima, il 14 e 15 ottobre
a Bruxelles, ha visto al centro la collaborazione tra enti locali e
territoriali. Hanno invitato all'incontro insieme al coordinamento europeo
la Regione Lombardia e i Länder Schleswig Hollstein in Germania e
Niederösterreich in Austria. In apertura una tavola rotonda di queste
Regioni, coordinata da Jerry Smith, segretario generale del Consiglio dei
Comuni e delle Regioni d'Europa, ha discusso forme di collaborazione
diretta tra gli enti territoriali europei per promuovere la protezione del
clima come anche il loro ruolo per motivare e incentivare le attività dei
comuni nel proprio territorio.
In un dibattito vivace con i portavoce per l'ambiente delle frazioni nel
parlamento europeo, i partecipanti hanno cercato di guadagnare una
prospettiva sulla futura politica ambientale della prossima Commissione.
L'aspetto rassicurante della discussione era il forte impegno di tutti i
deputati presenti a favore di una incisiva politica di protezione del
clima, anche se l'irlandese Avril Doyle, del gruppo EPP-ED, costatava che
non tutta la sua frazione condivide questa prospettiva. Complessivamente i
deputati consideravano prematuro voler indicare la politica ambientale
della nuova Commissione, anche se si delinea già oggi un orientamento più
verso una politica neo-liberale che non con la Commissione precedente.
Per quanto riguarda gli obiettivi interni dell'Alleanza per il Clima era al
centro del dibattito la proposta del coordinamento europeo di un impegno
comune di tutti i membri per elaborare un bilancio delle emissioni di gas
serra per l'anno 2005 come base per un monitoring delle proprie attività e
per poter stabilire, in modo sensato, obiettivi a lungo termine. Dovrà
trattarsi, spiega la responsabile energia Silva Herrmann, di uno strumento
semplice e ben gestibile anche dai comuni medi e piccoli. Il bilancio dei
gas serra non servirà tanto per la valutazione di singole misure, ma come
punto di paragone per un singolo comune nel tempo e per più comuni in un
determinato momento.
L'Assemblea dei membri ha votato tre nuovi membri per la presidenza
dell'associazione Klima Bündnis e.V. Dall'Italia ha ricevuto il consenso
generale il vice sindaco del Comune di Isera (Provincia di Trento), Enrica
Rigotti. L'assemblea ha accolto con grande soddisfazione l'invito del
sindaco di Lussemburgo per la prossima assemblea annuale che si svolgerà
durante la presidenza UE del suo paese il 24 e 25 maggio prossimi. Il luogo
e l'occasione garantiranno una continuità per l'importante tema della
collaborazione a livello territoriale ed europeo.
I workshop della seconda giornata avevano tre temi centrali, i partners nel
Sud, vale a dire la collaborazione dell'Alleanza per il Clima con i Popoli
indigeni delle foreste amazzoniche, i partners nell'Est con nuovi membri
che aderiscono all'Alleanza nell'Est Europa, e le condizioni quadro della
Commissione per la politica urbana sostenibile in generale (strategia
urbana tematica) e per la politica del clima in particolare.
I partner indigeni dell'Alleanza per il Clima, rappresentati da Antonio
Jacanamijoy, vicepresidente del Forum permanente delle Nazioni Unite sulle
questioni indigene, insieme a Edwin Vasquez del Perù, presidente
dell'Alleanza per il Clima, hanno fatto un bilancio del decennio indigeno
delle Nazioni Unite che sta per concludersi. I loro erano rapporti di prima
mano sulla situazione attuale nelle foreste Amazzoniche. In questi
territori si chiude il cerchio perché una delle minacce più serie ai loro
territori è l'estrazione del petrolio, mentre l'utilizzo di questa fonte
fossile come carburante e per la produzione di energia in Europa è
responsabile per un terzo delle emissioni di gas serra. Per questo il "fare
a meno" delle fonti fossili o sostituirle con energie rinnovabili è una
delle attività primarie dell'Alleanza per il Clima per contribuire alla
salvaguardia del clima terrestre, ma anche indirettamente alla
conservazione delle foreste pluviali.
