Peru': l'estrazione di idrocarburi potrebbe distruggere l'ecosistema
forestale
Mandate un'email per chiedere alla ExIm Bank e alla IABD di non
finanziare il progetto:
Fonte: REUTERS; Friends of the Earth International
Traduzione a cura di Fabio Quattrocchi mailto:FABIOCCHI@inwind.it *************** Se volete ricevere queste news, mandate una email vuota a mailto:econotizie-subscribe@yahoogroups.com e replicate al messaggio di conferma che vi viene inviato *************** Dicembre 2002 - Per il governo del Peru' il progetto di
estrazione di gas naturale nella regione Camisea potrebbe aiutare
l'economia e diminuire la dipendenza energetica dall'estero. Ma per gli
ecologisti, il progetto da 2 miliardi di dollari rappresenta
una condanna a morte per una delle ultime foreste vergini del mondo e per i
gruppi indigeni che la abitano.
Il Presidente Peruviano, Alejandro Toledo, ha detto
che Camisea, il cui gas sara' estratto da un gruppo di multinazionali
guidato dalla Pluspetrol (Argentina) e dalla Hunt Oil (USA), e' proprio il
megaprogetto di cui il Peru' ha bisogno per uscire dalla poverta' e per
alleviare il debito estero del paese che attualmente ammonta a 30 mld di
dollari. In Peru' meta' della popolazione vive con 1.25 dollari al giorno e
molti praticano un'agricoltura di sussistenza.
Le riserve di Camisea contengono 368 miliardi di metri cubi
di gas naturale. Il gas naturale di Camisea, 1200 km a sud est di Lima,
comincera' ad essere utilizzato per il fabbisogno energetico della capitale a
partire dall'Agosto 2004. Il progetto richiedera' una somma iniziale di
1.96 miliardi di dollari e un totale di 4.5 miliardi di dollari per esportare il
gas verso gli USA e il Messico. Il governo prevede che l'estrazione di gas a
Camisea fara' crescere dello 0.8% il PIL annuale del Peru' nei
prossimi 40 anni (cioe' per la durata del contratto), e diminuira' la
dipendenza dalle importazioni di idrocarburi dall'estero.
Ma gli ecologisti sostengono che il costo reale per il Peru'
sarebbe catastrofico, e supererebbe di gran lunga i benefici economici. Inoltre
calpesterebbe i diritti delle popolazioni indigene che vivono nell'area e
danneggerebbe il fragile ecosistema forestale.
Le associazioni stanno facendo azioni di pressione sulla IABD
(Inter-American Development Bank), sulla ExIm Bank(USA) e su altri
potenziali prestatori affinche' neghino i 900 mln di dollari richiesti per
finanziare il progetto. La IABD ha detto che non partecipera' al progetto senza
che non siano affrontante in modo appropriato le questioni riguardanti
l'ambiente, la salute, la sicurezza e gli impatti sociali. Ma sta considerando
la possibilita' di fornire 75 mln di dollari per la costruzione di
un gasdotto e per la copertura di altri costi.
La compagnia petrolifera argentina Techint provvedera' alla
costruzione di un gasdotto lungo 720 km che portera' il gas di Camisea in un
impianto industriale nella costa del Pacifico e a Lima.
Il gruppo di multinazionali che provvedera' all'estrazione,
guidato dalla Pluspetrol, spendera' 150 mln di dollari per la costruzione
di un impianto per ricavare i combustibili liquidi a soli 3 km
dalla riserva costiera di Paracas, uno dei siti marini piu' ricchi di fauna e
una delle maggiori attrazioni turistiche del paese. Ogni giorno verranno
estratti 70,000 barili di combustibile liquido.
La compagnia Belga Tractebel, legata alla Francese Suez
Lyonnaise (una multinazione che controlla il mercato mondiale delle
infrastrutture per la distribuzione idrica), distribuira' il gas a Lima
dove sara' usato per produrre elettricita', rifornendo industrie e singole
abitazioni. Gran parte del gas estratto sara' esportato nella penisola Baja
(Messico) per rifornire i consumatori Californiani che non dovranno sostenere
alcun costo ambientale e sociale, sostengono gli amici della terra. E' da notare
che la multinazionale Hunt Oil e' molto legata al Presidente Bush: ha fornito
centinaia di migliaia di dollari alle campagne elettorali del Partito
Repubblicano. Infatti il governo americano e' in prima linea nel promuovere il
progetto.
Tra i gruppi etnici presenti nella foresta ci sono i Nahua e
i Kugapakori, che non hanno contatti con il mondo esterno e vivono in isolamento
volontario. Secondo Amazon Watch, il progetto costringera' gli indigeni
dall'area a spostarsi. Inoltre, queste popolazioni sono a rischio di epidemie
come l'influenza, o potrebbero soffrire di fame a causa della riduzione della
fauna dovuta all'avanzamento del progetto. La regione ospita 800
specie ornitologiche e 45 specie di orchidee, tanto che l'Unione Mondiale per la
Conservazione (IUCN) l'ha definita l'ultimo posto sulla terra dove estrarre
idrocarburi, mentre il WWF l'ha inserita tra le global 200 (le 200 ecoregioni
piu' biologicamente rilevanti del pianeta). Tra i mammiferi minacciati ci sono
le scimmie "lanose", il tamarino imperiale, la lontra gigante, l'armadillo
gigante, il giaguaro e il gatto Andino. I gasdotti passeranno a soli 300 metri
da una scuola e da alcune abitazioni, esponendo le comunita' locali al pericolo
di esplosioni. I rifiuti industriali, il rumore e la deforestazione stanno gia'
contaminando l'acqua e riducendo le risorse ittiche e faunistiche in
generale.
Il governo e la Pluspetrol dicono che non esiste una riserva
formalmente istituita e criticano gli ambientalisti perche', secondo loro, non
considerano gli enormi benefici che il progetto garantirebbe alle comunita'
locali. Il gruppo di multinazionali ha promesso che paghera' almeno 1 mln di
dollari di risarcimenti alle popolazioni indigene durante la costruzione, e
in seguito fornira' altri pagamenti annuali, ma l'ammontare di questi
pagamenti non e' stato specificato dal consorzio.
Mandate un'email per chiedere alla ExIm Bank e alla IABD di non
finanziare il progetto:
Per maggiori informazioni:
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