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Taranto Comune antitransgenico?



Ciao, come WWF vorremmo presentare al Consiglio Comunale la richiesta in 
allegato, affinchè il comune di Taranto sia dichiarato "Comune 
antitransgenico". Già altri comuni, tra i quali Roma e Milano hanno aderito 
a questa iniziativa del WWF. Che ne dite? Aspetto di conoscere le vostre 
opinioni a riguardo ed eventuali adesioni.
Ciao
Teresa

Bozza di richiesta Comune affinchè approvi la delibera per diventare: 
COMUNE ANTITRANSGENICO Comune libero da Produzioni Agricole Transgeniche e 
a favore della promozione dei prodotti locali e tipici.

Signor Sindaco, Signori consiglieri il gruppo di lavoro, composto da
  cittadini aderenti alle seguenti associazioni……. e che da tempo stanno 
studiando le problematiche connesse all'uso  dell'ingegneria genetica 
applicata ai prodotti agricoli e agli alimenti, desiderano sottoporre alle 
S.S. L.L. le seguenti  riflessioni e considerazioni, auspicando un sereno e 
fattivo dibattito
a livello consiliare su tematiche di estrema importanza ed attualità.  Il 
documento è stato redatto alla luce della complessa situazione
attuale per quanto attiene all'uso, alla gestione e diffusione
delle tecnologie bio-ingegneristiche, tecnologie che sino ad ora non pare 
abbiano
interessato il nostro Comune sul territorio del quale non vi sono 
sperimentazioni in campo aperto di Organismi Geneticamente 
Modificati.  Sulla scorta di provvedimenti già approvati nei Comuni 
italiani  di Bubbio (AT) delibera del13/8/99, Rocchetta Tanaro delibera del 
(AT) 11/10/99, Roma Ordine del giorno 14/10/99, Regione Molise delibera 
19/10/99, Rivoli (TO) Ordine del Giorno del 25/10/99Villesse (GO) delibera 
23/11/99, Udine comunicato Ordine del giorno
del 29/11/99, Calenzano (FI) Ordine del giorno 13/12/99, Lenola (LT), 
Montecompatri (Roma) Ordine del giorno del 15/12/99, Grugliasco (TO) 
delibera del 20/12/99, Brescia Ordine del giorno del 22/12/99, Milano 
Ordine del giorno del 23/12/99, Aquino (FR), Budoia (PN) Ordine del giorno 
del 27/01/00, Longare (VI) Ordine del Giorno del 02/02/00, di San Pier 
d'Isonzo (GORIZIA) delibera del 27/6/2000, di Gorizia Ordine del giorno 
approvato il 1/2/2000,
Bordano (UD) Delibera del 12/6/2000, Tarvisio (UD) del 13/3/2000, chiediamo 
che anche il Consiglio Comunale di Taranto impegni il  Sindaco e la Giunta 
a dichiarare il nostro territorio Comune Antitransgenico.
La velocità innovativa della ricerca nel settore delle biotecnologie
è di tale portata da non poter essere confinata al semplice dialogo tra 
scienziati e ditte committenti, bensì richiede l'improrogabile
adeguamento del bagaglio etico e culturale delle istituzioni politiche
ed un loro immediato pronunciamento.
CONSIDERATO: che l'utilizzo nell'agricoltura mondiale delle varietà ibride 
ad alto rendimento ha causato l'abbandono ed in alcuni casi la scomparsa 
degli ecotipi locali meglio adattati all'ambiente e quindi più resistenti 
alle fitopatie e meno bisognosi di trattamenti con sostanze chimiche per la 
loro efficace produzione; che tale situazione ha portato ad una crescente 
uniformità genetica delle colture con una pericolosa dipendenza per tutte 
le filiere produttive da pochi detentori di brevetti genetici e chimici e 
con un conseguente infragilimento
del sistema produttivo agroalimentare mondiale; che tale dipendenza è 
straordinariamente alta nel settore delle sementi dove, di fatto, la quasi 
totalità dei semi viene prodotta al di fuori del territorio nazionale con 
relativa perdita di un settore strategico per il nostro paese;
che le stesse ditte produttrici di sementi promuovono l'uso massivo di 
composti chimici in agricoltura, con rischi sanitari altissimi per gli 
agricoltori,
i consumatori e gravi alterazioni della flora e della fauna;che i 
produttori agricoli sono costretti  a poche e sempre più costose 
alternative produttive con grave danno ambientale - anche a causa della 
mancata rotazione delle culture - con la conseguenza di un'ulteriore 
compressione dei prezzi dei prodotti agricoli ed un aumento, divenuto via 
via più insostenibile, dei costi di produzione degli stessi; che tali 
cambiamenti comportano una ristrutturazione del settore produttivo agricolo 
con gravi scompensi socio economici, in particolare a carico dei piccoli 
produttori agricoli; che l'uso di composti chimici per l'agricoltura ha 
alterato gli ecosistemi relativi alla fauna e alla flora e comporta un 
progressivo isterilimento dei terreni; che nessuno studio effettuato sino 
ad oggi può fornire dati esaurienti sull'impatto ambientale di un organismo 
geneticamente modificato (OGM) che sono comparse recentemente negli organi 
di stampa locali e nazionali delle notizie allarmanti sulla probabile 
contaminazione delle sementi di mais e soia - che per legge dovrebbero 
essere ad identità preservata- da parte di varietà modificate 
geneticamente, a dimostrazione dello scarso rispetto delle multinazionali 
sementiere nei confronti delle norme comunitarie e nazionali che vietano 
l'immissione deliberata in ambiente di OGM;che le stesse imprese 
multinazionali hanno esteso il loro controllo a gran parte delle strutture 
di ricerca, produzione e commercializzazione, fino a raggiungere l'attuale 
posizione egemonica nel comparto delle biotecnologie ed in quello della 
