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Algeria news.10. ancora elezioni esplosive!!



 

Un saluto da asaka.Italia, www.asakaitalia.too.it

Ritorna l’Algeria a richiamare l’attenzione. In questi giorni, esattamente Giovedì 10 ottobre avranno luogo le elezioni amministrative per eleggere i consigli comunali e di wilayat (provincie). E già in tutta la Cabilia, ma anche in altre regioni e ad Algeri la capitale, si verificano scontri tra sostenitori e oppositori alla tenuta di questa consulta.

Perché accadono questi scontri, qual è il senso che vuole dare il movimento cittadino ad un “sabotaggio” delle elezioni, questo lo potete leggere nell’articolo qui sotto.

Inoltre, tante altre informazioni potrete trovare sul nostro sito: http://digilander.libero.it/asaka/LesPages/Page2.htm

Buona lettura e a presto

 

Algeria ancora elezioni esplosive.

 

In questi giorni, esattamente Giovedì 10 ottobre avranno luogo, in Algeria,  le elezioni amministrative per eleggere i consigli comunali e di wilayat (provincie). E già in tutta la Cabilia, ma anche in altre regioni e ad Algeri la capitale, si verificano scontri tra sostenitori e oppositori alla tenuta di questa consulta.

Il Movimento cittadino della Cabilia rifiuta ogni tipo di elezioni prima che siano accettate ed attuate le rivendicazioni contenute nella piattaforma detta di “El-Kseur”. Questa piattaforma di quindici punti che prova a dare risposte ai principali ostacoli per la modernizzazione dello stato e della società algerina: libertà collettive ed individuali, protezione sociale e occupazione, riconoscimento di tutte le dimensioni della cultura algerina e infine lo spinoso problema del controllo delle forze di sicurezza. <<Non serve a niente votare>>, dice Ourida Chouaki presidentessa dell’associazione per l’uguaglianza tra uomo e donna “Tarwa N’Fadhma N’Soummer”, sostenitrice attiva del movimento cittadino ad Algeri << Sappiamo che le liste sono pronte in anticipo, sappiamo cos’è la frode elettorale, quindi queste elezioni sono una pagliacciata.>> che prosegue per spiegare come movimenti che lottano per la democrazia possono chiamare a non votare, quindi a non praticare uno degli atti basilari della democrazia,<<E se fosse in un Paese a tradizione democratica e che non si crede in nessuno dei candidati il modo di protestare sarebbe di chiamare a votare in bianco. Ma ad ogni modo da noi in Algeria quale che sia la scheda elettorale imbucata non si sa cosa uscirà. In ogni modo i risultati sia che votiamo in bianco o per un tale o per un tal altro saranno a favore della maggioranza già scelta in anticipo.. Per il potere in posto basta che i seggi siano pieni e che le urne siano riempite per dare un’illusione di democrazia. E quindi il miglior modo di contestare queste elezioni e di dimostrare che la popolazione è contro questo potere è di non andare a votare. L’unica cosa che possa avere una visibilità in queste elezioni è di mostrare che i seggi sono vuoti. Quindi per noi è perché è l’unico modo per dimostrare il nostro malcontento, mentre nei Paesi a tradizione democratica andare a votare è un atto cittadino, in Algeria il non andare a votare è diventato un atto cittadino…>>

E in effetti la campagna per il boicottaggio sta andando avanti sotto una rude repressione e un’intensa campagna di disinformazione contro i partigiani dell’anti-elezioni. I delegati del movimento sono stati molestati varie volte dalla polizia, cosi come si sono verificati atti di violenza tra sostenitori degli Aarch (movimento Cittadino) e quelli del Fronte delle Forze Socialiste, partito che ha deciso di prendere parte alle elezioni e a presentarsi anche in Cabilia, contro la maggior parte della società civile democratica Algerina che sostiene la lotta dei delegati dei villaggi e tribù.

            <<Partecipiamo a questi elezioni perché non vogliamo i comuni in mano ai vari mafiosi che sarebbero designati dallo stato, nel caso contrario>> ha dichiarato Ahmed Djedai, primo segretario del partito FFS. <<Noi, non vogliamo di queste elezioni>> gli risponde Rachid Alouache delegato dell’Aarch (tribù)Ait Djenad, dall’alto di una tribuna in piena piazza del mercato di Beni Douala, luogo simbolico in cui fu ucciso il giovane Massinissa, in Marzo del 2001,<<perchè Quelli che avremo votato, quelli che avrà veramente scelto il popolo: vogliamo che siano loro alla guida del Paese, sia che si tratti del Presidente della repubblica, dei deputati provinciali, o dei sindaci. Non vogliamo portare oggi un uomo pulito che diventi il nostro sindaco e che domani sia sporcato. Sapete fratelli che oggi un sindaco non può niente di fronte ad un questore della Polizia o ad un brigadiere della Gendarmeria. Abbiamo detto che vogliamo che la persona che portiamo al posto di sindaco sia veramente alla testa del Comune e non debba essere il sottoprefetto a comandarlo. Il sindaco è eletto dal popolo e non deve essere comandato dal sottoprefetto o dal prefetto, perché sono delegati del Governo e un servo del primo ministro Benflis…>>

Mentre il boicottaggio attivo delle elezioni legislative del 30 maggio scorso è stato un pieno successo per il fronte unito della protesta. Queste amministrative rischiano di consumare la frattura avvenuta in seno al movimento democratico. Il partito FFS, dell’esule volontario della politica algerina, Hocine Ait Ahmed, ha fatto una mossa molto pericolosa sia per se che per tutto il movimento democratico. La sua partecipazione annunciata senza consultazione delle altre forze presenti sul terreno, è stata vissuta male dai giovani manifestanti della primavera nera, che si sono subito messi ad incendiare le sedi locali di questo partito. Il rischio per tutto il movimento di protesta è quella di una spaccatura definitiva e di scontri tra opposizioni che farebbero bene il conto del potere. Mentre la mossa è anche molto pericolosa per lo stesso FFS, perché buon numero dei suoi propri militanti sono membri degli Aarch e delegati a vari livelli del coordinamento.

Ma la tendenza generale sembra molto a favore del movimento delle tribù che ha chiamato ad uno sciopero generale per sabato 5 ottobre scorso, che fu seguito quasi al cento per cento nelle province della Cabilia.

Il giorno della consulta rischia di essere molto caldo e già il governo ha spostato decine di migliaia di poliziotti e militari verso le varie località della Cabilia. Si rischia ancora un ritorno verso dei scenari come quelli vissuti durante le ore più buie della primavera nera del 2001.  

ASAKA-ITALIA