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scandalosa assoluzione per il petrolchimico di marghera
ovviamente rimango disponibile alle iniziaitve da intraprendere
dal sito di repubblica
Sono tutti assolti i 28 imputati nel maxi-processo per il Petrolchimico di
Porto Marghera. Dopo dieci giorni di camera di consiglio nell'aula bunker
di Mestre è stata letta questo pomeriggio la sentenza: tutti assolti, a
vario titolo, ma tutti assolti gli imputati, accusati di strage, omicidio e
lesioni plurime per aver causato 157 morti per tumore tra gli operai del
Petrolchimico, e disastro colposo per aver inquinato con gli scarichi aria,
suolo, sottosuolo e acque lagunari. Le motivazioni saranno depositate entro
novanta giorni.
Sconcertata la reazione dei presenti nel corso della lettura. Nei cinque
minuti che sono serviti al presidente del Tribunale, Nelson Salvaran, per
leggere le decisioni dei giudici, nell'aula bunker si è scatenato il
finimondo: familiari e dipendenti del Petrolchimico hanno iniziato a urlare
"Vergogna, vergogna"; il prosindaco di Venezia, Gianfranco Bettin, è
scoppiato in lacrime; i giovani dei centri sociali, capeggiati da Luca
Casarini, si sono uniti alla protesta spintonando e additando giudici e
imputati al grido di "assassini". Casarini ha urlato: "Oggi è stata scritta
una pagina infame di una giustizia che non c'è".
"E' una sentenza assurda", ha detto Bettin. "Per questo Tribunale Porto
Marghera non è mai esistito, e questi operai sono morti non si sa di che
cosa". Stessi commenti anche da Fabrizio Fabbri, portavoce di Greenpeace:
"E' uno scandalo". Ma in aula hanno pianto commossi anche i difensori degli
imputati. Per tutti ha parlato l'avvocato Pierfranco Pasini. "Il problema
del processo - ha detto - non era stabilire di cosa questi operai siano
morti, ma di capire se gli imputati sono responsabili. Il Tribunale ha
detto che non lo sono, e lo ha fatto con grande coraggio".
Mentre all'interno dell'aula gremita di avvocati e di pubblico le forze
dell'ordine tentavano di riportare la calma, le contestazioni si
scatenavano fuori dal Tribunale finché un gruppo di ragazzi non ha tentato,
fermato immediatamente dagli agenti, di occupare l'aula per protesta. I
manifestanti sono solo riusciti a raggiungere il pretorio con uno
striscione su cui c'era scritto: "Colpevoli ieri come oggi".
Gli imputati del processo, iniziato il 13 marzo 1998, erano accusati di
strage, omicidio e lesioni plurime, tutte a titolo colposo - per aver
causato morti da tumore (157 le vittime) e malattie (103) tra gli operai
addetti alle lavorazioni di Cvm e Pvc - e disastro colposo, per aver
inquinato con gli scarichi aria, suolo, sottosuolo e acque lagunari,
avvelenando anche pesci e molluschi. Nel lungo elenco figurano nomi
eccellenti: dagli ex presidenti Montedison Eugenio Cefis e Giuseppe Medici,
agli ex amministratori delegati di Montedison Alberto Grandi e Giorgio
Porta, quest'ultimo chiamato in causa anche come presidente Enichem ed
Enimont, fino all'ex presidente di Enichem ed Enimont Lorenzo Necci.
"La sentenza si commenta da sola, non voglio aggiungere altro e non
commento", ha dichiarato il pm Felice Casson, che nel corso del processo
aveva chiesto 185 anni di carcere per i 28 imputati. Casson è uscito
rapidamente dal Tribunale ed è stato accolto in strada dagli applausi dei
manifestanti.
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Antonio Bruno
vice Presidente del Consiglio Comunale di Genova
Altro Polo - Sinistra Verde
0339 3442011
bruno@aleph.it
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