produzione delle sementi, come più volte sottolineato dalla stessa Unione 
Europea; che la stessa F.A.O. da molti anni ha constatato la tendenza al 
rapido aumento dei Paesi che perdono la loro autosufficienza alimentare; 
che l'industria di trasformazione richiede sempre più prodotti uniformi , 
mortificando la professionalità e il possibile sviluppo di un mercato 
legato alla valorizzazione dei prodotti tipici italiani, che, uniti alla 
bellezza del paesaggio e delle opere d'arte italiane, costituiscono la base 
di una importante risorsa economica quale è il turismo; che diminuiscono 
progressivamente le specialità alimentari con sempre minore possibilità di 
variare la dieta e che spesso la richiesta dei consumatori viene pilotata, 
anche con sistemi pubblicitari non trasparenti, verso l'acquisto di 
prodotti standardizzati, contrastando lo sviluppo e l'affermazione delle 
fasce di mercato che ricercano prodotti naturali, di alta qualità ed in 
particolare quelli tipici e tradizionali locali; che tale concetto è 
espresso anche nel Regolamento CE 1804/99 del 19/7/99 nel quale si dichiara 
che gli OGM ed i prodotti ottenuti a partire da tali basi genetiche sono 
incompatibili con i metodi di produzione biologici; che la presenza di 
coltivazioni manipolate geneticamente può comportare per le aziende a 
conduzione biologica il rischio di contaminazione genetica, con la 
conseguente impossibilità a continuare la propria attività a causa della 
revoca della Certificazione di Qualità Biologica ; che inoltre agli 
agricoltori confinanti con tali coltivazioni geneticamente modificate 
sarebbe di fatto impedita la possibilità di convertire il metodo di 
lavorazione convenzionale ( con uso della chimica) con il metodo a conduzione
biologica, limitando così la libertà di esercizio del proprio lavoro che la 
riforma della P.A.C. (politica agraria comune) prevede un particolare 
impegno per il rispetto agro ambientale e la produzione di alimenti di alta 
qualità, e che pertanto è importante promuovere e conservare un modello di 
agricoltura basato sul rispetto dell'ambiente ed in grado di valorizzare le 
produzioni locali e tradizionali di pregio . che al termine della 23a 
sessione della Commissione del Codex Alimentarius, tenutasi a Roma nel 
luglio del 99 sono state approvate le Direttive concernenti la produzione, 
la  trasformazione,l'etichettatura e la commercializzazione degli alimenti 
prodotti dall'agricoltura biologicache dichiarano l'incompatibilità degli 
organismi geneticamente modificati (OGM) con le produzioni biologicheche il 
Regolamento CE 1139/98 prevede l'etichettatura di mais e soia geneticamente 
modificata e dei prodotti derivati con percentuali di OGM superiori all'1% 
(Reg. 49/00); che l'etichettatura è d'obbligo anche per i prodotti e gli 
ingredienti alimentari contenenti additivi ed aromi geneticamente 
modificati o derivati da organismi geneticamente modificati (Reg. CE 
50/00); che la Commissione CE in data 2 febbraio 2000 ha diffuso un proprio 
documento denominato Protocollodi Biosicurezza, che rifacendosi anche al 
Protocollo Cartagenadi Montreal del 29 gennaio 2000, prevede l'appilcazione 
del principio precauzionale e, tra le altre cose, un alto livello di 
protezione basato su ricerche scientifiche che escludano in modo 
inequivocabile possibili danni alla salute umana con particolare 
riferimento agli OGM; che il DPR 7 aprile 1999, n°128 stabilisce che nella 
composizione dei prodotti per lattanti e bambini fino ai tre anni è 
necessario prestare particolare attenzione alla conservazione, alla 
freschezza e all'assenza di sostanze tossiche e nocive negli ingredienti 
usati e, perciò, gli stessi non devono contenere residui di antiparassitari 
superiori a 0,01 mg/kg, né devono contenere prodotti geneticamente 
modificati; che l'OMS stabilisce il principio di precauzione sulle sostanze 
potenzialmente pericolose raccomandand in caso di incertezza, il non 
utilizzo di tali sostanze; che la U.E. ha ancora in itinere  la creazione 
di una normativa in materia assumendo al riguardo posizioni cautelative; 
che sono pendenti alcuni ricorsi di Stati membri della U.E. rispetto alla 
normativa emanata ed alle autorizzazione concesse per la 
commercializzazione dei prodotti transgenici e che Germania, Austria e 
Lussemburgo hanno vietato la commercializzazione del mais BT nel loro 
territorio nazionale; che allo stato attuale è stata disattesa la volontà 
dei consumatori rispetto alle doverose azioni di etichettatura dei prodotti 
contenenti OGM in violazione dei principi di rintracciabilità e trasparenza 
in palese contrasto con le politiche comunitarie a favore del consumatore; 
che l'introduzione in agricoltura degli Organismi Geneticamente Modificati 
(OGM), ha sollevato notevoli dubbi e perplessità nell'opinione pubblica per 
motivi di ordine etico, per le conseguenze sulla salute dei cittadini, per 
i rischi di danni irreversibili all'ecosistema, per l'ulteriore divario che 
creerebbe tra i Paesi ricchi e quelli in via di sviluppo.
che il Comune di Taranto sta attuando una politica di salvaguardia del 
territorio e delle produzioni in esso presenti e che la diffusione di 
prodotti transgenici metterebbe in grave rischio tale politica causando, 
altresì, gravi problemi socio economici sia ai piccoli produttori presenti 
sul territorio,  sia alle grandi aree naturali;

