Economia: Le tasse dovrebbero colpire il consumo
delle risorse del pianeta, non i redditi
Fonte: The Guardian
Traduzione a cura di Fabio Quattrocchi fabiokuloj at gmail.com *************** Se volete ricevere queste news, mandate una email vuota a mailto:econotizie-subscribe at yahoogroups.com e replicate al messaggio di conferma che vi viene inviato *************** 22 Novembre 2004 - Il mondo moderno ha perso
ogni contatto con la terra. Per i consumatori delle risorse del pianeta non c'e'
alcun controllo sullo sperpero; siamo cosi' lontani dal percepire le conseguenze
delle nostre azioni che viviamo confortabilmente nella negazione dei problemi,
ignorando i profeti che prevedono un'incombente crisi ambientale di dimensioni
epocali.
Il Pianeta Terra possiede una capacita' di
carico straordinaria, ma non e' privo di limiti. Come dovremmo vivere quindi? E
in particolare come dovrebbero gli operatori del mercato e dell'industria
trattare e commerciare le risorse?
Come sappiamo, la tassazione fornisce un certo
grado di redistribuzione di ricchezza, sebbene il gap tra ricchi e poveri sta
aumentando. I maggiori ricavi
fiscali vengono dalla tassazione sul reddito, e in particolare sul lavoro. E'
arrivato il momento per tutti i partiti politici di ripensare dalle
fondamenta questa bilancia. Dovremmo gradualmente spostare il carico fiscale dal
lavoro all'uso delle risorse. E ci sono due ragioni per farlo. Innanzitutto,
cio' eserciterebbe un incentivo a limitare il nostro uso delle risorse,
incoraggiandoci a conservare e rifornire la fonte da cui vengono. Poi,
stimolerebbe la creazione di nuovi posti di lavoro e ci incoraggerebbe ad
essere efficienti ed innovativi nel nostro uso delle materie prime.
L'industria odierna e
il mondo del business, infatti, sembrano basarsi sulla minimizzazione
dell'uso del lavoro in rapporto alle risorse usate (cioe' meno lavoro per ogni
"unita'" di risorse). Noi dobbiamo urgentemente invertire il rapporto in
questo modo: minimizzazione delle risorse usate in rapporto al lavoro
(cioe' meno risorse per "unita'" di lavoro).
La fiscalita' e'
sempre stata una forma di progettazione sociale guidata dai valori. Le
differenze fiscali e i tagli delle tasse influenzano i comportamenti. Cambiare
il bilancio della tassazione spostandolo dal lavoro alle risorse soddisfarrebbe
tutti e tre i maggiori partiti politici. I conservatori sarebbero soddisfatti
per le imprese, i Liberal Democratici per il minor impatto ambientale, e i
Laburisti lo vedrebbero come un mezzo per condividere le merci piu' equamente. I
cambiamenti nel regime fiscale devono essere introdotti gradualmente, ma lo
spostamento da un'area all'altra manterrebbe il gettito fiscale totale allo
stesso livello e quindi sarebbe neutrale. Sarebbero anche necessari interventi
per assicurare che i poveri e i disoccupati abbiano accesso ai livelli minimi di
benessere.
La Joseph Rowntree
Foundation (JRF) ha appena pubblicato una ricerca sulla riduzione dell'impatto
delle tasse ambientali sulle famiglie a basso reddito. Ci sono serie
preoccupazioni sul fatto che le eco tasse potrebbero colpire
disproporzionatamente i poveri, ma la JRF sostiene che e' possibile ideare
strategie per alleviare il peso. Per esempio, l'acqua domestica potrebbe
essere misurata e un primo scaglione di litri consumati per familiare
sarebbe esente da tasse. Poi gli scaglioni superiori corrispondenti a quantita'
maggiori di acqua sarebbero tassati cosi' che coloro che usano l'acqua per
lavare l'auto, innaffiare grandi giardini, riempire piscine etc pagherebbero
l'acqua secondo l'utilizzo. Questo farebbe diminuire i consumi e allo stesso
tempo tutelerebbe le famiglie a basso reddito.
Spostare il carico fiscale dal lavoro alle
risorse significherebbe che le imprese piu' avvantaggiate sarebbero quelle
che distribuiscono il lavoro nel modo piu' creativo ed innovativo possibile
cosi' da usare la minima quantita' di materie prime nei prodotti. Spetta agli economisti e ai politici, con il mondo economico, decidere
come condividere le risorse della terra con il senso di responsabilita' che i
"ricchi" dovrebbero avere per i "poveri", e le generazioni presenti per quelle
future.
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