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all'Augusta Comunità Ecologica
I migliori saluti a tutti.
Quale titolare del Laboratorio Eudemonia speravo che alla nostra sgarbatissima
email di qualche giorno fa seguissero almeno un paio di reazioni indignate.
Così non è stato e me ne dispiaccio tanto, sinceramente, perchè ciò che abbiamo
cercato di fare è stato quello di generare una situazione di maggiore
attenzione, in pratica come dire: creare un piccolo conflitto per cercare di
risolvere una situazione di maggiore gravità.
Vediamo dunque di che si tratta, anche se così, senza un vostro coinvolgimento
emotivo pubblico, scriverò certamente al vento (in ogni caso, mi scuso con la
persona cui abbiamo indirizzato quell'email per averla coinvolta a sua insaputa
in questo esperimento).
All'inizio del '96 siamo approdati in Internet e quasi allo stesso tempo ci
siamo iscritti a questa, ed in seguito a tante, decine di altre liste che
raccolgono i contributi degli ambientalisti/ecologisti italiani. Da allora sono
trascorsi circa otto anni ed abbiamo visto scorrere davanti ai nostri occhi
migliaia di comunicati.
Mi sento dunque di poter dire di essermi fatto almeno un'idea di quello che è
l'ambientalismo/ecologismo italiano. Mi sento egualmente di dire che ritengo
tale Movimento piuttosto inadeguato alle reali esigenze del nostro tempo. Mi
sento anzi di dire che troppe volte sembra che tale Movimento si trovi a far da
spalla, quasi fosse un fedele accolito, ad un vecchio sistema sociale economico
e politico corrotto, il quale purtroppo riesce tuttora ad andare avanti anche
grazie al contributo ideologico e fattivo di detto Movimento.
La sintesi di quel che sto dicendo si trova nelle due parole: "sviluppo
sostenibile". Il sistema insiste con lo svilupo ad oltranza ed il Movimento gli
offre la bufala della sostenibilità. Il sistema corrotto può ancor oggi
continuare a reclamare a gran voce un suo ulteriore cieco sviluppo solo grazie
all'aura di presunta, in realtà abbontantemente falsa, sostenibilità, con la
quale l'Augusta Comunità Ecologica l'ammanta.
(E' addirittura comico il fatto che adesso il corrotto sistema basato solo
sulla sua crescita materiale stia iniziando a cercare suoi sostenitori --
notate l'affinità: sostenibilità-sostenitori -- anche tra coloro cui sta a
cuore l'etica, come se potesse essere etico un sistema con strutture, modi e
finalità ampiamente definibili immorali, basato esclusivamente sulle leggi del
mercato e della competizione, dove ogni azienda vuole sbranare le altre e
divenire più grande, dove l'obiettivo non è tanto soddisfare le reali, giuste,
legittime esigenze di una persona o della società bensì vincere la competizione
ad ogni costo, anche a costo di corrompere tutto e tutti, e che dimentica, anzi
seppellisce completamente quant'altro, ed è davvero tanto, tantissimo, occorre
ad una vita per essere equilibrata e quindi conducibile a buon fine).
Per dirne una, negli ultimi tempi, sono nati, come fanghi dopo la pioggia,
tantissimi istituti, società, cooperative che monitorano la qualità dell'aria,
dell'acqua, delle risorse in genere e che con le loro certificazioni,
attestanti valori corrispondenti a normative nazionali od internazionali,
permettono al sistema economico tradizionale di andare ancora avanti. Ebbene,
anche nel migliore dei casi, quando non si tratta di semplice fumo sugli occhi,
bensì anche quando se ne ottiene un qualche effetto palliativo, ci si limita in
verità ad una superficiale cura dei sintomi e non certo dei mali profondi del
sistema. Grazie a persone come queste, il sistema può continuare infatti a
muoversi lungo direttive pressochè immutate, di sfruttamento, saccheggio e
corruzione, facendo crescere ancor più il male del mondo, e rendendo sempre più
difficile la sua guarigione.
E cosa dire di tutti quegli ambientalisti che sono assolutamente convinti che
risparmiare energie e risorse, trovare fonti alternative, pulire l'ambiente
sia, in questo periodo storico, una cosa assolutamente buona (quindi
praticamente tutti gli ambientalisti nazionali, tranne forse qualche rarissima
eccezione che eventualmente confermerebbe tristemente la regola). Voi stessi,
se mi state leggendo, vi starete chiedendo: come può questo qui affermare o
solo pensare che non sia cosa buona?
