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dieci ricette contro l'aria malata



da repubblica

LUNEDÌ, 21 GENNAIO 2002 
  
Dieci ricette contro l'aria malata "Così si salvano le città italiane"  
  
Isole pedonali e blocchi feriali, in campo gli ambientalisti  
  
  
  
Tra qualche giorno sarà recepita la direttiva Ue che abbassa il tetto delle
polveri sottili a 40 microgrammi  
"I peggiori in Europa per ricoveri e decessi dovuti allo smog"  
Realacci, presidente di Legambiente, accusa: "Pochi soldi per il trasporto
metropolitano". Confcommercio propone: detraibili le spese per tram e
autobus  
  
ANTONIO CIANCIULLO  

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ROMA — I gestori del trasporto pubblico battono cassa. I climatologi
avvertono che le serie meteorologiche sfavorevoli sono destinate ad
aumentare. Gli esperti di mobilità snocciolano ricette per guarire il mal
di smog. Ma per ora da Palazzo Chigi non arrivano segnali d'inversione di
tendenza sulla politica per la mobilità.
«Per il ponte sullo Stretto, che farà guadagnare 15 minuti a chi va in
Sicilia, il governo è disposto a muovere 5 miliardi di euro, 10 mila
miliardi di lire; per la salute di chi abita in città ci sono in
Finanziaria meno di 39 milioni di euro, cioè 75 miliardi di lire, da
investire nel trasporto metropolitano», accusa Ermete Realacci, il
presidente di Legambiente che ha preparato un decalogo per uscire dalla
trappola smog.
I rimedi suggeriti non sono originali ma presentano il vantaggio di poter
essere applicati subito. Si va dalla trasformazione in corsia preferenziale
di almeno il 75 per cento della rete di trasporto pubblico urbano alla
creazione di un'isola pedonale per quartiere, dall'estensione dell'area a
traffico limitato all'aumento dei ticket di parcheggio.
Anche il Wwf chiede di ridurre il traffico soprattutto nei giorni feriali
mentre la Confcommercio propone d'inserire tra le spese fiscalmente
detraibili quelle per acquistare un abbonamento al servizio di trasporto
pubblico. Un servizio che secondo l'Asstra (la ex Federtrasporti) ha
bisogno di 5 miliardi di euro in cinque anni per poter acquistare qualità.
«In Italia si parla molto di parcheggi, ma le politiche di prezzi adottate
all'estero sono molto diverse dalle nostre», ricorda Euro Beinat,
dell'Institute for Environmental Studies. «Ad Amsterdam ad esempio mettere
la macchina in un parcheggio centrale costa 3 euro l'ora. I residenti
pagano una cifra più bassa, che si aggira attorno ai 50 euro al mese, ma i
posti disponibili sono molto limitati: ci si deve mettere in lista di
attesa e si può aspettare anche un anno o due».
I risultati di queste scelte così diversificate emergono dalle comparazioni
sanitarie a livello europeo. «Nell'ottobre scorso abbiamo concluso un
lavoro di ricerca sul campo che abbraccia tutti gli anni Novanta», ricorda
Francesco Forastiere, presidente dell'Associazione italiana di
epidemiologia. «Il numero dei ricoveri e dei decessi ha pienamente
confermato le stime dell'Organizzazione mondiale di sanità che aveva
calcolato in 3.500 morti all'anno nelle 8 principali città italiane il
costo dello smog. La ricerca che abbiamo curato è stata svolta anche negli
altri stati europei e i risultati italiani sono stati i peggiori».
Il rapporto degli epidemiologi è stato subito inviato ai sindaci delle
città e al governo con un appello a prendere provvedimenti seri e rapidi.
«In Italia si continua a scherzare con una materia come l'inquinamento
urbano che al contrario è molto seria e drammatica», continua Forastiere.
«C'è voluta una siccità eccezionale per far scattare misure d'emergenza che
bastano appena a tamponare le punte del fenomeno». 
E intanto si continua a misurare l'inquinamento da polveri sottili (PM10)
prendendo un punto di riferimento che è già vecchio. I 75 microgrammi per
metro cubo di cui spesso si parla sono archeologia sanitaria. A giorni
verrà recepita la direttiva europea che fissa il tetto di PM10 a 40
microgrammi per metro cubo. Ed è in preparazione una seconda direttiva che
porterà il limite a 20 microgrammi nel 2010. La California ha bruciato i
tempi portando subito il limite invalicabile a 25 microgrammi per metro
cubo.