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Fabiocchi NEWS 11 Gen 2002
Newsletter Eco-Internazionalista
-OGM: L'area a coltivazioni transgeniche sale a 52.6 mln di ettari
-OGM: Agricoltori bio intentano causa contro Monsanto ed Aventis
-Energia eolica: Nel 2001 il settore dell'eolico cresce del 31%
-Energia solare: Il solare potrebbe fornire energia a 1mld di persone
-Ecuador: Continua la protesta non violenta contro l'oleodotto AGIP
-Finlandia: Governo considera costruzione di impianto nucleare
-Brasile: 1 mln di ettari di foresta certificati dall'FSC
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Traduzione a cura di Fabio Quattrocchi mailto:FABIOCCHI@inwind.it
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OGM: L'area a coltivazioni transgeniche sale a 52.6 mln di ettari
10 Gennaio 2002 - Secondo il rapporto annuale della ISAAA (International
Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications) la superficie
coltivata a piantagioni transgeniche e' salita a 52.6 milioni di ettari nel
2001, coinvolgendo 5.5 milioni di agricoltori in 13 paesi. La crescita
rispetto al 2000 e' stata del 19% pari a 8.4 milioni di ettari, quasi il
doppio della crescita precedente che era stata dell'11%. Dal 1996 l'area a
coltivazioni Geneticamente Modificate (GM) e' aumentata di 30 volte passando
da 1.7 mln di ettari agli attuali 52.6 mln. Piu' di un quarto dell'attuale
areale e' coltivato in 6 paesi in via di sviluppo (PVS), tra cui l'Indonesia
che ha commercializzato il cotone biotech nel 2001 per la prima volta. Nel
2001 il 99% delle piantagioni era presente in 4 paesi: USA (68% del totale,
35.7 mln di ettari), Argentina (22%, 11.8 mln di ha.), Canada (6.2%, 3.2 mln
di ha.), Cina (3%, 1.5 mln di ha.). Le principali piantagioni sono: soia GM
con 33.3 mln di ettari (63% del totale), cotone GM con 9.8 mln di ettari
(19%), ravizzone canola GM con 2.7 mln di ettari (5%). Il carattere della
resistenza agli erbicidi e' stato il piu' diffuso, a cui segue la resistenza
agli insetti. La resistenza agli erbicidi e' presente in 40.6 mln di ettari
(77% del totale), le piantagioni modificate per la resistenza agli insetti
rappresentano il 15% del totale, mentre il resto possiede entrambe le
caratteristiche. Nel 2001 il 46% delle piantagioni mondiali di soia e'
Geneticamentre Modificato, una crescita del 36% rispetto al 2000 quando la
soia GM copriva il 20% delle piantagioni totali di soia. Gli agricoltori
coinvolti nelle piantagioni biotech sono aumentati da 3.5 mln del 2000, a
5.5 nel 2001. Fonte: ISAAA; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi@inwind.it
OGM: Agricoltori bio intentano causa contro Monsanto ed Aventis
11 Gennaio 2002 - Un gruppo di agricoltori biologici dello Saskatchewan
(Canada) ha intentato una causa legale contro la Monsanto e Aventis per i
danni provocati dalla contaminazione di polline del ravizzone canola GM
nelle loro piantagioni. Gli agricoltori chiedono risarcimenti alle due
multinazionali leader nel settore agrobiotecnologico. Nello Saskatchewan ci
sono circa 1,000 agricoltori bio che coltivano 405,700 ettari, ma il fatto
che il 60% della canola e' geneticamente modificata sta provocando non pochi
guai alla produzione biologica. Intanto il Sud Africa ha approvato la
coltivazione commerciale (la prima al mondo) di mais bianco GM (finora
coltivato solo a fini sperimentali) prodotto dalla Monsanto. Sempre il Sud
Africa ha avviato la coltivazione della soia resistente al RoundUp
(anch'essa prodotta dalla Monsanto) in circa 7,000 ettari dopo
l'approvazione del governo. Negli USA la USDA (Dipartimento Americano
dell'Agricoltura) ha concesso la donazione di 3 milioni di dollari a un
gruppo di scienziati per la ricerca sui pini transgenici. Fonti: REUTERS;
Monsanto; Independent On Line; Global Alliance Against Genetically
Engineered Trees; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi@inwind.it
Energia: Nel 2001 il settore dell'eolico cresce del 31%
8 Gennaio 2002 - Secondo i dati preliminari disponibili, il settore
dell'eolico nel 2001 e' cresciuto del 31% (in tutto il mondo) raggiungendo
una potenza installata pari a 23,300 megawatt, un aumento di 5,500 megawatt
(rispetto all'anno precedente quando la potenza installata corrispondeva a
17,800 megawatt). Sin dal 1995 la capacita' installata e' cresciuta del
487%, ovvero quasi di cinque volte; mentre l'uso del carbone (il
combustibile fossile piu' inquinante) e' sceso del 9%. Un megawatt generato
dall'energia eolica in media soddisfa il consumo energetico di 350
abitazioni o circa 1000 abitanti. Quindi gli attuali 23,000 megawatt
prodotti soddifano i bisogni di 23 milioni di persone (la popolazione di
Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia messe insieme). Per il nono anno di
fila, la Germania ha avuto le maggiori installazioni di eolico con una
potenza installata pari a 8,000 megawatt ovvero il 2% della produz.
