[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

Fabiocchi NEWS 2 Agosto 2002



Newsletter Eco-Internazionalista www.ecquologia.it
-ONU: Entro il 2032 la biodiversita' sara' minacciata nel 72% delle terre
emerse
-WTO: USA propongono di eliminare i sussidi agricoli entro 5 anni
-USA: Il Congresso non potra' piu' modificare gli accordi commerciali
-Cina: La repressione del governo aumenta le proteste dei lavoratori
-Foreste: Cambogia dichiara 400 mila ettari zona protetta

FREE INGRID BETANCOURT www.betancourt.info
***************
Se volete ricevere queste news, mandate una email
vuota a mailto:econotizie-subscribe@yahoogroups.com
***************
LINK: www.ecotax.info Eco-Tasse
***************
Traduzione a cura di Fabio Quattrocchi mailto:FABIOCCHI@inwind.it
Pubblicato su
http://www.ecquologia.it/sito/pag89.map Comunita' Internettuale dei Verdi
http://www.informationguerrilla.org Information Guerrilla
http://italia.indymedia.org Indymedia - Become the media
http://www.ecplanet.net EcPlanet
***************
In riferimento all'articolo intitolato "Australia/Foreste: in pericolo la
liberta' di stampa" il link giusto per vedere i filmati degli attivisti
australiani sulle foreste distrutte e' il seguente:
http://members.iinet.net.au/%7Ekimred . Mi scuso per l'errore. Potete
continuare a mandare email di protesta al governatore dell'Australia
Occidentale sempre tramite questo URL
http://www.foei.org/cyberaction/calm.php
***************

ONU: Entro il 2032 la biodiversita' sara' minacciata nel 72% delle terre
emerse
1 Agosto 2002 - Il Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) ha
pubblicato un Atlante Mondiale della Biodiversita'. Gli esperti che lo hanno
curato stimano che, al ritmo attuale di estinzione di piante e animali, la
Terra perde un'importante medicina ogni due anni. Si stima che su meno
dell'1% delle 250,000 piante tropicali sono state fatte ricerche al fine di
trovare applicazioni farmaceutiche. Secondo i dati dell'atlante, l'80% dei
cittadini dei paesi in via di sviluppo (PVS) si affidano alle medicine fatte
con prodotti animali e vegetali selvatici. Nei soli USA, il 56% delle 150
medicine piu' prescritte, con un valore di 80 miliardi, e' legato a scoperte
fatte in natura.  L'Atlante fornisce una serie di fatti e cifre
sull'importanza degli ecosistemi terrestri e afferma che, durante gli ultimi
150 anni, gli umani hanno direttamente alterato il 47% delle terre emerse.
Lo studio prevede che la biodiversita' sara' minacciata sul 72% delle terre
entro il 2032, soprattutto nell'Asia sud orientale, nel bacino del Congo, e
in molte parti dell'Amazzonia. Il 48% di queste aree sara' coperto da
terreni agricoli, piantagioni e aree urbane, contro il 22% di oggi. Il
direttore esecutivo dell'UNEP, Klaus Toepfer, ha detto che l'uso razionale
delle risorse della Terra e' al centro dello sviluppo sostenibile e
rappresenta una questione chiave nel prossimo Summit Mondiale sullo Sviluppo
Sostenibile (WSSD) che si terra' a Johannesburg, in Sud Africa. La specie
umana devia circa il 40% della produttivita' della Terra per i propri fini,
molta di questa e' sfruttata in modo distruttivo e insostenibile. Dobbiamo
modificare questo sfruttamento e renderlo sostenibile. Il valore delle
risorse naturali per la sola industria farmaceutica fa capire la necessita'
immediata di nuovi modi di sfruttare piante e animali in modo che tutti ne
condividano i benefici, ha continuato Toepfer. Dobbiamo risolvere la
questione sulla proprieta' delle risorse genetiche dando ai PVS, dove rimane
gran parte della biodiversita', un incentivo economico per proteggere la
biodiversita', pagando loro le piante e gli animali i cui i geni vengono
usati nelle medicine e nelle piantagioni. Nell'ultimo decennio, sostiene un
co-autore dell'atlante, l'aumento della produttivita' alimentare ha
soddisfatto le necessita' della popolazione crescente per il 69%, mentre i
territori non coltivati hanno contribuito con il 31%. Ma se questi territori
intatti diminuiscono sempre di piu', da dove verra' la capacita' addizionale
necessaria? La globalizzazione e la velocita' dello sviluppo tecnologico
stanno superando la nostra capacita' di comprendere i nostri impatti sugli
ecosistemi mettendo molti servizi fondamentali a rischio, soprattutto per i
poveri. Dovremmo adottare un approccio precauzionale e non interferire con i
processi globali che mantengono la nostra agricoltura, la nostra salute, il
clima, le foreste e le risorse ittiche. Fonte: UNEP; traduzione di Fabio
Quattrocchi fabiocchi@inwind.it

