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spezia sequestrati tre quintali di tonno contaminato



Il Secolo XIX WebGiovedì 8 Luglio 2004

 Il Secolo XIX

 La Spezia, sequestrato tonno contaminato
Tre quintali provenienti dall'Indonesia

La Spezia. Trecento chilogrammi di tonno fresco, un'intera partita, è stata
sequestrata e verrà distrutta perché i controlli effettuati dal Dipartimento
di prevenzione della Asl spezzina hanno riscontrato livelli di istamina
dieci volte superiori a quelli consentiti. Si tratta di tonni pescati in
acque indonesiane, esportati da un'azienda di diritto olandese, trattati per
essere mantenuti "freschi". In sostanza, "dopati" per durare fino a 20
giorni.
La sostanza trovata nei tranci di pesce in ragione di 2.000 milligrammi per
chilo è l'istamina che si forma con la perdita di freschezza del tonno, in
carenza di condizioni igieniche nella preparazione e per periodi di
conservazione eccessivamente prolungati. Le conseguenze per chi mangia tonno
contaminato da istamina possono essere gravi: rossore, edema e difficoltà
respiratorie fino allo choc anafilattico che può, in determinati casi,
provocare anche la morte si legge in una nota diffusa dal servizio Asl.
La partita sequestrata verrà distrutta. Il direttore del Dipartimento di
prevenzione, Enzo Secco, invita ad evitare gli allarmismi ma avverte: «In
linea teorica è possibile che partite simili di tonno siano finite sui
banchi delle pescherie e dei supermercati. Per non correre rischi verificate
sempre etichetta e provenienza».

 Tonno fresco "dopato" all'istamina

BLITZ Il Dipartimento Prevenzione mette in guardia i consumatori non
escludendo la presenza sul mercato di altre partite provenienti
dall'Indonesia
L'Asl spezzina sequestra una partita di tre quintali di pesce "adulterato"

Belli, all'apparenza freschissimi e di un invitante colore rosso ciliegia.
Tranci di tonno così belli e dall'aspetto così sano da far nascere il
sospetto che forse, provenendo via Olanda da mari così lontani come quelli
dell'Indonesia, nascondessero un pericolo: la presenza di istamina, una
sostanza che può provocare reazioni allergiche quali rossore, edema e
difficoltà respiratorie fino ad arrivare, nei soggetti più sensibili, allo
choc anafilattico. Una presenza rilevata in quantità massiccie, oltre 2.000
milligrammi per chilo quando il limite massimo previsto è di 200 , e che ha
portato al sequestro di 300 chili di tranci di tonno fresco prima che
arrivasse nelle pescherie e nei supermercati spezzini e all'invito da parte
del Dipartimento di prevenzione della Asl 5 in cui a fare attenzione a quale
tonno si mangia.
L'istamina è una sostanza che si forma a seguito della degradazione di
alcuni componenti fisiologici del muscolo del tonno, in carenza delle
condizioni igieniche nella preparazione delle materie e per periodi di
conservazione eccessivamente prolungati. In un mercato globalizzato, il
pericolo aumenta: il tonno sequestrato, per esempio, veniva da un'azienda
olandese che a sua volta lo aveva importato dall'Indonesia. E non si
trattava di pesce surgelato o congelato, ma di pesce fresco al quale il
produttore, con una serie di accorgimenti, aveva garantito un periodo di
conservazione di 20 giorni; tra i trucchi usati per conservarlo più a lungo
e dargli il colore rosso, c'è il sospetto che possa essere stato trattato
anche con monossido di carbonio.
«Quella partita di tonno è stata tutta sequestrata e verrà distrutta -
spiega Enzo Secco, direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl - ma
su quello che si trova sul banco del supermercato non posso fare le analisi
sull'istamina. Per effettuarle bisogna fare almeno 45 campioni, ci vogliono
grandi quantità di merce: in linea teorica, dunque, potrebbero esserci
partite simili in circolazione».
Una possibilità che sembra però remota: ieri, girando per i banchi del pesce
di piazza Cavour, tra le pescherie e nei supermercati con il banco del pesce
fresco, di tonno in tranci del tipo di quello descritto dalla nota della Asl
non se ne vedeva nemmeno una squama e quello che si poteva acquistare era
rigorosamente nostrano.
Come anticipato, le analisi dei campioni avvengono a monte, prima della
commercializzazione: scattano quando gli uffici veterinari che devono
controllare la conformità dei prodotti alle norme europee riscontrano delle
anomalie. A questo punto, i successivi cinque invii di merce da parte
dell'azienda "sospetta" vengono sottoposti a campionamento.
Non è la prima volta che ci si trova davanti a casi del genere: qualche
tempo fa a essere sequestrati furono dei lotti di gamberetti provenienti dal
Brasile che presentavano una quantità di solfiti superiore alla norma. La
procedura, adesso, prevede che il consolato olandese venga avvertito del
sequestro e dell'esito delle analisi e che quindi, a sua volta, avverta le
autorità locali per prendere i provvedimenti necessari riguardo l'azienda
che ha trattato ed esportato in Italia il tonno all'istamina.

Augusto Boschi
08/07/2004