energetica nazionale; seguono gli USA (soprattutto California) con 4,150
megawatt; la Spagna con 3,300 mw; la Danimarca con 2,500 mw ovvero il 18%
della produzione energetica nazionale. Negli USA la capacita' installata e'
aumentata del 63% nel 2001. Secondo le previsioni della European Wind Energy
Association, nella sola Europa la potenza installata nel 2010 corrispondera'
a 50,000 megawatt. La Francia ha annunciato l'installazione di 5,000 mw nei
prossimi 10 anni, mentre la Gran Bretagna costruira' un impianto che da solo
coprira' l'1% della produzione energetica nazionale, intanto la Germania ha
apporovato la costruzione delle prime 20 turbine eoliche offshore per
testarne l'impatto sull'ambiente e sulla navigazione; se la valutazione
avra' esito positivo si potra' dare il via alla costruzione di larga scala
che, se estesa a tutto il vecchio continente, potrebbe arrivare a soddisfare
gran parte della domanda di energia dell'Europa. Lo scorso Dicembre, l'UNEP
(United Nations Environment Programme) ha lanciato un progetto di mappatura
delle risorse eoliche e solari di 13 paesi in via di sviluppo (Bangladesh,
Brasile, Cina, Cuba, El Salvador, Etiopia, Ghana, Guatemala, Honduras,
Kenya, Nepal, Nicaragua e Sri Lanka) per dimostrare che essi posseggono un
potenziale energetico maggiore di quanto stimato finora. Il progetto
costera' 9.3 milioni di dollari, di cui 7 sono stati forniti Global
Environmental Facility (GEF), il braccio "ambientalista" della World Bank.
In molti di questi paesi la mancanza di energia sta portando sempre piu'
persone alla poverta', con conseguenze deleterie anche per l'ambiente: molti
sono costretti a tagliare alberi per farne del combustibile, accelerando
cosi' l'erosione del suolo e la perdita di biodiversita'. Fonti: Earth
Policy Inst.; UNEP; REUTERS; trad. di Fabio Quattrocchi faiocchi@inwind.it
Energia solare: Il solare potrebbe fornire energia a 1mld di persone
17 Ottobre 2001 - Secondo un rapporto di Greenpeace e EPIA (European
Photovoltaic Industry Association) i pannelli solari potrebbero fornire
energia a 1 miliardo di persone creando 2 milioni di posti di lavoro entro
il 2020, e coprire il 26% della produz. energetica mondiale entro il 2040.
Il rapporto dimostra che il fotovoltaico ha il potenziale di soddisfare il
fabbisogno energetico prevenendo i cambiamenti climatici. Per raggiungere
tali risultati occorre pero' l'appoggio politico dei governi. Secondo lo
studio, nel 2020 la produzione potrebbe ammontare a 276 terawatt/ora
equivalenti al 30% del fabbisogno dell'Africa o l'1% della domanda mondiale.
