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Rifkin: la pagheremo cara



sarebbe ora di smetterla di discutere di berlusconi, anche lui ruota
dell'ingranaggio neoliberista come molti dei rappresentanti di
pseudosdinistra eletti e del nostro relativo provincialismo politico e di
concentrarsi sulla realtà e sulla sua analisi se vogliamo una vera
altrenativa per noi e per le future generazioni.
ciao, zambra
...segue articolo rifkin

CORRIERE DELLA SERA  25.05.2000
Rifkin: è una follia In futuro pagheremo un prezzo altissimo
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON - Jeremy Rifkin non nasconde la sua indignazione.
«L'umanità si sta dividendo in due. Un 10, 20 per cento ipernutrito, che
muore delle malattie dei ricchi, gli infarti, il diabete e il cancro. E il
resto sottonutrito, che muore delle malattie dei poveri, a cominciare dalla
fame. Il celebre ecologo e futurologo, presidente della «Fondazione delle
tendenze economiche» di Washington, ultimamente impegnato nelle crociate
contro i cibi transgenici e la clonazione, commenta il rapporto di
Worldwatch. «Il solco della salute - dichiara - non è mai stato così
profondo. Ci sono 850 milioni di persone circa che non hanno abbastanza da
mangiare, e 1 miliardo che non hanno abbastanza lavoro. Il 40 per cento
della ricchezza dell'umanità è concentrato nelle mani di 366 individui. E'
una situazione spaventosa».
A quali cause attribuisce questa crisi?
«Questa crisi, che è destinata ad aggravarsi, nasce essenzialmente dalla
trasformazione dell'agricoltura. Oggi, un terzo della produzione alimentare
è di foraggio per le bestie, che una volta si nutrivano
d'erba. La Terra non viene più sfruttata per gli esseri umani».
Come mai?
«Perché così i ricchi come noi hanno a disposizione sempre più proteine
animali. Noi mangiamo carne piena di grassi, e per combatterne gli effetti
nocivi prendiamo medicine sofisticate. I poveri non hanno carne, e in più
vengono privati di cereali».
Secondo alcuni, la soluzione sarebbero i cibi transgenici.
«E' una sciocchezza. I cibi transgenici sono pericolosi. Invece,
bisogna ridare la terra ai poveri, e battersi contro la formazione di
enormi latifondi».
Worldwatch denuncia anche lo stupro dell'ambiente.
«Il problema del surriscaldamento del globo è gravissimo. In meno di
cent'anni, abbiamo cambiato la chimica terrestre. Secondo me, è il fenomeno
di maggior portata della storia umana. In futuro pagheremo il prezzo del
nostro folle sfruttamento dell'energia. Tra mille anni, saremo ricordati
soprattutto per le emissioni gas».
Che cos'altro la preoccupa?
«Il vertiginoso aumento del numero delle specie in via di estinzione, che
rimangono senza il loro habitat e i loro mezzi di sostentamento.
Con l'industrializzazione, la sovrappopolazione, la globalizzazione stiamo
distruggendo il sistema ecologico. Si riducono le foreste,
l'acqua potabile. Stiamo eliminando persino i pesci. Non avrei mai
immaginato che saremmo arrivati a questo punto».
Ma gli oceani non sono una rete di sicurezza per noi?
«Stiamo inquinando anche quelli. Inoltre, i ghiacci polari si
sciolgono. Tra 30 o 40 anni, alcuni Paesi potrebbero essere inondati, il
Bangladesh in Asia, parte dell'Olanda e della Germania in Europa, i Caraibi
nelle Americhe. Vent'anni fa conservavo un po' di ottimismo, adesso non
più».
Che cosa si può fare?
«Insegnare alle nuove generazioni che l'economia dipende dall'ambiente.
Si deve consumare solo ciò che la natura può sostituire, mantenere il
millenario equilibrio della Terra».
E' una realtà vicina?
«Non come un'amministrazione come quella di Bush che non accetta neppure il
debole protocollo di Kyoto».