E' proprio ciò che metto in dubbio, invece, e la spiegazione è semplice ed
evidente: il sistema corrotto, se non fosse giunto l'ambientalismo a fargli da
supporto, si sarebbe probabilmente già dovuto fermare, avrebbe già dovuto fare
conti più pesanti con le proprie nefandezze e forse, proprio per la maggiore
evidenza di tali nefandezze, oggi invece allegerite, migliorate, ripulite,
quindi rese più vaghe, dal movimento ecologista ed in futuro anche dal
movimento etico, avrebbe più profondamente potuto rivedere se stesso e le sue
finalità. Invece ... curando solo i sintomi, il male potrebbe infine divenire
mortale.
Pulire e risparmiare è certo generalmente cosa buona, bella, giusta e
piacevole. E chi dice il contrario? Ma non è detto che sia la cosa più
opportuna da fare in questo momento, o quantomeno è tendenza che presenta due
opposte facce e risultati, in quanto tutto ciò potrebbe ritardare il tempo in
cui il sistema sarà per forza di cose costretto a fare inversione di marcia.
Tutto ciò che oggi ci allea al sistema può in realtà esser ritenuto quantomeno
sospetto, perchè la sua corruzione è troppo profonda ed il sistema va cambiato
alle radici, certo sempre in maniera legalmente e moralmente ineccepibile, ma
non limitandosi a spuntare semplicemente i rami. Il fatto stesso che il sistema
ci accolga di buon occhio, o che addirittura ci inviti a collaborare, quando
questo accade, deve farci sospettare la verità.
Mi permettereste una domanda?
Una buona ecologia dovrebbe avere a cuore la perfetta integrazione degli esseri
umani con l'ambiente naturale. Logico che tale ecologia dovrebbe avere sempre
ben chiaro in mente il rapporto tra il numero di tali esseri umani e la
superficie del territorio su cui essi vivono, intendo dire che ogni buon
ecologista dovrebbe avere come dato fondamentale, stampato sulla fronte, la
densità demografica del proprio territorio.
Come mai allora, in tutti i comunicati ecologisti, i vostri comunicati, che
lamentano ogni genere di inquinamento, il proliferare delle antenne, delle
scorie nucleari, dello smog, dei rifiuti, etc. etc. etc. non si prende in
minima considerazione la densità demografica della propria nazione e della
propria regione? Come mai, con tutto quello che sta succedendo in Campania,
nessuno ha notato e tanto meno ha messo in risalto che questa stupenda regione
ha il primato nazionale per quanto riguarda una elevata densità demografica? E
come mai non si vedono dappertutto riportati a grandi lettere sui muri
mediatici i seguenti dati:
country pop. dens. area population
(/km²) (km²) (2002-07-01 est.)
Israel 290 20,770 6,029,529
Palestinian
territories 545 6,220 3,389,578
confrontabili con quelli, già pesanti, nazionali:
Italy 192 301,230 57,715,625
Non potrebbe la densità demografica essere anch'essa una buona chiave di
lettura, quanto meno da considerare, su quanto purtroppo sta accadendo da
quelle parti?
Taboo. Il problema demografico è ancora oggi taboo. Come lo era il parlar di
sesso fino a qualche tempo fa. Gli scienziati che parlavano di sovrapopolazione
una trentina di anni fa sono ormai morti tutti, e non c'è stato un ricambio,
quelli di oggi preferendo diplomaticamente limitarsi a pesare soltanto i
consumi piuttosto che anche le persone, se non a farsi del tutto i fatti propri
od a difendere qualche cuculo o grifone selvatico.
Eppure mica stiamo invocando delle leggi, degli obblighi, dei divieti,
tutt'altro: solo consapevolezza, quello che occorre è solo rendere consapevoli
le persone, dopodichè queste non potranno che decidere da sole per il meglio.
Questa è la risposta tipo che riceviamo dalle persone più genuine, più oneste,
quando presentiamo loro il problema demografico:
"... devo confessarti che purtroppo non abbiamo mai riflettuto sul problema.
Cercheremo di iniziare ..."
mentre quando ci rivolgiamo ai professionisti dell'ambiente, per intenderci
all'Augusta Comunità Ecologica, si sentono solo i fischiettii di chi
proditoriamente fa finta di nulla. E più grande è l'associazione od il gruppo
ecologista e più grande è l'indifferenza al problema, essendo naturalmente
anche più grande la commistione con un sistema che concepisce se stesso solo in
funzione di una ipertrofica economia, e quindi dell'estensione dei suoi mercati.