Questo sostituirebbe la costruzione di 75 nuovi impianti a carbone e farebbe
risparmiare 664 milioni di tonnellate di CO2. Cio' richiederebbe
investimenti di 75 miliardi di dollari all'anno e abbasserebbe il costo
delle celle fotovoltaiche. Nel 2040 la produzione potrebbe superare i 9000
terawatt/ora, ovvero il 26% della domanda prevista. Fonte: Greenpeace Int.;
trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi@inwind.it
Ecuador: Continua la protesta non violenta contro l'oleodotto AGIP
9 Gennaio 2002 - Gruppi di studenti, residenti e ambientalisti sono
impeganti dalla scorsa settimana nella protesta non violenta contro la
costruzione dell'olodotto voluto da un consorzio di multinazionali
petrolifere (tra cui l'italiana AGIP) nella riserva Mindo Nambillo. Molti
manifestanti sono saliti sugli alberi e hanno costruito piattaforme sui cui
vivere fino alla fine della protesta, altri si sono incatenati alla base
degli alberi. Secondo alcuni media locali, le forze "dell'ordine" si
starebbero preparando per far spostare con la forza i dimostranti. A causa
delle proteste, il consorzio di multinazionali ha deciso di sospendere le
operazioni fino alla fine della stagione delle piogge (Aprile). Ma Accion
Ecologica sostiene che tale decisione sarebbe scaturita dalla decisione del
governo della Westphalia a Nord del Reno (Germania) di indire un'assemblea
per il 14 Gennaio. Il governo della Westphalia infatti possiede il 43% della
Westdeutsche Landesbank, la banca che finanziera' l'oleodotto con 900
milioni di dollari. L'assemblea stabilira' se la costruzione dell'oleodotto
viola o meno le norme internazionali a cui la banca si attiene secondo un
accordo stipulato con l'UNEP che prevede l'impegno delle banche (che
aderiscono all'accordo) a far si' che chi chiede i prestiti sia disposto a
rispettare tutte le regolamentazioni ambientali a livello locale, nazionale
e internazionale [le banche che hanno firmato l'accordo sono 163, ndt]. Ma
molte ONG (Organizzazioni Non Governative) sostengono che il progetto viola
anche le linee guida minime stabilite dalla Banca Mondiale. Per la banca
tedesca, gli standard della World bank sono un prerequisito necessario per
concedere il prestito. Gli scorsi mesi, il primo ministro, il ministro
dell'ambiente nonche' parlamentali e attivisti dei Verdi della Westphalia
hanno sollevato molte proteste sul coinvolgimento della banca nel progetto e
Amazon Watch ha chiesto al parlamento di fare il possibile affinche' la
banca blocchi il finanziamento. L'oleodotto richiedera' 2.5 miliardi di
dollari per i prossimi 5 anni, e gran parte del suo percorso passa per aree
protette coperte da foreste vergini e terre indigene. Le ONG ambientaliste e
per i diritti umani chiedono da tempo la cancellazione del progetto.
Intanto e' stata scoperta una fuoriuscita di greggio da una vecchia stazione
di esplorazione petrolifera appartenente alla compagnia statale Petroecuador
(la stessa responsabile dell'incidente alle Galapagos). Il petrolio
fuoriuscito sta inquinando l'habitat dei rari tapiri della foresta
amazzonica i quali lo stanno ingerendo assieme al sale che leccano dal
suolo. La scoperta e' stata fatta da un gruppo di indigeni locali mentre
cacciavano. Questi indigeni intendono avviare progetti di ecoturismo al
posto dello sfruttamento petrolifero, facendo da guida agli ecoturisti che
vogliono ammirare o studiare gli animali della foresta. Fonti: Friends of
the Earth Int.; ENS; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi@inwind.it
Finlandia: Governo considera costruzione di impianto nucleare
10 Gennaio 2002 - Il governo di Helsinki sta considerando l'idea di
costruire un nuovo impianto nucleare che si andra' ad aggiungere ai quattro
gia' esistenti nel paese i quali forniscono il 30% dell'energia consumata.
La coalizione di governo di centro destra, composta da 5 partiti, e' divisa
sul problema: i Verdi e altri due partiti minori (all'interno della
coalizione) si dichiarano contrari al progetto. La Finlandia e' l'unico
governo europeo che sta considerando l'aumento dell'energia nucleare mentre
l'opinione pubblica e' sempre piu' a favore delle energie alternative. La
decisione definitiva del parlamento potrebbe arrivare entro la prossima
estate. Fonte: REUTERS; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi@inwind.it
Brasile: 1 mln di ettari di foresta certificati dall'FSC
7 Gennaio 2002 - Con la certificazione di 103,036 ettari di Pino ed
Eucalipto nello stato del Parana' secondo i criteri di sfruttamento
sostenibile dell'FSC, l'areale totale di foreste certificate in Brasile sale
a 1,049,510 ettari di cui 286,675 sono foresta amazzonica naturale, il resto
piantagioni. Il superamento della soglia del milione di ettari e' il frutto
di 5 anni di promozioni dell'FSC (Forest Stewarship Council) in Brasile:
attualmente 95 aziende brasiliane hanno ottenuto la certificazione. Nel
mondo gli ettari certificati finora ammontano a 26 milioni e si prevede una
forte crescita nei prossimi anni, grazie anche alla domanda (di legname
certificato) che attualmente supera l'offerta e che potrebbe diffondere
questo sistema di certificazione. Fonte: WWF Int.; trad. di Fabio
Quattrocchi fabiocchi@inwind.it