L'estensione dell'Alleanza per il Clima nei nuovi Paesi membri dell'Unione
Europea è partita qualche anno fa. L'assemblea dei membri ha deciso di
dimezzare la quota annuale di adesione per i nuovi membri dall'est e
l'elezione del sindaco di Sala in Slovacchia, Tibor Baran, alla presidenza
era un segnale di voler rafforzare gli impegni in questa parte dell'Europa
per trovare percorsi di sviluppo in questa parte dell'Europa compatibile
con il clima.
Nell'ambito della strategia tematica urbana della Commissione un dibattito
era la prospettiva di introdurre per le città dei vincoli di riduzione
delle emissioni di gas serra. Oltre alla metodologia dell'Alleanza per il
Clima sono stati discussi il progetto europeo "Peer Review for Cities" e il
progetto danese "Dogma 2000".
Sicuramente sarà un dibattito da riprendere in maggio a Lussemburgo di come
rendere, anche in una prospettiva post-Kyoto l'impegno dei membri
dell'Alleanza per il Clima più vincolante.
Il Gender Mainstreaming per la protezione del clima
Prosegue il progetto "Climate for Change. Gender Equality and Climate
Policy" partito all'inizio dell'anno che vede protagoniste le città di
Berlino, Dresda, Ferrara, Francoforte sul Meno, Genova, Lahti, Malmö,
Monaco, Napoli e Venezia coordinate dalla Union of Baltic City e dai
coordinamenti nazionali di Italia e Germania dell'Alleanza per il Clima
sotto il direttivo europeo del progetto affidato al Klima-Bündnis / Climate
Alliance.
La questione che si pone di indagare è non solo lo scarso ruolo delle donne
nella protezione del clima, ma soprattutto gli effetti di questa
restrizione sul campo d'attività.
Il secondo Workshop nazionale - svoltosi a Ferrara lo scorso 22 Novembre -
ha avuto come punto centrale la discussione del Tool Kit "Climate for
Change", che il progetto si prefigge di mettere a punto, per promuovere la
presenza delle donne nelle posizioni decisionali rilevanti per la
protezione del clima. Pensato per dare un sostegno a quanti lavorano nelle
amministrazioni comunali e territoriali, vuole essere una guida pratica per
attuare strategie e misure in quest'ambito che attualmente vede a livello
nazionale e locale una situazione abbastanza sconfortante del Gender
Mainstreaming.
Hanno partecipato, oltre ai rappresentanti dei Comuni italiani partners del
progetto (Ferrara, Genova, Napoli e Venezia), esperte nazionali di
politiche del cambiamento climatico e delle pari opportunità invitate a
portare la loro valutazione sugli "Strumenti" proposti nel Tool Kit e la
loro applicabilità alla realtà italiana.
Maria Berrini presidente di Ambiente Italia, Giovanna Badalassi, consulente
della Provincia di Genova per il bilancio di genere ed Elisa Manna
responsabile culturale del Censis hanno portato il loro punto di vista su
una realtà con la quale fanno i conti ogni giorno come donne e come donne
che lavorano in campi minoritari.
Come è emerso dal survey nazionale e dai rapporti locali elaborati dai
Comuni partners la protezione del clima (la politica del clima) è in mano
agli uomini (ammesso che si possa parlare di protezione del clima!). I dati
del Ministero per l'Ambiente e la Protezione del Territorio e quelli delle
Infrastrutture e Trasporti, mostrano una situazione scoraggiante sulla
presenza femminile nei livelli apicali così come quelli di altre Agenzie
nazionali. Lo stesso panorama si offre osservando i dati regionali e delle
agenzie locali per l'energia e il trasporto.