WTO: USA propongono di eliminare i sussidi agricoli entro 5 anni
25 Luglio 2002 - Due mesi dopo aver approvato lo stanziamento di 180
miliardi di dollari in sussidi per i prodotti agricoli nei prossimi 10 anni,
l'amministrazione Bush ha proposto al WTO (World Trade Organization) il
taglio dei sussidi agricoli che favoriscono le esportazioni. Oltre
all'eliminazione di tali finanziamenti in 5 anni, gli USA propongono la
riduzione delle tariffe doganali mondiali per i prodotti agricoli al 25% da
una media mondiale attuale del 62%. In teoria, la proposta statunitense
aiuterebbe i paesi piu' poveri che non possono permettersi di fornire
sussidi alla loro agricoltura. Infatti mentre i sussidi proteggono gli
agricoltori in USA, Europa e Giappone, essi incoraggiano la sovrapproduzione
e quindi l'abbassamento dei prezzi, svantaggiando gli agricoltori dei paesi
che hanno meno sussidi. Ma la proposta degli USA e' in contraddizione con la
legge protezionista approvata due mesi fa che stanzia 180 mld di dollari per
l'agricoltura nei prossimi 10 anni. Una legge che ha fortemente aumentato, e
non ridotto, i sussidi. Secondo un portavoce della Commissione Europea, le
proposte di Washington non sono coerenti con le politiche interne; gli USA -
dice il portvoce - non saranno in grado di rispettare i limiti stabiliti per
i sussidi. La posizione statunitense non piace neanche a Canada, Nuova
Zelanda, Australia e Argentina che vorrebbero l'eliminazione dei sussidi
entro 3 anni. Gli Europei per ora hanno rifiutato di stabilire una data per
eliminare i sussidi, sostenendo che questo dipendera' dalle altre
concessioni che l'UE otterra' in altre aree dei negoziati commerciali. La
proposta degli USA non menziona la questione degli OGM che e' destinata ad
essere una componente chiave in un futuro accordo globale sulla
liberalizzazione del commercio di prodotti agricoli. I diplomatici
statunitensi dicono che stanno ancora lavorando per formulare delle proposte
sui prodotti geneticamente modificati. Fonte: IATP; traduzione di Fabio
Quattrocchi fabiocchi@inwind.it

USA: Il Congresso non potra' piu' modificare gli accordi commerciali
29 Luglio 2002 - Il Congresso americano ha approvato il Fast Track Bill con
215 voti a favore e 212 contrari. Questa legge impedira' al Congresso di
emendare e modificare gli accordi commerciali, anche quando essi minacciano
l'ambiente. Ai deputati sara' solo permesso di approvare o respingere gli
accordi fatti dal Presidente. In altre parole, il Congresso trasferisce al
Presidente l'autorita' di negoziare gli accordi commerciali. Una funzione
che la costituzione americana conferisce, invece, al Congresso. In questo
modo, l'amministrazione Bush spera di velocizzare i negoziati
sull'espansione dell'accordo NAFTA (di cui fanno parte Canada, Usa e
Messico) a tutto il continente americano tramite l'accorto FTAA (Free Trade
Agreement of Americas). Il Fast Track provochera' anche l'aumento dei casi
in cui le multinazionali potranno intentare una causa contro il governo
federale qualora le leggi ambientali locali, statali o federali
interferissero con i loro profitti. Una multinazionale canadese del settore
chimico ha gia' usato le regole dell'accordo NAFTA per chiedere al governo
statunitense un risarcimento di un miliardo di dollari dopo che la
California aveva vietato l'uso del MTBE, un additivo tossico presente in
certi carburanti che ha inquinato le acque di falda. Se la multinazionale
vincera' la causa, il governo federale avra' il dovere, prescritto
dall'accordo NAFTA, di eliminare anche gli altri divieti del genere in altri
stati. A farne le spese saranno l'ambiente e la salute. Il Messico e il
Canada hanno gia' perso simili processi riguardanti leggi ambientali e
sanitarie, e hanno pagato milioni di dollari in risarcimenti alle
multinazionali. Respingere il fast track non avrebbe limitato la
possibilita' di entrare negli accordi commerciali, sostiene l'associazione
ambientalista Sierra Club, ma avrebbe semplicemente permesso al Congresso di
intervenire in quegli accordi per evitare che essi non tenessero conto
dell'ambiente e dei diritti dei lavoratori. Questa garanzia adesso non
esiste piu'. Secondo Public Citizen, il fast track limita il dibattito
pubblico e la consultazione  con le parti sociali nei negoziati commerciali,
ed e' un duro colpo alla democrazia. Fonte: Public Citizen; Sierra Club; The
Seattle Times; traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi@inwind.it

