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Fabiocchi NEWS 2 Mar 2002
Newsletter Eco-Internazionalista
-Belize: Una diga potrebbe distruggere 1,100 ettari di foresta
-Indonesia: APRIL ha distrutto 220,000 ettari di foresta
-USA: 63% dei detenuti sono neri ed ispanici
-Ambiente: 680 mln di ettari di suolo in degrado per il pascolo
-Camerun: Effetti socioambientali delle politiche neoliberiste del FMI
-OGM: 12 nazioni formano un'alleanza contro la biopirateria
-WWF: L'allevamento di tonni minaccia gli esemplari selvatici
-Russia: Greenpeace ed Amnesty chiedono il rilascio di G. Pasko
*FIRMA IN DIFESA DELLA LEGGE 185/90
che proibisce l'esportazione di armi in paesi in guerra
http://web.vita.it/185
*WWF: FIRMA CONTRO IL TERZO TRAFORO DEL GRAN SASSO
http://www.yepa.com/attivisti/petizioni/gsasso.htm
*CHIEDI IL RILASCIO DEL GIORNALISTA RUSSO GRIGORY PASKO
http://act.greenpeace.org/aas/e?a=pasko&s=blue2s
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Fabiocchi segnala:
http://passport.panda.org WWF Action Center
http://www.humanrightsrisk.org Studio su diritti umani e businness
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Traduzione a cura di Fabio Quattrocchi mailto:FABIOCCHI@inwind.it
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Belize: Una diga potrebbe distruggere 1,100 ettari di foresta
20 Febbraio 2002 - Alcune organizzazioni ambientaliste stanno intentando una
causa per bloccare la costruzione della diga Chalillo in Belize. Le ONG
contestano il processo di approvazione del progetto avvenuto, secondo loro,
senza consultazione delle parti sociali e degli scienziati, come invece e'
richiesto dalla legislazione nazionale. La multinazionale canadese Fortis
Inc. avrebbe cominciato i lavori di costruzione gia' prima che la
valutazione di impatto ambientale fosse completata. La costruzione della
diga comportera' l'inondazione di 1,100 ettari di foresta pluviale vergine e
la scomparsa di habitat importanti per la sopravvivenza di specie minacciate
come il giaguaro e il tapiro. Anche l'economia legata all'eco-turismo e'
minacciata dal progetto. Per esprimere il proprio dissenso alla diga, e'
possibile firmare la petizione elettronica al sito
http://www.stopfortis.org/petition.html Fonte: ENS; StopFortis; trad. di
Fabio Quattrocchi fabiocchi@inwind.it
Indonesia: APRIL ha distrutto 220,000 ettari di foresta
11 Febbraio 2002 - Secondo un rapporto degli Amici della Terra inglesi, i
fornitori britannici starebbero comprando carta proveniente dalle foreste
pluviali piu' preziose del pianeta. Il rapporto sostiene che almeno nove
fornitori di carta in Gran Bretagna acquistano i prodotti della
multinazionale APRIL, una delle peggiori compagnie del settore, proprietaria
della piu' grande fabbrica di pasta di legno del mondo. La APRIL ha gia'
deforestato 220,000 ettari di territorio in Indonesia, e sta cominciando a
sfruttare il legname della foresta Tesso Nilo. Secondo una recente ricerca
del WWF, questa foresta con i suoi 180,000 ettari, e' la piu' ricca di
biodiversita' del pianeta: in media si possono trovare 218 specie di piante
in 200 metri quadri. Le operazioni della APRIL sono state spesso appoggiate
da altre compagnie: la Amec, una delle piu' grandi industrie edilizie
inglesi, ha costruito la fabbrica di pasta di legno della APRIL in
Indonesia, mentre una banca inglese ha prestato alla APRIL 130 milioni di
sterline per coprire i costi della costruzione. Secondo il rapporto degli
Amici della Terra, la maggior parte del legname giunto alla fabbrica
proveniva da foreste indonesiane tagliate con la tecnica a raso; la stessa
multinazionale ha annunciato che distruggera' 140,000 ettari di foresta
entro i prossimi 6 anni, spesso privando gli indigeni delle loro terre.
