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DA LIBERAZIONE DEL 22 NOVEMBRE
Vogliamo rimanere nella nostra terra,
non emigrare all'infinito. Aiutateci...
Cara "Liberazione", volevo esporvi le mie ragioni e chiedere il vostro
aiuto. Vivo a Pomarico, in provincia di Matera, in quel vuoto storico e
geografico posto tra la Calabria, la Puglia e la Campania che chiamano
Basilicata. Non abbiamo autostrade, non abbiamo ferrovie decenti (stazioni
praticamente in campagna, ormai senza biglietteria e con sempre meno treni
che transitano), non abbiamo un tessuto industriale, non abbiamo la nostra
storia (fin da piccoli ci hanno insegnato che non bisogna parlare dialetto,
che il nord è il mitico luogo dove tutti si danno da fare, dove tutto è
possibile, mentre noi siamo solo gente brava a guardare alle finestre, che
in tutt'Italia ci sono stati scrittori eroi ecc. ecc. mentre noi non ne
abbiamo avuti); ci è rimasta una precaria agricoltura ed un male organizzato
turismo che piano piano sta muovendo i primi passi, abbiamo chilometri di
spiagge di sabbia fine liberi da "lidi" (forse perché non possono portarcele
via come il petrolio, il gas e l'acqua) e finalmente da qualche anno i
ragazzi hanno cominciato a dire basta, voglio vivere nella mia regione.
Ora, lo Stato ci ha eletto, ci ha eletto a pattumiera, sublime ruolo
di chi con abnegazione è disposto a pagare il prezzo del benessere degli
altri ed accettarne con amore il dileggio quotidiano (frase tipica di chi
vive a Milano e viene a Pomarico in estate: «E che cavolo, possibile che qui
non ci sia una tacca? Ogni volta che vengo qui non vedo l'ora di
andarmene!!»). E chiediamo al nostro Stato, perché vi portate via a Milano
tutto ciò che è redditizio, buono, utile e da noi niente? Risposta; ma
perché, figli miei, voi avete un gap elevatissimo per le infrastrutture, in
compenso però avete un sito tra i migliori in Europa, per seppellirci le
scorie nucleari (dicono loro). Che culo! Quindi siamo la pattumiera ideale,
alla stazione di Metaponto da decenni ci sono vagoni pieni di amianto, ci
hanno portato l'inceneritore La Fenice a Melfi (nel quale hanno
termodistrutto illegalmente vagoni e vagoni di prodotti ospedalieri), non fa
niente che forniamo il petrolio a tutta Italia, non fa niente che diamo gas
al sud, non fa niente che diamo acqua alla Puglia, queste sono quisquilie.
Non possiamo permetterci il lusso di far finta di non sapere, nessuno
ha detto «costa meno seppellire che riciclare», nessuno sta guardando
indietro, a quello che sono state le discariche di normali rifiuti, insomma
nessuno fa niente di niente per migliorarsi.
Vorreste cortesemente chiedere a qualcuno dei nostri "Governatori":
«se le scorie così stivate non sono un problema, perché non trasferite la
sede Rai a Potenza e le "innocue scorie" non le seppellite a Milano?».
Beninteso è solo una provocazione, non riuscirei ad immaginare le scorie
seppellite da nessuna parte, nemmeno nel deserto.
Comunque, è da domenica scorsa che la Basilicata è bloccata, ci sono
olre 13 blocchi tra autostrada, statali, e ferrovia, ci sono migliaia di
persone, migliaia non centinaia, di tutti i comuni che stanno passando notti
all'addiaccio, ed in tv si parla del foruncolo che la signora Bush non è
riuscita a sprimacciare stamattina al presidente e quindi il cordoglio
nazionale per l'accaduto, nessun giornale, telegiornale, od altro a livello
nazionale sta dicendo niente, questi sono i famosi giornalisti? Tanto
osannati e decantati: venduti, nessuno ha un briciolo di cuore per noi,
nessuno parla della Lucania, abbiamo bisogno di aiuto, vi prego, vogliamo
solo far sentire le nostre ragioni, non vogliamo estinguerci (vogliamo
rimanere nella nostra terra, non emigrare all'infinito). Vi Prego aiutateci.
Giulio via e-mail