[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]
Fabiocchi NEWS 11 Agosto 2002
Newsletter Eco-Internazionalista www.ecquologia.it
-USA: Tribunale NAFTA respinge le accuse di una multinazionale
-OGM: Le piante GM possono trasmettere i loro geni alle piante selvatiche
-Ambiente: La perdita degli ecosistemi intatti costa al pianeta 250 mld di
dollari
-Cina: Yahoo! rischia di essere complice delle violazioni dei diritti umani
-Global: Appello all'UNICEF per eliminare la partnership con McDonald's
-OGM: I Verdi non entreranno nel nuovo governo neozelandese
FREE INGRID BETANCOURT www.betancourt.info
***************
Se volete ricevere queste news, mandate una email
vuota a mailto:econotizie-subscribe@yahoogroups.com
***************
LINK: www.transnazionale.org Osservatorio Multinazionali
www.radicalidisinistra.it Giustizia, Liberta', Ecologia
***************
Traduzione a cura di Fabio Quattrocchi mailto:FABIOCCHI@inwind.it
Pubblicato su
http://www.ecquologia.it/sito/pag89.map Comunita' Internettuale dei Verdi
http://www.informationguerrilla.org Information Guerrilla
http://italia.indymedia.org Indymedia - Become the media
http://www.ecplanet.net EcPlanet
***************
N.B. Queste non sono da considerarsi traduzioni ufficiali degli originali
comunicati stampa e/o agenzie stampa. La traduzione puo' essere soggetta
(anche se molto di rado) a modifiche secondo i punti di vista (politici) del
traduttore.
***************
USA: Tribunale NAFTA respinge le accuse di una multinazionale
8 Agosto 2002 - Il tribunale commerciale operante nell'ambito dell'accordo
NAFTA (North America Free Trade Agreement) ha respinto le accuse della
multinazionale canadese Methanex che aveva chiesto un miliardo di dollari in
risarcimento al governo californiano dopo che questo aveva vietato l'uso
dell'additivo per carburanti da essa prodotto, l'MTBE. Il Tribunale ha pero'
lasciato la porta aperta alla multinazionale che puo' ancora tentare di
ottenere il risarcimento. Nella sentenza, la giuria del tribunale ha detto
che sono necessarie prove piu' evidenti per dimostrare che la Methanex e'
stata vittima di un accordo politico tra il governatore della California,
Gray Davis, e la compagnia agricola A.D. Midland, una concorrente che
produce un additivo alternativo. I tre membri della giuria hanno detto che
se la Methanex vuole portare avanti il caso iniziato nel 1999, dovra'
avanzare un'altra denuncia, ma la multinazionale deve anche chiarificare i
suoi argomenti. La Methanex ha detto che si consultera' con i suoi legali
prima di decidere cosa fare. Il tribunale le ha concesso 90 giorni per
prendere una decisione. Secondo un portavoce del governo californiano, anche
se il tribunale ha concesso alla Methanex piu' tempo, la sentenza non sembra
aver creduto ad una sola delle accuse avanzate dall'azienda. La California
ha deciso di vietare il MTBE (usato per ridurre l'inquinamento dell'aria) a
causa delle preoccupazioni sul ruolo dell'additivo nell'inquinamento delle
falde acquifere. La Methanex, che fornisce il metanolo alle compagnie che
producono il MTBE, sostiene che il divieto non era fondato su prove
scientifiche. L'accordo NAFTA proibisce l'ingiusta protezione delle
industrie nazionali, e le accuse orginarie della Methanex sostenevano che il
governo californiano aveva adottato quel divieto per proteggere l'industria
americana di etanolo, che e' un additivo alternativo all'MTBE. La
multinazionale canadese ha successivamente modificato le sue accuse,
sostenendo che Davis e i rappresentanti della A.D. Midland si erano
segretamente incontrati durante la campagna elettorale del 1998, e che la
A.D. Midland aveva donato 200,000 dollari per la campagna.