Attualmente il 60% del legname tropicale importato in Gran Bretagna potrebbe
provenire da fonti illegali. Questo significa che ogni anno un milione di
ettari di foresta finiscono in GB illegalmente. Il Regno Unito e' il
maggiore importatore di legname illegale dell'UE (un quinto del legname
illegale importato dalla EU va in GB), e nessuna legge lo impedisce. Fonti:
FoE UK; WWF Int.; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi@inwind.it
USA: 63% dei detenuti sono neri ed ispanici
27 Febbraio 2002 - Secondo i dati raccolti da Human Rights Watch (HRW), neri
ed ispanici, che rappresentano solo il 25% della popolazione americana
totale, costituiscono il 63% della popolazione carceraria degli USA che
ammonta a 1,976,019. In 20 stati, tra il 10 e il 15% degli uomini di colore
adulti sono incarcerati; in 10 stati tra il 5 e il 10% della popolazione
nera adulta (uomini e donne) e' dietro le sbarre; mentre in 15 stati le
donne nere sono incarcerate a tassi 10-35 volte superiori rispetto alle
donne bianche. In sei stati i giovani minorenni neri sono incarcerati in
numero 20-25 volte superiore ai bianchi; in quattro stati i giovani ispanici
vengono incarcerati a tassi 7-17 volte superiori ai giovani bianchi. Tra il
4 e l'8% della popolazione maschile ispanica adulta e' in carcere in nove
stati; tra il 2 e il 4% degli adulti ispanici (uomini e donne) sono dietro
le sbarre in 20 stati. Secondo HRW, questi dati dimostrano la disparita'
raziale nella popolazione carceraria degli USA. "E' sorprendente che in
certi stati, un nero su dieci sia in prigione" ha detto Jamie Fellner. I
neri sono stati sproporzionatamente colpiti dalla "guerra alle droghe": nel
1996, per es., i neri costituivano il 62.6% degli arrestati per reati legati
alla droga (cioe' quasi 2/3). Esistono enormi differenze tra gli stati: la
giustizia criminale dello Stato e l'inasprimento delle leggi giocano
evidentemente un ruolo chiave nel creare tali differenze. In altre parole,
alcuni stati creano/rafforzano leggi appositamente per colpire le minoranze
raziali. Gli USA sono anche uno degli ultimi 6 paesi al mondo a non aver
vietato la pena di morte per i minori (gli altri sono Arabia Saudita,
Pakistan, Nigeria, Pakistan, Iran e Yemen). Nell'ultimo decennio sono stati
condannati a morte 9 minori, piu' di quanti e siano stati condannati negli
altri stati. Fonte: HRW; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi@inwind.it
Ambiente: 680 mln di ettari di suolo in degrado per il pascolo
6 Febbraio 2002 - Nonostante i danni provocati dal pascolo eccessivo stiano
diventando sempre piu' evidenti e gravi, la popolazione mondiale di bestiame
continua a salire. Dal 1950 al 2001 il numero di bovini e' aumentato da 720
milioni a 1.53 miliardi. Mentre le pecore e le capre sono passate 1.04
miliardi a 1.75 miliardi nello stesso periodo. Le terre da pascolo sono
sotto pesante pressione, e il pascolo eccessivo inizialmente le rende
improduttive poi le distrugge trasformandole in deserto. Le terre da pascolo
degradate ammontano a 680 milioni di ettari. La produttivita' di queste
terre, che coprono un quinto della superficie terrestre, dipende
dall'apparato digestivo dei ruminanti che permette agli animali di
convertire le fibbre in alimenti, come carne, latte e altri prodotti
industriali. I quattro quinti della carne (di montone e bue) prodotta nel
mondo (circa 52 milioni di tonnellate) proviene da animali che si nutrono
nei campi da pascolo. In Africa, dove il grano e' scarso, i 230 mln di
bovini, 246 mln di pecore e 175 mln di capre si nutrono quasi esclusivamente
col pascolo. Secondo una stima delle Nazioni Unite del 1991, il degrado dei
suoli da pascolo ha generato perdite da 23 miliardi di dollari. In Africa la
perdita economica annuale dovuta al pascolo eccessivo supera i 7 mld di
dollari. L'Asia e l'Africa rappresentano i due terzi delle perdite mondiali.
