[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

Biotecnologie: Attenzione, esiste una scienza diversa



http://magazine.enel.it/boiler/focus_dett.asp?iddoc=1084869&titolo=Focus%20-%20Attenzione%2C+esiste+una+scienza+diversa

FOCUS.Biotecnologie
Attenzione, esiste una scienza diversa

intervista con RICCARDO BOCCI di LUCA TANCREDI BARONE 
--------------------------------------------------------------------------------
 
 «LA CRITICA a una scienza troppo riduzionista, che interpreta la malattia su 
base prevalentemente genetica, e la necessità di ritrovare un rapporto anche 
con le sue cause socio-economiche mi trova perfettamente d'accordo». Lo dice 
Riccardo Bocci, ricercatore dell'Istituto agronomico d'oltremare di Firenze 
commentando l'articolo uscito su Trends in biotecnology. «E credo», continua 
Bocci, «che questa critica si applichi perfettamente anche al campo 
dell'agroalimentare e quindi alle piante». 

Lei collabora con l'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la 
nutrizione, sotto le dirette dipendenze del ministero delle Politiche agricole 
retto da Alemanno. Fa parte dunque del gruppo di scienziati accusati da 
Veronesi di essere "oscurantisti" e "antistorici" perché contro gli Ogm. 

Per la verità credo che il mio campo di ricerca, l'agronomia, sia molto più 
"avanzato" per tanti versi rispetto alla ricerca biotecnologica. Gli 
agroecosistemi sono dei sistemi biologici molto complessi. Non basta il 
laboratorio di biologia molecolare per ottimizzare la resa di un campo. Oltre 
alla biologia e alla genetica ci sono fattori economici, sociali, antropologici 
che giocano un ruolo. 

Cerchiamo di dare un peso a questi diversi fattori. 

Quando studiavo all'università i miei professori ci ripetevano continuamente 
che era sempre meglio, in un campo coltivato, ricercare resistenze poligeniche 
piuttosto che resistenze monogeniche. È una questione darwinistica: la natura 
reagisce molto in fretta a una pressione selettiva. Diversificare le armi di 
attacco contro i parassiti rende il lavoro di selezione più difficile. Nella 
pratica biotech invece è molto difficile costruire un transgene con una 
resistenza poligenica: riuscire a inserire una o due modifiche genetiche è già 
molto. Di più non riusciamo, semplicemente perché non riusciamo a controllare 
gli effetti delle modifiche tutte insieme: non ne sappiamo abbastanza. Per 
esempio, il cotone Bt (dal bacillus thurigiensis, il batterio da cui proviene 
il gene che produce la tossina utile a tenere a bada uno dei peggiori parassiti 
della pianta, ndr). Riusciamo a inserire solo due varietà di geni del batterio. 
Davvero nulla rispetto alla complessità che la natura riesce ad esprimere. 

Questo limite sulle conoscenze potrebbe però essere superato con il tempo. 

Guardiamo la ricerca svolta sinora, soprattutto negli Usa. La maggior parte dei 
transgeni prodotti e utilizzati sulle piante non ha nulla ha che fare con le 
tecniche agricole. I maggiori passi in avanti provengono da due ambiti. La 
"nutriceutica" (farmacologia applicata all'agricoltura), per produrre sostanze 
biologiche utili all'uomo (come i batteri geneticamente modificati per produrre 
l'insulina, un risultato importante, che peraltro risale a prima 
dell'esplosione della ricerca biotech). E la produzione di piante con valore 
nutritivo modificato: il golden rice, il mito di qualche anno fa, avrebbe 
dovuto prevenire malattie gravi in gran parte del mondo grazie a un gene per la 
provitamina A inserito artificialmente. Peccato che l'idea non sia mai 
decollata: per vincere la fame e le malattie nel mondo ci vogliono, 
soprattutto, volontà politica e soldi. Non pallottole d'argento. 

 Perché è scettico sulla ricerca "nutriceutica"? 

Tutta la ricerca è utile. Ma questa sperimentazione può essere potenzialmente 
pericolosa. Se viene disperso nell'ambiente il gene Bt (e succede, perché il 
polline non si può fermare, e oltretutto alcune piante come la colza hanno una 
percentuale di fecondazione incrociata altissima) dal punto di vista della 
salute non succede nulla. E la natura, comunque, in qualche modo "riassorbirà" 
la mutazione. Ma se va in giro un gene che produce un vaccino, tanto per fare 
un esempio, entrando nel patrimonio genetico di una pianta non modificata e che 
magari viene utilizzata per l'alimentazione, il risultato potrebbe essere che 
venga espresso anche quando non lo vogliamo: "vaccinando" anche le persone che 
consumano la pianta normale. Come è successo negli Usa, dove il Dipartimento 
dell'agricoltura ha fatto distruggere campi di mais ogm alla ProdiGene per 
questa ragione. Questi Ogm devono essere controllati ancora più severamente. 

E se invece parliamo delle applicazioni prettamente agronomiche? 

Le faccio un esempio realmente accaduto in Canada con la coltivazione della 
colza resistente a un erbicida commercializzato dalla Novartis. Per le ragioni 
che dicevo prima, in una monocoltura dopo 3 o 4 anni di uso massiccio di un 
unico erbicida le piante infestanti prima o poi si adattano: e nascerà 
l'erbaccia resistente che fatalmente renderà l'erbicida inutilizzabile. Con 
grande danno per il contadino, oltre che per l'ambiente. Non siamo più capaci 
di un approccio globale agli agro-ecosistemi, è questa la mia principale 
critica all'industria del biotech e al modello di sistema agroindustriale. 
Queste cose venivano studiate in agronomia già vent'anni fa: abbiamo smarrito 
il senso comune. 

Non lascia scampo all'approccio delle scienze biotecnologiche. 

Purtroppo la ricerca oggi si occupa troppo poco di sociologia della scienza e 
non studia come si produce la conoscenza: vive spesso di un modello positivista 
e riduzionista, superato dai fatti. In un campo è molto più utile studiare 
quale sia la soglia di tolleranza per un determinato parassita, la relazione 
fra gli insetti utili e dannosi, le dinamiche di popolazione. A quel punto si 
decide di agire con lo strumento opportuno, ma solo nel caso limite. Il dogma 
della scienza agricola di oggi è che per ottenere l'optimum agricolo nel mio 
campo non devo avere null'altro che la pianta che mi interessa. Ma questo è 
falso, e non funziona. Esiste anche una scienza diversa. È il nostro modello di 
scienza che va cambiato. 
 




____________________________________________________________
Libero ADSL: navighi gratis a 1.2 Mega, senza canone e costi di attivazione. 
Abbonati subito su http://www.libero.it