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Re: a Taranto e a Genova si è combattuta una guerra: 744 morti a Genova, e a Taranto?
caro alessandro ecco un articolo che parla degli sviluppi, non si riesce a
comprendere quanto positivi del caso genova
dal lavoro repubblica
la citta' e l'acciaio
Addio alla cokeria a marzo si chiude
NADIA CAMPINI
IL 15 marzo del 2002 Cornigliano darà l'ultimo addio alla cokeria delle
Acciaierie, che per tanti anni ha inquinato l'aria della delegazione,
mentre l'altoforno continuerà a funzionare il più a lungo possibile, almeno
fino a quando non sarà chiarita la sorte del progetto per la costruzione di
un nuovo forno elettrico. La fine dell'impianto è stata sancita ieri
pomeriggio da azienda e sindacati, in ossequio alla sentenza della Corte di
Cassazione, ed è prevista da un accordo che tutela i 1avoratori: i 150
addetti della cokeria verranno reimpiegati all'interno dello stesso
stabilimento e andranno sostanzialmente a coprire i vuoti che si sono
aperti in organico con i pensionamenti per la legge sull'amianto.
E' una soluzione evidentemente provvisoria, perché, come ha sottolineato
ieri il presidente dell'Assindustria Stefano Zara, un altoforno in funzione
senza cokeria è «un aborto tecnologico», nei quattro mesi che serviranno
per arrivare alla chiusura completa e irreversibile dovranno arrivare la
risposte sul futuro dello stabilimento siderurgico Ilva di Cornigliano.
Entro fine mese è attesa la valutazione di impatto ambientale sul forno
elettrico e Claudio Riva, consigliere delegato del gruppo, sembra
abbastanza ottimista. «Se ci sarà data una risposta - spiega - penso che
non potrà essere una risposta semplicemente negativa, ma sarà piuttosto una
risposta articolata e complessa, ovviamente con delle prescrizioni e
indicazioni. Aspettiamo quindi di sapere in che termini e che cosa si può
fare e poi ci daremo da fare per ottemperare a quanto prescritto nella Via».
E' evidente comunque che il responso della Via sarà discriminante
sull'evoluzione futura della situazione. Se il giudizio sarà positivo con
prescrizioni, a quel punto si metterà in moto il processo già previsto
dall'accordo di programma, che dovrebbe portare, anche se con due anni di
ritardo, allo spegnimento dell'altoforno e alla sua sostituzione con il
forno elettrico. In caso contrario lo sbarramento al forno elettrico
farebbe saltare definitivamente l'accordo di programma.
Nel frattempo la sentenza della Corte di Cassazione, che ha confermato il
decreto di sequestro della cokeria, ha fatto precipitare la situazione. La
drammatizzazione che si temeva comunque non c'è stata. Ieri
all'Associazione Industriali Claudio Riva ha incontrato i sindacati, Fim,
Fiom e Uilm, e le Rsu, e ha dato la sua disponibilità ad utilizzare la
mobilità interna per i 150 lavoratori della cokeria che dovrà chiudere. Su
queste basi è stata raggiunta l'intesa, accettata e firmato da tutte le
parti. Il verbale di accordo spiega che «i tempi tecnici per la fermata in
sicurezza dell'intero impianto di cokeria saranno di circa quattro mesi,
con impatto sugli assetti organizzativi a partire dal sessantesimo giorno».
Nel documento le parti puntano il dito contro la mancata attuazione
dell'accordo di programma e si danno atto che solo «una rapidissima
approvazione del piano industriale», e in sostanza del forno elettrico, può
risolvere i problemi occupazionali, ma in attesa delle risposte sul
progetto verrà mantenuto in funzione l'altoforno e «l'azienda esaminerà
tutte le opzioni tecniche e produttive con l'obiettivo di prolungarne il
più possibile la marcia». Come lo ha spiegato lo stesso Riva. «Fino al
sessantesimo giorno la produzione ne risentirà solo in modo limitato - ha
detto - poi si ridurrà progressivamente fino a fermarsi del tutto, noi
utilizzeremo prima il coke che abbiamo in stock e successivamente, se sarà
necessario, potremmo ricorrere al coke importato da fuori». In questi
quattro mesi toccherà comunque alle istituzioni fare la loro parte e dare
in fretta le risposte sulla Via e sul piano industriale.
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Antonio Bruno
vice Presidente del Consiglio Comunale di Genova
Altro Polo - Sinistra Verde
0339 3442011
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