Per fermare il degrado del suolo e' necessario allentare la crescita
demografica mondiale seguendo l'esempio dell'Iran la cui crescita e' passata
dal 3.2% all'1.2% in 15 anni. Un'altra soluzione sarebbe nutrire il bestiame
cogli scarti delle coltivazioni che verrebbero altrimenti bruciati. Fonte:
Earth Policy; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi@inwind.it
Camerun: Effetti socioambientali delle politiche neoliberiste del FMI
Il Camerun e' uno dei paesi africani piu' ricchi di biodiversita': ospita
oltre 9,000 specie vegetali, 150 delle quali endemiche. Attualmente le
foreste coprono la meta' del paese con 23 milioni di ettari, 14 dei quali
sono foreste pluviali. La deforestazione industriale minaccia gli habitat
dei gorilla, elefanti e rinoceronti neri e altre specie minacciate. Fino al
1982, le riserve di petrolio avevano facilitato una brusca crescita
economica, dopo la quale la crisi petrolifera lascio' il paese con un PIL in
arretramento e un debito estero crescente. A partire dal 1988 il governo
realizzo' dei programmi di aggiustamento strutturale (SAPs) su "consiglio"
del FMI (Fondo Monetario Internazionale). La ricetta del FMI consisteva nel
diversificare l'economia e incoraggiare le esportazioni nel settore
petrolifero e soprattuto in altri settori. A tal fine si cominciarono a
sfruttare le foreste: il FMI incoraggio' il governo a ridurre le tasse sulle
esportazioni di legname e svalutare la valuta. In questo modo la produzione
di prodotti forestali crebbe smisuratamente, l'industria del legname si
espanse e le esportazioni aumentarono. In seguito alla svalutazione della
moneta del 1994, il numero di multinazionali presenti in Camerun passo' da
194 a 351 in un solo anno. Tra il 1995 e il 1997 le esportazioni di legname
segato salirono del 49.6%. Il FMI chiese anche la riduzione della spesa
statale e il licenziamento del personale statale: tra il '95 e il '97 il
governo' licenzio' 5,500 dipendenti. Nel settore dell'agricoltura e della
pesca il personale fu ridotto dell'8%; mentre crebbe del 16% nel Ministero
della Difesa. La mancanza delle risorse finanziarie per attuare la
protezione forestale, unita agli incentivi economici che spingevano allo
sfruttamento del legname elimino' ogni possibilita' di adottare uno
sfruttamento forestale sostenibile. Oggi la deforestazione procede ad un
ritmo di 220,000 ettari all'anno. Fonte: FoE Int.; Fabio Quattrocchi
fabiocchi@inwind.it
OGM: 12 nazioni formano un'alleanza contro la biopirateria
20 Febbraio 2002 - Le 12 nazioni piu' ricche di biodiversita' del mondo
hanno siglato un accordo per proteggere le loro risorse genetiche dalla
biopirateria, cioe' dalle multinazionali che brevettano geni di animali e
vegetali senza offrire alcun beneficio alle popolazioni che vivono nelle
zone da cui quelle risorse provengono. I paesi aderenti al patto sono
Brasile, Cina, Colombia, Costa Rica, Ecuador, India, Indonesia, Kenya,
Messico, Peru', Sud Africa e Venezuela. I 12 paesi non vedono nella
Convenzione sulla Biodiversita', firmata a Rio nel 1992, sufficienti garazie
per la protezione delle loro risorse genetiche: la convenzione, dicono,
offre troppe scappatoie, e gli USA non l'hanno neanche ratificata. Per
questo si impegneranno a chiedere un trattato piu' severo al prossimo Summit
Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile da tenersi a Johannesburg il prossimo
Settembre. I 12 chiederanno nuove e piu' eque regole commerciali sui
brevetti e sulla registrazione dei prodotti fatti con le loro risorse
genetiche al fine di frenare la bioesplorazione da parte di multinazionali
estere. Fonte: AP; ENN; UN Foundation; trad. di Fabio Quattrocchi
fabiocchi@inwind.it
WWF: L'allevamento di tonni minaccia gli esemplari selvatici
15 Febbraio 2002 - Secondo il WWF, l'espansione dell'allevamento di tonni
minaccia di decimare la popolazione selvatica del Mediterraneo gia'
sovrasfruttata dalla pesca diretta. Infatti, diversamente da quanto avviene
per l'acquacoltura dove i pesci nascono e sono allevati in cattivita',
l'allevamento di tonni usa esemplari nati in mare aperto. I questo modo i
tonni catturati per essere allevati non possono riprodursi e rinnovare la
popolazione. Lo scorso anno, i 12 allevamenti attivi nella regione
mediterranea (sussidiati dall'UE) hanno prodotto 11,000 tonnellate di tonno,
cioe' oltre la meta' della produzione mondiale. I tonni dalla pinna blu sono
destinati soprattutto alla produzione del 'sushi' in Giappone.