Il processo e' stato seguito molto da vicino dalle organizzazioni
ambientaliste, preoccupate per il caso Methanex - reso possibile dalle
regole per la protezione degli investitori dell'accordo NAFTA, al capitolo
11. Infatti questo e' un esempio di come le multinazionali possono usare
l'accordo per ostacolare gli sforzi dei governi atti a proteggere
l'ambiente. Pochi giorni fa, il parlamento americano ha approvato il Fast
Track Bill, una legge che impedira' al Congresso di emendare e modificare
gli accordi commerciali, anche quando essi minacciano l'ambiente. Ai
deputati sara' solo permesso di approvare o respingere gli accordi fatti dal
Presidente. Bush intende usare tali poteri per estendere l'accordo NAFTA, e
quindi anche il capitolo 11, a tutto il continente americano. Per maggiori
informazioni sul capitolo 11 del NAFTA e' disponibile un rapporto di Public
Citizen e Amici della Terra scaricabile da questo sito:
http://www.citizen.org/documents/ACF186.PDF Fonte: REUTERS; Public Citizen;
traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi@inwind.it www.ecquologia.it
OGM: Le piante GM possono trasmettere i loro geni alle piante selvatiche
9 Agosto 2002 - Per la prima volta, i ricercatori hanno dimostrato che i
geni introdotti tramite le tecniche di bioingegneria in una pianta possono
migrare in piante selvatiche nell'ambiente naturale. Le erbacce possono
incorporare tali geni con la possibilita' di rendersi piu' forti e
resistenti agli attacchi di insetti. Gli scienziati di 3 universita'
americane hanno studiato i girasole GM, modificati con un gene che produce
una sostanza chimica tossica per certi insetti, per vedere cosa sarebbe
accaduto quando i transgeni fossero passati alle piante affini selvatiche. I
ricercatori hanno coltivato in due siti diversi, due varieta' di girasole,
una modificata, l'altra selvatica. La seconda generazione di girasole
selvatici conteneva il transgene, il che dimostra che esso puo' essere
trasferito. I ricercatori hanno poi studiato gli effetti del nuovo gene
sulle piante. I girasole selvatici con il transgene avevano il 50% di semi
in piu' delle piante senza il gene. Queste piante avevano anche meno danni
causati da insetti, suggerendo che il gene insetticida stava funzionando
impedendo agli insetti di nutrirsi della pianta. Un co-autore dello studio
ha detto che molte piantagioni potrebbero incrociarsi con le erbacce che
gia' sono piante forti; l'aggiunta dei transgeni potrebbe renderle ancora
piu' forti creando delle super-erbacce. Fonte: ENS; traduzione di Fabio
Quattrocchi fabiocchi@inwind.it www.ecquologia.it
Ambiente: La perdita degli ecosistemi intatti costa al pianeta 250 mld di
dollari
9 Agosto 2002 - Secondo uno studio pubblicato su 'Science', il valore
economico degli ecosistemi intatti supera di gran lunga quello della loro
conversione a terre coltivate, abitazioni e altri usi umani. Lo studio
sostiene che la distruzione degli habitat fa perdere al mondo l'equivalente
di 250 miliardi di dollari all'anno. Il team di ricercatori stima che un
network di riserve naturali globali assicurerebbe merci e servizi che
avrebbero un valore economico annuo di gran lunga superiore alle merci e ai
servizi prodotti dalle loro controparti convertite: questo valore e'
stimabile intorno ai 400 trilioni di dollari in piu' rispetto al valore
prodotto dagli ecosistemi convertiti. Cio' vuol dire che il rapporto tra
benefici e costi e' di 100 a 1 in favore della conservazione. Nonostante la
distruzione degli habitat continui indisturbata in tutto il mondo, prove
sempre piu' evidenti suggeriscono che tale trend e' un brutto affare
economico. Circa meta' del valore economico totale degli ecosistemi si perde
quando essi sono convertiti dal loro stato selvatico all'uso umano. Gli
scienziati dell'Universita' di Cambridge hanno paragonato la differenza di
valore dei benefici economici forniti dagli ecosistemi intatti e di quelli
forniti dalle versioni convertite di quegli ecosistemi. Il valore economico
dell'ecosistema puo' essere misurato in termini di "merci e servizi" che
esso fornisce, come la regolazione del clima, la formazione del suolo o la
purificazione dell'acqua. Dare un prezzo a quelle merci e servizi e'
difficile, dato che essi comprendono funzioni che non vengono ne' comprate
ne' vendute nell'economia convenzionale guidata dal mercato. Gli economisti
assegnano un valore ai servizi non di mercato usando una serie di tecniche,
dalla stima dei costi della sostituzione di questi prodotti, alla
valutazione di quanto gli individui e le nazioni sarebbero disponibili a
pagare per ogni servizio dell'ecosistema. Il team di scienziati ha
analizzato il caso di una foresta tropicale in Camerun convertita a
piantagioni commerciali, un altro caso di una foresta di mangrovie in
Tailandia convertita ad allevamento di gamberetti, e un altro caso di una
barriera corallina nelle Filippine dove e' stata praticata la pesca con
dinamite. In ogni caso, la perdita dei servizi dell'ecosistema, come la
protezione dai temporali o dalle alluvioni, la pesca sostenibile, e il
turismo, superava i benefici di mercato derivanti dalla conversione. Il
valore economico totale degli ecosistemi intatti superava del 14-75% quello
degli ecosistemi convertiti. Ad esempio, lo studio cita un progetto in
Canada che prevedeva la conversione di paludi ad acqua dolce in un'area
agricola produttiva. Gli scienziati hanno calcolato che se le paludi fossero
mantenute per i benefici sociali della caccia e della pesca, l'area avrebbe
un valore economico superiore del 60%. Oppure, il valore dello sfruttamento
forestale sostenibile in una foresta tropicale della Malaysia per la
protezione dalle alluvioni o per l'immagazzinamento della CO2 vale il 14% in
piu' dei benefici derivanti dallo sfruttamento intenso della foresta.
