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rassegna stampa:Democratici di Sinistra Ogm Free?!



Ben venga la dichiarazione sottoriportata del responsabile dell'area
agricoltura dei DS. C'è un leggero ritardo in tutto ciò che non ha certo
facilitato la strada ai cittadini che da anni rivendicano il diritto ad un
cibo sano e la tutela della loro salute; ora staremo a vedere se questa
svolta è ragionata od è un tatticismo preelettorale, di quelli tanto cari al
sistema dei partiti. I DS, infatti, possono fare pendere la bilancia dalla
parte dei cittadini o delle multinazionali delle biotecnologie, è importante
che emergano al loro interno posizioni critiche con quanto hanno espresso
fino ad oggi sul problema OGM.

a cura di AltrAgricoltura nord Est
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Tratto da "Il Manifesto" - 21/10/03
Nuova linea, Ds ogm-free
I Democratici di sinistra sono stati finora fautori di una politica ambigua
sul biotech: ora paiono sposare una linea ambientalista. Parla Francesco
Baldarelli, responsabile agricoltura del partito
LUCA FAZIO
MILANO
IDs, o meglio, l'area agricoltura del partito di Massimo D'Alema, ha deciso
di uscire allo scoperto. «In Italia non ha senso pensare agli organismi
geneticamente modificati», afferma Francesco Baldarelli, coordinatore del
dipartimento economia e responsabile agricoltura del partito. In questi
giorni Baldarelli sta facendo circolare un documento interno sui temi della
sovranità alimentare, per cercare di allargare il consenso. La nuova linea
«ogm free» dei Ds - una vera svolta dopo anni di atteggiamenti a dir poco
ambigui - verrà ufficializzata il 5 novembre a Roma in occasione degli
stati generali sugli ogm convocati da diverse associazioni agricole e
ambientaliste.

Sono mesi che con difficoltà lei sta lavorando per spostare gli
orientamenti del partito. Qual è l'argomento più forte che utilizza per
convincere gli scettici?

Sottolineo sempre che il valore aggiunto dei prodotti tipici è
straordinario e ha registrato un più 10% di penetrazione nel mercato. E' un
argomento di carattere economico, che però spiega bene perché sarebbe
drammatico se l'identità agricola del nostro paese venisse inserita in una
standardizzazione produttiva. Sarebbe un dramma per tutto il comparto
alimentare e per le persone che ci lavorano. Inoltre, mi ha colpito molto
l'atteggiamento assunto dalle grandi realtà cooperative, Coop Italia su
tutte: puntando sulla qualità alimentare e dicendo no agli ogm ci hanno
messo di fronte a una realtà cui non avevamo prestato abbastanza
attenzione. C'è un'altra cosa...

Cosa?

Quello che mi è successo nel luglio 2001. A Genova io sono stato fischiato,
partecipavo alle manifestazioni come rappresentante dei Ds per
l'agricoltura. Lì ho capito che era necessario invertire la nostra analisi
politica.

Ce ne avete messo di tempo...

I temi della sostenibilità prima potevano sembrare marginali per una
cultura politica troppo legata alla produttività, ma il clima oggi è
cambiato e anche i riferimenti culturali. La fiducia incondizionata alla
scienza oggi si scontra con il concetto di limite, ci ha aiutato il fatto
che la realtà molto spesso corre più veloce di noi. E' innegabile che nel
partito ci siano culture politiche che hanno ancora qualche difficoltà a
mettersi in sintonia con quest'idea.

Insomma, la lobby del biotech nei Ds è ancora forte.

Non esiste alcuna lobby del biotech, del resto sono io il responsabile per
l'agricoltura del partito, e non mi hanno ancora messo a tacere. Ci sono
solo alcune sensibilità che pensano che gli ogm siano importanti per il
paese.

L'area agricoltura dei Ds con questa «uscita» si smarca definitivamente
dagli ogm. Sarà questa la linea del partito, o il percorso è ancora in
salita?

Siamo riusciti a ottenere un risultato importante. Affermiamo che il
modello agricolo italiano non ha bisogno di ogm e che non bisogna fermare
la ricerca. A mio parere questa è un'idea condivisa all'interno del partito.

Che significa non fermare la ricerca?

Significa che la ricerca deve lavorare dentro al principio di precauzione
per valorizzare la biodiversità e per monitorare i processi da inquinamento
da ogm. E' proprio lo sviluppo della ricerca pubblica che potrà impedire il
dominio dei grandi gruppi del biotech.

L'orientamento anti-ogm del partito probabilmente scontenterà qualcuno alla
Confederazione italiana agricoltura. Che ne pensa il presidente Pacetti?

Ho letto la risoluzione del congresso della Cia e ho ascoltato Pacetti, non
hanno parlato di apertura agli ogm.

Però la Cia non è mai stata anti-ogm...

E' evidente che per altri, penso a Coldiretti, la vicenda degli ogm è
diventata occasione per maturare una nuova sensibilità politica, diciamo
pure più vicina alla sinistra. Adesso noi abbiamo bisogno di ricostruire
una forte identità del mondo agricolo, la competizione fra confederazioni
non deve esserci su questi argomenti. Il fatto è che i produttori agricoli
non vogliono ogm, e chi dice cose diverse non è in sintonia con quel mondo.

Per sbarrare la strada agli ogm ormai si è formata un'aggregazione
trasversale ai partiti. Ritiene che si possano davvero approvare norme
sulla coesistenza fra agricoltura transgenica e biologica fondate sul
principio della tolleranza zero?

E' arrivata la fase in cui bisogna legiferare e io sono ottimista. Sono
convinto però che il ministro Alemanno a questo punto dovrà fare i conti
con Forza Italia e anche con un pezzo del suo partito. Se il ministro
intende muoversi nella logica «ogm free», noi saremo d'accordo senza
pregiudiziali; le nostre regioni, Umbria, Marche, Toscana, stanno già
legiferando in questa direzione. La coesistenza, per ragioni
geomorfologiche, sul nostro territorio non può essere applicata con uno
schema legislativo: noi abbiamo bisogno di misure molto rigide.

Lei è considerato un dalemiano. Come la mettiamo con la svolta ogm-free?

Lui è stato presidente del consiglio e su questa questione ha sempre dovuto
tenere una posizione di equilibrio, magari anche discutibile. Un conto è
avere responsabilità di governo, un conto è esprimere i sentimenti che
passano nella testa dei cittadini. Adesso, per quanto mi riguarda, mi sento
in sintonia con D'Alema. Lo dico, e non mi considero dislessico.
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