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Fabiocchi NEWS 17 Feb 2002



Newsletter Eco-Internazionalista
-Armi: USA hanno aumentato aiuti ai paesi che violano diritti umani
-Danimarca: Governo di destra taglia spesa per ambiente e sviluppo
-Iran: Il tasso di crescita demografica e' sceso dal 3.2% al 1.2%
-Filippine: Effetti socioambientali delle politiche neoliberiste del FMI
-Iraq: Verdi di Manhattan lanciano un appello ai Verdi tedeschi

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Armi: USA hanno aumentato aiuti ai paesi che violano diritti umani
15 Febbraio 2002 - Secondo un rapporto di Human Rights Watch (HRW), dopo
l'11 Settembre gli USA hanno aumentato gli aiuti militari a governi
responsabili di gravi violazioni di diritti umani. L'amministrazione Bush ha
abolito i divieti e le sanzioni sui trasferimenti di armi verso quei paesi
ed ha ridotto i tempi necessari per l'approvazione di tali trasferimenti. Lo
scorso 9 Gennaio gli USA hanno premiato il Tajikistan per il suo appoggio al
conflitto armato in Afghanistan abolendo il bando (durato 8 anni) sulla
vendita di armi verso quel paese. In Tajikistan c'e' oppressione politica,
c'e' poca liberta' d'informazione e di religione, e spesso sono stati
registrati casi di torture. Secondo HRW, questi trasferimenti non
contribuiranno a mantenere la sicurezza negli USA e renderanno l'America
complice della violazione dei diritti in altri paesi. L'Uzbekistan, altro
paese che ha aiutato gli USA nel conflitto in Afghanistan, ricevera' 25
milioni di dollari per l'assistenza militare e 18 mln per mantenere la
sicurezza lungo i confini. In Uzbekistan sono state registrate violazioni di
diritti umani, tra cui oppressione religiosa e torture. La nuova politica
"anti-terrorista" degli USA si estende nel resto del mondo: lo scorso
Novembre Washington promise 100 mln di dollari di aiuti militari alle
Filippine nelle quali, secondo gli stessi rapporti del Dipartimento di Stato
americano, si sono registrati abusi da parte delle forze di polizia e dei
militari come uccisioni extragiudiziarie, arresti arbitrari e torture.
Fonte: Human Rights Watch; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi@inwind.it

Danimarca: Governo di destra taglia spesa per ambiente e sviluppo
Febbraio 2002 - Le elezioni dello scorso Novembre in Danimarca hanno portato
la coalizione di centro destra al potere. All'interno di questa, il partito
della destra populista ha ottenuto il 12% dei voti vincendo 22 seggi
parlamentari. Il nuovo governo intende trovare 943 milioni di Euro per
migliorare il servizio sanitario, l'assistenza agli anziani, introdurre il
congedo di un anno per la maternita' e tagli di tasse per l'economia. Al
fine di raggiungere tali obiettivi saranno tagliate le spese di alcuni
ministeri (tra cui quello dell'ambiente) e verra' ridotta la spesa destinata
agli aiuti esteri (ODA - official development assistance). L'amministrazione
ambientale sara' particolarmente colpita: verra' perso un posto di lavoro su
sette al ministero dell'ambiente; su 3,000 posti di lavoro, 420 andranno
persi. Il programma di aiuti ambientali per l'estero ideato dall'ex governo
social democratico sara' lasciato a meta'. Secondo il WWF, gli effetti di
queste politiche diverranno evidenti al prossimo summit sullo sviluppo
sostenibile di Johannesburg, dove la Danimarca guidera' la delegazione
Europea. Il nuovo governo intende anche tagliare i sussidi all'industria
eolica. Lo sviluppo dell'energia eolica, che attualmente copre il 18% della
produzione nazionale e di cui la Danimarca e' stata finora il leader
mondiale, e' dipeso dai sussidi statali del precedente governo. Il governo
social democratico intendeva produrre il 50% dell'energia con l'eolico entro
il 2030, e progettava di costruire tre impianti off shore da 150 megawatt
ciascuno entro il 2008. Tali obittivi non sembrano interessare la coalizione
di centro destra che ha confermato la costruzione di due impianti off shore
da 300 MW per l'anno 2003, ma non e' interessata a costruire gli altri tre
entro il 2008. La politica del nuovo governo, dice il ministro
dell'ambiente, si basa piu' sulla competizione nel libero mercato. Fonti:
REUTERS; ENS; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi@inwind.it

