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genova: collina di rumenta o di hi-tech?
da repubblica di mercoledi 25 aprile 2001
Anche un rischio di frane scoperto durante i sopralluoghi Clamorosa
indagine su una sospetta discarica nell'area dei container pronta a
trasformarsi in parco tecnologico
Collina di rumenta o di hitech?
MARCO PREVE AVA ZUNINO
GENOVA- La collina degli Erzelli, tra Sestri e Cornigliano, mostra quelli
che i tecnici chiamano "distacchi del terreno"e normalmente si
definirebbero crepe, sul versante verso l'autostrada: se ne sono accorti,
ieri mattina, i Carabinieri del Nucleo Ecologico insieme al geologo Paolo
Sommaruga e al chimico Tommaso Gerbino, periti nominati della Procura della
Repubblica. Carabinieri e periti erano andati sulla collina per
un'ispezione chiesta dal sostituto procuratore della Repubblica, Vittorio
Ranieri Miniati che ha avviato un'inchiesta basata su tutt'altra vicenda:
vuole capire se sulla collina sono stati seppelliti abusivamente dei
rifiuti e se si, verificare che non siano nocivi. L'obiettivo
dell'ispezione di ieri mattina, effettuata con un decreto che significa
anche un avviso di garanzia per Aldo Spinelli, che è il presidente della
società Rebora s.r.l., proprietaria dell'area, era prelevare parti del
terreno per farle analizzare. Ma durante le operazioni per cintare l'area
di circa mezzo chilometro quadrato su cui si indaga, il geologo ed i
Carabinieri hanno notato i "distacchi del terreno", e adesso si indaga
anche su questo fronte: la staticità della collina di Erzelli è a rischio?
O si tratta invece di fenomeni superficiali?. La risposta arriverà nelle
prossime settimane. Ieri intanto sono stati fatti i primi "carotaggi" per
ottenere il materiale da analizzare ed è stato anche impiegato un
apparecchio per la ricerca dei metalli negli strati profondi del terreno.
Si chiama "georadar" e ieri in diversi punti avrebbe segnalato la presenza
di metalli. Cosa che non significa automaticamente la presenza di possibili
fusti contenenti rifiuti ma potrebbe voler semplicemente dire che negli
anni, là sotto, sono finiti, chissà, pezzi di container o delle carrozzerie
dei camion che a migliaia sono saliti sulla collina dove da tempo immemore
si stoccano e si riparano container. Per ora, le zone in cui lo strumento
ha segnalato la presenza di metalli sono state segnate con una vernice.
Oggi proseguiranno i "carotaggi" e la ricerca con il "georadar"e
probabilmente si scaverà in corrispondenza dei segni tracciati ieri.
Ma che cosa può essere successo sulla collina che in questi anni era
diventata per il ponente il simbolo di un riscatto mancato? Prima il sogno
della Facoltà di Ingegneria al posto dei container, poi il "no"
dell'Università, e ancora il Comune e gli enti pubblici che tentano di
acquistarla per farne una cittadina dell'industria pulita; poi Aldo
Spinelli che "soffia" l'affare alla Ponente Sviluppo e compra lui tutta
l'area. Adesso la finanziaria che stanzia 30 miliardi per comprare la
collina e costruire ad Erzelli la cittadella tecnologica, con la Marconi
Communication che ha già nel cassetto un progetto per farne il più
importante centro italiano di lavoro e di ricerca per la tecnologia e la
telecomunicazione. Stavolta, invece di un no, arriva la magistratura e per
la seconda volta nella storia della collina di Erzelli sequestra una parte
dell'area.
Ma che cosa è successo? Aldo Spinelli, consigliere comunale dei
socialistirepubblicani, presidente della società proprietaria dei 395 mila
metri quadri di Erzelli, non se lo sa spiegare.
Dice: «Non abbiamo mai fatto nessun riempimento, nessuna discarica. Non so
proprio cosa dire: noi ci siamo limitati a mettere a posto qualche tratto
di strada e di piazzale. Abbiamo solo asfaltato il pezzo di strada per
arrivare in cima alla collina e qualche altro tratto: c'era fango e abbiamo
fatto i lavori anche su richiesta dei nostri clienti, che non vogliono i
containers nel fango».
L'inchiesta della Procura nasce, a quanto pare, dalle segnalazioni di
abitanti dei quartieri limitrofi, che avrebbero detto di aver visto di
camion che salivano ad Erzelli trasportando carichi che non erano i soliti
container.
«Non so cosa dire _ ripete Spinelli _ Sono tranquillo, lasciamo lavorare la
magistratura, che possa fare tutte le ispezioni che ritiene. Noi di
discariche non ne abbiamo fatto».
Spinelli aveva acquistato la fetta più grossa di Erzelli nel 1998, dalla
Cimi Montubi (ex Ilva). Negli anni precedenti aveva acquistato altre parti
da privati, tra i quali l'allora imprenditore e oggi presidente della
Regione, Sandro Biasotti.
Ha completato così un insediamento che nella sua funzione di "deposito" e
officina di riparazione dei container e officina per mezzi pesanti, è in
vita da decenni. Lo diventa negli anni in cui nasce la grande "spianata",
una collina tagliata per ottenere il materiale con cui fare i riempimenti a
mare dell'Italsider e dell'aeroporto.
Un intervento che negli anni ha mostrato le corde: Erzelli adesso, dicono i
geologi, è una specie di catino che raccoglie le acque ruscellanti di
diversi rivi. Il problema è quello che nel 1994 rischia di provocare un
disastro alluvionale: le acque piovane scendono da Erzelli come su un
toboga e allagano i grandi insediamenti industriali della zona di via
Siffredi, a cominciare da Elsag Marconi. Ed è proprio all'epoca che la
collina viene sequestrata e che la magistratura interviene. Il primo
magistrato ad occuparsene, tra l'altro, è proprio Vittorio Ranieri Miniati
che oggi ha ripreso in mano la vicenda e che allora se ne occupò per un
breve periodo. Il Comune, in questi anni, ha provveduto a mettere in
sicurezza la parte a valle dei rivi, creando una sorta di "imbuto" per
raccoglierne le acque ed evitare così gli allagamenti a valle.