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Fw: elettrosmog
- Subject: Fw: elettrosmog
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda@tin.it>
- Date: Thu, 19 Feb 2004 20:36:34 +0100
Da Angela elettrosmog-può andare?
----- Original Message -----
From: Viviana
To: Nicoletta ; Andrea Agostini scienze
Sent: Thursday, February 19, 2004 7:38 PM
Subject: Fw: elettrosmog
Cara Nicoletta e caro Andrea, vorrei per cortesia che faceste arrivare alla lista della rete di Lilliput o ad altre liste che potrebbero essere interessate, questa mail che attesta il primo splendido risultato di un lavoro dei cittadini di Bologna contro l'inquinamento da elettrosmog che ha portato gia' ad alcune morti e a moltissimi malati di malattie degenerative nella nostra citta', nella speranza che rete di Lilliput presti una attenzione maggiore in futuro ai problemi ambientali e alla democrazia partecipata che muove i cittadini a difendere la loro salute e i loro diritti con attivita' e iniziative popolari. Per queste lotte i comitati promotori hanno bisogno dell'appoggio e dell'aiuto di tutti. Non c'e' solo il Terzo Mondo e non ci sono solo le opere caritative all'estero, ma ci sono battaglie da affrontare anche nel nostro paese.
Ringraziando
Viviana
Progetto di democrazia partecipata
Questo fanno i cittadini se si muovono
ELETTROSMOG A BOLOGNA:
IL CONSIGLIO COMUNALE APPROVA ALL'UNANIMITA'
LA DELIBERA DI INIZIATIVA POPOLARE DEI CITTADINI
PRATICHIAMO INSIEME LA DEMOCRAZIA PARTECIPATA!!!
Lunedì 16 febbraio 2004, il Consiglio comunale di Bologna ha approvato all'unanimità, 28 sì su 28, la delibera di iniziativa popolare scritta dai cittadini, appoggiata da 35 comitati promotori e 51 gruppi. Una prima importante e positiva risposta alle richieste di buon senso poste dalla "società civile", definizione consumata che non vogliamo intendere escludente, ma includente in termini diversi, più vicini ai problemi reali della gente, acquisiti non solo come oggetto di discussione politica, ma affrontati concretamente sul territorio. Un evento che segna una nuova tappa non solo per l'elettrosmog, ma per la democrazia partecipata, qualcosa che lega in forte unione ambiente, diritto/i e valori umani.
Si è partiti nel marzo 2003 iniziando la costruzione collettiva del progetto, cucendo le proposte nate "dal vissuto", il gruppo che ha iniziato e finito questo progetto, dobbiamo dirlo, è stato formato da donne; poi la raccolta di 3.080 firme autenticate in tre mesi (ne servivano 2.000); la verifica dei contenuti tra i cittadini in ulteriori recenti assemblee (alcune partecipatissime organizzate con il supporto dei Quartieri stessi al Navile, Reno, Savena ..); l'approvazione generalizzata di quasi tutti i Quartieri (per alcuni comunque su punti specifici); l'appoggio e la partecipazione di alcune radio indipendenti; il passaggio alla mediazione con la pubblica amministrazione tramite due Commissioni e finalmente positivamente in Consiglio comunale lunedì scorso. Questi ultimi, tempi strettissimi, ma garantisti di un percorso che di per sé acquista significato, esprime il valore della condivisione allargata e diversificata.
Finalmente si è usciti dalla logica della contrapposizione politica per centrare gli obiettivi, dalla protesta alle proposte che entrano in una delibera scritta attraverso le storie umane della gente. Pronti a difendere il coinvolgimento trasversale di tutte le associazioni e partiti interessati al problema. L'unicità di un evento simile è seguito anche da alcuni gruppi del "movimento", da alcuni parlamentari, da comitati contro l'elettrosmog di altre regioni, come quelli di Monte Mario che hanno ottenuto lo sbancamento di alcune antenne vicino alle Scuole Leopardi, di Cesano (la tristemente famosa Radio Vaticana), di San Silvestro Colle di Pescara che hanno cercato di farsi sentire con uno sciopero della fame ... e l'elenco potrebbe continuare. Un gruppo analogo di cittadini in Austria si sta muovendo come a Bologna, per cui si potrebbe auspicare una nuova forma di collaborazione tra esperienze di paesi vicini per rafforzare le richieste, per mirarle meglio, per sentirci uniti agli altri con problemi simili ai nostri.
IMPRESSIONI
Prendiamo atto, con grande piacere, della volontà di valutazione, concertazione ed approvazione di una proposta nata direttamente "dal basso", nel contesto vissuto di democrazia partecipata che ha permesso ai comitati stessi di presentare l'iniziativa popolare direttamente in Consiglio, cosa, mi si dice, mai successo prima, se si cerca di andare indietro con il ricordo. Un passo iniziale che ha visto l'accordo tra comitati contro l'elettrosmog ed amministrazione comunale.
COSA STIAMO CHIEDENDO?
Cercando di rendere compatibile lo sviluppo tecnologico con i problemi di semplice vivibilità dei cittadini, mirando alla minimizzazione dell'esposizione della popolazione, partendo dall'area di ricerca scelta dai gestori, questo proposta serve a individuare siti più idonei e meno pericolosi, puntando su criteri localizzativi quali collocazioni di antenne più alte rispetto all'abitato circostante, evitando le concentrazioni di impianti di cui non si è ancora provato l'innocuità. Quindi irradiazioni a valori bassi che non colpiscano le case.
RISULTATI DELLA CONCERTAZIONE
La considerazione del principio di precauzione, portato avanti da anni dai comitati e dai ricercatori indipendenti, come elemento di attenzione da non sottovalutare. Il mantenimento, nel contesto del concetto di ampliamento, del diritto acquisito della distanza di rispetto per i siti sensibili (scuole, ospedali, luoghi di assistenza .), diritto che si rischiava di perdere, schiacciato da interpretazioni troppo restrittive delle recenti sentenze della Corte Costituzionale e di una lettera della Regione che invita tutti i Comuni a "dare corretta attuazione alla disciplina regionale, provvedendo qualora necessario, in via di autotutela, all'annullamento dei provvedimenti emessi in contrasto".
Pensate!!! in nostro soccorso sono venute le interpretazioni legislative del "Sole 24 Ore" che non mi pare siano scritte dai cittadini, ma piuttosto da chi sta vicino al mondo delle imprese.
COME SI POTRA' PROCEDERE NEL FUTURO?
Il Sindaco ha poteri di "governo del territorio", avvallati da recenti sentenze della Corte Costituzionale. Pertanto è possibile valutare insieme - Arpa, Ausl (in qualità di uffici comunali tecnico e sanitario), Quartieri, cittadini e gestori - come procedere per recare meno danni a chi è obbligato a vivere vicino a fonti che producono inquinamento elettromagnetico.
La delibera di iniziativa popolare e la presentazione in Consiglio comunale fatta dai comitati saranno pubblicate tra breve sui siti: http://alberinonantenne.interfree.it e www.elettrosmog.com.
Angela Donati
Alberi non antenne - Bologna ( 19-02-04)