Nonostante queste cifre, i benefici della conservazione sono generalmente
molto piu' ignorati rispetto ai guadagni di breve termine che spesso
accompagnano la conversione. La mancanza di informazione sul valore
economico dei servizi degli ecosistemi, il fallimento dei mercati a
catturare il valore di tali servizi, cosi' come le tasse e i sussidi che
incoraggiano la conversione di terra contribuiscono tutti alla continua
distruzione degli habitat. Lo studio suggerisce diversi modi per far valere
la natura nel mercato. Per esempio la carbon tax, l'incoraggiamento dello
sfruttamento sostenibile delle foreste, o persino il pagamento diretto alle
comunita' che vivono in ecosistemi di importanza globale. Gli ecosistemi
naturali stanno cambiando dal lodo stato naturale ad un tasso dell'1.2%
annuo. Dal 1992 il cambiamento e' stato dell'11.4%. Fonte: ENS; traduzione
di Fabio Quattrocchi fabiocchi@inwind.it www.ecquologia.it
Cina: Yahoo! rischia di essere complice delle violazioni dei diritti umani
9 Agosto 2002 - Human Rights Watch sostiene che la multinazionale americana
Yahoo! rischia di rendersi complice della violazione dei diritti se rimane
firmataria della "Pubblica Promessa all'Auto-disciplina per l'Industria
Informatica" in Cina. HRW ha scritto una lettera alla sede centrale
dell'azienda per avanzare le sue preoccupazioni, ma non ha ancora ricevuto
risposta. I firmatari di tale accordo promettono di controllare tutti i siti
web a cui forniscono i link, bloccare qualsiasi cosa che il regime cinese
considererebbe un'informazione pericolosa e comunicarlo alle autorita'
cinesi. Il governo della rep. popolare cinese restringe sistematicamente la
libera espressione dei punti di vista religiosi o politici delle
opposizioni. Infatti l'accordo prevede che i firmatari "si sforzino di
seguire tutte le norme etiche della civilta' culturale socialista"
osservando tutte le leggi statali che regolano l'industria. In particolare,
i firmatari promettono di "astenersi dal produrre, mandare o diffondere
informazioni 'nocive' che possano mettere a rischio la sicurezza nazionale e
distruggere la stabilita' sociale." I codici volontari di condotta aziendale
in tutela dei diritti umani stanno diventando sempre piu' una normalita'
nelle industrie della old economy come quelle dell'abbigliamento o dei
combustibili fossili, quindi e' ironico, secondo HRW, che una multinazionale
della new economy firmi un accordo che nei fatti e' un codice di cattiva
condotta che attenterebbe ai diritti umani. Fonte: Human Rights Watch;
traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi@inwind.it www.ecquologia.it
Global: Appello all'UNICEF per eliminare la partnership con McDonald's
2 Agosto 2002 - Una coalizione internazionale di professori universitari e
medici ha lanciato un appello rivolto all'UNICEF per chiedere di eliminare
la sua partnership con McDonald's, accusando la multinazionale di ostacolare
gli sforzi dell'ONU per promuovere diete sane. Nella lettera indirizzata al
direttore esecutivo dell'UNICEF, la coalizione afferma che McDonald's e' un
leader globale nel promuovere il consumo di cibo-spazzatura che sta creando
alti tassi di obesita' tra i giovani e sta distruggendo i cibi tradizionali
nelle diverse culture. UNICEF e McDonald's hanno annunciato una partnership
per raccogliere fondi per i bambini: McDonald's donera' una certa somma per
ogni Big Mac Burger venduto. La partnership culminera' con la Giornata
Mondiale dei Minori, 20 Novembre, cioe' l'anniversario dell'adozione della
Convenzione sui Diritti dei Minori. Fonte: UN Wire; The Guardian; traduzione
di Fabio Quattrocchi fabiocchi@inwind.it www.ecquologia.it
OGM: I Verdi non entreranno nel nuovo governo neozelandese
10 Agosto 2002 - La leader dei Verdi neozelandesi, Jeanette Fitzsimons, ha
annunciato che il suo partito non fara' parte della coalizione di governo
della prossima legislatura. L'accordo con la laburista Helen Clark,
vincitrice delle elezioni, e' saltato a causa delle differenti posizioni dei
due partiti riguardanti gli OGM. I Verdi chiedono che la moratoria sulla
coltivazione commerciale di OGM, attualmente in vigore, venga estesa
indefinitivamente per consentire alla Nuova Zelanda di rimanere OGM-Free.
Helen Clark invece intende togliere la moratoria non appena scade. I
Laburisti formeranno un governo con il partito cristiano-centrista Unite
Future. Intanto, il rinconteggio dei voti ha fatto salire i Verdi al 7%
facendogli conquistare un nono seggio: in Nuova Zelanda e' in vigore il
sistema elettorale alla tedesca, che prevede il riconteggio dei voti dei
partiti che non hanno superato la soglia del 5%. I Verdi sono stati piu'
votati nel Centro di Wellington dove hanno preso il 16.2%, e il Centro di
Auckland ottenendo il 15.7%. Fonte: Green Party of Aotearoa; REUTERS;
traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi@inwind.it www.ecquologia.it