Il perché di questa situazione è forse imputabile al fatto che - come è
emerso dal dibattito - la protezione del clima viene affrontata con un
approccio tecnologico, campo storicamente a maggior dominio degli uomini, e
fin quando non ci sarà la consapevolezza che la tecnologia non è la strada
maestra per la salvaguardia del clima il cambiamento culturale e sociale
necessario ad aprire il campo alle donne sarà difficilmente attuabile.
La consapevolezza che la protezione del clima parte dalla vita quotidiana,
dall'agire pratico di tutti i giorni nelle nostre abitazioni e nel posto di
lavoro, può essere il primo passo verso una riscoperta di quelle
potenzialità femminili, quali la capacità di comunicazione, di
integrazione, di costruzione di reti, che sono fondamentali per una pratica
efficiente della protezione del clima a livello locale.
Allo stesso tempo però viene fatta notare una minore disponibilità delle
donne alla competizione, alla visibilità, all'affermazione di se stesse,
all'uso di "mezzi" che sono ritenuti tipicamente maschili e che vengono
percepiti come denigratori. Il campo ambientale negli Anni '70 e '80 ha
attirato più uomini che donne (di pari passo vanno l'affermazione del
femminismo e dell'ambientalismo) ma, nel momento in cui l'ambiente è
diventato terreno di potere la rotta si è invertita e le posizioni
decisionali sono diventate appannaggio degli uomini.
A questo possiamo aggiungere gli argomenti emersi dalle interviste condotte
all'interno del progetto per indagare le ragioni della situazione attuale:
inconciliabilità tra la cura della famiglia e l'impegno richiesto da un
lavoro dirigenziale, la preferenza degli uomini a lavorare con partners
dello stesso sesso, condizioni di lavoro poco attraenti nei livelli apicali.
E' per cominciare a cambiare questa situazione che tra gli strumenti
proposti dal Tool Kit troviamo misure come la nomina di una quota di donne
nelle commissioni, selezionate anche attraverso una banca dati di esperte -
altro elemento previsto dal progetto e attualmente in corso di elaborazione
- la formazione di genere, la formazione del giovane personale leader,
training per posizioni dirigenziali e per la partecipazione a concorsi,
orari di lavoro flessibili o lavoro per obiettivi.
I prossimi passi del progetto sono la messa a punto del Tool Kit in tutte
le sue parti che comprende oltre agli "Strumenti" una raccolta di buone
pratiche e di links, una brochure e un manifesto ad uso degli enti locali e
territoriali per la promozione di genere; la compilazione della banca dati
nazionale di esperte nei campi rilevanti per la protezione del clima, e
soprattutto la diffusione dei risultati del progetto tra le amministrazioni.
E' già attivo il sito internet del progetto www.climateforchange.net
Prossimi eventi
Baden, Austria - 25 Febbraio 2005
Climate Star 2004
Assegnazione del Premio Europeo per le attività locali rivolte alla
protezione del clima
Quest'anno, tema centrale del Climate Star sono le energie rinnovabili:
energia solare, eolica, biomasse, idroelettrica e geotermica che, come
dimostrano molti contributi alla Conferenza internazionale sulle Energie
Rinnovabili nel giugno 2004 a Bonn, rappresentano insieme al miglioramento
dell'efficienza energetica una soluzione per ridurre l'inquinamento
atmosferico e le emissioni di CO2.
Per informazioni <europe at klimabuendnis.org>, <www.klimabuendnis.org>
Firenze, Fortezza da Basso - 8/10 aprile 2005
Seconda edizione di TERRAFUTURA
Mostra - convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità
Abitare, produrre, coltivare, agire, governare
Pratiche di vita, di governo e d'impresa verso un futuro equo e sostenibile
Per ulteriori informazioni <info at terrafutura.it>, <www.terrafutura.it>
Chiari (Brescia), Villa Mazzotti - 11/18 maggio 2005
Exposcuolambiente
XIII edizione della manifestazione, promossa dalla Regione Lombardia, che
propone annualmente a tutte le scuole materne, elementari, medie inferiori
e superiori ed alla formazione professionale di affrontare i grandi temi
dell'ambiente trasformandoli in progetti didattici capaci di promuovere
comportamenti ecologicamente corretti da presentare in concorso.
