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posizione del WWF sulla guerra
NO ALLA GUERRA DEL WWF SEZIONE TARANTO
Tra le tante motivazioni che ci spingono a dire no alla guerra contro
l’Iraq, la questione ambientale non è da meno. Infatti ormai è a tutti
chiaro che ciò che preme al governo USA è il controllo delle fonti di
combustibili fossili. Ciò significa che non è assolutamente nei programmi
futuri degli Stati Uniti, sottoscrivere impegni per le limitazioni
nell’immissione dei gas ad effetto serra nell’atmosfera, nonostante ormai
sia patrimonio comune che il nostro pianeta non sarà in grado di sopportare
per molto tempo ancora il carico di inquinanti legato alle attività
antropiche. Inoltre le fonti di combustibili fossili (e non solo, perché
anche le risorse idriche cominciano a scarseggiare!) non sono infinite ed
altri paesi premono per poter avere una fetta di queste risorse finora
accessibili a pochi, allora, invece di impegnarsi per modificare il proprio
stile di vita e ridurre i gli sprechi, collaborando per cercare strategie
comuni atte a ridurre l’inquinamento del pianeta e promuovendo un sistema
energetico ed economico che privilegi le fonti rinnovabili, appare più
proficuo usare la forza per accaparrarsi il controllo del petrolio ed
assicurarsi così il diritto di continuare…………ad inquinare! Naturalmente
questa critica non è rivolta solo agli Stati Uniti ma a tutti i paesi
industrializzati e d ad ognuno di noi ogni qualvolta mettiamo al primo
posto i nostri “piccoli interessi” a discapito del benessere di molti, ogni
qualvolta ci rifiutiamo di modificare le nostre abitudini scorrette e
dimentichiamo il profondo legame che ci lega alla natura ed a tutti gli
esseri viventi. Allora questa guerra, che tutti speriamo non abbia mai
inizio, dovrebbe farci riflettere sulla direzione verso la quale purtroppo
è orientato il genere umano!
Oltre a queste riflessioni sulle cause del conflitto, non dobbiamo
dimenticare i danni ambientali prodotti dalla guerra. Non se ne parla quasi
mai, ma ogni guerra oltre a essere una catastrofe umana ed economica è
anche un disastro ecologico: animali, piante e boschi distrutti, corsi
d'acqua e aria inquinati, terra avvelenata dagli inquinanti delle bombe. I
territori attaccati rimangono contaminati per decenni e gli inquinanti si
diffondono nell'aria e nell'acqua senza fermarsi ai confini, causando
effetti sulla salute e sull'ambiente che non conosciamo bene e che durano a
lungo termine.
Diossina, uranio impoverito ed altro materiale radioattivo sono solo alcune
delle sostanze cancerogene che vengono usate a maniche larghe nelle guerre.
Gli effetti devastanti si manifestano sui soldati di ambedue gli
schieramenti, sulla popolazione civile e sulla natura. Inoltre i
bombardamenti di poli industriali (industrie chimiche, farmaceutiche ed
altre) rappresentano una strategia bellica che ha un'impatto ambientale
pesantissimo in quanto causa l’immissione nell’ambiente di metalli pesanti
e sostanze altamente velenose che possono mettere in ginocchio intere regioni.
Ma la guerra è contro la tutela dell’ambiente anche perché ingenti capitali
(ammontanti a circa mille miliardi di dollari ogni anno), che potrebbero
essere ben spesi per la salvaguardia ambientale, per la bonifica di
territori contaminati, per ricerche verso nuove tecnologie ecocompatibili,
vengono dirottati verso la preparazione e la conduzione delle guerre.
Questo riguarda i paesi direttamente impegnati in una guerra ma anche, in
via riflessa, per i loro sostenitori a diverso titolo. Per quanto riguarda
l’Italia ad esempio l’unico incremento di spesa di una certa consistenza
previsto dalla legge Finanziaria 2002 è stato quello per la difesa che,
secondo quanto calcolato dalla “Campagna Sbilanciamoci” (cui il WWF
aderisce), supera i 40 mila miliardi di vecchie lire, mentre le spese per
l’ambiente rimangono del tutto marginale. Con questa manovra lo Stato
italiano ha deciso di dedicare alla difesa le stesse risorse stanziate per
l’assistenza (l’1,6% del PIL) 8 volte di più di quanto spende per la tutela
dell’ambiente, 12 volte di più dei fondi per la cooperazione allo sviluppo!
per
il WWF Sezione Taranto
Teresa
D’Assisi