Iran: Il tasso di crescita demografica e' sceso dal 3.2% a 1.2%
28 Dicembre 2001 - Dal 1986 al 2001 il tasso di crescita demografica
dell'Iran e' sceso dal 3.2% al 1.2%: il decremento piu' veloce mai
registrato. I servizi di pianificazione familiare hanno avuto degli alti e
dei bassi. Il primo piano di pianificazione familiare e' stato introdotto
nel 1967 dallo scia' Reza Pahlavi che voleva accelerare la crescita
economica e migliorare la condizione delle donne riformando la legge sul
divorzio, incoraggiando l'impiego di donne nel mondo del lavoro, e
riconoscendo la pianificazione familiare come un diritto umano. L'iniziativa
fu capovolta nel 1979 con la rivoluzione islamica guidata dall'Ayatollah
Khomeini. Durante i 10 anni della rivoluzione, i programmi di pianificazione
familiare furono bollati come eccessivamente occidentali. Si ordino' quindi
alle autorita' sanitarie di non consigliare la contraccezione. Durante la
guerra contro l'Iraq (1980-89) Khomeini esortava il popolo a procreare per
la madrepatria al fine di avere un esercito numeroso. Cio' fece salire il
tasso di crescita demografica al 3.2% portando la popolazione da 27 milioni
del 1967 a 55 milioni del 1988. Durante il periodo post-bellico, l'economia
vacillava: la mancanza di posti di lavoro colpiva le citta' affollate ed
inquinate. A questo punto la crescita demografica fu vista come un ostacolo
per lo sviluppo economico. Khomeini decise di rivedere la politica
demografica. Gli obiettivi della nuova politica erano incoraggiare le donne
ad aspettare 3-4 anni tra una gravidanza e l'altra, scoraggiare la
gravidanza per le donne piu' giovani di 18 anni e piu' grandi di 35, ed
infine limitare il numero dei figli a 3 per famiglia. Nel Maggio del 1993,
il governo iraniano approvo' una legge che prevedeva il congedo per
maternita' alle sole donne che non andavano oltre la terza gravidanza; i
media furono incoraggiati a sensibilizzare la popolazione sui problemi
demografici e ad informarla della pianificazione familiare. Dall'86 al 2001
il tasso di fertilita' (cioe' il numero medio di figli per donna) scese da
sette a meno di tre. L'attuale governo guidato da Khatami copre l'80% delle
spese destinate alla pianificazione familiare, un network sanitario composto
da cliniche mobili e 15,000 "case della salute" fornisce alle popolazioni
sanitarie i servizi di pianificazione familiare. Preservativi, pillole del
giono dopo e la sterilizzazione (volontaria) sono gratis. Anche i leader
religiosi nei loro discorsi settimanali incoraggiano l'uso di contraccettivi
e persino la sterilizzazione (sia maschile che femminile). La crescita
dell'istruzione e la diffusione dei media stanno facilitando il processo. La
popolazione alfabeta femminile e' crescuita dal 25% del 1970 al 74% odierno.
Nel 1996 il 70% della popolazione rurale e il 90% della popolazione urbana
possedeva un televisore, il che permette di diffondere le informazioni sulla
pianificazione familiare. L'Iran puo' essere considerato un esempio da
imitare per quei paesi in cui la popolazione cresce velocemente. Fonte:
Earth-Policy Inst.; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi@inwind.it