Per informazioni <ipea at regione.lombardia.it>,
<www.ambiente.regione.lombardia.it>
Città di Lussemburgo, Luxemburg - 24/25 Maggio 2005
13^ Conferenza e Assemblea annuale europea del Klima-Bündnis / Alianza del
Clima e.V.
Il Sindaco di Lussemburgo, Sig. Paul Helminger, ha invitato l'Alleanza per
il Clima a tenere l'Assemblea annuale 2005 nella sua città. In concomitanza
del semestre di presidenza Europea del Lussemburgo, si prevede un evento
straordinario che, in continuità all'Assemblea di Bruxelles del 2004,
proseguirà con i temi della nuova Europa.
Per informazioni <europe at klimabuendnis.org>, <www.klimabuendnis.org>
Torino - 2/6 ottobre 2005
Terzo Congresso Mondiale dell'Educazione Ambientale
(WEEC - World Environmental Education Congress).
L'obiettivo primario del Congresso è quello di scambiare buone pratiche e
riflessioni a livello mondiale, sviluppare le principali tematiche
dell'agenda mondiale sull'educazione ambientale e discutere insieme tesi e
proposte presentate nelle relazioni e nei poster provenienti da tutto il
mondo, contribuendo al successo della DESD, la Decade dell'Educazione per
lo Sviluppo Sostenibile promossa dalle Nazioni Unite (gennaio 2005-dicembre
2014).
L'Alleanza per il Clima Italia onlus aderisce all'iniziativa.
Tutte le informazioni sul Congresso sul sito www.3weec.org
Climate Star 2004 - Il Premio Europeo per le attività locali di
salvaguardia del clima
Con il "Climate Star 2004" saranno premiate pratiche eccellenti degli enti
locali e territorali per la salvaguardia del clima e per le energie
rinnovabili. Possono essere presentate le documentazioni delle proprie
attività entro il 31 dicembre 2004. Due anni fa sono stati premiati per la
prima volta 20 comuni con il Climate Star.
Il Climate Star premia delle attività straordinarie e documenta esperienze
e successi a livello comunale e territoriale. L'Alleanza per il Clima con
questo premio vuole dimostrare la grande varietà di strategie e misure
possibili per la salvaguardia del clima e incoraggiare altri enti ad
attivarsi in tal senso. Il focus del Climate Star 2004 sono le energie
rinnovabili, il sole, il vento, le biomasse e la geotermia.
Due anni fa l'Alleanza per il Clima ha premiato per la prima volta 20
Comuni europei. Barcellona ha avuto il Premio per le forme innovative di
promozione del solare, Modena per i suoi successi di risparmio energetico
nel proprio patrimonio edilizio, Graz per il riutilizzo di oli alimentari
esausti come biodiesel e Heidelberg per l'impiego di energia elettrica
ecologica certificata.
Più di 180 Comuni ed enti territoriali di 16 paesi finora si sono
pre-registrati per il premio "Climate Star 2004". Mancano poche settimane
alla data di consegna della documentazione sulle proprie attività. I moduli
possono comunque essere ancora richiesti al coordinamento italiano
dell'Alleanza per il Clima, o ci si può registrare direttamente online
(ww.klimabuendnis.org). I vincitori saranno premiati il 25 di febbraio a
Baden, vicino Vienna, in una ceremonia organizzata dall'Alleanza per il
Clima insieme al Land dell'Alta Austria.
La decima sessione delle conferenza delle parti a Buenos Aires
Era nel 1994 a Berlino che il cancelliere tedesco Helmut Kohl scongiurava i
partecipanti di mettere in seconda fila gli egoismi particolari e di agire
per il bene dell'umanità in modo che: "Quando i vostri nipoti vi
chiederanno "che cosa avete fatto a Berlino?", li potrete guardare negli
occhi con la coscienza a posto".