chiediamo che IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNI IL SINDACO E LA GIUNTA a:

·       impedire che sul territorio del Comune di Taranto vengano 
sperimentati, allevati o coltivatiin campo aperto, trasportati e 
commercializzati organismi geneticamente     modificati, ferme restando le 
attuali concessioni;
·       controllare o far controllare che le attuali coltivazioni avvengano 
nel rispetto delle norme vigenti ed in particolare della CE 219/90 e 220/90 
sull'uso confinato di OGM; ad impegnarsi nella tutela del consumatore, 
individuando, allo scopo, gli strumenti necessari ad un processo di 
identificazione degli alimenti interessati da tecnologie transgeniche e di 
conoscenza della reale provenienza dei prodotti contenenti O.M.G.;
·       mettere in atto ogni intervento di competenza della amministrazione 
sul controllo di qualità degli alimenti agricolo-forestali e di allevamento 
prodotti nel territorio ad avviare una seria campagna informativa, a tutti 
i livelli, sugli alimenti biologici e di qualità, sull'importanza di una 
sana ed equilibrata alimentazione, sui rischi connessi al consumo di 
alimenti contaminati con particolare riguardo agli OGM e alla loro 
diffusione nell'ambiente;
·       informare attraverso incontri, i produttori presenti sul territorio 
comunale sui rischi dell'utilizzo di prodotti geneticamente modificati 
nella filiera produttiva ed i rivenditori di alimenti sugli attuali 
obblighi di etichettatura relativi ai prodotti contenenti OGM;
·       creare un tavolo di intesa tra produttori, industrie di 
trasformazione e di distribuzione del settore alimentare al fine di 
valorizzare le possibilità alternative che si creano sul mercato dei 
prodotti naturali e locali;
·       impegnarsi sulla tutela e promozione dei prodotti agricoli di 
qualità, dei prodotti tipici e di quelli biologici ad invitare le aziende 
fornitrici di pasti e derrate alle mense pubbliche (includendo quindi le 
mense scolastiche);
·       dichiarare formalmente il non utilizzo di alimenti contenenti 
O.G.M. ed a prevedere l'inserimento di una specifica clausola vincolante in 
tal senso in occasione della prossima gara d'appalto di ogni mensa pubblica;
·       richiedere al Governo Italiano un impegno per la moratoria sui 
prodotti transgenici;
·       effettuare controllo maggiore sui prodotti da semina per la 
possibile presenza di OGM una valorizzazione dei prodotti locali e dei 
prodotti naturali;
·       far sì che le procedure di autorizzazione di sperimentazione in 
campo aperto di OGM prevedano la richiesta di parere del sindaco e sia resa 
di pubblico dominio;
·       interessare la Regione, la Provincia ed i Comuni limitrofi circa 
gli orientamenti assunti dall'Amministrazione Comunale sull'argomento OGM, 
verificando altresì la disponibilità di tali Enti a collaborare per il 
raggiungimento degli obiettivi sopra esposti;
·       richiedere alla Unione Europea che la P.A.C. europea sia 
caratterizzata da una valorizzazione della qualità dei prodotti non 
modificati geneticamente, sviluppando la ricerca sul patrimonio naturale 
esistente in Europa;
·       inviare questa deliberazione ad ogni comune della provincia, alla 
regione , al Ministero della Sanità e al Ministero delle Risorse Agricole, 
al WWF Italia;
·       volersi dotare di strumenti per la programmazione degli interventi, 
anche attraverso l'organizzazione di una giornata di studio a livello 
nazionale/locale
che possa permettere l'avvio di un progetto scientificamente corretto che 
salvaguardi la salute e gli interessi dei cittadini.
Hanno aderito alla proposta i seguenti gruppi: 
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