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rassegna stampa: Tra Usa e Ue la disfida degli Ogm



A cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da "Il Sole 24 Ore" - Mercoledì 17 Dicembre 2003 ore 17:53
Tra Usa e Ue la disfida degli Ogm
Parte con il passo sbagliato il vertice della Casa Bianca. Bush accusa
l'Europa di affamare l'Africa e Prodi replica: "Falsità". Una guida per
capire le ragioni dello scontro. Tutte le altre guerre tra America e
Vecchio Continente.
di Giulia Crivelli
Mancano poche ore all'inizio del vertice Ue-Usa, il primo dopo la guerra in
Iraq, che si svolgerà oggi alla Casa Bianca. Ma le premesse non sono le
migliori. Il presidente della Commissione Europea Romano Prodi si è detto
infatti «stupito» dalle recenti dichiarazioni del presidente americano
George Bush sugli organismi geneticamente modificati (Ogm).
Bush, esortando gli europei ad aprire i mercati alle coltivazioni Ogm, era
tornato ad accusare l'Ue di affamare l'Africa, che rifiuterebbe di
coltivare piante geneticamente modificate - dalla produttività nettamente
superiore rispetto ai raccolti tradizionali - nel timore di perdere gli
sbocchi sui mercati europei.

Prodi: "Accuse false"
Nella serata di ieri, partecipando ad una cena organizzata nei locali della
commissione Affari Internazionali della Camera, a Washington, organizzata
dal German-Marshall Fund, Prodi ha detto che le accuse rivolte da Bush sono
«semplicemente false», e che l'Europa «non ha mai chiesto ai paesi africani
di rifiutare gli Ogm, ma che ogni paese deve fare la sua scelta, in totale
autonomia. Nessuno ha imposto condizioni».

Ogm, solo uno dei nodi
Gli Ogm sono uno dei temi più controversi del Vertice. La delegazione
europea é guidata da Prodi e dal premier greco Costas Simitis, presidente
di turno dei Quindici. Al Summit sono attese posizioni comuni su temi come
la guerra al terrorismo e le armi di distruzione di massa, ed è in
calendario la firma di accordi sulla cooperazione giudiziaria e
l'estradizione. Si parlerà anche della ricostruzione in Iraq e della
situazione in Medio Oriente, oltreché di questioni economiche e commerciali.

Una guerra che dura da più di dieci anni
1998: l'Ue blocca l'importazione di nuovi prodotti geneticamente modificati
e da allora sta lavorando sulle questioni della tracciabilità e della
etichettatura, temi tabù per il mondo biotech, assolutamente convinto che
il principio precauzionale sia "una misura illegittima", ma fortemente
sostenuto da Francia, Danimarca, Grecia, Austria, Lussemburgo e dall'Italia.
Contro questi Paesi la lobby dell'industria biotech ha lavorato molto negli
ultimi anni, le imprese made in Usa lamentano una perdita annua di 300
milioni di dollari per il solo mais.

Ottobre 2002: la Commissione Europea presenta una nuova direttiva relativa
all'etichettatura e alla tracciabilità, considerata da Pascal Lamy
(commissario per il Commercio), Fischler (commissario all'Agricoltura) e
Wallstrom (Ambiente) come possibile soluzione della moratoria in atto e via
libera alle procedure per l'ottenimento di nuove autorizzazioni per
l'import di Ogm.

Gennaio 2003: Alan Larson, sottosegretario all'Agricoltura Usa, afferma:
"La pazienza [dell'America,n.d.r.] é al limite", Lamy ribatte che una causa
in seno al Wto non é opportuna e otterrebbe effetti contrari a quelli
desiderati visto che la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica
europea è contraria agli OGM.

4 febbraio 2003: gli Usa fanno sapere che non sarebbero stati soli se
avessero deciso di citare in giudizio l'Europa, Washington replica che
"stanno consultando alcuni Paesi circa la strada migliore da percorrere per
affrontare l'Ue in sede Wto".

13 febbraio 2003: il presidente della Commissione Finanze del Senato
americano, Charles Grassley, getta acqua sul fuoco, dichiarando che non
c'era da aspettarsi alcun imminente intervento Usa in seno Wto. La guerra
all'Iraq é alle porte e gli Usa non vogliono creare nuovi problemi alle
difficili relazioni con l'Europa. Pare quindi che la questione sia
rimandata all'autunno.

13 maggio 2003: il Dipartimento all'Agricoltura esce con un comunicato
stampa dal titolo: "Gli Usa ed altri paesi cooperanti presentano azione
legale al Wto contro la moratoria Europea sui cibi e sui prodotti agricoli
biotech". Il comunicato rivela che "i Paesi cooperanti" sono Canada,
Argentina ed Egitto, ma sosterranno la causa anche Australia, Cile,
Colombia, El Salvador, Honduras, Messico, Nuova Zelanda, Perù e Paraguay.
"La moratoria UE viola le regole del Wto. La gente in tutto il mondo mangia
prodotti Ogm da anni. Le biotecnologie aiutano a risolvere il problema
della fame nel mondo, offrono grandi opportunità per una migliore salute ed
alimentazione e proteggono l'ambiente riducendo l'erosione dei suoli e
l'uso dei pesticidi". Così recita il comunicato ufficiale.

Il diritto internazionale: il Protocollo sulla Biosicurezza
Impugnando il Protocollo sulla biosicurezza del 1992 molti paesi - europei
e non - bloccarono l'importazione degli organismi geneticamente modificati,
considerati non sufficientemente testati. Il Protocollo, fermato dagli Usa
per otto anni, venne infine ratificato a Montreal, nel gennaio del 2000,
dove 131 paesi (compresi di Usa) siglarono una convenzione preliminare
sulla biosicurezza che riguarda però soltanto il commercio di sementi. I
prodotti lavorati made in Usa, quindi, restavano fuori dal divieto anche se
contenevano Ogm.

25 giugno 2003
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