E' passato un decennio da questa prima Conferenza delle Parti e si svolge
in questi giorni la 10^ conferenza a Buenos Aires. Gli intensi appelli
hanno dato luogo a un processo complesso e largamente incomprensibile ai
non addetti, portato avanti da un esercito di esperti che si battono per
gli interessi delle varie nazioni. Sono più di 180 i paesi che oggi
partecipano alle conferenze delle parti sotto gli occhi di alcune migliaia
di rappresentanti delle organizzazioni ambientali, della stampa, delle
varie lobbies dell'industria, in particolare quella dell'energia, ed altre
organizzazioni non governative.
Al centro del dibatto di Buenos Aires ci sono due tematiche, che negli
ultimi anni si sono rivelate sempre di più come due lati della stessa
medaglia. Tema decisivo delle trattive sul clima è la mitigazione
dell'effetto serra, vale a dire, le misure per ridurre le emissioni di gas
serra causate dall'uomo. E' questa la ragione di essere dell'Alleanza per
il Clima che dal 1990 riunisce enti l'impegno di dimezzare del 50% le
emissioni di CO2 nel proprio territorio. Nella misura in cui diventa sempre
più evidente che certe conseguenze dei cambiamenti climatici non sono più
evitabili, guadagnano di importanza le misure di adattamento. Anche lì è
una nostra priorità sviluppare metodi e strumenti che trovino sinergie tra
questi due campi nella chiave di uno sviluppo sostenibile.
Con la ratifica del Protocollo di Kyoto da parte della Russia comincia una
nuova tappa della politica del clima. Hanno ratificato il protocollo 128
stati, tra di loro tutti gli stati membri dell'Unione Europea, Giappone,
Canada, Nuova Zelanda, Norvegia e la maggior parte degli stati dell'Europa
Centrale e dell'Est nella categoria dei paesi industrializzati, come anche
Brasile, Sud Africa, India e Cina tra i paesi emergenti. Cambiano a livello
mondiale le condizioni economiche quadro visto che le tonnellate di CO2
emesse avranno un prezzo. E cambia il clima psicologico, visto che è finito
"Aspettare Kyoto" che ha paralizzato l'entusiamo degli uni e alimentato la
speranza degli altri di poter continuare con il business as usual.
Dal prossimo anno cominceranno le trattative per il "secondo periodo di
impegni" (dopo il 2012). Al più tardi a quel punto (e forse solo nel primo
mandato del successore di Bush) saranno da reintegrare gli Stati Uniti
d'America nel regime internazionale del clima e cominceranno le trattative
per coinvolgere i paesi emergenti nel processo attuativo con loro del
clima. Mentre è vero che in una prospettiva di giustizia globale le
emissioni di gas serra a persona in India e Cina tutt'oggi sono una
frazione di quelle di una persona in Europa o Nord America è anche vero che
in cifre assolute la Cina già oggi si trova al secondo posto dopo gli Stati
Uniti con le sue emissioni di gas serra complessive con una forte tendenza
di crescita (circa l'80% dal 1990 ad oggi).
I primi dieci anni di esistenza della Convenzione Quadro per il Clima hanno
fatto capire le dimensioni e la complessità del compito di stabilizzare il
clima. I negoziati internazionali hanno finora contribuito poco alla
soluzione di questo grande problema, i processi reali si svolgono più a
livello nazionale, territoriale e locale. Sarebbe poco realistico e
pericoloso anche dopo la ratifica del protocollo di Kyoto affidarsi a un
processo dall'alto verso il basso, dal livello globale a quello locale.
L'entrata in vigore del Protocollo servirà più che altro per sviluppare e
realizzare gli strumenti ed i regolamenti per una gestione globale del
clima che non per l'attuazione di attività serie di mitigazione nei paesi
sviluppati. Dovranno essere osservati con attenzione i negoziati
internazionali indispensabili per la politica del clima a medio e lungo
termine. Ma finora e probabilmente anche nei prossimi anni le trattative
internazionali non saranno un grande aiuto per quello che comunque deve
essere fatto sul luogo: ridurre le emissioni dei gas clima-alteranti.