Filippine: Effetti socioambientali delle politiche neoliberiste del FMI
Per decenni le Filippine sono state coinvolte in un modo o nell'altro in
accordi del Fondo Monetario Internazionale. Nel 1998 uno di questi accordi
chiedeva al governo filippino di tagliare le spese statali del 25% al fine
di colmare il deficit pubblico. Ne risulto' un taglio delle spese destinate
al Dipartimento dell'ambiente e delle risorse naturali, e di conseguenza si
ridussero le risorse per la gestione forestale. Con questi tagli, il governo
ha avuto mezzi sempre meno efficaci per contrastare il taglio forestale
illegale che ha giocato un ruolo chiave nel ridurre la copertura forestale
delle Filippine, passato da 16 milioni di ettari ad appena 5.8 mln. Un'altra
delle richieste del FMI era quella di aumentare le esportazioni, favorendo
gli investimenti esteri con la deregulation e lo sfruttamento delle risorse
naturali del paese. Nel 1995 furono approvate nuove leggi per favorire
l'estrazione mineraria di larga scala. Questo genero' nuovi problemi
sociali, violazioni di diritti umani e sgombro forzato delle popolazioni
indigene. Le forze militari spesso difendevano le multinazionali con la
violenza. Inoltre l'inquinamento prodotto dall'estrazione mineraria ha
contaminato diverse aree colpendo i mezzi di sostentamento delle comunita'
locali, come l'incidente avvenuto nel 1996 lungo il fiume Boac che fu
inquinato dalla fuoriuscita di rifiuti prodotti da una miniera. L'incidente
danneggio' gravemente le risorse naturali colle quali le comunita' locali
sopravvivevano. Fonte: FoE Int.; trad. di Fabio Quattrocchi
fabiocchi@inwind.it

Iraq: Verdi di Manhattan lanciano un appello ai Verdi tedeschi
14 febbraio 2002 - I Verdi di New York city hanno mandato una lettera ai
Verdi tedeschi per chiedergli di rivedere le loro posizioni e rafforzare
l'opposizione internazionale ai progetti bellici di Bush che intende
attaccare l'Iraq. I verdi americani si dicono profondamente delusi del
recente voto a favore dell'intervento armato in Afghanistan da parte dei
parlamentari verdi in Germania. Il nostro -dicono- e' un movimento
internazionale e di conseguenza tutti i verdi sono moralmente colpiti
dall'appoggio che i parlamentari tedeschi hanno garantito al conflitto in
Asia centrale. Conflitto che viola i principi elementari del diritto
internazionale. Non sappiamo perche' i verdi tedeschi abbiano deciso di
appoggiare questa guerra. Forse pensavate che fosse un modo di onorare i
morti dei fatti atroci commessi a Ground Zero. Vogliamo ricordarvi che molti
di noi qui a NY hanno perso parenti e amici l'11 Settembre, e' morto anche
qualche attivista verde nell'attentato. Ma questo non ci spinge ad
appoggiare la guerra di Bush e perpetuare il ciclo di violenza. Al contrario
noi verdi newyorkesi concordiamo con le parole espresse da Phyllis and
Orlando Rodriguez quattro giorni dopo la morte del loro figlio Greg, un
attivista pacifista, durante l'attentato al WTC: Il nostro governo si dirige
verso la vendetta violenta, con la prospettiva di nuova sofferenza e morte.
Non e' il modo di agire, cio' non riscattera' la morte di nostro figlio. Non
in nome di nostro figlio.
Noi verdi di NY -continua la lettera- non vi perdoniamo e ci lamentiamo
dell'opportunita' da voi scartata di dare un esempio a tutta l'umanita'
sacrificando il vostro potere per i nostri valori. Noi non crediamo che lo
scopo di questa guerra sia garantire la giustizia. Piuttosto Bush usa la
"giustizia" come capro espiatorio per rafforzare il controllo sulle riserve
petrolifere in medioriente e Asia centrale. O e' forse una semplice
coincidenza che molti membri dell'attuale amministrazione abbiano stretti
legami con le compagnie petrolifere? Se gli USA attaccheranno l'Iraq o la
Somalia, cio' confermera' che questa e' una guerra contro il mondo islamico,
e si realizzera' in tal modo il sogno di Bin Laden di far scoppiare una
guerra tra l'occidente e i musulmani. I verdi tedeschi saranno in parte
responsabili di questo. Non e' ancora troppo tardi per ritirare il vostro
appoggio alla guerra, e chiedere invece che i terroristi siano perseguiti
dalla comunita' internazionale. Ci appelliamo a voi: cambiate la vostra
linea, rinunciate alla guerra e fate onore a quanti hanno dedicato le loro
vite per costruire un partito che combatte per salvare l'umanita' e la terra
dall'avarizia corporativa, dal miliatrismo e dall'oppressione politica.
Fonte: Fyeg; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi@inwind.it