In verità, vedo tra voi tante persone in gamba ed in voi tante capacità e buoni
sentimenti, e riconosco anche che lo sviluppo sostenibile sia un primo passo
probabilmente anticipatore di una conversione di maggior peso. Tuttavia penso
che questa conversione stia procedendo troppo lentamente, penso che stiamo
chiedendo troppo poco a noi stessi, ed ambiamo a risultati esigui rispetto alle
reali esigenze. E penso soprattutto che ci lasciamo troppo prendere dal
particolare, dal superficiale, e ci sfugga quasi del tutto ciò che è
fondamentale.
In risposta alla mia lettera ai futuri EuroParlamentari, in favore di una
evoluzione economica più profonda che sostituisca lo sviluppo sostenibile,
lettera postata anche in questa lista pochi giorni fa, ho ricevuto numerosi
messaggi, tra cui quello che segue:
"... questa lettera mi ha molto colpito.
tutto, dai criteri di maastricht alle politiche interne ed estere dei paesi
segue logiche ferree della produttività e dello sviluppo economico.
alla lunga, solo una follia che passa per progresso.
ogni natura viene manipolata per cui se non ottimizzi - tempo energie risorse,
perfino affetti- sei out.
esseri umani "trasformati in rapaci individui, in aspra
competizione l'un contro l'altro, lanciati in una caccia senza tregua fino
all'ultimo cliente, ed inevitabilmente condotti, per l'alto livello di
aggressività della competizione stessa, a dimenticare ogni legge, etica e
morale. Un intero pianeta è sottoposto a continua, incessante opera di
saccheggio".
parole che fanno riflettere."
Qui sta il punto: pur ringraziando l'autrice di questo commento per
l'espressione della sua sintonia con il mio sentimento, noto che, già in gran
ritardo per l'azione, non abbiamo ancora cominciato a riflettere seriamente.
Cent'anni fa eravamo un miliardo e mezzo di persone, oggi ne siamo più di sei
miliardi, proiettati tutti in una folle corsa verso uno sviluppo cieco ed
irresponsabile: niente di più facile che tra cent'anni, dopo aver attraversato
gli orrori di chissà quante e quali tragedie planetarie, torneremo ad essere
quanti ne eravamo cent'anni fa.
Ma basta così. Sarebbero tante le cose da dire, ma per oggi mi limito a
quest'ultima. Perchè non facciamo davvero nostro il vecchio slogan: agisci
localmente pensa globalmente? Che sarebbe come dire: risolvi sì l'emergenza che
hai sotto casa ma identifica ed occupati soprattutto delle cose fondamentali,
che accomunano tutti. Perchè a fianco del vostro specifico interesse per gli
animali, per il cibo vegetariano, per la passione per la bicicletta, per la
lotta alle antenne, allo smog, ai rifiuti, ed a quant'altro vi pare non
abbinate anche lo studio di un tema assolutamente fondamentale come la
questione demografica?
Ed infine, dissociamoci apertamente da coloro che perseguono ancora uno
sviluppo esasperato, spacciandolo per sostenibile, non facciamoci corrompere da
loro, lasciamoli soli, isoliamoli così che si possa meglio riconoscerli e
possano maggiormente vergognarsi per le loro scelte ed incapacità di immaginare
e volere un futuro migliore.
Occorre mutar di forma e di sostanza, altro che continuare a crescere. E per
questo compito immane che ci attende c'è bisogno di tanta gente in gamba ed
onesta. Ecologisti: almeno voi interrogatevi, dunque, su quello che state
realmente facendo e se non sia meglio per tutti rivedere e mettere meglio a
fuoco le vostre scelte. E se, per un qualche caso di sorte benevola, vi
ritrovaste in quanto ho cercato di esprimervi, certo con scarsa capacità, non
vi limitate ad annuire, bensì iniziate a riflettere, ad inventare, a scrivere,
ad intervenire personalmente su questi ed altri temi, verso queste ed altre
direzioni ancora, perchè le cose potranno iniziare a cambiare realmente quando
non poche bensì molte, tantissime voci si leveranno forti ad affermare i
principi non di uno sviluppo sostenibile, ma di un futuro realmente
desiderabile, di una evoluzione auspicabile.
Tanti carissimi saluti a tutti,
Danilo D'Antonio
Laboratorio Eudemonia
List of countries by population density
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_countries_by_population_density
http://www.studentsoftheworld.info/infopays/rank/densite2.html
OVERPOPULATION AND DEEP ECOLOGY by Bill Devall
http://www.fs.fed.us/eco/eco-watch/ew930514
all'Augusta Comunità Ecologica - Versione 1.0.0 - 02/06/35