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traffico il decalogo dei milanesi
dal corriere della sera di domenica 10 giugno 2001
Traffico, il decalogo alla milanese Dieci idee anti ingorgo: parcheggi,
corsie preferenziali, piste ciclabili, più mezzi pubblici e referendum
Quante volte s’è visto, in un sondaggio, che la maggioranza assoluta
degl’intervistati risponda sì a (quasi) ogni proposta? Accade col traffico.
E col questionario che Renato Mannheimer ha messo sotto il naso di 601
milanesi. Dieci idee, nove okay: è «molto utile» o «abbastanza utile», dice
il 94,8%, potenziare i parcheggi vicino ai capolinea dei mezzi pubblici
(con tariffa del posteggio compresa nel costo del biglietto); è «molto
utile» o «abbastanza utile», aggiunge il 64,6%, aumentare le aree di sosta
per i residenti (principalmente nelle zone con attività a forte richiamo di
pubblico). In mezzo, una serie di semafori verdi: ai carburanti puliti e ai
motori elettrici, con benzina verde o a metano (87,5%); alle nuove linee di
trasporto pubblico, prevalentemente di superficie (86,1); alle corsie
preferenziali per i trasporti pubblici (83,3)... Solo la costruzione di
nuovi svincoli a più livelli, o di grandi strade urbane, si scontra con
l’altolà del 57,3% d’interrogati. Il tutto, insomma, si può tradurre così:
in questo caos su gomma, ai milanesi va bene qualunque cosa. Purché
qualcosa si faccia. I quesiti somigliano a quelli che i cittadini
troveranno sulla scheda del referendum, sabato 30 giugno. E il sondaggio
Ispo- Corriere della Sera è una buona notizia, per i promotori della
consultazione. Perché ottengono il via libera anche la chiusura del centro
storico alle auto (molto o abbastanza utile per il 77,9%, come già risultò
nel referendum Tognoli del 1985), una rete migliore di piste ciclabili
(76%), l’aumento della frequenza dei mezzi pubblici anche la notte (74%),
il «numero chiuso» alle auto non milanesi (73,6%).
Risposte prevedibili, si potrebbe obbiettare. Anche se è proprio la mole
dei consensi ciò che dà un significato in più al sondaggio: l’89,4% è
favorevole all’insieme delle proposte sul traffico, solo il 3% è contrario
(a questo punto sarebbe interessante conoscere meglio le argomentazioni di
queste mosche bianche), oltre al fisiologico 7% d’indifferenti. Del resto,
il rischio che incombe sul referendum di fine giugno - s’è detto e ripetuto
- sta nella tentazione «craxiana» d’andarsene tutti al mare (sarà il primo
weekend di esodo), soprattutto dopo la sbornia elettorale del mese scorso.
Anche qui però, stando al sondaggio, per i promotori ci sono buone speranze
di raggiungere il quorum d’un terzo degli aventi diritto al voto: il 69%
dichiara che andrà alle urne, il 15,6 spiega che non lo farà ma solo perché
impegnato altrove (e non è detto che qualcuno disdica l’impegno), mentre è
minima (4,9) la percentuale di chi se ne infischia o non ritiene utile il
referendum (10,5% i «non so»).
Infine - se si deve fare un giochino stile Giorgio Gaber su cos’è la destra
e che cos’è invece la sinistra - appare chiaro che le appartenenze qui
c’entrano poco: gl’intervistati s’autodichiarano equamente fra sinistra
(14,6%), centrosinistra (15,8), centro (7,9), centrodestra (19,3), destra
(14,3) e astenuti (28,2). Per dirla con quel comico romanesco che
imperversava qualche anno fa su Raitre, il problema traffico è «apolitico,
apartitico»: è soltanto «a ’nfame».