Cina: La repressione del governo aumenta le proteste dei lavoratori
2 Agosto 2002 - Il rifiuto del governo cinese di permettere la creazione di
sindacati sta alimentando la protesta dei lavoratori. Secondo un rapporto di
Human Rights Watch, quegli stessi lavoratori che il Partito Comunista Cinese
dichiara di voler proteggere stanno protestando nelle strade reclamando il
diritto di formare sindacati indipendenti. Essi vogliono avere una voce
nelle decisioni riguardanti il loro lavoro. Le recenti dimostrazioni sono
state le piu' lunghe dal 1989: ad esempio nella citta' di Liaoyang i
lavoratori metalmeccanici hanno preso le strade per 10 settimane e quattro
leader che da 4 anni cercavano di portare all'attenzione delle autorita'
locali le richieste dei lavoratori sono stati incriminati per "assemblea,
marcia e proteste illegali", adesso rischiano 5 anni di reclusione. I
quattro uomini sono stati tenuti per almeno 5 mesi senza difesa legale ne'
contatti con la famiglia. In tutta la Cina, le imprese statali che una volta
promettevano un posto di lavoro a vita stanno tutte chiudendo o licenziando
parte del personale. Molti lavoratori, con decenni di lavoro alle spalle,
devono ancora ricevere paghe arretrate e hanno perso le pensioni, cosi' come
i benefici dello stato sociale. Questi lavoratori protestano contro
l'ipocrisia del governo Cinese: nonostante la costituzione riconosca i
lavoratori come i 'padroni del paese', il governo tratta i lavoratori che
protestano come criminali. La legge cinese vieta ai lavoratori di
organizzarsi in sindacati indipendenti. Solo l'ACFTU puo' rappresentare
legalmente i lavoratori, ma e' sotto il controllo statale. Esso non ha mai
criticato le leggi usate per giustificare l'imprigionamento di lavoratori o
attivisti indipendenti. Secondo quanto afferma il rapporto di Human Rights
Watch, la reazione del governo alle tre proteste tenute nel nordest del
paese (tra cui quella di Liaoyang) e' stata relativamente contenuta, in
parte forse perche' l'agitazione dei lavoratori minaccia la legittimita' del
partito comunista, in parte perche' le autorita' temono l'allargamento della
protesta se reagiscono troppo duramente. Le autorita' cinesi hanno comunque
violato i diritti fondamentali tra cui quello di libera associazione,
espressione e assemblea. Le autorita' si sono anche rifiutate di rilasciare
i permessi per le dimostrazioni, hanno minacciato i lavoratori dicendo che
avrebbero perso la paga se i membri delle loro famiglie avessero preso parte
alle dimostrazioni, e hanno limitato l'accesso dei media alle zone
interessate. Le forze dell'ordine hanno assaltato fisicamente alcuni
manifestanti, altri li hanno arrestati rifiutandosi di rilasciarli finche'
non avrebbero promesso di non prendere parte ad altre proteste. Human Rights
Watch chiede ai partner commerciali della Cina e a tutti i governi a cui
stanno a cuore i diritti umani di fare pressioni su Pechino affinche' chieda
l'assistenza dell'ILO (International Labor Organisation) per riformare le
leggi sul lavoro e conformarle agli standard internazionali sulla liberta'
di associzione. Inoltre HRW chiede alle multinazionali che operano in Cina
di astenersi dal chiedere alle autorita' cinesi di intervenire quando i
lavoratori tentano di formare sindacati, protestare pacificamente o fare
scioperi. Fonte: Human Rights Watch; traduzione di Fabio Quattrocchi
fabiocchi@inwind.it

Foreste: Cambogia dichiara 400 mila ettari zona protetta
1 Agosto 2002 - Il governo cambogiano ha istituito un'area protetta nelle
Montagne Cardamom che contribuira' a prevenire il bracconaggio e il taglio
di alberi. Il Primo Ministro ha firmato un decreto che garantisce protezione
permanente a 402,000 ettari di foresta che si vanno ad aggiungere ai 588,000
ettari di aree protette nella stessa zona montagnosa. Sulle Montagne
Cardamom sono presenti rare specie animali come la tigre Indocinese,
l'elefante asiatico, e il coccodrillo siamese. Il Parlamento cambogiano ha
anche approvato una legge contro il taglio illegale delle foreste: il testo
prevede 10 anni di prigione e una multa di 25,000 dollari per chi taglia
illegalmente. Lo scorso mese i paesi donatori hanno promesso alla Cambogia
635 milioni di dollari in aiuti e prestiti per lo sviluppo per il prossimo
anno, ma hanno chiesto provvedimenti anti-corruzione, riforme giudiziarie e
leggi piu' dure per la protezione ambientale. Secondo le statistiche del
governo, la copertura forestale nel territorio cambogiano si e' ridotta dal
74% del 1970 al 58% di oggi. Intanto in Bolivia gli ettari foresta
certificati secondo lo schema della sostenibilita' dell'FSC (Forest
Stewarship Council) hanno superato il milione, di cui 520,000 sono nella
foresta amazzonica. Attualmente il 20% dell'area forestale destinata al
taglio e' certificata dall'FSC in Bolivia. Invece gli USA hanno cancellato
5.5 milioni di dollari dal debito estero del Peru' a patto che il governo
peruviano destini una certa somma di denaro per la protezione di 11.1
milioni di ettari di foresta (un'area grande quanto Cuba). Al progetto
partecipano WWF, Conservation International e Nature Conservancy. Fonte:
Associated Press; REUTERS; WWF-US; CNN; traduzione di Fabio Quattrocchi
fabiocchi@inwind.it