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Algeria news
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- Subject: Algeria news
- From: <kametref@tin.it>
- Date: Wed, 8 May 2002 14:22:52 CEST
Torino l’08.05.02
Un saluto da Asaka-Italia (http://digilander.iol.it/asaka
asakaitalia@libero.it
Le prigioni algerine prendono fuoco una dopo l’altra. La causa: prigionieri disperati che mettono fuoco ai materassi, rischiando così la propria vita e quella dei compagni. A Serkagi (la principale prigione di Algeri) il bilancio fu di 27 morti e decine di feriti. Ci sono insurrezioni e scioperi in tante case di arresto e in alcune i prigionieri sono organizzati per rivendicare condizioni di detenzione più umane e la revisione di alcuni processi dei detenuti legati al terrorismo e che non hanno beneficiato della legge di amnistia dichiarata dallo stato nel 2000.
La prospettiva delle elezioni legislative rifiutate dalla maggior parte dei partiti democratici, dalla coordinazione cittadina e ora anche da alcune liste indipendenti, fa salire la tensione in tutto il paese. Ora in Kabilia sono anche le giunte locali e gli impiegati delle collettività che si dichiarano contrari all’organizzazione della consulta in queste condizioni e decisi a boicottare l’organizzazione di questa, per non essere come tante volte "uno strumento passivo entro le mani dei truffatori".
Nel frattempo, e come tutti i giorni ormai da un anno e un mese, in Kabilia la lotta cittadina per la dignità continua, continuano i sollevamenti sporadici anche nelle altre regioni, questa settimana è toccato a Souk Ahras (estrema est del paese), dove gli scontri continuano mentre scriviamo queste e notizie.
Il governo algerino troppo preso ad assicurare la sua perrenità al potere con la prossima truffa elettorale, non si prende neanche la pena di protestare presso i suoi colleghi dittatori tunisini per il rapimento e il pestaggio da parte di poliziotti tunisini di un giornalista del quotidiano algerino “Al Khabar”che era presente a Tunisi per coprire un tentativo di alcuni intellettuali locali di organizzare una protesta di sostegno alla Palestina.
Come si vede non e’un domani che il Nordafrica trovera’ la via della democrazia, ma la speranza rimane, fin che ci sono cittadini che lottano e resistono e fin che ci sara’ mobilitazzione di chi vive all’estero sotto cieli un po’ più sereni. A questo proposito vi ricordo l’incontro a Milano, del 10 maggio 2002, organizzato da Amnesty International in collaborazione con il comittato di sostegno della Kabilia, intitolato TAFSUT, l’eterna primavera berbera(http://digilander.iol.it/asaka/LesPages/amnesty.html#10)
ASAKA-Italia