Mitigazione e adattamento
Assemblea annuale dell'Alleanza per il Clima Italia
Il Convegno e Assemblea annuale dell'Alleanza per il Clima Italia "Verso lo
sviluppo sostenibile delle coste italiane. Mitigazione dell'effetto serra e
adattamento ai cambiamenti climatici" - organizzato in collaborazione e
ospitato dalla Provincia di Pescara e dal suo Assessore all'Ambiente Enrico
Di Paolo - ha presentato lo stato dell'arte delle ricerche sugli effetti
dei cambiamenti climatici sulle fasce costiere dell'Italia nel panorama
delle misure di mitigazione e adattamento da attuare a livello locale e
territoriale.
Introducendo i lavori, il coordinatore dell'Alleanza per il Clima Italia,
Karl-Ludwig Schibel, ha sottolineato come finora la gestione e protezione
delle zone costiere e il discorso sui cambiamenti climatici viaggiano
sostanzialmente in parallelo, con pochi punti di contatto.
Il carattere storicamente nuovo del problema al quale ci troviamo di fronte
è che il potenziale della minaccia che nasce dai cambiamenti climatici è
immenso, gli impatti concreti sono imprevedibili, mentre gli interventi
attuati per la protezione delle coste sono mirati alla risoluzione dei
problemi attuali e a quelli dei prossimi anni.
Vincenzo Ferrara, direttore del Progetto Speciale Clima Globale dell'ENEA,
ha presentato gli scenari e gli impatti dei cambiamenti climatici sull'area
del Mediterraneo confermando la sensazione diffusa che siamo testimoni di
un processo già in atto: i cambiamenti climatici già oggi sono una realtà.
La scienza ha sviluppato modelli di previsione per la vulnerabilità
dall'effetto serra di territori vasti, ma quelli a livello locale sono e
saranno imprevedibili. I piani per la gestione integrata dell'area
costiera, dei quali ha parlato Pierluigi Caputi, dirigente della Regione
Abruzzo, presentando il progetto R.I.C.A.MA. Rationale for Integrated
Coastal Area Management, dovranno attuare degli strumenti che permettano
uno sviluppo equilibrato delle zone costiere attraverso misure che comunque
promuoveranno un futuro sostenibile di queste zone. Fondamentali le
strategie di comunicazione: il piano deve essere finalizzato alla
diffusione delle informazioni e divulgazioni dei risultati e, allo stesso
tempo, è uno strumento per ascoltare tutti i portatori d'interesse e
coinvolgerli nella gestione integrata delle zone costiere.
La città di Venezia, da sempre si trova a dover affrontare gravi problemi e
negli scenari degli effetti dei cambiamenti climatici prospettati per
l'Italia, è ai primi posti tra le città a rischio sommersione. Nel suo
intervento Paolo Cacciari, Assessore all'Ambiente della città, ha
sottolineato che l'impegno per l'adattamento ai cambiamento climatici che
per un'amministrazione come quella di Venezia deve avere un'alta priorità,
va passo per passo con una politica di prevenzione, che l'ente sta mettendo
in atto in prima linea attraverso il suo Piano Energetico.
La conferenza di Pescara è stato un primo appuntamento di apertura per un
argomento di grande attualità. Il rapporto potenzialmente sinergico tra
mitigazione e adattamento rimarrà un campo di lavoro di alta priorità per
tutti gli enti pubblici impegnati nella salvaguardia del clima.
------------------------------------------------------------------------------------------------------
AVVERTENZA
Legge 675/96. Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al
trattamento di dati personali.
Gli indirizzi e-mail presenti nel nostro archivio ci sono stati comunicati
dagli account stessi che ne approvano l'uso, oppure provengono da elenchi e
servizi di pubblico dominio pubblicati in Internet da dove sono stati
prelevati.
Nel caso non vogliate più ricevere messaggi inviarne uno di ritorno
riportante CANCELLARE in oggetto.