L'organizzazione ambientalista chiede all'UE di ridurre questa pratica e
regolare il commercio. Fonte: WWF Int.; trad. di Fabio Quattrocchi
fabiocchi@inwind.it
Russia: Greenpeace ed Amnesty chiedono il rilascio di G. Pasko
28 Febbraio 2002 - Greenpeace ed Amnesty International hanno chiesto il
rilascio immediato ed incondizionato del giornalista ambientalista russo
Grigory Pasko. Nel 1993 il giornalista filmo' una nave militare russa che
scaricava rifiuti radioattivi nel mar del Giappone. Il filmato fu poi
trasmesso da una emittente giapponese e da una russa. G.Pasko denunciava i
pericoli ambientali causati dalla Flotta del Pacifico. Secondo le leggi
russe, le informazioni sui pericoli ambientali non devono essere nascoste al
pubblico; inoltre dal 1993 la Convenzione di Londra vietava lo scarico di
rifiuti radioattivi in mare. Pasko denuncio' anche la corruzione presente
nella Flotta del Pacifico, e passo' le informazioni ai giornalisti
giapponesi. Nel Novembre del 1997, al suo ritorno dal Giappone, fu arrestato
e accusato di tradimento e spionaggio. Dopo 20 mesi di prigione, arrivo' nel
1999 la sentenza del tribunale che lo condannava a tre anni di detenzione,
ma fu immediatamente rilasciato con un'amnistia. Sia Pasko che la Flotta
militare del Pacifico si appellarono contro la condanna: il giornalista
chiedeva l'assoluzione, la Flotta invece voleva una pena piu' severa. Nel
2000 la Corte Suprema Russa decise di restituire il caso alla Corte militare
per ulteriori investigazioni. Dopo diversi ritardi, il secondo processo
inizio' nel Luglio 2001, e a Dicembre la Corte Militare condanno' Pasko a
quattro anni di detenzione. Grigory Pasko e la Flotta ancora una volta si
sono appellate contro la condanna. Finche' non arrivera' una nuova
decisione, il giornalista rimarra' in detenzione pre-giudiziale. Secondo
Greenpeace, sia questo caso, come quello del giornalista Alexander Niktin,
dimostrano il tentativo delle strutture governative russe (militari e
servizi segreti) di intimidire gli ambientalisti che esercitano il diritto
di espressione garantito dall'articolo 19 della Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani. Nel 2000, Greenpeace, WWF e altre organizzazioni non
governative raccolsero 2.5 milioni di firme per indire un referendum contro
l'importazione di rifiuti radioattivi. La Commissione Elettorale dichiaro'
invalide 600,000 firme, cio' fece scendere il numero delle firme valide al
di sotto dei 2 mln necessari all'approvazione del referendum. Il Parlamento
Russo sta dibattendo emendamenti alla legislazione russa in merito ai
referendum per redere piu' difficile l'approvazione di un referendum. Fonti:
Amnesty Int.; Greenpeace Int.; trad. di Fabio Quattrocchi
fabiocchi@inwind.it
CHIEDI IL RILASCIO DEL GIORNALISTA RUSSO GRIGORY PASKO
http://act.greenpeace.org/aas/e?a=pasko&s=blue2s